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Per questo egli sa che deve del suo signore o del suo caro signore (in italiano aggettivo vicino al nome)lēofes lārcwidum longe forþolian.
al consiglio del caro a lungo essere privato/fare senza.
Ðonne sorg ond slǣp somod ætgædre = insieme
Quando la preoccupazione e il sonno insieme
40 earmne ānhogan oft gebindað, (verbo riferito a preoccupazione e sonno=legare)
Il povero solitario spesso legano
þinceð him on mōde þæt hē his mondryhten = frase oggettiva
sembra a lui nell’animo che egli il suo signore
clyppe ond cysse ond on cnēo lecge (lecce)
abbracci e baci e in ginocchio metta
honda ond hēafod, swā hē hwīlum (di tanto in tanto) ǣr
mano e testa, come quando egli di tanto in tanto un tempo
in geārdagum giefstōlas (genitivo) brēac (brucan nominativo: ricevere beneficio).
in giorni antichi/del passato traeva beneficio del trono
45 Ðonne onwæcneð (infinito: -an finale)
Eft (avverbio) winelēas guma,
Poi si sveglia di nuovo uomo senza amici
gesihð (geseon) him biforan fealwe (colore particolare) wēgas (waeg: onda),
vede dinnanzi a lui onde brunastre (idea di movimento)
baþian brimfuglas, brǣdan (broad: aprire) feþra (plu; sing: feder),
gli uccelli marini bagnati, aprire le ali,
hrēosan hrīm ond snāw, hagle (haegl) gemenged.
cadere/crollare la brina e la neve, insieme alla grandine.
Þonne bēoð (III p.p. del vrbo essere) þȳ hefigran heortan (genitivo sing.) benne(ben: ferita),
Poi sono esse più pesanti le ferite del cuore
50 sāre æfter (nei confronti di) swǣsne (accusativo). Sorg bið genīwad (infinito>niwian: rinnovare)
penose nei confronti dell’amato. Il dolore è rinnovato
þonne māga (genitivo plurale) gemynd mōd geondhweorfeð; (intorno+visitare)
quando dei compagni la memoria/il ricordo l’animo va a visitare
grēteð glīwstafum (dativo plurale), georne
geondscēawað (intorno+esaminare)saluta gioiosamente/con felicità, volentieri guarda da ogni partesecga (dativo plurale) geseldan. Swimmað eft on weg.i compagni degli uomini (il Gruppo). Nuotano poi via/lontano.Flēotendra (genitivo plurale: dei vaganti) ferð nō (per nulla) þǣr fela bringeðLo spirito dei vaganti (il ricordo) non porta (per nulla lì molti)55 cūðra (genitivo plural/cud: nom.) cwidegiedda. Cearo bið genīwad (geniwian:nom.)(Espressione di canto/colui che esprime un canto) i canti dei familiari. Il dolore èrinnovatoþām þe sendan sceal swīþe geneahhea colui che deve mandare/inviare molto spessoofer waþema gebind wērigne sefan.sul legame delle onde il cuore desolato.Forþon ic geþencan ne mæg (invertito per questioni metriche) geond þās woruldPertanto io non posso pensare al mondo/a ciò che è statofor hwan (avverbio, tutto insieme) mōdsefa mīn (invertitiper la metrica) negesweorce (gesweorcan), poiché il mio animo diventerebbe buio, o affinché il mio animo non si rattristi60 þonne ic eorla līf eal geondþence, allora io la vita degli uomini (eorla) considero in ogni aspettohū hī fǣrlīce (avverbio) flet (metonimia per SALA) ofgēafon (ofgifan:abbandonare), come essi (i guerrieri) improvvisamente (la sala lasciarono) morironomōdge (aggettivo – modig al nom.) maguþegnas. Così di questa terraealra dōgra gehwām (rafforzativo di tutti: proprio tutti) drēoseð (dreosan) ondfealleþ (feallan). tutti i giorni si distrugge e decade.Forþon ne mæg (magan) weorþan wīs wer, ǣr hē āge (agan) Pertanto non può diventare un saggio uomo, prima che egli possegga65 wintra dǣl in woruldrīce (regno del mondo). Wita sceal geþyldig; di inverni una quantità (invertire: unaquantità di anni/inverni) nel mondo. Il saggio deve essere paziente; ne sceal nō tō hātheort ne tō hrædwyrdenon deve essere troppo rabbioso non (deve essere) troppo impulsivo (nel dire, deve contenere il suo dire) ne tō wāc wiga ne tō wanhȳdignon deve essere un guerriero/uomo malleabile/fiacco non deve essere troppo avventatone tō forht ne tō fægen ne tō feohgīfrenon deve essere troppo timido né troppo servile/sottomesso né troppo avarone nǣfre gielpes tō georn, ǣr hē geare (avv. chiaramente) cunne (cunnan). non deve mai della gloria troppo volentieri (borioso della gloria), prima che egli pienamente possa esserlo. 70 Beorn sceal gebīdan, þonne hē bēot (acc. sing.) spriceð (sprecan: nominativo), Il giovane (guerriero) deve aspettare, allora egli una promessa esprime/formula/pronuncia oþ þæt (avv. di tempo) collenferð cunne gearwe (avv. chiaramente) fin quando la mente bellicosa possa chiaramente (sapere/essere ingrado di sapere)hwider (avv. di luogo) hreþra (hreder: nominativo) gehygd hweorfan wille(willan).da quale parte del cuore il pensiero/l’intenzione (invertire) voglia volgersi.Ongietan sceal glēaw hǣle hū gǣstlic bið,Deve comprendere l’eroe lungimirante/avveduto quanto orribile/terribile è,þonne ealre (gen.) þisse worulde wela wēste (waiste) stondeð (stondan),quando tutte di questo mondo le ricchezze in rovina stanno = tutta la prosperità si trova desolata/rovinata75 swā nū missenlīce (qua e là) geond þisne middangeardCosì ora in vari luoghi (ovunque) intorno a/su questa terra winde biwāune (verbo forte: biwanan) weallas (wall) stondeð (standan),il vento soffia portando rovina i muri stanno = sta portando rovina dove sono le murahrīme (dat.sing.) bihrorene (behreosan), hrȳðe þā (articolo det. plurale) ederas(edor in singolare).con la brina ricoperti, gli edifici instabili/chepotrebbe collassare.Wōriað (worian) þā wīnsalo, waldend (nom. Pl.; wealdend) licgað (licgan –giacere)
Cadono a pezzi le sale dei principi/dei signori, i padroni cadono/giacciono a terra (sono morti)
Drēame (dream) bidrorene (bidreosan: privare di), duguþ eal gecrong (gecringan),
Privata della gioia, (tutta) la schiera dei guerrieri veterani tutta cadde in battaglia/morì in battaglia,
80 wlonc bi wealle (dat.). Sume wīg (nom.) fornom (forniman),
fiera presso il muro. Qualcuno (della schiera) lo scontro armato prese
ferede (ferian – portare) in forðwege: sumne fugel oþbær (infinito: obbaeran)
trascinò via con sé: qualcuno l’uccello portò via
ofer hēanne holm, sumne se hāra wulf
sopra l’alto mare, qualcuno il lupo grigio
dēaðe gedǣlde, sumne drēorighlēor (triste+volto)
a morte divise (lacerare), qualcuno il volto triste/segnato di lacrime
in eorðscræfe eorl gehȳdde (verbo debole al
(nominativa-cupo) līf dēope (avv.)geondþenceð,e su questa vita cupa ragiona profondamente
frōd (aggettivo) in ferðe, feor oft gemon (gemunan infinito)(saggio nella mente) con mente saggia, (lontano) in maniera distaccata spesso ricordòwælsleahta gen. plurale (battaglia+colpo d’arma) worn (aggettivo, acc.), ond þāsword ācwið (acwedan):la moltitudine delle battaglie, e queste parole pronuncia:
Hwǣr cwōm (cuman, verbo forte) mearg? Hwǣr cwōm mago? Hwǣr cwōmmāþþumgyfa?Dov’è andato il cavallo? Dov’è andato il giovane uomo? Dov’è andato il donatore ditesori?
Hwǣr cwōm symbla (genitivo plurale; symbel) gesetu (geset)? Hwǣr sindonseledrēamas (sala+gioie)?Dov’è andata la sala delle cerimonie/dei banchetti? Dove sono le gioie della sala?
Ēalā beorht bune! Ēalā byrnwiga (cotta+guerriero=cotta di maglia)!Ahimè il calice splendente! Ahimè la cotta di maglia del
guerriero!95 Ēalā þēodnes (accusativo di peoden=condottiero) þrym! Hū sēo þrāg gewāt,Ahimè del capo della schiera la gloria! Come è trascorso il tempo,genāp (verbo forte - genipan) under nihthelm (notte+elmo), swā hēo nō wǣre.si oscurò sotto l’elmo della notte, come se esso (l’elmo) non fosse/come se non cifosse mai stato.Stondeð nū on lāste (last: traccia) lēofre (nominativo leof, qui al dativo) duguþeSta ora quale traccia della cara schiera dei combattentiweal wundrum (avverbio) hēah, wyrmlīcum fāh.un muro meravigliosamente alto, (con la forma) di serpente ornato/decorato.Eorlas fornōman (preterito da forniman) asca (al genitivo, nominativo: aesc)þrȳþe,I principi portarono via la moltitudine delle lance, = le lance portarono via i principi100 wǣpen wælgīfru (battaglia+desideroso), wyrd sēo (articolo) mǣre,le armi desiderose della battaglia, il destino glorioso,ond þāsEcco il testo formattato con i tag HTML:stānhleoþu (pietra+declivio) stormas cnyssað (-an),e i declivi di pietra/rocciosi le tempeste colpirono,
hrīð hrēosende (hreosan:cadere) hrūsan (acc.; hruse al nom.) bindeð (legare insenso negativo),la tempesta di neve cadente lega la terra
wintres (gen.sing.) wōma, þonne won (aggettivo: scuro) cymeð (cuman:giungere),il tumulto/la furia dell’inverno, dunque si fa buio, o DUNQUE VIENE L’OSCURITÁ
nīpeð (inf: nipan) nihtscūa (notte+ombra), norþan (avverbio) onsendeð (-an)presente III p.s.si fa scura l’ombra della notte, da nord (manda fuori) si sparge
hrēo (acc.; hreoh al nom.) hæglfare (acc.) hæleþum (dativo plurale: agliuomini) on andan.una brutale tempesta di grandine sulla malvagità degli uomini.
Eall is earfoðlic eorþan (genit