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Le forze misteriose e irrazionali che dominano il mondo campestre.
• La ci à e la modernità che trasformano la natura. Se la campagna è una forza originaria, la ci à è il
• luogo della nzione e dell’ar cio.
Lo sguardo degli altri, che ci impone delle maschere, in una visione simile a quella pirandelliana ma
• vissuta da Cesare Pavese in senso più tragico.
La minaccia della falsità del mondo. Oltre ad essere false le immagini che gli altri costruiscono di
• noi, Pavese capisce che anche l’immagine che noi costruiamo di noi è quella di un io che non esiste.
Cesare Pavese: poesie
Le poesie della raccolta "Lavorare stanca" sono allo stesso tempo realis che e simboliche e usano un verso
narra vo. Si può parlare di "poesia-racconto"
Nel 1936 Cesare Pavese pubblica la sua prima opera, la raccolta di poesie dal tolo Lavorare stanca. Si tra a
di poesie scri e dall'autore tra il 1931 e il 1936.
È un po di poesia, quello di Cesare Pavese, allo stesso tempo realis ca e simbolica, nel senso che descrive
una realtà ma allo stesso tempo rimanda a qualcos’altro di esterno, a un signi cato nascosto. Tra i temi
tra a spiccano la collina e il viaggio.
Appun
Lavorare stanca: scheda libro
Lo s le di Lavorare stanca: una con nua ripe zione a metà fra prosa e poesia
Le poesie che Cesare Pavese ha inserito in questa raccolta si pongono a una via di mezzo tra prosa e poesia,
usando un verso molto narra vo: in questo Pavese segue modelli italiani contemporanei come quelli di
Enrico Thovez e Piero Jahier, ma anche il grande modello dello statunitense Whitman. Il ritmo della poesia
di Cesare Pavese si cos tuisce in lunghi versi che si ripetono per creare l’e e o di una realtà condannata
alla con nua ripe zione.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi: una raccolta postuma
In seguito Cesare Pavese abbandonerà la poesia, dedicandosi principalmente alla prosa. C’è però una
bellissima eccezione, che è la raccolta Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, pubblicata nel 1951 dopo la morte
dell’autore, in cui Pavese esprime il dramma esistenziale che lo porterà al suicidio.
I romanzi di Cesare Pavese: trama e analisi
I raccon : l'in uenza del Verismo italiano e del realismo statunitense
Negli anni 30 Cesare Pavese si dedica sopra u o a raccon . In uenzato dalla narra va realista statunitense
e dalle novelle di Giovanni Verga, descrive la vita contadina con un realismo acceso che non si ra indietro
di fronte alla rappresentazione di elemen for come il sesso e la violenza.
Anche dal punto di vista della lingua Cesare Pavese si a ene alla realtà a raverso l’uso del diale o e di
mol dialoghi.
Cesare Pavese: i romanzi degli anni '40
Il grande successo arriva però per Pavese con i romanzi degli anni 40:
Il carcere (1938-39)
• Scri o durante il con no in Calabria, ma pubblicato solo nel 1949, questo romanzo indaga il contrasto
tra la solitudine del prigioniero e un mondo estraneo e indecifrabile. Stefano, un ingegnere del Nord
Italia, viene inviato al con no al Sud, come Cesare Pavese, ma non sappiamo quale sia la sua colpa.
Qui la sua vita non è poi così male: c’è il mare, l’osteria e l’amore di una donna. Tu avia Stefano si
sente lo stesso incarcerato, nella noia e nella povertà materiale e morale delle persone che lo
circondano. Stefano nisce per chiudersi nel proprio isolamento, nel quale trova la propria pace, un
isolamento il cui unico spiraglio è la giovane serva e contadina Concia, che rappresenta il mondo
originario e mi co. 2
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Paesi tuoi (1941)
• È la prima opera di Cesare Pavese a o enere un grande successo e sarà un modello per la narra va
neorealista. Qui Pavese torna alla sua terra piemontese, narrando la vita contadina a raverso le
vicende degli ex galeo Berto, meccanico torinese, e Trino, che possiede una casa in campagna dove
i due vanno a vivere una volta usci di galera. Berto si ada a alla vita di campagna, ma una tragedia
interverrà a distruggere questo equilibrio.
La casa in collina (1948)
• È il racconto in prima persona del protagonista Corrado, un professore di Torino che durante la guerra
si rifugia nella sua casa in collina alla ricerca di solitudine. Qui incontra però Cate, una donna che ha
amato in passato, e segue le sue vicende e quelle dei suoi amici par giani, no al loro arresto da
parte dei tedeschi. Il romanzo vuole me ere in luce la contraddizione dell’intelle uale di fronte alle
cose del mondo, il suo isolamento e il nascondersi dalle responsabilità colle ve. Questo è un
problema che Cesare Pavese sen va prima di tu o sulla propria pelle, trovandosi comba uto tra la
volontà di isolamento e la necessità di intervenire nella realtà con un’azione poli ca.
Il diavolo sulle colline (1949)
• Narra i vagabondaggi di tre ragazzi torinesi tra la ci à e le colline e i loro rappor con Poli, un
personaggio inquietante che vive in campagna una vita fa a di esperienze estreme e distru ve.
Tra donne sole (1949)
• Racconta le vicende di donne che si scontrano con la modernità nel delicato passaggio che porta dalla
ne della Seconda Guerra Mondiale al boom economico degli anni 50. Clelia, la protagonista, riesce a
compiere una scalata sociale da operaia no a s lista, ma scoprirà a raverso la vicenda del suicidio di
Rose a le contraddizioni e la vuotezza di quel mondo borghese da lei inseguito con tan sforzi.
La luna e i falò (1950)
• Torna il tema della guerra par giana, già tra ato da Cesare Pavese in La casa in collina. È la narrazione
in prima persona di Anguilla, tornato nel paese dove è cresciuto dopo aver vissuto e fa o fortuna in
America. Anguilla è alla ricerca della sua infanzia, rappresentata dall’immagine festosa dei falò accesi
in collina ad agosto. Cerca le tracce delle persone che ha conosciuto da bambino, ma viene a sapere
dei nuovi falò, quelli di morte, e delle distruzioni e delle violenze che hanno interessato le colline
durante la guerra par giana. Cesare Pavese tra mito, realtà ed esistenzialismo
Negli ul mi qua ro romanzi, Cesare Pavese si pone in equilibrio tra problema ca esistenziale, fascinazione
del mito e richiamo alla concreta realtà storica del tempo. Si tra a di romanzi di iniziazione in cui uno o più
personaggi lega da amicizia a rontano dolorose prese di coscienza della maledizione che grava sugli
uomini e sul mondo. Ques romanzi descrivono una realtà concreta, ma non coincidono con la narra va
neorealista per il predominare di situazioni liriche, di una rete di simboli e della presenza del des no
tracciato nel mito.
Il mito e il folklore: alla ricerca dell'elemento umano
Negli anni 40 Cesare Pavese s'interessò anche a temi lega al folklore e al mito.
Il mo vo di questo interesse sta nel fa o che in essi l’autore vede le mo vazioni originarie dei
comportamen umani.
Possiamo dire che Cesare Pavese fosse ossessionato dall’origine nascosta dell’elemento umano, da quel
mondo fumoso e inde nito nel quale si nascondono le origini della civiltà e dal momento in cui l’essere
umano iniziò a pensare e diventò veramente uomo.
Mito e folklore vengono vis da Pavese come elemen originari dell'umanità
Nel mito e nel folklore, così come prima nella vita contadina, Pavese vede i momen più vicini a
quell’origine e quindi la direzione verso la quale cercare.
A questo argomento Cesare Pavese dedicò studi e saggi e opere le erarie. Tra di esse dobbiamo
ricordare:
Feria d’agosto (1945)
• Raccolta che riunisce tes di varia natura, tra cui raccon , saggi e brevi descrizioni, scri da tra il
1937 e il 1944, in cui Cesare Pavese racchiude la propria visione del mondo e della le eratura. Si
divide in tre sezioni dedicate a temi-simbolo: il mare, la ci à e la vigna.
Dialoghi con Leucò (1947).
• Si tra a di 27 dialoghi tra personaggi della mitologia classica, in cui Cesare Pavese indaga il rapporto
tra storia e mito e quello tra uomo e natura, in un percorso che va dal confronto col des no 3
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inelu abile degli an chi, alla presa di coscienza del dolore e della decadenza di tu e le cose, no alla
proposta di un’umanità che sappia vivere una vita civile proprio ritrovando le radici mi che.
Se è vero che ci si abitua al dolore, come mai con l'andar degli anni si so re sempre di più?
Cesare Pavese, Il mes ere di vive
Cesare Pavese: citazioni
Cesare Pavese, tradu ore, cri co le erario e poeta, è considerato uno degli scri ori più importan del
Novecento. I pensieri, le frasi e le citazioni delle sue opere sono tra le più cercate e richieste. Ecco una
selezione delle frasi più belle e famose di questo autore:
Non si ricordano i giorni, si ricordano gli a mi (Il mes ere di vivere. Diario 1935-1950)
• Finché si avranno passioni non si cesserà di scoprire il mondo (Il mes ere di vivere. Diario
• 1935-1950)
Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli,
• sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta
ad aspe ar (La luna e i falò)
Che cos'è questa valle per una famiglia che viene dal mare, che non sappia niente della luna e dei
• falò? Bisogna averci fa o le ossa, averla nelle ossa come il vino e la polenta, allora la conosci senza
bisogno di parlarne (La luna e i falò)
Tu sarai amato, il giorno in cui potrai mostrare la tua debolezza, senza che l'altro se ne serva per
• a ermare la sua forza. (Diario in mo)
La Luna e i Falò
La luna e i falò di Cesare Pavese è una delle opere più signi ca ve della le eratura italiana del dopoguerra.
La storia segue il protagonista, noto semplicemente come "il bastardo", che torna nel suo paese natale nelle
Langhe, in Piemonte, dopo aver trascorso mol anni in America. Il romanzo esplora temi come l'iden tà, il
senso di appartenenza e il contrasto tra il mondo moderno e la vita rurale tradizionale.
La luna e i falò: la genesi editoriale
Pavese scrive La luna e i falò tra il 18 se embre e il 9 novembre del 1949, come racconta egli stesso nel
manoscri o del romanzo, che verrà pubblicato nell’aprile del 1950 dalla casa editrice Einaudi.<