Concetti Chiave
- Nel Novecento, artisti e poeti affrontano il conflitto tra memoria e oblio, con il tempo che passa inesorabilmente influenzando la loro arte.
- Giuseppe Ungaretti e Eugenio Montale rappresentano il dolore del ricordo di persone e luoghi perduti, evidenziando la sovrapposizione del presente sul passato.
- La poesia diventa uno strumento per salvare il passato, come dimostrato da Ungaretti che rende immortali le sofferenze degli amici perduti attraverso i suoi versi.
- La memoria è anche un mezzo per ritrovare sé stessi, con Ungaretti e Montale che utilizzano i ricordi per recuperare la loro identità personale.
- Marc Chagall esprime visivamente il concetto di memoria nelle sue opere, combinando elementi delle culture russa, ebraica e francese per vivere armoniosamente il presente.
Memoria e oblio nella poesia e nell’arte del Novecento - Saggio artistico-letterario
Nel corso del Novecento artisti e poeti vivono una lotta interiore tra memoria e oblio. Per alcuni di loro ricordare il passato è doloroso e faticoso mentre per altri è l’unico modo per trovare pace.
La percezione del tempo che passa inesorabile è però comune a tutti.
In “San Martino de Carso” Giuseppe Ungaretti pensa agli amici che ha perso a causa della guerra e al fatto che di loro non resti più nulla, sente un profondo senso di mancanza poiché le persone ricordate ormai non ci sono più.
Il presente, infatti, si sovrappone al passato e lo schiaccia, i segni del tempo sono evidenti e crudeli: la casa è “desolata” e “attende”, le mura sono “vecchie”, la “banderuola affumicata” che “gira senza pietà” simboleggia il tempo che scorre e non ritorna indietro. La stessa metafora si ritrova nella poesia “Il torrente” di Umberto Saba dove a rappresentare il tempo c’è l’acqua “fuggitiva / che non ritrova più la sua sorgente né la sua riva”. Anche in questa lirica il momento presente supera quello passato in maniera negativa. Il poeta, infatti, confronta i ricordi del torrente a cui andava da bambino con la vista di quello che ha di fronte, da “avventuroso” e mitico è ora pieno di “cose immonde”.
Per Montale l’atto stesso del ricordare è difficile, si sente come se una “nebbia” di oblio cercasse di oscurare la sua memoria.
In “Non recidere forbice quel volto” e “Cigola la carrucola nel pozzo” tenta di tenere stretta a sé l’immagine del viso dell’amata ma quella gli sfugge, il passato “si fa vecchio / appartiene ad un altro”, non è più raggiungibile.
A volte però i poeti riescono a salvare il passato grazie alle loro poesie.
Con “In memoria” Ungaretti soffre per la rottura dei legami col passato ma allo stesso tempo rende immortale le sofferenze dell’amico morto suicida Moammed Sceab; se non avesse scritto questa poesia il ricordo della sua vita sarebbe andato perduto. Il poeta dedica la stessa pietà ai suoi compagni soldati caduti conservando il ricordo di ognuno di loro, nel suo cuore “nessuna croce manca”.
La memoria può essere anche un modo per ritrovare sé stessi.
Montale, nella poesia “Riviere”, viene avvolto da “invisibili fili” di reminescenze che seppur con amarezza gli fanno sperare in un futuro pieno e rinnovato in cui la sua anima non sia più divisa ma fiorita come un ramo secco che rinasce a primavera. L’emblema del ricordo come recupero dell’identità è però “I fiumi” di Giuseppe Ungaretti. In un momento di pausa dal fronte il poeta riporta alla mente ed evoca i fiumi che hanno segnato le “epoche” della sua vita: il Serchio è il fiume dei suoi antenati, il Nilo è quello della sua infanzia, la Senna quello della giovinezza e della presa di coscienza, infine l’Isonzo è il fiume presso cui si trova e che sembra portare dentro di sé tutti i precedenti. Ripercorrendo i periodi più importanti della sua esistenza Ungaretti raggiunge una sorta di unità della sua anima, conosce sé stesso profondamente e recupera la sua identità prima sconvolta a causa degli orrori della guerra.
Un artista del Novecento che riesce a esprimere visivamente questo concetto nelle sue tele è Marc Chagall. Il pittore, di origine ebraica, nasce in Bielorussia ma si trasferisce poi in Francia dove vivrà la maggior parte della sua vita. Nelle sue opere convivono tre anime: russa, ebraica e francese. In ogni quadro (o quasi) si possono trovare elementi riferiti alle diverse culture anche se è la prima ad essere maggiormente rappresentata: contadini, asini, chiese con cupole e mucche per la Russia, oggetti sacri e richiami spirituali per l’ebraismo e scorci della Tour Eiffel per rievocare Parigi. In “Autoritratto con sette dita” per esempio unisce diversi simboli, si raffigura mentre dipinge un quadro con un asino, una contadina, diversi secchi e una chiesetta in lontananza; a richiamare la menorah (ovvero il candelabro a sette bracci tipico della tradizione ebraica) la mano che tiene il pennello ha sette dita, dalla finestra dietro la figura del pittore si può invece scorgere la chiara sagoma della Tour Eiffel. Chagall, inoltre, dava molta importanza al ricordo e alla riflessione, per simboleggiarlo in diverse opere rappresenta personaggi le cui teste volano via o nuvolette di pensiero. Per questo artista la memoria è quindi fondamentale per vivere serenamente il presente ed essere in armonia con il proprio vissuto.
Poeti e pittori esprimono dunque il conflitto tra le forze opposte di oblio e memoria, e allo stesso tempo vivono il ricordo in modi molto diversi: se per alcuni il passato è perduto per sempre, secondo altri è vivo e operante nel presente.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema centrale del saggio artistico-letterario sul Novecento?
- Come viene rappresentato il tema della memoria nelle poesie di Giuseppe Ungaretti?
- In che modo Eugenio Montale esprime il senso di perdita del passato nelle sue poesie?
- Qual è il ruolo della memoria nell'arte di Marc Chagall?
- Come viene rappresentato il tempo nelle opere di Umberto Saba?
Il tema centrale è il conflitto tra memoria e oblio vissuto da artisti e poeti del Novecento, e come questo influenzi la loro percezione del tempo e del passato.
Ungaretti utilizza la memoria per rendere immortali le sofferenze e i legami perduti, come nel caso dell'amico Moammed Sceab, e per raggiungere un'unità interiore attraverso il ricordo dei fiumi che hanno segnato la sua vita.
Montale esprime il senso di perdita attraverso immagini di luoghi desolati e ricordi dolorosi, come in "La casa dei doganieri", dove il passato è schiacciato dal presente e il ricordo diventa difficile da mantenere.
Per Chagall, la memoria è fondamentale per vivere serenamente il presente. Nelle sue opere, unisce elementi delle sue origini russe, ebraiche e francesi, simboleggiando il ricordo e la riflessione attraverso immagini e simboli culturali.
Saba rappresenta il tempo come un elemento fuggitivo e inesorabile, come l'acqua di un torrente che non può ritrovare la sua sorgente, simbolizzando il confronto tra i ricordi del passato e la realtà presente.