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L’architettura non esiste mai in isolamento, ma è sempre in relazione con il contesto che la circonda. Zumthor esplora
il rapporto tra interno ed esterno, creando spazi che dialogano con il paesaggio naturale o urbano. Questo dialogo può
essere di continuità o di contrasto, ma deve sempre essere significativo e coerente.
3. Il ruolo dell’intuizione
Zumthor sottolinea che l’architettura non è solo una scienza razionale, ma anche un’arte che richiede intuizione,
sensibilità e immaginazione. Ogni progetto nasce da un processo creativo unico, che combina conoscenza tecnica e
ispirazione personale. L'intuizione permette all'architetto di cogliere le qualità nascoste di un luogo e di tradurle in uno
spazio capace di emozionare.
L’autore paragona il suo processo creativo a quello di un musicista o di un poeta: non si tratta di seguire schemi
predefiniti, ma di lasciarsi guidare dall’immaginazione e dai sensi, esplorando nuove possibilità espressive.
4. Architettura come arte totale
Per Zumthor, l’architettura è un’arte totale che coinvolge tutti i sensi e supera la dimensione puramente funzionale.
Egli vede il suo lavoro come un tentativo di creare luoghi autentici, capaci di offrire rifugio, bellezza e ispirazione.
Questa visione si riflette nei suoi progetti, caratterizzati da una cura estrema per i dettagli e da una sensibilità unica per
i materiali e la luce.
L'architettura, secondo Zumthor, deve essere in grado di resistere al tempo, non solo fisicamente, ma anche
emotivamente. Un buon edificio non è solo bello da vedere, ma diventa parte della vita delle persone che lo abitano,
suscitando emozioni e ricordi.
5. Memoria, tempo e autenticità
Un tema centrale del libro è il rapporto tra architettura, memoria e tempo. Zumthor crede che gli edifici debbano
essere in grado di evocare storie e ricordi, creando un legame profondo con il passato e il presente. La dimensione
temporale è insita nei materiali, che si trasformano e invecchiano con il tempo, arricchendo lo spazio con nuove
qualità.
L'autenticità è per Zumthor un valore fondamentale: gli edifici devono essere onesti, semplici e radicati nel contesto in
cui nascono. Solo così possono suscitare emozioni autentiche e durature.
Conclusione
"Atmosfere" di Peter Zumthor è un testo che trascende l’architettura e si rivolge a tutti coloro che vogliono
comprendere meglio l’interazione tra spazio e emozione. L’autore ci invita a riscoprire il potere sensoriale degli
ambienti che ci circondano, insegnandoci a osservare, ascoltare e sentire in modo più profondo. L’architettura, in
questa visione, diventa un mezzo per connetterci con il mondo, con noi stessi e con le storie che ogni luogo porta con
sé. Un’opera che celebra la bellezza dell’autenticità e dell’esperienza sensoriale, ricordandoci che l’essenza dello spazio
risiede nelle emozioni che riesce a suscitare.
APPROFONDIMENTO: Riflessioni possibili
1. L'importanza della percezione sensoriale
Zumthor ci ricorda che viviamo il mondo attraverso i sensi, e questo ci porta a riflettere su quanto spesso trascuriamo
l'aspetto percettivo degli spazi. L'architettura non è solo una questione di funzionalità o estetica visiva, ma una
esperienza multisensoriale che coinvolge tatto, udito, olfatto e persino memoria.
Quanto siamo consapevoli delle sensazioni che proviamo negli spazi che abitiamo ogni giorno?
• Come possono luce, materiali, suoni e temperatura influire sul nostro stato emotivo e mentale?
•
Questa riflessione può portarci a osservare con maggiore attenzione gli ambienti che frequentiamo, cercando di
coglierne le qualità invisibili.
2. Il valore dell’autenticità
Zumthor pone una forte enfasi sull'uso di materiali autentici e sulla sincerità dell'architettura. Ci invita a considerare
quanto l'autenticità — sia negli edifici che nella vita in generale — sia essenziale per creare esperienze profonde e
durature.
In un mondo sempre più dominato da materiali artificiali e da simulazioni, quale impatto ha l'autenticità sul
• nostro benessere?
Come possiamo favorire una relazione più autentica con ciò che ci circonda, preferendo la qualità alla
• quantità?
Questa riflessione può estendersi anche al nostro modo di vivere: scegliere relazioni autentiche, esperienze reali e
durature anziché soluzioni superficiali o transitorie.
3. L’architettura come forma d’arte emotiva
Zumthor considera l'architettura non solo una scienza tecnica, ma anche una forma d'arte capace di emozionare.
Questo può spingere il lettore a riflettere sul valore emotivo degli edifici e sul loro impatto sulla nostra vita quotidiana.
Come gli spazi che frequentiamo influenzano il nostro umore, la nostra creatività o il nostro senso di
• appartenenza?
È possibile progettare edifici che non siano solo funzionali, ma anche poetici, capaci di evocare emozioni
• profonde?
4. La relazione tra spazio e memoria
Zumthor esplora come gli spazi siano strettamente legati ai ricordi e alla memoria. Questo può portare a riflettere sul
modo in cui gli ambienti influenzano la nostra identità e il nostro passato.
Quali luoghi portiamo nel cuore e perché?
• Come l'architettura può aiutare a preservare la memoria collettiva o personale di una comunità?
•
La riflessione sul legame tra spazio e memoria può spingerci a considerare il valore storico e culturale degli edifici, e
l'importanza di preservare ciò che ha significato per le generazioni passate.
5. L’armonia tra interno ed esterno
Zumthor sottolinea l'importanza del rapporto tra un edificio e il suo contesto naturale o urbano. Questo ci invita a
riflettere su come viviamo e trasformiamo l’ambiente che ci circonda.
Quanto è importante il dialogo tra architettura e natura?
• Stiamo costruendo spazi che rispettano e valorizzano il contesto, o che lo distruggono?
•
Questa riflessione è particolarmente rilevante oggi, in un'epoca in cui il cambiamento climatico e l'urbanizzazione
accelerata minacciano il delicato equilibrio tra uomo e ambiente.
6. Il valore del silenzio e del tempo
Zumthor parla dell’importanza del silenzio negli spazi architettonici, inteso come una pausa per la riflessione e la
contemplazione. Questo ci porta a riflettere sul nostro rapporto con il ritmo della vita moderna.
Quanto spazio lasciamo al silenzio e alla contemplazione nella nostra vita quotidiana?
• Come possiamo progettare o scegliere luoghi che favoriscano momenti di calma e introspezione?
•
Questa riflessione si collega anche al concetto di tempo: gli edifici devono saper invecchiare e adattarsi, proprio come
noi. In che modo accogliamo il passare del tempo, nelle cose e in noi stessi?
7. Il ruolo dell'intuizione
Zumthor enfatizza il ruolo dell’intuizione e della sensibilità nel processo creativo, allontanandosi da un approccio
puramente razionale. Questo ci invita a riflettere sull’equilibrio tra razionalità e intuizione nella nostra vita.
In che misura lasciamo spazio all’intuizione nelle nostre decisioni quotidiane?
• Come possiamo integrare logica e sensibilità per creare esperienze più significative?
•
Questa riflessione può applicarsi non solo all'architettura, ma anche ad altri ambiti creativi o personali.
8. La bellezza come necessità umana
Zumthor ci ricorda che la bellezza — intesa non solo come estetica, ma come esperienza profonda e armoniosa — è
una necessità per il benessere umano. Questo può spingerci a rivalutare quanto diamo importanza alla bellezza negli
spazi che abitiamo.
Abbiamo dimenticato il valore della bellezza in favore della pura funzionalità?
• Come possiamo riportare la bellezza nelle nostre case, nei nostri luoghi di lavoro e nelle città?
•
Questa riflessione si collega alla necessità di vivere in ambienti che ci ispirino e ci arricchiscano emotivamente, anziché
essere puramente utilitaristici.
9. La progettazione come atto etico
Zumthor vede l’architettura come un’arte responsabile, che deve tener conto del contesto, delle persone e del futuro.
Questo ci invita a riflettere sul ruolo dell’etica nella progettazione e nel consumo.
Qual è il nostro impatto sull’ambiente e sulle comunità quando costruiamo o ristrutturiamo?
• Come possiamo adottare un approccio più etico e sostenibile nella progettazione degli spazi?
•
Questa riflessione ci spinge a considerare l’architettura come un mezzo per migliorare la qualità della vita, rispettando
il pianeta e le generazioni future.
10. Il significato di "abitare"
Infine, il libro ci invita a riflettere sul significato profondo del "vivere" uno spazio. Non si tratta solo di occupare
fisicamente un luogo, ma di stabilire una relazione intima con esso.
Cosa rende una casa, o un luogo, "nostro"?
• Come possiamo creare spazi che ci facciano sentire a casa, indipendentemente dalla loro dimensione o
• posizione?
Questa riflessione ci porta a riscoprire il valore dell’abitare in modo consapevole, creando luoghi che rispecchino le
nostre esigenze e il nostro spirito.
Conclusione
Le riflessioni suscitate da "Atmosfere" di Zumthor toccano temi profondi e universali: il nostro rapporto con lo spazio,
i sensi, il tempo, la bellezza e la memoria. È un invito a guardare il mondo con occhi nuovi, a valorizzare la qualità
degli spazi che ci circondano e a vivere in modo più autentico e consapevole. Il libro non parla solo agli architetti, ma a
chiunque desideri comprendere meglio il potere evocativo degli ambienti e il loro impatto sulla nostra vita quotidiana.
Ex Libris. 16 parole chiave dell'architettura
contemporanea
Giovanni Corbellini, architetto, docente e autore prolifico, affronta in "Ex Libris. 16 parole chiave
dell'architettura contemporanea" una riflessione critica sull’architettura contemporanea, utilizzando
16 termini chiave come strumenti per esplorare idee, tendenze, tecnologie e approcci progettuali che stanno
plasmando il settore. Le parole scelte non solo delineano tematiche fondamentali dell’architettura, ma
anche questioni più ampie legate alla società, alla cultura e alla sostenibilità. Ecco un'analisi dettagliata e
approfondita dei temi trattati.
1. Forma
La forma, per lungo tempo al centro del discorso architettonico, assume oggi una dimensione problematica.
Corbellini analizza come, nel contesto contemporaneo, la forma sia sempre più influenzata da logiche
estrinseche al d