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Infine negli anni ’80-’90, per concludere nel 2015, c’è una stretta connessione tra
l’architettura biofilica e quello che è l’architettura sostenibile, come il concetto
biofìlico che nasce da questa esigenza del rapporto uomo-natura, si collega a quello che
diventa l’Agenda 2030 con i 17 obiettivi sull’architettura sostenibile e quindi dove
la Commissione Europea cerca di rispondere alle sfide più emergenti attraverso delle
soluzioni basate sulla natura che imitassero, copiassero o simulassero quello che è il
comportamento della natura stessa.
L’origine della progettazione biofilica-
Nasce dall’antropocene, l’epoca geologica attuale dove tutte le azioni umane hanno un
impatto sui nostri sistemi. Il termine BIOFILIA viene coniato dallo psicologo Erich Fromm
per descrivere l’amore per la vita, ovvero sia sostenere le minacce di morte, ma anche
un’integrazione positiva tra la vita e la morte.
Il concetto fondamentale di questo termine è racchiuso in 3 parole:
1. BIOFILIA: amore per la vita;
2. HABITAT: bisogno emotivo per la natura che viene spiegato come l’esperienza nella
scelta dell’habitat e anche di dove costruire le proprie abitazioni;
3. PLACES: i luoghi dove si progetta che può generare un senso di comunità. 1
Ci sono 2 ragioni per spiegare la progettazione biofilica:
1. Il desiderio di natura che viene riconosciuto nell’ambiente costruito;
2. Concetti che vengono criticati come strategie di creenwashing o come effetto
placebo.
Triade della limitazione-
È un concetto fondamentale della progettazione biofilica, si basa sul triangolo in cui
ogni lato rappresenta una limitazione.
La prima è quella biologica: noi come esseri umani cerchiamo di proteggere ed estenderci
oltre le debolezze del corpo umano;
La seconda è quella dell’habitat: quindi cerchiamo di superare le barriere degli elementi
naturali;
La terza è quella della morte stessa: in quanto cerchiamo sempre l’immortalità.
La triade della limitazione è un’applicazione di come potrebbe essere l’architettura
biofilica, ovvero l’architettura biofilica potrebbe essere quell’azione che rompe il
triangolo che imprigiona l’umanità all’interno di queste limitazioni, quindi potrebbe
affrontare quelli che sono le nostre paure.
Per definire quelli che sono i concetti fondamentali dell’architettura biofilica ci sono
diverse tassonomie, le tre più importanti, che vengono utilizzate come base concettuale
per le certificazioni degli edifici sono: LEED, WELL, LIVING BUILDING CHALLENGE. Dal 2001
si sono sviluppate diverse interpretazioni.
Queste tassonomie sono divise in categorizzazioni, ogni categorizzazione è suddivisa in
elementi.
Ogni aspetto di queste tassonomie viene impiegato in quella che è la progettazione
biofilica.
Le prime 2 che sono del 2008 e del 2018 sono di Kellert. Qui il primo Framework viene
introdotto come una specifica dettagliata del progetto biofìlico dove inizialmente pensa
ad una struttura gerarchica:
- Organiche: gli elementi che riflettono direttamente o indirettamente le forme
naturali;
- Vernacolari: gli elementi che rispecchiano quelli che sono legati alle aree
geografiche.
Nel 2018 ribalta la tassonomia e passa da 2 a 3 livelli:
- Esperienza diretta della natura: aria, flora e fauna;
- Esperienza indiretta della natura: materiali, forme, tutto ciò che è sensoriale;
- Esperienza degli spazi e dei luoghi: il senso di luogo, come l’essere umano lo
percepisce.
L’ultima tassonomia è del 2020 ed è di BROWNING e RYAN i quali indagano sulle relazioni
uomo-natura basate sulle risposte biologiche. La loro tassonomia è suddivisa in 3
categorie. 2
- La natura nello spazio;
- Gli analoghi naturali;
- La natura dello spazio.
Percorsi di connessione tra la natura e la progettazione biofilica-
*GRAFICO*
Nel 2015 la Commissione Europea istituisce l’Agenda 2030 con i 17 obbiettivi sostenibili,
quindi come l’architettura biofilica può aiutare l’architettura sostenibile attraverso
i 17 obiettivi.
Come possiamo integrare l’architettura biofilica, il concetto di Net positive ed il
concetto di progettazione resiliente?
C’è una gerarchia energetica che affronta un triplice approccio:
1. Riduzione della domanda di energia;
2. Utilizzo di sistemi ad alta efficienza energetica;
3. Obiettivo del 2030 riguardo l’energia rinnovabile.
Questo Framework, insieme agli obiettivi energetici è stato utilizzato come guida per
integrare la progettazione passiva, il sistema ad alte prestazioni e le energie
rinnovabili. Si è cercato di integrare quella che è la progettazione biofilica con
l’obiettivo di contrastare quelli che sono gli effetti del cambiamento climatico
(emissioni di gas serra, rifiuti, promuovendo la durabilità e la riduzione di impatti
ecologici sui sistemi naturali).
Come integrare la tassonomia con il progetto vero e proprio-
Tassonomia cartesiana: un diagramma che ci illustra come l’uomo ha dato come rapporto
questi assi cartesiani per integrare a natura con l’edificio.
La natura nelle facciate: Green screen; Planted Balcony; Green wall or Living Wall; Algae
Wall or Bioreactive Faced; Planters in double skin façade cavity; Vertical Farming.
Applicazione del design rigenerativo- dimostratore GRS.
L’approccio verso il design rigenerativo è stato quello di integrare tutti i materiali
che derivano dal riciclo creando un dimostratore che fosse l’unione di tante soluzioni
tecnologiche (6 di tipo stratificato e 4 sono soluzioni tecnologiche a massa).
Nel 2037 si parlerà di punto di cross over: quando la massa antropogenica supererà quella
che è la massa biologica. Non ci sarà un equilibrio degli effetti della vita dell’uomo
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