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Tempio di Athena ed Ephaistos (460-420 a.C) Il tempio di Athena ed Ephaistos sulla sommità del Kolonos
Agoraios viene iniziato nel 460 e completato nel 420 a.C. Sorge
in un’area dove era strutturato un bosco sacro, attestato dal
rinvenimento di vasi in buche nella roccia del Kolonos
Agoraios. Si configura come un periptero dorico 6x13 colonne,
realizzato interamente in marmo pentelico, salvo il gradino
inferiore della crepidine, in poros e il tetto e l’apparato
scultoreo in marmo pario. Come da tradizione il filo esterno
dei muri longitudinali della cella sono allineati con l’asse della
seconda e quinta colonna dei lati brevi della peristasi e la
fronte dell’opistodomo è disposta tra la terzultima e la
penultima colonna dei lati lunghi. Il prospetto del pronao si
allinea, invece, con la terza colonna dei lati lunghi. Questo
allineamento permette di prolungare la trabeazione ionica
della fronte del pronao fino a congiungersi con quella della
peristasi, e insieme all’adozione di ante simmetriche, proprie
dell’ordine ionico, si determina la formazione di un vero e
proprio vestibolo antistante. Il nucleo interno si compone di
pronao e opistodomo distili in antis e cella inizialmente priva
di colonne. L’interno della cella verrà modificato all’inizio
dell’ultimo quarto del V secolo a.C. con l’introduzione di un
colonnato a pi-greco ispirato a quello del Partenone.
L’alzato si presenta con colonne snelle,
capitello con echino meno espanso e più teso,
con tre anuli a separare il collarino, alla cui
base vi è l’hypotrachelion, caratterizzato in
questo caso da una singola incisione. La
trabeazione non si discosta dalla tradizione,
sia nelle proporzioni che nei dettagli
decorativi, con regulae con sei guttae, mutuli
tutti uguali con tre file di sei guttae ciascuno;
i triglifi con la terminazione superiore
dell’emiglifo angolare con la caratteristica
protuberanza a goccia di tradizione attica; le
metope della fronte e le prime quattro su
ciascuno dei lati lunghi scolpite. Lungo l’intero
sviluppo perimetrale della cella, un kyma lesbio, decorava alla base il toichobates. L’apparecchio murario
adotta il sistema isodomico con filari caratterizzati tutti dalla medesima altezza.
I cicli figurativi prevedevano le fatiche di Eracle sulle dieci metope del prospetto orientale, le imprese di Teseo
sulle otto metope dei risvolti nord, sud e nella trabeazione del pronao e una Centauromachia sul fregio
dell’opistodomo. Gruppi frontonali erano presenti sia sul prospetto orientale sia su quello occidentale e per
il primo sono state avanzate possibili identificazioni con l’apoteosi di Eracle.
Il tetto in marmo di Paros attesta la presenza di maestranza cicladiche. Il capitello d’anta è tipicamente attico
caratterizzato da un abaco parallelepipedo sormontato da un kyma ionico, un kyma dorico e un collarino
arricchito dalla presenza di un tondino. Grate metalliche chiudevano il pronao e l’opistodomo perché
destinati ad ospitare i donari offerti alle divinità.
Il tempio è ben conservato perché fu trasformato in chiesa in età medievale. La trasformazione in chiesa, con
il cambio di orientamento, prevede l’eliminazione del colonnato del pronao, la realizzazione di un’abside ad
oriente e l’apertura di diverse porte. La chiesa divenne poi il luogo di sepoltura degli stranieri presenti ad
Atene.
Nella letteratura dell’architettura attica nel passato sono stati riconosciuti altri tre templi molto simili: il
tempio di Ares, il tempio di Poseidonia a Capo Sounion e il tempio di Nemesis a Ramnunte.
Tempio di Poseidonia a Capo Sounion (444-440 a.C)
Il tempio di Poseidonia a Capo Sounion (un demo dell’Attica) è situato nel santuario di Poseidone, all’interno
dell’area urbana, in un themenos distinto. Il tempio si affaccia sul promontorio ed è visibile dal mare da tutti
i naviganti provenienti dall’Oriente. L’erezione del nuovo edificio templare, a seguito delle guerre persiane,
viene fatta iniziare dal Dinsmoor intorno al 444 a.C., successivamente alla pima fase del tempio di Athena ed
Ephaistos; ma questa rigida cronologica non è più accettabile perché più di un elemento dell’architettura del
tempio di Poseidonia attesta una cronologia antecedente a quella del Partenone e questo consente di
collocarlo negli anni 50 del V secolo a.C. Il tempio, un periptero dorico di 6x13 colonne, presenta diverse
similitudini con il tempio di Athena e Ephaistos come: l’allineamento della fronte del pronao con la terza
colonna dei lati lunghi e la presenza, al di sopra della fronte del pronao, di una trabeazione con fregio ionico
estesa fino a raccordarsi con quella della peristasi, cella priva di colonnati interni, modanatura ionica alla base
del toichobates. Per altri aspetti, però, i templi divergono: l’apparecchio murario adotta il sistema
pseudoisodomico (cioè l’alternanza di blocchi più alti con filari più bassi), l’opistodomo del tempio di
Poseidonia era contratto sino a far coincidere il filo esterno del prospetto con l’asse della terzultima colonna
dei lati lunghi e determinando uno pteron posteriore più profondo di quello anteriore; inoltre, l’asse dei muri
longitudinali coincideva con l’asse della seconda e della quinta colonna dei lati brevi, secondo un uso ionico,
che comportava la riduzione della larghezza degli ptera laterali. Le colonne sono molto snelle e presentano
solo 16 scanalature. L’intera costruzione era in marmo di Agrileza, salvo il tetto e l’apparato scultoreo
realizzati in marmo di Paros. Il tetto recava una sima frontonale della tipologia a gola rovescia e antefisse sui
lati; gli acroteri, di tradizione cicladica, prevedevano un grande elemento centrale a volute e palmette.