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Estratto del documento

Dopo aver escluso la Tracia storica ed in particolare il regno della tribù degli Odrysai che sotto i re Teres I e suo

figlio Sitalkes furono in ottimi rapporti con Atene, analizza l'interpretazione di Tucidide che identifica la residenza

di Tereo in Daulis, nella Focide. Passa poi ad analizzare l'interpretazione di Pausania che vorrebbe un passato quanto

meno mitico, comune tra Atene e la Megaride per la presenza sul territorio di quest'ultima di tre tombe-heroa

dedicate a Pandione, Ippolito e Tereo. La situazione storico-politica dei rapporti tra Atene e Megara intorno alla

metà del V sec a.C. sembrerebbero più in linea con il mito del re trace: nel 461-460 a.C. Megara, importunata da

Corinto, si staccò dalla lega peloponnesiaca e si alleò con Atene, successivamente però la città, approfittando di

rivolte in Beozia ed Eubea, si affrancò dal dominio ateniese uccidendo tutti i cittadini maschi che non erano riusciti

a rifuggiarsi a Nisea. Riguardo la questione della dedica del gruppo statuario ad opera di Alkamenes,escludendo

l'errore-svista da parte di Pausania, ipotizza che, essendo quest'ultimo un artista di grande fama e che non viveva

quindi in ristrettezze economiche, avesse messo la sua tekne gratuitamente a disposizione della città per la

possibilità che gli era stata offerta di ricevere la cittadinanza o come ringraziamento per gli onori ricevuti con

importanti commissioni pubbliche.

2 Paus I 41,7 e 41,8-9

Tracia (la regione all'estrema punta sudorientale della penisola balcanica che si affaccia sul

• Mar Nero, sul Mar di Marmara e sull'Egeo).

A prescindere da quale fosse il reale teatro dei fatti, un particolare risulta fondamentale: Pocne-

usignolo è sempre rappresentata come straniera lontana dalla terra natia e barbara.

2. Alkamenes 1

Poche ed incerte sono le notizie che abbiamo sulla vita di questo scultore .

1. Nome ed origine ateniese o lemnia

Plinio il Vecchio lo ricorda come allievo di Fidia, di cittadinanza ateniese ed in competizione con

l'altro probabile allievo di Fidia, Agorakritos, rivalità che si sarebbe risolta con la preferenza dei

committenti per Alkamenes per la comune terra natia, come possiamo vedere dai passi che seguono:

Naturalis Historia, XXXVI,16

• <<Fidia certamente fu maestro di Alkamenes Ateniese, scultore esemplare, del quale

ad Atene ci cono molte opere nei santuari.>>

Naturalis Historia, XXXVI,17

• <<...i due scolari (Alkamenes e Agorakritos) gareggiarono tra loro nel fare una Venere

e vinse Alkamenes, non per il lavoro, ma per i voti della città che favorì il cittadino contro lo

straniero...>>

Giovanni Tzetzes ( filologo bizantino vissuto nel XII sec d. C.) lo qualifica invece come originario

dell'isola di Lemno e rivale di Fidia:

Chiliades , VIII, v. 340 ss.

1 Per una trattazione estesa vd. CAPUIS 1968: l'autrice analizza nel dettaglio tutte le fonti antiche, letterarie ed

archeologiche, riguardo alla vita ed anche alle opere di Alkamenes.

<<Il bronzista Alkamenes era isolano d'origine, contemporaneo di Fidia e in gara con lui,

per cui Fidia corse anche pericolo di morire. Alkamene plasmava mirabili statue maschili,

pur essendo inesperto di ottica e di geometria ma frequentando le piazze e passandovi

il tempo, aveva e ammiratori e amici e seguaci.>>

Anche la Suda ci da indizi sull'origine del nome:

<<Alkamenes: nome proprio di Lemno.>>

2. L'acme della sua attività

Naturalis Historia, XXXIV,49

<<Fidia fu all'apice nella LXXXIII Olimpiade, circa 300 anni dopo la fondazione di Roma.

Nello stesso periodo furono suoi rivali Alkamenes, Critias, Nesiotes, Hegias...>>

La LXXXIII Olimpiade corrisponde al 448-445 a. C. , sappiamo però che i Tirannicidi di Critias e

1

Nesiotes furono eretti nel 477 a.C. e che Hegias è considerato il maestro di Fidia .

Questa apparente contraddizione nelle fonti potrebbe essere spiegata con la presenza sull'isola di

Lemno (Fig. 2) di una cleruchia ateniese risalente alla prima metà del V secolo a. C., come

testimonierebbe la donazione della statua di Atena Lemnia da parte degli isolani come segno di

riconoscenza per l'invio del gruppo di cleruchoi (cittadini- soldato ateniesi provenienti in genere

dalle classi più povere a cui era stato assegnato per sorteggio un lotto di terreno nel territorio di un

alleato di Atene).

1 DIO. CHRYSOST., Orat., 55, 1

Fig 2.: Posizione dell'isola di Lemno

L'isola dell'Egeo settentrionale venne conquistata dal padre di Cimone, Milziade, tra la fine del VI e

gli inizi del secolo successivo, il rapporto tra le due comunità venne poi riaffermato con la

spedizione di Cimone nel nord dell'Egeo. Alkamenes sarebbe dunque nato a Lemno ma in quanto

figlio di un colono ateniese avrebbe mantenuto la cittadinanza originaria della sua famiglia oppure

potrebbe aver ottenuto la cittadinanza ateniese in un secondo momento insieme ad altri suoi

concittadini (magari proprio in occasione della seconda spedizione) oppure, già operante nell'Attica,

1

per meriti artistici , come era già accaduto a Polignoto di Taso ( che aveva ottenuto la cittadinanza

come ringraziamento dopo aver realizzato gratuitamente alcune pitture della Stoà Poikile).

La commissione poi dell'Hermes Propylaios ( Fig. 3) lo collega tra l'altro con la famiglia di Callia

(cognato di Cimone): il dio era ritenuto l'antenato dei Kerykes (il genos di Callia) ed era stato

dedicato all'ingresso dell'Acropoli. In un primo momento l'artista si muoverebbe dunque ad Atene

nella cerchia politica e familiare di Cimone, salvo poi allargare i propri orizzonti intorno al terzo

venticinquennio del V secolo, quando ha ormai conseguito un riconoscimento pubblico: la svolta

sarebbe proprio il gruppo statuario di Procne ed Itys offerta dallo stesso Alkamenes (responsabile

dunque del soggetto e dell'atto devozionale pubblico).

1 Per ulteriori informazioni vd. LA ROCCA 1986 (vd. Nota 10); vd. anche LIPPOLIS 2010: per una ricostruzione

della vita dello scultore sulle basi di fonti letterarie ed epigrafiche, in particolare si sofferma lo studioso sull'epigrafe

dell'Hephaisteion. Fig. 3: ATENE. Museo

dell'Acropoli. Hermes

Propylaios. Alkamenes

Sappiamo che egli opera soprattutto ad Atene (nell'agorà del Ceramico, sull'Acropoli e nel santuario

di Afrodite dell'Illisso e con le statue del tempio di Hephaistos sul Kolonos Agoraios), al di fuori è

attivo nella decorazione del Tempio di Zeus ad Olimpia, in quello di Asclepio a Mantinea, con una

scultura ed un erma ad Efeso, notizie queste che ricaviamo per lo più da quanto ci ha tramandato

Pausania. Come possiamo vedere, almeno riguardo ai lavori ad Olimpia, nel passo che segue:

<<Le sculture del frontone anteriore sono di Peonio, scultore originario di Mende in Tracia,

quelle del frontone posteriore sono di Alkamenes, artista del tempo di Fidia, che ha il secondo

posto accanto a lui per abilità nella creazione di statue. Egli ha creato nel frontone la

lotta fra Lapiti e Centauri alle nozze di Piritoo. Al centro del frontone è Piritoo, accanto da

un lato è Eurizione che ha rapito la moglie di Piritoo, con Ceneo che porta aiuto a

Piritoo, mentre dall'altro lato è Teseo che si difende con l'ascia dai centauri. Un centauro

ha afferrato una fanciulla, un altro un fanciullo nella prima adolescenza. Credo che

Alkamenes ha creato questa scena perchè aveva appreso dai poemi omerici che 1

Piritoo era figlio di Zeus, e perchè era informato che Teseo era il pronipote di Pelope .>>

L'attività ad Olimpia viene in genere negata dagli studiosi per una mancata corrispondenza

cronologica: i lavori del Tempio di Olimpia risalgono agli anni '70 del secolo ( gli Elei iniziarono la

1 Paus., V, 10, 6.

costruzione nel 471 a. C. con la preda della guerra condotta contro la regione meridionale della

1

Triphylia e sappiamo della dedica di uno scudo d'oro sistemato sulla sommità del Tempio

2

posteriore alla battaglia di Tanagra del 457 a.C .) mentre quelli sull'Acropoli ateniese intorno agli

anni '40-'30 e ci sono poi un rilievo e delle statue dedicate dall'artista, secondo Pasania,

nell'Herakleion di Tebe da Trasibulo di Stira e dai patrioti della restaurazione democratica (evento

necessariamente successivo al 403 a. C.). Spesso questa discrepanza viene spiegata con la presenza

di due artisti omonimi, uno operante nella prima metà del V secolo e l'altro nella seconda, oppure

con una svista da parte del Periegeta.

Ad Alkamenes veniva attribuito anche una statua crisoelefantina di Dioniso nel tempio della

divinità alle pendici meridionali dell'Acropoli di Atene (ora però datato alla seconda metà del IV

3

secolo a. C. ), in questo caso al massimo si può ipotizzare che la statua più antica si stata mantenuta

come statua di culto all'interno dell'edificio ricostruito nel IV secolo.

4

La dedica di Trasibulo a Tebe anche pone problemi di cronologia: anche escludendo che lo scultore

fosse attivo ad Olimpia, la datazione è troppo bassa (dopo il 403 a.C.) e l'indicazione di Pausania è

molto vaga: potrebbe anche essere il reimpiego da parte di Trasibulo di un'opera realizzata da

Alkamenes diversi anni prima e che egli abbia scelto proprio questa per il soggetto ritratto

(Herakles e Atena) in allusione simbolica alle due città.

E' importante fare luce sull'attendibilità di quanto ci riferisce Pausania poiché è da lui unicamente

che sappiamo che il gruppo statuario di Procne ed Itys è stato dedicato sull'Acropoli da Alkamenes:

<< Progne poi , che macchina ciò , che riguarda il figlio ;

5

ed Iti , sono doni di Alcamene. >>

Per quanto riguarda le statue dell'Hephaisteion attribuite allo scultore abbiamo un'epigrafe ,

conservata in maniera lacunosa, e lungamente esaminata dal Lippolis nel suo scritto sullo scultore,

che sappiamo registrava le spese ed i lavori di due quadrienni successivi, dal 421/420 al 414/413

a.C., per l'edificio dell'Hephaisteion stesso. In un primo momento la critica riteneva dunque che le

opere di Alkamenes fossero da far risalire agli anni dei lavori riportati dall'epigrafe. Dato però che

l'edificio fu costruito e completato fino al tetto tra il 460 e il 450 a.C. circa, l'epigrafe deve riferirsi

ad un intervento successivo. In effetti è stata evidenziata dagli scavi una seconda fase edilizia ad

1 Herod. , IV, 148.

2 Paus., V, !0, 4.

3 vd. per una trattazione estesa vd. LIPPOLIS 2010

4 Paus.,9,11,6.

5 Paus. I 24,3

una trentina d'anni di distanza dalla prima, a questa fase probabilmente risale anche il rifacimento

dell'arredo, così le vecchie statue di culto,

Dettagli
A.A. 2012-2013
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valentinagorietti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia classica greca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Galli Marco.