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La cattedrale di Chartres, 1830

È più tradizionale: c'è equilibrio nella composizione (gli alberi

corrispondono alle guglie), ma c'è attenzione all'immediatezza della

visione: gli alberi e le rocce sono costruiti con il colore, senza disegno, le

ombre non sono graduali ma nette. C'è una forte attenzione al nostro modo

di vedere la realtà pur mantenendo un certo equilibrio.

L'arco di Costantino e il Foro, 1843

Meno equilibrato, gli edifici sono masse di colore investite

dalla luce del sole e non monumenti grandiosi e storici. L'arco

stesso non è descritto dettagliatamente, ma come massa.

Non abbiamo una visione descrittiva e particolareggiata, ma

percepiamo il colore. Un mattino. La danza delle Ninfe, 1850

C'è un'esplosione di luce che non dà profondità ma

appiattisce: il cielo si fonde con gli alberi, c'è

interazione tra le masse. Per andare incontro al gusto

del pubblico, Corot decide di inserire un tema

mitologico che però contraddice la costruzione

realistica del dipinto.

Théodore Rousseau Paesaggio in Alvernia, 1830

Rousseau si avventura oltre Fontainebleau, in Alvernia,

dove realizza quest'opera, in gran parte dipinta dal vero.

La materia è resa attraverso pennellate corpose che

evocano la realtà tangibile — un tentativo di superare la

mera imitazione della natura.

L'opera richiama Constable nel suo intento di tradurre la materialità del reale attraverso la sostanza pittorica.

L'acqua, dipinta in toni marroni e verdastri anziché azzurri, sconcertava il pubblico dell'epoca, abituato a canoni

più tradizionali.

Realismo e Manet 2

Paesaggio, 1860

I formati si evolvono: quest'opera è dipinta su una tela più

quadrata che rettangolare, allontanandosi dalla classica

visione della tela rettangolare.

Gli elementi scuri in primo piano restituiscono la sensazione

materica percepita dall'occhio umano→ scelta

incomprensibile per la cultura artistica dell'epoca.

La realtà urbana e la storia

L'attenzione alla pittura di paesaggio, che dà il via a questo naturalismo e realismo, inizia poi a spostarsi sulla

realtà urbana con l'avvento dell'industrializzazione e della tecnologia. Artisti come Daumier documentano

questo cambiamento.

Honoré Daumier

Nella sua carriera, Daumier si dedica alla documentazione,

attraverso incisioni, di alcune ingiustizie del suo tempo. Nel

1834 abbiamo questa litografia (scelta non casuale, poiché

può essere facilmente distribuita):

Essa documenta un momento storico tragico: durante le

sommosse popolari nella Parigi dei moti rivoluzionari,

scatenate dalle misere condizioni sociali, si verificano diversi

morti.

Vagone di terza classe, 1862 Il realismo si sta affermando. L'interesse è quello di mostrare

la condizione sociale.

C'è una novità: il sentimento di dignità→ il povero, prima

sempre guardato con pietà, ora viene rappresentato in modo

diverso, cercando l'oggettività del proprio tempo (in

contrasto con il romanticismo).

Realismo

Gustave Courbet

Courbet nel ‘47 scrive il Manifesto del Realismo. L’artista intellettuale non guarda al passato (ricercando gli

stili precedenti) ma al proprio tempo. Duchamp dirà che con Courbet l’artista inizia ad acquisire la sua libertà.

Fondamentali cambiamenti:

Idea della realtà e l’impegno nei confronti di questa. L’idea della realtà “rappresentabile” è diversa,

diventa anche il popolo e la povera gente.

Restituzione percettiva della realtà (che implica il punto successivo)

Trasformazione sostanziale delle tecniche: abbandono del disegno come elemento prioritario, crisi dello

spazio prospettico rinascimentale.

Realismo e Manet 3

Importanza della fotografia→ il rapporto con la realtà deve essere una sintesi

Le diverse fasi del realismo:

1. Fase naturalistica: Scuola di Barbizon 1830-40

2. Fase realista: Courbet 1840-1850

3. Fase riflessione sulla realtà e la realtà della pittura: Manet primi anni ‘60

4. Fase realismo scientista dell’impressionismo: Monet… seconda metà anni ‘60

Gli spaccapietre, 1849

Si può considerare il manifesto del realismo.

A questi spaccapietre non è data dignità, perché loro stessi non l’avevano: i loro volti non sono visibili (lavoro

alienante), senza diritti e riscatto→ artista contemporaneo che denuncia le ingiustizie

Il soggetto non è nuovo ma è rivoluzionario il modo di rappresentarlo→ si ha una lettura analogica della

realtà: una roccia non deve essere bella, idillica, ma deve restituire la sua componente tipica, la durezza→ la

percezione è tradotta rispetto alla sensazione che si ha dell’oggetto.

L’uso della fotografia rafforza queste idee: il paesaggio sul fondo è appiattito

Un funerale a Ornans, 1849

Scandalo per le dimensioni epiche di un funerale (di uno sconosciuto) tenutosi nel paese di nascita di

Courbet. Vuole dire che tutta la realtà è degna di essere rappresentata, e io essendo uomo del mio tempo

rappresento ciò che voglio.

Importante è l’ispirazione popolare. Prende ispirazione dalle xilografie popolari, manifesti, souvenir funerari:

tutti elementi figurativi dell’epoca non considerati artistici.

Le bagnanti, 1853

Studio dell’ombra, come agisce e come si taglia sul corpo. I passaggi secchi da luci e ombre dimostrano

studio fotografico

L’atelier del pittore, 1855

L’artista si rappresenta mentre dipinge nel suo studio insieme all’allegoria della Pittura, ispirata di nuovo da una

fotografia.

Jean Francois Millet

Vediamo la differenza con Courbet. Le figure non sono viste nel loro degrado, nella fatica, ma nel loro eroismo

e inseriti in una Francia rurale

L’angelus, 1857-59

Rappresenta il contadino credente che smette di lavorare e prega nell’atmosfera del tramonto. Atmosfera

eroica dei contadini→ lementi di esaltazione che Courbet rifiutava

Il seminatore, 1850

Matericità e costruzione del colore (blu e rosso, colori primari che si rafforzano tra loro)

Vediamo l’eroismo: visuale dall’alto verso il basso, possenza dei muscoli (VS Lo Spaccapietre). Di questo

quadro si ricorderà Van Gogh che ripropone lo stesso soggetto

➡️ Il gusto dell’epoca era ben diverso: Thomas Couture, I romani della decadenza: Couture guardava a

Veronese, è perfetto nel disegno e nella moralità classica. I pittori tradizionali sono quelli che fanno

successo ai Salon. Nel ‘55 invece Courbet viene cacciato dal Salon e crea il padiglione del realismo.

I macchiaioli (Realismo italiano)

Realismo e Manet 4

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
6 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher margherr di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Bruzzone Luca.