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ELSA MORANTE
errore nella slide:
Morante è del 1922
quindi Moravia è solo 5
anni più grande di lei.
Alberto Moravia nasce nel 1907 e quindi è 15 anni più anziano di Morante; nonostante ciò, si sposano.
Durante il fascismo, a causa dell’origine materna, subisce le persecuzioni raziali e si rifugia a Sant’Agata
insieme a Moravia: paesino di campagna, contesto rurale, in provincia di Latina; rappresenta un’esperienza
lontana dalla grande città di Roma, in un mondo ancora un po’ arretrato -> da qui l’interesse al mondo
fantastico e della campagna (elemento costante).
Alla morte di Mussolini scrive un articolo di rinuncia contro italiani e fascismo, in cui denuncia la complicità
del popolo italiano con la dittatura.
Importanti anche i viaggi -> il più importante è quello del ‘61 (anni del turismo organizzato) alla scoperta
dell’India.
Interessanti gli scritti di viaggio, soprattutto di Moravia e Pasolini (accompagnatori): impostazioni differenti
nei libretti di viaggio.
Moravia scrive “Un’idea dell’India”; Pasolini scrive “L’odore dell’India”.
- In Pasolini riscontriamo un approccio irrazionale, istintivo, pulsionale -> non c’è una preparazione al
viaggio (immersione nel mondo considerato “intatto” senza prima aver affrontato delle letture o
degli studi).
L’autore vive l’esperienza come un’immersione nel mondo primigenio, un mondo secondo lui rimasto
intatto; rinnova la ricerca nella decadenza nel mondo, iniziata con la produzione anche in dialetto prima
riferita al mondo dei contadini friulani e poi ai sobborghi romani.
A causa della globalizzazione pensa che in occidente regni totalitarismo, consumismo e omologazione della
cultura (vestirsi, parlare, pensare, agire,…) e non sia più possibile trovare delle forme di cultura primigenia.
Quando inizia a pensare così, inizia i viaggi in Africa e Oriente (luoghi dove rimane ancora qualcosa di
originale e naturale).
“Odore dell’india” = approccio sensoriale, primigenio.
- Moravia invece ha un approccio più razionale perché si informa prima di partire. Visita l’India per
comprendere.
Interessante analisi di Giuliana Benvenuti che afferma come Pasolini “si identifica senza comprendere”,
mentre Moravia “comprende senza identificarsi”.
Dopo il viaggio Morante si separa da Moravia e vive una crisi creativa: periodo di stasi nella produzione ->
superata negli anni ‘70.
Negli anni ‘80 vive una malattia e tenta il suicidio, da cui viene salvata. Nell’85 muore di infarto.
Lettura del discorso contro Mussolini (p.158 del testo).
Utile a capire la visione della letteratura come impegno civile.
Requisitoria a seguito dell’esecuzione di Mussolini, che si scaglia non solo contro di lui ma anche del popolo
-> riferimento ad un popolo onesto e libero, che non avrebbe mai dovuto eleggere un uomo come lui.
Responsabilità civile del consenso popolare nei confronti del potere dittatoriale. Popolo complice o
mandante dei delitti commessi dal proprio capo politico -> tema della coscienza civile presente anche in
Sciascia.
Perché avviene ciò secondo lei? Per…
- Viltà
- Insensibilità morale
- Astuzia
- Interesse o Machiavellismo (calcolo politico) -> tra giusto e “ciò che fa più comodo”, il popolo
sceglie quasi sempre il secondo, anche se percepisce che non sia corretto. Assenza di un
antifascismo (fratelli Gobetti, Rosselli, Gramsci = minoranza definita “fessa”).
Tipico del popolo definire “fesso” chi non va con la maggioranza.
Visione triste ma realista di ciò che accade: nonostante la consapevolezza del giusto, si sceglie il comodo.
Morante enfatizza invece 3 caratteri che avrebbero potuto permettere al popolo di limitare Mussolini:
• Onestà
• Dirittura morale
• Libertà
Descrive Mussolini e riparla della responsabilità del popolo italiano sulla sua ascesa: un personaggio come
lui, in un altro contesto più onesto e libero, non avrebbe avuto questo potere. Per questo risulta importante
la coscienza morale.
Se il popolo non lo avesse supportato e avesse avuto un proprio senso critico, Mussolini sarebbe rimasto
una “macchietta di paese” (rimasto all’interno del proprio giornale – l’Avanti – e basta) oppure si sarebbe
“meglio educato, istruito e regolato”.
[fine lettura]
Produzione di Morante: CARATTERISTICHE
Caso letterario perché produzione eccentrica, fuori dalle tendenze, poco catalogabile.
In particolare dopo gli anni ‘40-‘50 -> narrativa molto diversa dai contemporanei, controcorrente.
Riferimento a caratteri costanti:
• Gusto di raccontare fatti: gusto di raccontare secondo una trama articolata; architettura di
racconto.
Modello del cantastorie -> utilizzo di narratori (io narrante in 1° persona) che sembrano simulare il discorso
orale, riferendosi ad un pubblico.
Struttura romanzesca e temi ricorrenti (dolore, amore e descrizione ambienti) quasi banali; la trama è
articolata perché rispecchia il suo gusto per il racconto.
• Elemento magico, tema fiabesco -> trasfigurazione magica del reale.
Utilizzando lo sguardo (io narrante – punto di vista) di un escluso/emarginato o di un bambino emerge una
visione aurorale, non strutturata, ingenua e infantile. L’opera in cui questo carattere è più evidente è
“L’isola di Arturo”.
Trasfigura la realtà attraverso un’angolatura nuova che consente di rileggere anche gli eventi storici
secondo un’ottica nuova.
Visione di bambini ed esclusi (persone semplici) che non evade il reale, ma che lo vuole cogliere – come in
Pascoli – per descriverlo in modo differente e per cogliere sfumature profonde. Questo sguardo fiabesco
serve dunque a filtrare e forare il mondo, che la società osserva secondo sovra-strutture (intento realistico).
Il fiabesco riprende una tradizione precedente degli anni ‘30 (fuorimoda dopo la guerra, quando il realismo
recupera il reale senza veli e filtri) => ripresi dalla rivista fiorentina “Solaria”.
Riprende autori che nello stesso periodo dell’ermetismo (poetica dell’assenza, fuga dalla parola in poesia),
negli anni più feroci del fascismo, sviluppano in ambito narrativo una linea fantastica; Morante in particolare
recupera Montempelli e Landolfi.
Dialettica mito-realtà -> mondo della magia, fiaba, sortilegio, aurorale e restituito dal mondo fanciullesco
con profondità contro mondo della menzogna, raccontato dagli adulti e dalla ragione che demitizza
l’infanzia, piegando nell’ipocrisia. Tema altamente visibile nel romanzo.
L’elemento fiabesco e questa dimensione magica, però, assolvono anche un compito etico-morale (cfr.
Mussolini): i bambini colgono in modo ingenuo delle verità che gli adulti nascondono nell’ipocrisia.
In “Isola di Arturo” ad esempio si racconta di questo ragazzo adolescente, vissuto sempre sull’isola di
Procida, autodidatta su libri di storia (eroi spartani, arturiani…), che vive nel culto del padre – non conosce
la madre perché morta di parto – e affronta una crescita.
Crescendo prende consapevolezza -> passa dallo sguardo fiabesco, secondo cui lui e il padre imitano gli
eroi, e scopre la realtà sulla figura paterna: quando il padre lo lascia solo con il balio, Arturo immagina stia
affrontando avventure e viaggi fantastici, mentre alla fine si rende conto che il padre stava solamente
coltivando delle relazioni omosessuali squallide aldilà dell’isola.
Quando il padre gli racconta dei suoi viaggi, Arturo lo mitizza nella sua mente; quando scopre la verità,
questa si scontra con il mito costruito intorno alla figura paterna.
Letteratura che attraverso lo sguardo del bambino ha un compito etico e di contestazione sociale: apparato
di costruzione ipocrita dell’adulto contrapposto a quello infantile, che ne coglie le sfumature sociali più
profonde e significative.
• Altra caratteristica: scavo nella psicologia dei personaggi.
Riprende la tradizione apparentemente superata del romanzo 800esco manzoniano, mentre i
contemporanei sono impegnati nello Sperimentalismo*. Torna alla tradizione di Manzoni, Balzac e Tolstoj (+
trattativa con appendice – intrecci amorosi o di avventura – narrativa popolare commerciale ripresa).
*romanzi caratterizzati da una trama che viene fatta implodere.
Intreccia rigore selettivo nella descrizione e profonda riflessione.
Morante rifiuta sempre il compromesso con l’industria editoriale.
Non scelse mai nessuna editoria che la limitava o la indicava nella produzione. Per questo vive la letteratura
come compito civile; compito civile che deve sconfiggere tutto ciò che potrebbe causare un
“annientamento umano”. => Scrive 4 romanzi, tutti celebri.
In “Menzogna e sortilegio” ritorna il tema fiaba-realtà già dal titolo.
I più riconosciuti dai manuali sono il secondo e il terzo.
Abbiamo poi:
- Raccolte di racconti -> “Il gioco segreto” e “Lo scialle andaluso”
- 2 raccolte di poesie -> “Alibi” e “Il mondo salvato dai ragazzini” (tema sempre fiabesco)
- Fiabe per ragazzi -> “Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina” degli anni ’40; interessante
da approfondire per l’infanzia e la primaria.
- Raccolta saggi -> “Pro e contro la bomba atomica”, una serie di interventi critici su questioni di
attualità; raccolta postuma.
[presente nel testo l’articolo “contro i terroristi: sull’assassinio Moro”]
Produzione abbastanza ampia. ANALISI ROMANZI
➢ “MENZOGNA E SORTILEGIO”
Primo pubblicato.
Riferimento all’elemento fiabesco e alla visione sfigurata dall’adulto -> oltre i filtri della menzogna sociale,
dell’adulto, della borghesia…
Storia di una famiglia siciliana (romanzo anche storico – poco tipico in Italia) che racconta in 1°persona
(meccanismo personaggio-narratore) la storia di Elisa nel ripercorre le vicende di nonni e genitori -> scavo
nella storia familiare ricostruendo le vicende dei predecessori; lei è l’ultima discendente.
Intreccio tra indagine nella vita privata e romanzo sulla vita meridionale.
Lo sguardo di Elisa filtra le vicende attraverso un’ottica magica che fora la menzogna (atteggiamento tipico
dell’adulto che di fronte alle difficoltà della vita, fugge e mente). Si tratta di uno sguardo ingenuo in grado di
far cadere le illusioni che in passato hanno accecato i suoi antenati.
Elementi costanti: struttura romanzesca colla