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LETTERE A SOFIA

Un testo signi cativo della loso a clandestina, incarnano i temi centrali del movimento, in

particolare la critica alle religione rivelate e l’affermazione di un naturalismo radicale.

I. Impostura politica delle religioni. Le prime dieci lettere si concentrano sulla critica delle

religioni rivelate come imposture politiche fondate su due emozioni primarie: la paura e la

speranza. La costruzione dogmatica: Le religioni rivelate costruiscono un edi cio di dogmi per

manipolare l'uomo attraverso la promessa di ricompense divine (dio rimuneratore) e la minaccia

di punizioni (dio vendicatore). Il legislatore impostore: L'idea è che i legislatori antichi (come

Numa, il secondo re di Roma) si siano spacciati per messaggeri divini per dare le prime leggi,

sfruttando la credulità popolare. Questo concetto, presente in Machiavelli e Tito Livio,

sottolinea che i legislatori usano la persuasione e l'impostura per vincolare il popolo. Sole e

Natura: In contrasto, l'adorazione del Sole (tipica delle religioni naturali) è vista come

generatrice di "emozioni positive" e di una "uguaglianza originaria" in uno stato di natura,

diverso dallo stato "arti ciale" creato dalle religioni rivelate.

II. Riconquista della Natura e saggezza. La loso a clandestina mira a una riconquista della

Natura come via per la saggezza e la serenità. "Vivere secondo Natura": questo concetto, che

implica la rinuncia alle illusioni teologiche, è fondamentale per raggiungere la vera conoscenza.

Viene ripreso l'epicureismo lucreziano (riscoperto da Bracciolini nel XV secolo e importante nel

Teofrastus Redivivus), che pone la Natura come condizione sine qua non per la felicità. La

Coscienza lacerata e il libertinismo: Viene descritta la coscienza del saggio come lacerata,

esprimendo il con itto tra l'interiorità e l'esteriorità. La formula del libertinismo (intus ut libet,

foris ut moris - "all'interno come si vuole, all'esterno come richiede la consuetudine", attribuita a

Guy Patin) ri ette questa scissione. Si parla di "critica e crisi della coscienza borghese" e di una

"patologia all'origine" (zum pathos Genesis), che divide l'uomo in un "dentro" e un "fuori". Il

saggio deve dissimulare le sue vere convinzioni per conformarsi alla società esterna, pur

mantenendo la sua libertà interiore. Critica ideologica e naturalismo. Religione "del fuori" e

Stato: La religione esterna è vista come necessaria nello stato attuale perché, senza di essa, non

vi sarebbe società. Il mondo (della Natura e della saggezza) si contrappone alla religione

(dell'illusione e del potere). Aristotelismo di sinistra e "Anima Scintilla": La loso a

clandestina abbraccia un "aristotelismo di sinistra" o averroismo, che concepisce l'anima come

una "piccola scintilla" (l'intelletto agente comune a tutti gli uomini, non individuale). Questo si

traduce in un "disincanto della natura dell’uomo antico verso sapienza e loso a esoterica",

portando a una visione più materialista e impersonale dell’anima.

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Radici rinascimentali dei testi clandestini.

I. Aristotelismo rovesciato e anima materiale. Il pensiero clandestino rovescia la meta sica

scolastica . Le radici di questo rovesciamento risiedono nel Rinascimento, in particolare nella

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Scuola di Padova. Pomponazzi nella sua opera Sull’immortalità dell’anima argomentò che

l’immortalità dell’anima non può essere dimostrata razionalmente, pur accettandola per fede.

Riprendendo l'idea di Averroè, Pomponazzi sostiene che loso a e religione sono

metodologicamente diverse e incompatibili nelle loro nalità. Filoso a: cerca la verità e la

sapienza razionale. Religione: ha lo scopo di educare alla virtù i "semplices" (il popolo)

attraverso "apologhi" (narrazioni) che sono "né veri né falsi”. Ciò porta a una doppia verità: una

per il popolo e una per i sapienti. Per questi pensatori (e per Bruno, riprendendo Aristotele ), il

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pensiero richiede la rappresentazione della fantasia. L'anima è vista come materiale, e la fantasia

è il "motore della ragione", rendendo l'anima intrinsecamente legata al corpo. Questo

rovesciamento avviene a partire dalla meta sica classica che dà priorità alla ricerca dell’essere

in quanto essere, invertendo le gerarchie tradizionali e le priorità loso che, ponendo come

oggetto di interesse privilegiato la natura immanente. E questo spiega la relazione con la natura

settecentesca e le metem sicosi, e la conseguenza dell’attenzione sulla dianoia implicata nel

rovesciamento. Invece di un Dio trascendente causa prima, è la natura stessa (la materia) la

causa sui.

II. Naturalizzazione della magia. Le operazioni magiche non sono viste come "opere del

demonio", ma come "opere della magia" naturale. L'uomo è "arte ce della magia in quanto

Il loro rovesciamento è principalmente un ri uto della meta sica astratta e della logica formalistica della

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scolastica, che per loro aveva soffocato lo spirito di indagine naturalistica di Aristotele. Vogliono "fare fuori la

meta sica" per riscoprire una " loso a della natura" concreta.

Anima materiale/immanente: se Aristotele aveva un'anima come forma del corpo, i clandestini estremizzano questa

visione, spingendola verso un monismo materialista dove l'anima è essa stessa una funzione o una manifestazione della

materia, non una sostanza separata. Questo è un "rovesciamento" dell'interpretazione scolastica di Aristotele (che

cercava di salvare l'immortalità dell'anima individuale), ma può essere visto come una radicalizzazione di spunti

presenti nello stesso Stagirita.

Per Aristotele, l'anima (ψυχή - psychē) non è una sostanza separata e indipendente dal corpo, come invece sosteneva

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Platone. Aristotele de nisce l'anima come "l'entelechia prima di un corpo naturale che ha la vita in potenza" (De Anima

II, 1). L’anima è la forma o il principio organizzativo del corpo vivente. È ciò che rende un corpo vivo e funzionante,

così come la forma di una statua la rende statua. Anima e corpo sono un singolo, un’unità indissolubile. Aristotele

distingue diversi livelli o funzioni dell’anima: anima vegetativa (o nutritiva) posseduta da piante, animali e uomini.

Anima sensitiva: posseduta da animali e uomini. È responsabile della percezione sensoriale, del movimento e del

desiderio. Anima razionale (o intellettiva): posseduta solo dagli uomini. È la facoltà di pensiero e ragione. Anima

razionale è Nous, divisa ulteriormente in due aspetti: intelletto passivo (Nous Pathetikos). Questa è la parte

dell’intelletto legata all’esperienza individuale, ai ricordi alle immagini sensoriali. È strettamente connesso al corpo e

muore con esso. Intelletto attivo (Nous Poietikos), questa è la parte più enigmatica e dibattuta; Aristotele la descrive

come "separata, impassibile e non mescolata" al corpo (De Anima, III, 5). Egli suggerisce che l'intelletto attivo è come

una luce che rende il pensiero possibile, ed è potenzialmente immortale ed eterno.

Il problema cruciale è: questo intelletto attivo è individuale (cioè, appartiene a ogni singola persona e sopravvive alla

morte del corpo) o è universale, divino e impersonale, una sorta di intelletto cosmico che non conserva la memoria o la

personalità dell’individuo? Non nel senso comune di immortalità personale né di quello platonico, ma c'è un'apertura e

un'ambiguità riguardo all'immortalità di una parte dell'intelletto (il Nous Poietikos), la cui natura è oggetto di dibattito.

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parte della natura", naturalizzando la magia e integrando pratiche che un tempo erano

considerate esoteriche o demoniache.

III. Il topos dei tre impostori e l’eredità clandestina. Impostura come Instrumentum Regni: Per

Machiavelli, la politica e la religione sono "imposture" necessarie all'arte di governo

(instrumentum regni). Il Cristianesimo come religione antipolitica: Il Cristianesimo viene

criticato per aver posto il "sommo bene" nell'aldilà, rendendolo una religione "antipolitica" che

distoglie l'uomo dalla partecipazione attiva nel mondo. Scissione Moderno/Antico: Si osserva

una scissione nel mondo moderno: il "vero" e l'"apparente", l'"al di qua" e l'"al di là" non sono

più percepiti come un tutt'uno, ma come separati, sebbene la loso a clandestina tenti di

ricomporli. "Atheismus triumphatus, seu contra Antichristianismus": Questo testo (seconda

metà del '500, attribuito alla seconda scuola di Parigi) fa riferimento al "topos dei tre impostori":

Mosè, Cristo e Maometto. L'opera è vista come espressione dell'"incredulità clandestina”.

L'incredulità clandestina viene ricondotta a una doppia matrice: Machiavelli e Pomponazzi. "De

tribus impostoribus Magnus liber": Un libro "scomparso" ma centrale per i clandestini del

Seicento e Settecento. La sua tesi è che "tutti i legislatori sono simulatori astuti”. I culti religiosi

sono visti come una genealogia naturalista, spiegata attraverso il rapporto dell'uomo con la

Natura. La ricerca del senso religioso viene spostata nell'uomo stesso. Ateismo metodologico:

ri uto dell'esistenza di un Dio rivelato. Individualismo: ciascuno è responsabile della propria

salvezza. Impostura religiosa: critica alla religione come strumento di potere. Valori del saggio:

la vita è "secondo natura" e la ricerca della libertà. La felicità si raggiunge abbandonando la

"visione mediata" (religiosa) e vivendo secondo la "legge naturale”. È vivere senza "paura e

speranza" (spes e metus), considerate da Spinoza "passioni tristi”.

IV. Giordano Bruno e l’inizio della clandestinità. Bruno e Vanini: Sono considerati l'inizio del

movimento clandestino. Dopo la loro persecuzione, "nessuno ha osato mettere il nome" sui testi

radicali. Cosmo In nito e Neostoicismo: Bruno sostiene una tesi aristotelica (ma rovesciata):

l'in nito " sico e morale" del cosmo. Riprendendo Cusano ("universo senza centro, dappertutto

e nessun luogo"), abbraccia una visione neostoica del tempo e la metem sicosi, che garantisce

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LudovicaIorio di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Quintili Paolo.
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