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Anficrate
quelli di di Egesia e di Matride; spesso infatti, credendo di avere essi stessi l’ispirazione
(=
divina, non sono invasati ma giocano. In genere però il gonfiare l’essere tronfio) sembra essere
(sottinteso: difetti) Infatti
tra questi il più difficile da evitare. per natura tutti coloro che aspirano alla
grandezza, per sfuggire all’accusa di franchezza e aridità, non so come sono trascinati a questo,
"lo
confidando nel: scivolare delle grandezze è comunque una colpa nobile". I cattivi gonfiori, sia
sono quelli vacui e non veritieri e forse che ci dispongono alla situazione
nei corpi sia nei discorsi, idropisia. Ma
opposta, infatti dicono che non c’è nulla di più arido di un malato di da una parte
ciò che si gonfia vuole superare le cose sublimi, dall’altra la puerilità è diametralmente opposta
e
alle grandezze, infatti è del tutto meschino e pusillanime veramente un male ignobilissimo.
dunque la puerilità se non un concetto pedante che finisce nella freddezza per eccesso di
Cos’è
elaborazione? Scivolano in questo genere aspirando all’eccezionale e all’elaborato e soprattutto al
piacevole, approdando invece al dozzinale e al vile. A ciò si affianca una terza specie di vizio nei
passi patetici, ciò che appunto Teodoro chiamava falso invasamento. È una passione inopportuna e
vuota laddove non c'è bisogno di passione o smisurata laddove ce n'è bisogno di una misurata.
come spinti dall'ubriachezza, sono trascinati verso passioni non più
Spesso infatti alcuni,
dell'argomento, ma proprie di loro e fittizie; e poi giustamente fanno brutta figura di fronte ad
ascoltatori per niente mossi a passione, fuori di senno di fronte a persone non uscite di senno,
tranne che, riguardo le cose patetiche è riservato da noi un altro luogo.
4)Dell'altro (= pieno
dei due difetti) di cui abbiamo parlato, intendo la freddura, è Timeo, uomo per
altri aspetti sufficiente, non infecondo talvolta quanto grandezza di discorsi, molto erudito,
ingegnoso, tuttavia molto critico degli errori altrui e mai incapace di accorgersi dei propri, a
puerile.
causa del desiderio di smuovere sempre pensieri originali che spesso cade nell’assai
Citerò uno o due esempi di questo uomo; poiché la maggior parte li ha anticipati Cecilio. Lodando
“il
Alessandro il grande dice: quale conquistò l'intera Asia in meno anni di quelli in cui Socrate
il Certo
scrisse panegirico sulla guerra contro i Persiani”. ammirevole il confronto tra il
macedone e il sofista; è chiaro infatti, oh Timeo, che gli Spartani per questo motivo erano di
Isocrate
molto inferiori a quanto ad ardire, giacché essi conquistarono Messene in 30 anni, egli
invece compose il panegirico in soli 10. E sugli ateniesi catturati in Sicilia in che modo
"avendo empietà
sentenzia? Che: commesso verso Ermes e avendo mutilato le sue statue, per
questo pagarono il fio, e soprattutto a causa di un uomo che era per parte degli antenati paterni
Cosicché mi
discendente da colui che aveva subito l'oltraggio, Ermocrate figlio di Emone".
meraviglio, oh carissimo Terenziano, come mai non scrive anche a proposito del tiranno Dionisio:
"perché infatti fu empio verso Zeus ed Eracle e per questo Dione ed Eracleide lo privano della
tirannide". Perché bisogna parlare di Timeo laddove anche quegli eroi, intendo Senofonte e Platone,
pur essendo provenienti dalla palestra di Socrate e tuttavia si dimenticano talora di sé stessi
Costituzione "di
a causa di simili piccinerie? L'uno appunto scrive nella degli spartani: certo potresti
sentire la voce di quelli meno che delle statue di pietra, potresti far voltare i loro occhi meno
che quelli delle statue bronzee e potresti ritenerli più verecondi anche delle stesse vergini negli
occhi". Si addiceva ad Anficrate e non a Senofonte definire le pupille nei nostri occhi vergini
(quale Eracle!) di
vereconde, cosa per essersi lasciati convincere che le pupille tutti quanti di
seguito siano modeste, allorquando si dice che in nulla si manifesta tanto l’impudenza di alcuni,
Ebbene, -
“ubriaco
quanto negli occhi. Dice lo sfrontato avente occhi di cane”. Timeo come
-
mettendo le mani su una refurtiva non ha lasciato nemmeno questa freddura a Senofonte. Dice
di essersene
appunto su Agatocle, anche questo: andato dopo aver rapito una cugina che era stata
"La
data ad un altro della cerimonia dello svelamento. qualcosa chi l'avrebbe fatta che avesse negli
(sottinteso: Platone, divino per le altre cose? Volendo
occhi vergini e non bagasce?" E cosa disse)
“dopo
intendere le tavolette dice aver scritto deporranno nei templi memorie di legno di cipresso”.
E "a
di nuovo proposito delle mura, oh Megillo, io sarei d'accordo con Sparta sul lasciare dormire le
E
mura distese a terra e di non rialzarle". non è lontana l'espressione di Erodoto, il definire le belle
"dolori
donne degli occhi". Pur tuttavia ha una scusante, infatti coloro che dicono queste cose
qui presso di lui sono barbari e in ubriachezza, ma nemmeno da siffatti personaggi è bello
sfigurare nei confronti dell'eternità a causa di una piccineria.
5)Certamente tutte queste cose così sconvenienti si ingenerano nei discorsi per una sola causa, per
vanno pazzi
la smania di novità riguardo i concetti, per la quale soprattutto i contemporanei, dai
(=
quali concetti) sono solite generarsi per noi le cose buone e all’incirca, da quelli stessi, anche
le cose cattive. Per cui sono favorevoli alla riuscita dei trattati, gli abbellimenti dell’esecuzione e
le cose sublime e oltre a ciò i diletti; e queste stesse cose, proprio come costituiscono i principi e
i fondamenti del successo, così anche le cose opposte. Pressappoco tali anche le variazioni e
le iperboli e i plurali. Mostreremo nelle cose di seguito il pericolo che sembrano avere.
6) Perciò è ormai necessario discutere e stabilire attraverso quale modo possiamo evitare i mali
Ma
commisti alle cose sublimi. oh caro, ciò è possibile se in primis ci procurassimo una precisa
conoscenza e giudizio del sublime secondo verità. Certo la cosa è difficile da ottenere: infatti il
(=
discorsi la critica letteraria) è il risultato finale di una lunga esperienza. Tuttavia,
giudizio dei
come a dire un avviso, forse non è impossibile procurarsi da qualche luogo, qui, la loro
valutazione.
7) Bisogna sapere carissimo che, proprio come anche nella vita comune, non è affatto grande
-
ciò che è gran cosa disprezzare come ricchezze, onori, glori tirannidi e quante altre cose
ciò che è esagerato tragicamente - non
posseggono in abbondanza all'esterno potrebbero sembrare a
un saggio beni che superano quelli dei quali lo stesso disprezzo è un bene non mediocre. Infatti, si
ammirano, più di coloro che posseggono queste cose, coloro che possono possederle e per
magnanimità le disdegnano. Allo stesso modo, anche riguardo le cose elevate nelle poesie e nelle
apparenza
prose, è da considerare se esse non posseggono una certa siffatta di grandezza, alla
-
quale in gran misura si aggiunge ciò che è attribuito a caso, e svelate- non si rivelino altrimenti
vane, per le quali il disprezzo è più nobile dell'ammirazione. La nostra anima infatti, per natura, è
come esaltata dal vero sublime e prendendo un fiero slancio, si riempie di gioia e di orgoglio come
se avesse generato essa stessa ciò che ha udito. Qualora dunque qualche passo ascoltato spesso da
alla
un uomo intelligente ed esperto di discorsi non disponga l'anima magnanimità e non lasci nella
(qualora
mente, più di ciò che è detto, ciò che è considerato(=una riflessione), ma anzi precipiti tu lo
abbia seminato continuamente) verso la caduta di stile, non potrebbe più essere vero sublime,
durando soltanto fino all'ascolto. Questo infatti è veramente grande, ciò di cui è grande la
riflessione; su di cui è difficile, anzi piuttosto impossibile, il contrasto, vigorosa e incancellabile
E
la memoria. in generale, ritieni cose sublimi, belle e veritiere le opere che sono gradite sempre
e a tutti. Qualora infatti a uomini provenienti da differenti occupazioni, vita, interessi, età, e
idiomi riguardo le stesse cose sembri una cosa sola e a tutti insieme la stessa; allora il giudizio e il
(persone) e
consenso da così diverse procura a ciò che è ammirato una garanzia forte indiscutibile.
E poichè cinque, come uno potrebbe dire, sono le sorgenti
fecondissime della sublimità di stile, soggiacendo, come da qualche base comune, a queste
senza la quale insomma non c'è nulla; la prima e più
cinque forme, l'abilità nel parlare,
riguardo
importante cosa è l’attitudine i concetti, come la definimmo anche nei libri su Senofonte;
seconda la passione veramente ispirata; ma queste due sono componenti del sublime perlopiù innate
mentre le restanti ormai si ottengono anche per mezzo della tecnica e un certo qual modo di
-
plasmare le figure queste qui in qualche modo sono duplici, le une del pensiero, le altre
nobile
- e oltre a queste la espressione, le parti della quale a sua volta sono la
dell’elocuzione
scelta delle parole e il lessico metaforico e inventato; e, quinta causa del sublime racchiudente tutte
le cose prima di essa, è la composizione, con dignità ed elevazione. Suvvia, esaminiamo per
delle
ciascuna forma di queste i contenuti, avendo premesso questo: che cinque parti ce ne sono
Ma
alcune che Cecilio tralasciò, come per esempio la passione. se gli parve anche che entrambi
il sublime e il patetico, come una cosa sola coesistono completamente l'uno con
questi elementi,
e sbaglia. Infatti, si trovano anche alcune passioni separate dal sublime e
l'altro siano connaturati,
umili, come lamenti, dolori, paure, e al contrario molte cose sublimi senza passione come, oltre a
Aloadi: "Bramarono
le cose ardite dette dal poeta a proposito degli porre l’ossa
innumerevoli altri, Pelio
sull'olimpo e poi sull'ossa il frondoso, affinché il cielo fosse scalabile" e ciò che segue a questi
"e condurre a
è ancor più grandioso avrebbero potuto dunque termine l'opera". Presso i retori gli
pompose e epidittiche ma
encomi e le opere comprendono del tutto la magnificenza e il sublime,
sono privi perlopiù di passione; ragion per cui gli appassionati tra i retori non sono affatto