
Oggi, 20 novembre, parte il primo appello nazionale degli esami del semestre aperto di Medicina 2025-26. Dalle 11:00 gli studenti affrontano in sequenza le tre prove scritte previste dal percorso: Chimica e Propedeutica biochimica, Fisica e Biologia, ciascuna composta da 31 domande a risposta multipla.
Durante la giornata seguiremo lo svolgimento degli esami, le comunicazioni degli atenei, le procedure d’aula e le prime impressioni degli studenti, aggiornando la pagina in tempo reale.
Esami Medicina 2025: la Diretta del primo appello
Di seguito raccogliamo tutte le informazioni utili sugli esami di Medicina 2025, nonché le news in tempo reale sullo svolgimento delle prove.
Le modalità resteranno identiche: stesso ordine delle materie, stessa durata delle prove, stessa permanenza obbligatoria in aula.
Da questo momento iniziamo a monitorare i social alla ricerca delle prime impressioni a caldo degli studenti.
La ministra Bernini, in un post pubblicato questa mattina, ha difeso il semestre aperto definendolo “un sistema che forma dentro le Università, non fuori, che moltiplica le opportunità e garantisce a tutti una base di partenza uguale”.
Ha parlato di una “minoranza rumorosa” che protesta mentre 55 mila studenti stanno sostenendo regolarmente gli esami. E poi non è passata inosservata la frecciatina: il post presenta infatti una foto della manifestazione del 2014, con uno striscione che dice “Il semestre filtro nuoce alla salute”. Da qui la domanda in sovrimpressione: “Avete cambiato idea?”.
La replica dell’Udu non si è fatta attendere. “No ministra, non abbiamo cambiato idea”, rispondono. Gli studenti ribaltano quindi la lettura del Ministero: “Oggi in tutta Italia più di 60.000 studenti stanno svolgendo gli esami per essere ammessi a medicina. Solo 3 su 10 passeranno, non è questo numero chiuso?”.
La riforma non avrebbe dunque eliminato la selezione ma semplicemente spostato il momento del taglio, lasciando intatto – dicono – il problema strutturale della carenza di posti. L’Unione annuncia di essere pronta a un ricorso collettivo, rivendicando la continuità con le battaglie portate avanti già ai tempi del vecchio test.
Sarà una ripartenza riservata a chi avrà superato tutti gli esami e ottenuto un punteggio utile nella graduatoria nazionale.
Da quel momento partirà un nuovo calendario: immatricolazioni dal 3 al 6 febbraio, scorrimenti nelle settimane successive e chiusura definitiva il 9 marzo. Un percorso parallelo che consente di non perdere i crediti acquisiti nel semestre aperto.
Terminata questa finestra, si apriranno gli scorrimenti per chi non è rientrato al primo giro: una prima fase dal 21 al 23 gennaio, seguita da una seconda tornata di immatricolazioni tra il 26 e il 29 gennaio. Chi non perfeziona l’iscrizione nei tempi previsti perde automaticamente il diritto al posto.
Si entra in graduatoria con la somma dei punteggi ottenuti nei tre esami, a condizione che ciascuna prova sia stata superata con almeno 18/30. Chi non raggiunge la soglia minima in una disciplina esce automaticamente dal percorso. Ma attenzione: entrare in graduatoria non significa essere ammessi al secondo semestre. La competizione è piuttosto alta, e l'ingresso dipenderà dal punteggio ottenuto.
Da quella pubblicazione partiranno immatricolazioni, eventuali scorrimenti e i percorsi alternativi per chi non rientrerà nei posti disponibili, ma tutto ruoterà attorno a quel giorno.
Ogni anno il percorso ricomincia da capo: nuove lezioni, nuovi appelli di novembre e dicembre, nuova graduatoria. Chi non dovesse superare la selezione potrà quindi iscriversi nuovamente negli anni successivi, seguire di nuovo i corsi e rifare gli esami.
Restano comunque validi i crediti ottenuti in Chimica, Fisica e Biologia, che possono essere utilizzati nei corsi affini scelti in fase d’iscrizione. Oltre il terzo tentativo, però, non è più possibile accedere al percorso.
Nel comunicato diffuso nella giornata di ieri, l’Udu – insieme a FP CGIL e FLC CGIL – contesta l’impianto della riforma: secondo le sigle studentesche, sette candidati su dieci non riusciranno a proseguire il percorso, rendendo il nuovo modello una selezione mascherata che moltiplica costi e incertezze.
Le critiche riguardano anche la gestione operativa degli esami: differenze negli obblighi di frequenza tra atenei, rischio di annullamenti, procedure percepite come non uniformi. Nelle università sono stati affissi striscioni e distribuiti volantini per informare gli studenti sulle possibili azioni legali, che l’Udu dichiara di essere pronta a sostenere.

Le criticità emerse in questi mesi hanno pesato parecchio. Una buona parte degli atenei ha alternato lezioni in presenza e Dad per gestire le aule sovraffollate, con il risultato che solo un terzo degli studenti è riuscito a seguire stabilmente dal vivo. Anche sul fronte della comunicazione, il giudizio è severo: oltre metà del campione ritiene che le informazioni fornite su esami e graduatoria siano state insufficienti, talvolta confuse.
Sul piano della preparazione, molte università hanno offerto materiali e simulazioni, ma un terzo degli studenti segnala di non aver ricevuto alcun supporto. In molti si sono quindi organizzati da soli e non senza spese: tra manuali, piattaforme e corsi aggiuntivi, la media degli investimenti personali arriva a 459 euro.
Il risultato è un morale piuttosto basso proprio nel momento in cui si decide il futuro accademico di migliaia di aspiranti camici bianchi.
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+1 per ogni risposta corretta;
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–0,10 per ogni errore;
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0 per le omissioni.
Il totale massimo ottenibile nei tre esami è quindi 93 punti.
La soglia decisiva è il 18/30 minimo per ciascuna disciplina: anche un solo esame sotto questo livello comporta l’esclusione, indipendentemente dal risultato delle altre prove. La somma finale dei tre punteggi sarà utilizzata per la graduatoria del 12 gennaio 2026, che stabilirà chi potrà accedere ai corsi di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria.
Allo scadere del tempo verrà dichiarata la chiusura: gli studenti dovranno interrompere la scrittura, etichettare il modulo risposte, reinserire tutto nella busta e consegnarla al personale. A quel punto scatteranno i 15 minuti di pausa, durante i quali tutti resteranno al proprio posto, salvo autorizzazione per necessità urgenti.
Terminata la pausa, il personale distribuirà la busta del secondo esame e l’intero meccanismo si ripeterà con lo stesso schema: apertura busta – 45 minuti di prova – consegna – pausa – nuova busta, fino alla terza e ultima prova. Nessuno potrà lasciare definitivamente l’aula prima della consegna finale.
È poi severamente vietato introdurre telefoni, smartwatch, auricolari, tablet, calcolatrici, libri, appunti e qualunque tipo di cancelleria personale. Chi porta o utilizza materiali non consentiti rischia l’annullamento immediato della prova.
Borse e zaini, se presenti, vengono di norma lasciati in un’area dedicata e non sono accessibili fino al termine dell’ultima prova.
La regola centrale è la permanenza obbligatoria in aula: ogni studente deve restare al proprio posto per l’intera sessione, anche se ha deciso di sostenere solo una o due materie. Non sono previste uscite anticipate né gestioni individuali dei tempi. È un’unica sessione nazionale, identica per tutti, e va seguita dall’inizio alla fine.
Il Ministero ricorda anche l’ampliamento dei posti disponibili per il 2025/26: 19.707 nei corsi statali dell’area medica, che diventano 27.175 includendo non statali e corsi in inglese. Per gestire la giornata sono stati designati 870 commissari, 1.076 responsabili d’aula e 192 tecnici CINECA, con 231.900 prove predisposte.
Il secondo appello è fissato per il 10 dicembre, utile per chi non completa o non supera una prova, o per chi vuole migliorare il punteggio in vista della graduatoria nazionale.
In condizioni standard, l’intero blocco (tre test + due intervalli) impegna gli studenti per circa 2 ore e 45 minuti. Chi inizia alle 11:00 in punto può quindi aspettarsi una conclusione non prima delle 14:00.
Va ricordato che la presenza di candidati con DSA o Legge 104 può prolungare i tempi: gli intervalli partono solo al termine del loro tempo extra. In questi casi, la fine dell’appello può slittare oltre l’orario stimato.