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I RISCHI TIPICI DI UNA BANCA

I rischi tipici di una banca sono principalmente il rischio di credito e il rischio d'impresa. La banca è un soggetto equiparabile ad un'impresa, dal momento che ha come scopo il conseguimento di un profitto, il rischio di impresa si concretizza nella possibilità che ci siano variazioni nel valore di capitale economico e nella sua redditività, perciò c'è il rischio che la banca non riesca a produrre più ricchezza. Ciò dipende dalla composizione del proprio portafoglio, dalle caratteristiche degli strumenti e dalla normativa vigente.

Il rischio di credito, invece, consiste nel fatto che il soggetto a cui presto del denaro possa non rimborsarmi tale somma entro la scadenza prefissata. Tale rischio sussiste dal momento che intercorre un lasso di tempo tra la prestazione, il prestito e la controprestazione, tale rischio riguarda il cosiddetto "banking book".

11. Regolamentazione del sistema

finanziarioIl soggetto che deve regolamentare il sistema finanziario deve essere un soggetto di natura pubblica che abbia a cuore il bene collettivo, perché, infatti, l'obiettivo finale della regolamentazione è la tutela della fiducia del pubblico e dei risparmiatori, mentre l'obiettivo intermedio è la stabilità degli intermediari finanziari. Per questo le autorità lavorano su due livelli:
  1. stabilire dei minimi di capitale in base ai quali svolgere l'attività
  2. misure di contenimento del rischio
L'attività degli intermediari finanziari è di natura instabile, per le sue caratteristiche:
  • attività di trasformazione, che può essere sia qualitativa, con grado di rischio, scadenze..., e può essere anche quantitativa quando le banche erogano fondi in misura superiore ai depositi
  • le banche hanno un elevato di livello di leverage, cioè quando il rapporto tra capitale di terzi su capitale proprio

è molto elevato e per questo c'è una grande presenza di debiti- operano in un contesto di asimmetrie informative- il fractional reserve banking, quando le banche detengono riserve di liquidità pari solo ad una frazione dei loro depositi. Le riserve che detengono possono essere o di prima linea, quindi già liquide o liquidabili, o di seconda linea, trasformabili in moneta legale ma per le quali bisogna sostenere dei costi- cattiva informazione che genera dei timori

Ma il compito di prevenire le crisi bancarie è della regolamentazione. Per prevenire le crisi bancarie bisogna distinguere tra: illiquidità che è risolvibile e può poi sfociare nell'insolvenza, e l'insolvenza che invece è definitiva. La regolamentazione costruisce presidi istituzionali e strumenti per gestire le crisi, che compongono la safety net:

  1. prestatore di ultima istanza, la BCE, quando la banca è ancora in una situazione di illiquidità

rifinanzia marginalmente a tassi di finanziamento marginali che sono però penalizzanti2. schema di assicurazione dei depositi, per la banca in insolvenza, ovvero garantire il rimborso dei depositi con il fondo consortile ad adesione obbligatoria alimentato dai contributi delle banche, che però può generare il moral hazard. Questo però non sempre basta e bisogna intervenire con una garanzia pubblica che però ha dei costi sociali

L'obiettivo finale della regolamentazione è la fiducia. Gli obiettivi intermedi invece sono:

  • Stabilità (sia micro che macro) e l'efficienza (sia allocativa che tecnico operativa). L'efficienza allocativa consiste nel concedere credito a soggetti che sono in grado di produrre ricchezza per il sistema economico. L'efficienza tecnica operativa, invece, consiste nello svolgere l'attività produttiva di intermediazione con il minor costo possibile.
  • Trasparenza delle informazioni e correttezza
regolamentare, per definire regole e criteri, informativo, in cui gli intermediari finanziari devono fornire informazioni alle autorità, e di controllo, per verificare il rispetto delle norme da parte degli intermediari finanziari. Il criterio della cronologia temporale si riferisce al momento in cui viene esercitata la vigilanza sull'intermediario finanziario. Può essere ex ante, cioè prima che si verifichi un potenziale fallimento, al fine di prevenirlo, o ex post, cioè dopo che l'intermediario finanziario è uscito dal sistema a causa di un fallimento. Il criterio della finalità si riferisce agli obiettivi della vigilanza. Può essere strutturale, cioè mirato a valutare la struttura del sistema creditizio dell'intermediario finanziario stesso, o prudenziale, cioè mirato a valutare il grado di rischio massimo che un intermediario finanziario può assumere. In caso di crisi di liquidità, vengono utilizzati strumenti di early warning per evitare che la crisi degeneri ulteriormente. Questi strumenti sono attuati attraverso l'amministrazione straordinaria. In caso di insolvenza, invece, vengono utilizzati strumenti di resolution per eliminare l'intermediario finanziario dal sistema. Il criterio dell'attività svolta si riferisce al tipo di attività che l'intermediario finanziario svolge. Può essere regolamentare, cioè finalizzato a definire regole e criteri, informativo, cioè finalizzato a fornire informazioni alle autorità, o di controllo, cioè finalizzato a verificare il rispetto delle norme da parte degli intermediari finanziari.

E' ispettivo formulare un giudizio sulla situazione dell'intermediario finanziario. Dalla crisi del 2008 è emerso che: la regolamentazione non è coordinata, c'è una mancanza di vigilanza macroprudenziale, le SIFI non erano sufficientemente vigilate e c'è una disparità tra sistemi.

Nel 2011 sono stati varati:

  • Il Consiglio Europeo per il rischio sistemico, costituito da governatori delle banche centrali e altri soggetti che fanno vigilanza macroprudenziale, per limitare le conseguenze negative.
  • Il Sistema Europeo delle autorità di vigilanza finanziaria, che sono tre autorità di controllo che fanno vigilanza micro prudenziale e definiscono regole comuni. Questi sono: autorità bancarie europee, autorità europee per assicurazione e fondi pensione e autorità europee per i valori immobiliari.

Il 4 novembre 2014 nasce "l'Unione Bancaria Europea" che si fonda su:

  1. Meccanismo unico di vigilanza, con...

regole e controlli uguali per tutti

Assicurazione unica dei depositi

Meccanismo unico di risoluzione delle crisi: il resolution plan, che consiste nella creazione di un fondo alimentato con i contributi delle singole banche che abbiano dotazione minima di 55 miliardi. Gli strumenti a disposizione del resolution plan sono: vendita dell'attività d'impresa; ente ponte, si crea una banca nuova che temporaneamente gestisce le attività e passività della banca in crisi in attesa di un cosiddetto "bailcompratore; svalutazione o conversione in capitale delle passività, il in" con il quale si intende un salvataggio dall'interno, che consiste nel far pagare il costo del fallimento a categorie di soggetti interni alla banca (ad esempio azionisti e creditori subordinati), l'operazione opposta è il "bail out" che invece permette di far pagare all'esterno il costo del fallimento, non tutte le passività sono

soggette a bail inlo sono solo i depositi superiori a 100.000 € le obbligazioni subordinate e le azioni, a 100.000 € per depositante; infatti i soggetti sono tenuti ad essere rimborsati fino separazione delle attività. La vigilanza in Italia ha un modello ibrido: - Vigilanza per finalità, la finalità della stabilità è affidata alla BCE e alla Banca d'Italia, l'efficienza è affidata all'Antitrust e la trasparenza e la correttezza alla Consob - Vigilanza per soggetti destinatari della regolamentazione, l'Ivass si occupa dell'istituto di vigilanza sulle assicurazioni e la Covip sui fondi pensione Al di sopra di questi 5 soggetti ci sono CICR che dà le linee guida ed è di natura politica e il MEF che dà disposizioni di carattere generale. 12. Principali disposizioni in materia bancaria Il Testo Unico Bancario (TUB) dà le principali disposizioni in materia bancaria e il suo articolo 10 definisce

L'attività bancaria:

  1. Raccolta del risparmio tra il pubblico e l'esercizio del credito costituiscono l'attività bancaria. La raccolta del risparmio è rivolta a tutti coloro che hanno capacità di agire e stipulano con la banca un contratto avente come finalità l'attività di impiego del proprio risparmio. Le banche uniscono l'interesse pubblico e la natura privatistica poiché gli è concesso perseguire finalità di profitto.
  2. L'esecuzione dell'attività bancaria è riservata alle banche.
  3. Alle banche è consentito l'esercizio di ogni altra attività finanziaria, salve riserve di legge, e nell'articolo 1 comma 2 del TUB c'è l'elenco dell'attività ammesse. Ci sono due attività, però, che possono svolgere solo una categoria di intermediari finanziari e sono: l'attività assicurativa di produzione, riservata alle
compagnie di assicurazione, ma le banche possono svolgere l'attività assicurativa di distribuzione, e poi la gestione collettiva di patrimoni immobiliari, che è esclusiva delle società di gestione del risparmio. L'articolo 106 definisce l'attività degli intermediari finanziari e le sue regole. Gli intermediari finanziari ai fini del TUB sono quei soggetti che esercitano attività di concessione di finanziamenti al pubblico e servizi di pagamento e investimento. A loro è vietata la raccolta di risparmio tra il pubblico che è esclusiva delle banche. L'articolo 5 elenca i principi generali ai quali si devono attenere tutte le norme secondarie: - sana e prudente gestione: ridurre al minimo il grado di rischio e un'attività priva di interessi privati - stabilità complessiva - osservanza delle normative - efficienza e competitività del sistema finanziario La vigilanza deve essere: di tipo consolidato, per il controllo delle società finanziarie che fanno parte di un gruppo, e di tipo individuale, per il controllo delle singole società finanziarie.livello complessivo del sistema finanziario; risk based, per i diversi tipi di rischi che possono minare la stabilità; proporzionale che ha diverse disposizioni per banche grandi piccole. Le banche hanno tre grandi aree di operatività: - Operazioni di raccolta, in cui la banca è un debitore, si svolge tramite i depositi con i quali il risparmio incanalato finanzia l'economia - Operazione di impiego, in cui il risparmio raccolto viene erogato a favore di imprese che devono finanziare gli investimenti - Operazioni di servizio, tramite il pagamento di utenze, polizze assicurative... I criteri di classificazione per i contratti bancari sono: - Dimensione delle operazioni, che possono essere: al dettaglio (retail banking) quando l'importo è limitato e sono standardizzate (ad esempio i versamenti o i prelievi) oppure operazioni all'ingrosso, con volumi elevati e controparti con esigenze particolari - Scadenza contrattuale dell'operazione, che

può essere a breve

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
21 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher annatraversi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia degli intermediari finanziari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Borroni Mariarosa.