Concetti Chiave
- La carne sintetica, conosciuta come carne coltivata, viene prodotta coltivando cellule estratte da animali vivi.
- La produzione richiede condizioni precise, come il controllo della temperatura e la sicurezza batteriologica, per garantire la crescita cellulare.
- I costi per allestire centri di produzione sono elevati a causa delle avanzate attrezzature necessarie.
- Esistono problemi etici legati all'uso di cellule animali e alla possibilità di eseguire biopsie ripetute su animali viventi.
- La carne coltivata affronta sfide nutrizionali, come l'assenza di grassi, e questioni culturali e religiose sulla sua accettabilità.
La carne sintetica: cos'è e alcune considerazioni in merito
Negli ultimi tempi tra le varie soluzioni per ridurre l’impatto ambientale della produzione di carne, che è attualmente elevatissimo, è stata spiccata la proposta di produzione della cosiddetta “carne sintetica”, il cui più corretto nome sarebbe in realtà carne coltivata.Prima di esprimere opinioni e pareri personali, occorre prima capire come viene realizzato questo nuovo tipo di alimento.
Per coltivare la carne, vengono prima di tutto estrapolate da animali vivi (quindi questa carne non nasce esattamente dal nulla) delle cellule adatte allo sviluppo: ciò può spaziare da un semplice ovulo fecondato in vitro fino a poche cellule dei tessuti muscolari fatte crescere attraverso in un ambiente adatto alla proliferazione (i mezzi di coltura).
Non si tratta esattamente di “quattro piastre di Petri”, ma di enormi cisterne interconnesse tra loro, ossigenate, umidificate…Le cellule scelte possono essere staminali (cellule da quali si potrebbe, mano a mano, generare un organismo completo) o satelliti (delle cellule che possono rigenerare i tessuti muscolari). Nel secondo caso, le cellule dei tessuti muscolari e le cellule satelliti crescono insieme, in modo da crescere basandosi sulla rigenerazione del tessuto muscolare; vanno aggiunte progressivamente cellule muscolari da una biopsia animale, tuttavia, dato che le cellule satelliti non riescono, con il loro meccanismo, a far crescere a sufficienza un tessuto muscolare (sebbene sia in corso una sperimentazione di cellule muscolari autoreplicanti…).
E questo era quanto va detto di scientifico sulla carne coltivata; è il momento delle riflessioni.
Prima di tutto, questa produzione, è bene dirlo, non va certo avanti da sola: la temperatura è un fattore fondamentale da mantenere (l’alta o la bassissima temperatura blocca o uccide la crescita cellulare) che va assicurata con un consumo su larga scala, considerando le dimensioni dei centri di produzione; così come la sicurezza batteriologica (un singolo batterio, per suo naturale scopo, mangerebbe in poco tempo le cellule indifese della colonia produttiva).
Il solo mettere in piedi questi centri è cosa abbastanza costosa, vista l’esigenza di attrezzatura relativamente all’avanguardia.
Inoltre, lo ripeto, la base di tutto è una biopsia animale: prelevare delle vere cellule da un vero animale, il che potrebbe portare al destinare una quantità di animali proprio a queste operazioni. Animali che andrebbero mantenuti e sul piano del della singola bestia avrebbe lo stesso impatto degli allevamenti, con l’unico miglioramento che gli esemplari impiegati sarebbero di meno (anche questo da vedere in realtà: è eticamente corretto continuare ad eseguire biopsie a catena su un essere essere vivente senziente ?).
Dal punto di vista nutrizionale, poi, c’è un'importante défaillance in questo sistema: dove sono tutti gli altri nutrienti ? Possiamo sviluppare ingenti quantità di fibra muscolare (proteine), ma, sebbene sia materiale organico, non possiamo coltivare grasso, ad esempio. Va per prima cosa iniettato nella carne separatamente (cosa già abbastanza ambigua), e soprattutto, da dove verrà mai estratto ? Dagli animali, da dove, se no.
Ed infine bisogna tenere in conto le numerose questioni sollevate dai diversi fedeli (soprattutto ebrei e musulmani) sull’effettiva accettabilità del mangiare cibo che sarebbe in realtà proibito nella sua forma naturale; oltre a ciò l’enorme comunità di vegani e vegetariani, che, esponendo le controargomentazioni che anch’io ho portato in questa sede, si ribellano a questa possibilità.
La carne coltivata metterebbe fine ad allevamenti intensivi e all’inquinamento animale, ma causerebbe danni su altri fronti.
In conclusione, possiamo dire che questa opzione, si sa, riuscirebbe ad eliminare alcune grande piaghe che affliggono il nostro pianeta, ma non è certo una soluzione completa al 100 %.
Sitografia:
https://www.nationalgeographic.it/carne-coltivata-in-laboratorio-tutto-quello-che-ce-da-sapere
Domande da interrogazione
- Cos'è la carne sintetica e come viene prodotta?
- Quali sono le sfide tecniche nella produzione di carne coltivata?
- Quali sono le implicazioni etiche della carne coltivata?
- Quali sono le limitazioni nutrizionali della carne coltivata?
- La carne coltivata è una soluzione completa ai problemi ambientali?
La carne sintetica, o carne coltivata, è prodotta estraendo cellule da animali vivi e facendole crescere in un ambiente controllato. Le cellule possono essere staminali o satelliti, e vengono coltivate in grandi cisterne interconnesse.
La produzione di carne coltivata richiede il mantenimento di temperature specifiche e sicurezza batteriologica, il che comporta un consumo energetico elevato e costi significativi per l'attrezzatura avanzata necessaria.
La carne coltivata solleva questioni etiche riguardo all'uso di biopsie animali ripetute e al trattamento degli animali coinvolti, oltre a considerazioni religiose e morali da parte di comunità come ebrei, musulmani, vegani e vegetariani.
La carne coltivata presenta una carenza di nutrienti, come i grassi, che devono essere aggiunti separatamente, sollevando dubbi sulla loro origine e sull'integrità del prodotto finale.
Sebbene la carne coltivata possa ridurre l'impatto degli allevamenti intensivi e l'inquinamento animale, non rappresenta una soluzione completa al 100% e presenta nuove sfide e problemi da affrontare.