
Un appuntamento molto atteso dagli studenti, che quest'anno presenterà ovviamente delle novità legate all'emergenza coronavirus. Parliamo dei test di ingresso universitari per le facoltà ad accesso programmato. A spiegare come saranno organizzati è stato direttamente il ministro dell'Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, intervistato da Skuola.net durante una diretta streaming.
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I test d'ingresso 2020 dovranno necessariamente adattarsi al contesto socio-sanitario. “Per i corsi a numero programmato nazionale le modalità resteranno uguali al passato. L'unica novità è che ci saranno più sedi universitarie disponibili per sostenerli e ogni studente potrà farlo nella provincia in cui risiede. Per architettura, invece, abbiamo dato maggior autonomia alle sedi, che sceglieranno le modalità di concorso più consone alle esigenze del luogo in cui si trovano i singoli atenei. Per i corsi a numero programmato locale, infine, gli atenei si stanno organizzando come hanno sempre fatto. Anche se noi stiamo spingendo per ridurre al minimo i test d'ingresso o, se proprio indispensabili, per incentivarne lo svolgimento online”.
Numero chiuso? Necessario per garantire la qualità degli studi
Per quanto riguarda il futuro, non sembrano esserci alternative al numero chiuso nei contesti, come il corso di laurea di medicina e chirurgia, dove le risorse attuali non consentono di garantire un percorso formativo di qualità a tutti gli iscritti. Quanto alla modalità di selezione, il test d’ingresso a crocette non è perfetto ma almeno “garantisce una certa imparzialità di giudizio”. Alternative come il modello alla francese hanno dimostrato “di avere comunque dei limiti, sia perché i voti degli esami universitari possono essere soggettivi sia perché può far perdere ai ragazzi un anno di studi. Spesso le seconde scelte di chi si indirizza inizialmente su medicina non appartengono a corsi della stessa area”.