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Il tempio è ricostruito come uno pseudodiptero ottastilo, con peristasi di 8 x 17 colonne doriche. L'edificio

centrale, aperto verso est, è stretto e piuttosto allungato con pronao e opistodomo distili in antis; la cella è

divisa internamente in 3 navate di pari ampiezza da 2 file di 10 colonne. I fusti delle colonne presentano 24

scanalature a spigolo vivo, il capitello presenta un echino dal profilo molto espanso, con collarino sostituito

da una gola decorata da un motivo a foglie su profilo a becco di civetta. La parte bassa dell'echino, dal profilo

quasi orizzontale, è ornata da un motivo a gallone. La taenia dell'architrave è sostituita da un insieme di

modanature, mentre le regulae, sovradimensionate, presentano solo 4 guttae. I triglifi sono piuttosto

allungati e con il glifo desinente a ogiva, metope rettangolari piuttosto che quadrate. La sottocornice ha

mutuli alternatamente più ampi sui triglifi e più stretti sulle metope. Le parti strutturali dell'edificio sono in

pietra, mentre la trabeazione è parzialmente rivestita in lastre fittili policrome, con motivi geometrici e

vegetali. La cornice è del tipo "a cassetta" con doccioni "a trombetta" sui lati lunghi; la sima obliqua presenta

un profilo a gola dritta, con decorazione a foglia dorica. Sui lati la tegola di bordo è decorata con una treccia

mentre le antefisse pentagonali sono caratterizzati dalla presenza di elementi a volute con una palmetta

centrale. Alla fine dell'età arcaica, le tegole fittili di bordo sono state sostituite con altre in marmo, provviste

di antefisse a palmetta. Il frontone occidentale (quello opposto è perduto) era figurato, prima in terracotta,

poi in marmo a bassorilievo, con un'imponente Gorgone e altri soggetti.

Tempio di Apollo a Corinto (570-560 a.C.)

Intorno al secondo quarto del VI secolo a.C. il tempio arcaico sostituì una struttura più antica, della quale non

si conservano resti architettonici in situ. Il tempio dedicato ad Apollo venne ricostruito tra il 570-560 a.C. in

poros e sorge sulla collina posta al centro dell'antica Corinto. La planimetria è ricostruibile sulla base delle

trincee di fondazione scavate nella roccia e si tratta di un periptero esastilo con 15 colonne sui lati lunghi

coerente con i modelli della madrepatria con l’allineamento del filo esterno del muro con la seconda e quinta

colonna; la fronte del pronao e quella dell’opistodomo cadono tra la seconda e la terza colonna e tra la

tredicesima e quattordicesima colonna. La cella, con pronao e opistodomo distili in antis, è divisa da un muro

trasversale collocato a ca. due terzi della sua lunghezza in 2 ambienti non comunicanti tra loro, ma aperti sui

rispettivi vestiboli. La stanza ovest, più piccola, di forma quadrangolare con 4 colonne interne fungeva

probabilmente da thesauros; la cella orientale, rettangolare, è ripartita in 3 navate da 2 file di 4 colonne. Le

colonne doriche, monolitiche e con 20 scanalature, poggiano su una crepidine di 4 gradini e sono prive di

entasis; inoltre, quelle poste sulle 2 fronti presentano un diametro maggiore di quelle collocate sui lati lunghi,

probabilmente per compensare l'interasse più ampio in facciata. Alla contrazione angolare dell'ultimo

intercolumnio sui fianchi è associato un aumento della larghezza delle metope corrispondenti. Si discute

sull’eventuale presenta della curvatura dello stilobate. Il tetto del tipo corinzio 2 aveva

tegole piane e coppi pentagonali;

sima solo sul frontone, mentre sui

lati la tegola di bordo è decorata

con motivo a treccia. La sima

frontonale si presenta con un

profilo prima convesso e poi piano

con un tondino di coronamento,

chiamata comunemente sima

corinzio-megarase decorata con

un motivo ad anthemion. Le ante

fisse sviluppano forme più

appariscenti con volute e palmetta

e fiori di loto in basso. Questo

tema viene ripreso anche lungo il

colmo del tetto. Sull’angolo una

cassetta, che interrompendo il deflusso dell’acqua lungo la parete la fa uscire da una protome leonine posta

e sorregge l’acroterio angolare.

Tempio di Apollo a Delfi (degli Alcmeonidi)

Delfi è uno dei quattro santuari panellenici più importanti e svolge un ruolo centrale soprattutto per il

fenomeno coniale. A Delfi vi sono due santuari: quello di Apollo alle pendici del Parnaso e quello di Athena

noto come santuario delle Marmarià. Il santuario di Apollo è delimitato da un themenos formato da un muro

con più accessi, è attraversato da una via Sacra che raggiunge la terrazza del tempio. Lungo il percorso della

via Sacra si dispongono numerosi thesauroi.

Dopo l’incendio del 548 a.C. che aveva distrutto un precedente tempio di VII secolo, viene ricostruito il tempio

dedicato ad Apollo e completato nel 505 a.C. Il tempio, un periptero dorico di 6 x 15 colonne, presenta

dimensioni generali e della cella analoghe a quelle del successivo edificio del IV sec.; realizzato parzialmente

in marmo pario (stilobate, ortostati della cella, colonne del pronao, trabeazione della fronte est, cornice e

tetto) è attribuito agli Alcmeonidi, che, ottenuto l'appalto per la sua costruzione, l'avrebbero completato in

forma più ricca di quanto stabilito nel contratto, realizzando la fronte in marmo pario. Gli Alcmeonidi

introdussero la riforma democratica nel 507 a.C. che toglieva gran parte del potere alle famiglie ateniesi. La

configurazione interna della cella è in larga parte ignota, anche se doveva rispecchiare quella poi adottata

dal successore del IV sec., lievemente più lungo, perché i templi di età arcaica presentano i colonnati sui lati

brevi più spaziati di quelli sui lati lunghi così come i diametri delle colonne dei lati brevi hanno un diametro

leggermente maggiore di quelli dei lati lunghi. La cella presenta un pronao e un opistodomo comprendendo

un adyton con funzione oracolare. L’elevato mostra colonne

relativamente snelle con echino

espanso, ma più teso, incisione

dell’hipotrachelion. La trabeazione

presenta metope quadrate e triglifi

ben proporzionati, mutuli tutti i

quali e presentano 3 file di 6 guttae

ciascuno. La cornice è lavorata in

due pezzi: sottocornice e

gocciolatoio. Vi è una sima

frontonale in marmo e una sima

laterale rettilinea in marmo con

pluviali a trombetta e doccioni a

testa leonina agli angoli. La

decorazione figurata molto ricca

prevedeva metope scolpite sulla

fronte del pronao; alcuni tra i

soggetti rappresentati sono

tramandati da Euripide: Eracle e

Iolao che uccidono l'Idra di Lerna,

Bellerofonte e Pegaso contro la Chimera, Zeus che fulmina il gigante Mimante, Athena che uccide Encelado

e Dioniso che uccide Eurito. I frontoni presentano a est in marmo l'epifania di Apollo su un carro tra

combattimenti di animali, a ovest in poros una gigantomachia. La decorazione includeva inoltre acroteri:

Nikai centrali e sfingi laterali. Negli angoli i triglifi e le metope erano più grandi di quelli dell’interasse

successivo che sono a loro volta più grandi di quelli dell’interasse mediano, ovvero gli elementi del fregio si

ampliano progressivamente man mano che si raggiunge l’angolo. Questo suggerisce la presenza della doppia

contrazione angolare che provoca il disallineamento della seconda colonna con l’asse del triglifo e determina

interassi differenziati. La doppia contrazione angolare si riteneva una soluzione introdotta nell’età

protoclassica in ambito siceliota. La doppia contrazione angolare a Delfi e in altri edifici della madrepatria

suggerisce che sia un portato di maestranze non doriche, ma cicladiche, perché la scarsa attenzione al

rispetto delle regole si comprende meglio in un mondo ionico di origine. Un’altra attestazione della presenza

di ionicismo all’interno del tempio è l’allineamento dell’asse del muro con la seconda e la quinta colonna.

Quindi il tempio di Apollo risente di alcune innovazioni provenienti dal mondo cicladico.

Atene in età arcaica

L’acropoli è il luogo dove si concentrano i principali culti poliadici della città che sorgono sul plateau superiore

o si distribuiscono lungo le pendici nord e sud. Durante l’età pisistratica (561-527 a.C.) vengono istituiti le

grandi Panatenee e costruito l’edificio H, probabilmente un thesauros di Athena. In questo contesto viene

istituito, al di sopra del bastione miceneo, un culto della Nike, divinità che presiedeva alla vittoria negli agoni.

Nell’età di Pisistrato viene realizzato anche il brauronion, ovvero il santuario di Artemide Brauronia.

Hekatompedon (edificio H, ca 560 a.C.)

L’Hekatompedon, lungo cento piedi, era situato sul sito del Partenone ed era un tempio in poros periptero

esastilo 6x13 colonne. I tratti dell’edificio sono inquadrabili nella produzione dorica del periodo: capitelli

fortemente espansi e dall'echino rigonfio, trabeazione con glifi a terminazione semicircolare, mutuli

differenziati in ampiezza al di sopra di triglifi e metope che presentano 2 file di 6 o 4 guttae ciascuna. Al

gocciolatoio frontonale appartengono frammenti di grandi lastre decorate sulla superficie inferiore da fiori

di loto alternati a uccelli. Le lastre mostrano lateralmente grandi cavità funzionali all'alleggerimento delle

parti aggettanti e forse al fissaggio reciproco. I gruppi frontonali erano in poros: un frontone prevedeva forse

al centro una gorgone, ai lati 2 leoni, quindi rispettivamente la nascita di Athena e l'apoteosi di Eracle e infine

2 serpenti negli angoli; l'altro, invece, al centro un gruppo di 2 leoni in assalto su un toro. Coronava l'edificio,

sia sui lati che sulle fronti, una sima in marmo, con una decorazione ad anthemion incisa. Lungo i lati la sima

presentava doccioni tubolari a distanza regolare e antefisse a palmetta; sui frontoni la sima andava a formare

alle estremità 2 grandi volute, mentre al centro proseguiva oltre la linea di colmo, terminando con 2 piccole

volute coronate da una gorgone. Successivamente la decorazione acroteriale dovette forse essere sottoposta

a un rifacimento, con l'inserimento di un acroterio cicladico a volute affiancato da Korai al centro e sfingi

negli angoli. Il tetto prevedeva un sistema di copertura di tipo corinzio. Una ricca policromia rivestiva buona

parte degli elementi architettonici dell'elevato.

Athena Polias

Durante l’età pisistratide che va dal 527 a.C. fino al 510 a.C. viene sostituito l’antico tempio geometrico di

Athena Polias con un nuovo tempio. L’ampiezza della fronte del tempio di Athena Polias è uguale a quella del

tempio di Apollo a Delfi. Questo perché i Pisistratidi sono nemici degli Alcmeonidi e quindi decidono di

costruire un tempio che entri in competizione con quello di Delfi. Le fondazioni della peristasi e quelle d

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
12 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vc4 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Bari o del prof Rocco Giorgio.