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Definizione di Henry Jenkins

Henry Jenkins spiega come lo storytelling transmediale sia un vero e proprio processo in cui tutti gli elementi narrativi vengono distribuiti su più canali in modo coordinato, con l'obiettivo di creare un'esperienza di intrattenimento unificata fra tutti i prodotti. Inoltre, Jenkins fa notare come ogni medium scelto dovrebbe apportare un contributo significativo allo svolgimento della storia di quel prodotto in particolare.

Definizione di Carlos Alberto Scolari

Carlos Alberto Scolari vede il transmedia storytelling come una tipologia di narrazione che si sviluppa tramite molteplici media e piattaforme di comunicazione, e in cui i consumatori sono parte integrante del processo di espansione dell'universo di riferimento. Tale pensiero evidenzia l'importanza sempre più elevata delle piattaforme attive nell'esperienza di narrazione transmediale dell'utente.

E come queste rendano ancor più grazie al piattaformizzato prodotti creati dal basso. Che pone in risalto è possibile stilare un elenco delle caratteristiche chiave del racconto transmediale:

  • Distribuito su più piattaforme;
  • Viene fruibile dagli utenti in ogni momento;
  • Deve essere grazie ai media digitali (asincronia);
  • Posto all'interno di un universo di riferimento regole unità;
  • Deve essere con delle proprie edi riferimento, così che l'utente possa entrarci per partecipare alla narrazione;
  • Disseminato, lungo frammentato diversi media diversi;
  • Deve essere e sui e tramite ilinguaggi che vengono utilizzati.

La narrazione transmediale viene vista come un chenuovo paradigma che segna il cambiamentoc'è stato fra: prodotti culturali dinamiche. Lo storytelling transmediale ha unito i alleIndustria e cultura: industriali per la loro stessa produzione; partecipazione degli utenti. La nuova libera ha permesso che laProduzione e consumo.

evolveproduzione di contenuti non sia più ferma ai soli professionisti, ma si in continuo proprioutenti finali che contribuisconograzie agli ad esse;- sono importanti per il transmedia storytelling poiché permettono diRuolo delle piattaforme:includere diversi linguaggi in una sola piattaforma (testo, foto e video tutto in uno);includere- hanno permesso alle narrazioni transmediali diInnovazioni tecnologiche:dimensioni reali e digitali.Federica Zancheta a.a 2023/2024 UniMarconiCi sono ovvero:tre presupposti fondamentali per la nascita del transmedia storytelling,tecnologica dei1. (Henry Jenkins - legame tra l'innovazioneCultura convergente 2014):media cambiamento culturalee il corrispondente, ovvero il processo per cui ad un cambiotecnologico corrisponde un cambio delle dinamiche produttive per tutti quei prodotti chedell'utente; audience passivaincludono un'interazione creando dunque un passaggio da aaudience attiva; fan2. (Henry Jenkins - evoluzioneche i semplici hanno avuto nel corso degli ultimi tempi grazie alla nascita del web partecipativo 2.0, il quale ha permesso una maggiore divulgazione di contributi e si parla dunque di soggetti che sono al tempo consumatori e produttori; stesso e distribuita, coordinata corale; delle menti di più soggetti fonte ovvero l'insieme che collaborano per creare così una alternativa di potere mediatico (es. Wikipedia). Nelle narrazioni transmediali sono importanti le tipologie di audience a cui si mira, le quali possono essere di e per ognuna ci sono tre tipologie differenti, particolari strategie da adottare: 1. si possono utilizzare strumenti tradizionali che avvicinare l'utente a volersi interagire anche solo per essere intrattenuto, senza dover per forza partecipare; 2. in questo caso, si può utilizzare il tag html Spettatore che assiste, quasi passivamente, solo per essere intrattenuto; 3. si possono utilizzare strumenti che portino l'utente a volersi interagire anche solo per essere intrattenuto, senza dover per forza partecipare; 4. in questo caso, si può utilizzare il tag html Prosumers che sono al tempo consumatori e produttori; 5. si possono utilizzare strumenti che portino l'utente a volersi interagire anche solo per essere intrattenuto, senza dover per forza partecipare; 6. in questo caso, si può utilizzare il tag html Intelligenza collettiva che collaborano per creare così una alternativa di potere mediatico (es. Wikipedia). Nelle narrazioni transmediali sono importanti le tipologie di audience a cui si mira, le quali possono essere di e per ognuna ci sono tre tipologie differenti, particolari strategie da adottare: 1. si possono utilizzare strumenti tradizionali che avvicinare l'utente a volersi interagire anche solo per essere intrattenuto, senza dover per forza partecipare; 2. in questo caso, si può utilizzare il tag html Spettatore che assiste, quasi passivamente, solo per essere intrattenuto; 3. si possono utilizzare strumenti che portino l'utente a volersi interagire anche solo per essere intrattenuto, senza dover per forza partecipare; 4. in questo caso, si può utilizzare il tag html Prosumers che sono al tempo consumatori e produttori; 5. si possono utilizzare strumenti che portino l'utente a volersi interagire anche solo per essere intrattenuto, senza dover per forza partecipare; 6. in questo caso, si può utilizzare il tag html Intelligenza collettiva che collaborano per creare così una alternativa di potere mediatico (es. Wikipedia).casoSpettatore coinvolto che vuole far parte dell'esperienza e della comunità: strumento digitale o interattivo si può proporre uno che però non costringa l'utente a dover partecipare aiutare la community; produrre accanto ai produttori, giusto per essere e3. fascia di utenti che siSpettatore partecipativo che vuole farsi sentire e crea contenuti: al fianco dei produttori mette davvero ed è dunque importante che le loro creazioni vengano prese in considerazione. Federica Zancheta a.a 2023/2024 UniMarconi I sette principi della Transmedialità (Henry Jenkins - 2009) • primi tre dicotomie rapporto tra produttore, prodotto e utente, I principi sono che illustrano ilultimi quattro trattamento di un universo narrativo. mentre gli riguardano maggiormente il 1. Spreadability vs Drillability: disseminarsi diffondersi su più media, - capacità di un prodotto di e anche con Spreadability: condivisione da parte degli utenti; interessante l'aiuto

Della perciò questo dovrà essere per il pubblico che viene spinto a divenire e sempre di più il contenuto. Un prodotto non è uguale ad uno virale, sfugge dalle mani del produttore, spreadable quest’ultimo creato appositamente per essere conosciuto da molti mentre il primo è stato e per avere una diffusione orizzontale. Coinvolgere a fondo il pubblico nella narrazione, - possibilità di un contenuto di Drillability: permeare verticalmente l’universo portando gli utenti a narrativo, il quale diverrà sempre più complesso sempre nuovi spunti e con per i fan.

2. Continuity vs Multiplicity: contenuto che deve rimanere sempre coerente e plausibile - proprietà di un con Continuity: regole il resto dei prodotti dell’universo transmediale, il quale è caratterizzato da un insieme di che devono essere rispettate da ogni prodotto, così da permettere allo spettatore di continuare la sospensione dell’incredulità.

prodotti if...”, aggirano- caratteristica principale dei “what ovvero contenuti cheMultiplicity:appositamente le leggi dell’universo linee narrative nona cui appartengono per crearecanoniche. All’interno di questi è possibile cambiare i punti di vista, le prospettive, i contesti e glipossibili nuove soluzionieventi per portare allo spettatore che andranno a stimolare anche lasua creatività.

3. Immersion vs Extractability: immergersi completamente nell’universo- pratica che permette agli utenti diImmersion:narrativo pattoassecondando totalmente le leggi che lo dominano e stringendo un colsospensione dell’incredulità,produttore per la riuscendo così a vivere un’esperienza anche esensorialesoprattutto (es. cosplay). dal mondo di finzione- pratica che il brand attua per “estrarre” dei particolariExtractability:oggetti riprodotti per la realtà,che verranno poi così che l’utente possa vivere

Anche fisicamente parte di quel mondo. Tale attività si avvicina molto all'idea di "transmediasupersystem" marketing di Marsha Kinder, soprattutto da un punto di vista di che spinge a merchandise, creare così da incontrare nella realtà degli oggetti del mondo di finzione (es. bacchette di Harry Potter). Creazione di un universo narrativo leggi processo di comprendente di e4. Worldbuilding: confini contenuti coerenti diffusi ben delineati, dove al suo interno andranno a svilupparsi e suprodotto principale più media (paratesti) che si dirameranno dal (core text). Serializzata, suddivisa in più pezzi capacità di una storia di poter essere ovvero che5. Seriality: saranno distribuiti su più canali. Tale tecnica permette ai produttori di spingere gli utenti nella fruizione totale espediente dei contenuti, ricostruendo la storia intera tramite che andranno a engagement; creare come l'utilizzo del "cliffhanger", ovvero una

Formattazione del testo

tecnica che permette ad ogni episodio fine non precisa, cercare il contenuto di avere una così che l’utente sarà spronato al successivo per colmare la sua curiosità. Questa pratica può però portare al problema della dispersione dei contenuti, motivo per cui è importante che ogni contenuto sia sempre raggiungibile e fruibile da ogni tipo di utente (passivo, attivo o fan).

Federica Zancheta a.a 2023/2024 UniMarconi espande complessa pratica con cui l’universo narrativo si è diventato più grazie6. Subjectivity: di diversi punti di vista, tre modalità all’aggiunta e si può attuare tramite possibili (livello diegetico): nuovi mondi - Esplorazione di all’interno dello stesso universo narrativo così da ampliarlo diegeticamente (es. Lost); linea narrativa prequel sequel; - Estensione della con la creazione di ostorie personaggi secondari. - Creazione di che vanno ad esplorare partecipare, esplicitamente o meno, processo

con cui gli utenti sono invitati a partecipare attivamente. 7. Performance: narrazione costruita e condivisa dagli utenti (prosumers). Tale pratica può essere utilizzata soprattutto per creare una connessione tra diversi tipi di prodotto: - Attrattori culturali: stimolano l'utente nell'interpretare, esplorare ed elaborare la storia all'interno di luoghi per una potenziale esperienza coinvolgente. - Attivatori culturali: uniscono diverse community- filter bubble- su un terreno comune; co-produrre e co-espandere l'universo narrativo (importante l'interattività sui social media). Federica Zancheta a.a 2023/2024 UniMarconi Gli universi narrativi sono creati seguendo le affordances, ovvero tutti gli strumenti che i moderni media digitali ci offrono, mettendo sempre al centro gli utenti che aiutano a filtrare e interpretare l'universo narrativo (community filter bubble). Quando si crea un universo narrativo transmediale ci sono due elementi importanti: 1. si dividonoin:
  • Contenuti: Core text Mothership: prodotto principale- o da cui parte tutto l’universo narrativo e che ne contiene le regole;
  • Paratesti: prodotti correlati- che espandono l’universo.
  • prodotti grassroots: tutti quei che sono creati dagli utenti, definiti Attività prosumeristica (UGC). User Generated Content
  • mondo narrativo in cui si creano le narrazioni centrocoerenti con esso, al Storyworld:
Dettagli
A.A. 2023-2024
8 pagine
1 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/17 Disegno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher federicazanchetta289 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Laboratorio di design transmediale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Guglielmo Marconi di Roma o del prof Quercia Grazia.