Concetti Chiave
- La Brexit, o "Britain Exit", è un evento storico che potrebbe modificare le relazioni tra Regno Unito e Unione Europea, con il referendum fissato al 23 giugno 2016.
- Il dibattito è polarizzato tra il fronte "Remain", sostenuto da Cameron e la maggioranza laburista, e il fronte "Leave", guidato da UKIP e conservatori come Boris Johnson.
- I potenziali effetti economici negativi della Brexit includono un calo del PIL britannico, inflazione, e la necessità di rinegoziare accordi commerciali internazionali.
- La Brexit potrebbe influenzare anche l'economia globale e minacciare l'unità dell'UE, con timori di un "effetto domino" in altri paesi europei.
- In caso di vittoria del "Leave", si auspica un nuovo accordo con l'UE per mitigare gli effetti economici e mantenere la collaborazione attraverso lo Spazio Economico Europeo.
Questo appunto di Italiano è un esempio di saggio breve sulla Brexit che nel 2016 si faceva imminente. Nel primo paragrafo si mostra la scaletta utile alla stesura del saggio; nel secondo l’introduzione; nel terzo il corpo centrale del saggio; infine nel quarto le conclusioni.
Indice
Scrivere un saggio breve sulla Brexit: la scaletta di partenza
A seguire la scaletta del saggio breve:
- Introduzione: che cos’è la Brexit (Britain Exit), quando ci sarà (23 giugno 2016), perché ci sarà (Cameron aveva promesso nel 2013 di indire il referendum se fosse stato rieletto nelle elezioni del 2015), “Leave” (UKIP, quindi Nigel Farage, e partito conservatore) e “Remain” (Cameron e la maggioranza del partito laburista).
- Corpo centrale: effetti negativi, effetti positivi, probabili soluzioni (accordo SEE, «spazio economico europeo» tra i paesi EFTA, associazione europea di libero scambio).
- Conclusione: augurare che anche se la Brexit dovesse vincere, non si riscontrino gli effetti negativi previsti in UE e nel Regno Unito, ma che con nuovi accordi rimanga ancora una certa unione, come la libera circolazione.
La prima parte del saggio breve: l’introduzione
La cosiddetta «Britain Exit», abbreviata in Brexit, cambierà le sorti del Regno Unito e dell’Unione Europea? Sarà diverso per i giovani studiare in Inghilterra dopo la Brexit? Per saperlo è necessario aspettare il 23 Giugno, giorno decisivo che porrà fine al lungo dibattito che divide la popolazione.
Il fronte del “Remain” (restare nell’Ue), rappresentato dal Primo Ministro Cameron e dalla maggioranza del partito laburista, si oppone al fronte “Leave” (lasciare l’Ue) del Partito per l’Indipendenza del Regno Unito e del partito conservatore in cui emerge l’ex-sindaco di Londra, Boris Johnson.Il referendum è stato promesso da Cameron nel 2013 se fosse stato rieletto alle elezioni del 2015 e, qualunque sia il risultato, rimarrà al governo. Il Regno Unito gode di una posizione peculiare, dato che non aderisce all’unione monetaria, mantiene i controlli sulle persone che arrivano dai Paesi dell’Unione, quindi non aderisce a Schengen, e gode di un ingente sconto sul contributo che ogni Stato deve versare al bilancio dell’Ue. (Enzo Moavero Milanesi, “Il Corriere della Sera).
Tesi e antitesi del saggio breve: la parte centrale
I probabili effetti che potrebbero riscontrarsi sull’economia riguardano sia il Regno Unito, sia il resto dei Paesi facenti parte dell’Unione. Una possibile uscita potrebbe portare a «un forte choc negativo all’economia britannica»con un calo del Pil, secondo l’Ocse, e a una conseguente diminuzione delle esportazioni e aumento del prezzo dei beni importati. Anche inflazione e svalutazione della sterlina possono ripercuotersi tra di essi. Le industrie britanniche dovrebbero rinunciare al mercato unico, vale a dire il più grande consumatore mondiale di beni e servizi. In secondo luogo, la Gran Bretagna sarà costretta a rinegoziare tutti i singoli accordi commerciali che la Commissione di Bruxelles ha firmato con gli Stati del mondo, e ciò comporterà una durata di circa due anni. «Il referendum sull’Europa è la più grande decisione democratica del nostro tempo e avrà ricadute per le generazioni a venire, costringe a guardarci allo specchio: che tipo di nazione vogliamo essere?» si chiedono 282 intellettuali britannici in una lettera che viene pubblicata dal Daily Telegraph. Secondo recenti sondaggi, ora i più favorevoli al “matrimonio con Bruxelles” sono in maggioranza, anche se minima, soprattutto in seguito all’uccisione della deputata laburista Jo Cox, contro la Brexit, da parte di un estremista di destra. Preoccupati di una possibile uscita del Regno Unito, sono anche Angela Merkel, la quale Germania sostiene di avere avuto sempre dei rapporti abbastanza consolidati con il Regno Unito, e Janet Yellen, capo della Federal Reserve americana, per le «significative ripercussioni» della Brexit sull’economia mondiale. Si ha anche il timore di un “effetto domino”, cioè la scelta di altri Stati dell’Unione a chiedere la propria indipendenza, in particolare tra Spagna, Portogallo, Grecia e Italia che sono stanche di politiche di austerity che durano ormai da anni.
«Le argomentazioni dei sostenitori della Brexit scontano un rallentamento temporaneo dell’economia, ma compensato dall’apertura verso un mondo che attende di commerciare con una Gran Bretagna “liberata” dal problema dell’immigrazione e dal rilancio di una City sciolta dai vincoli brussellesi», sostiene Antonio Armellini, del Corriere della Sera.
La Gran Bretagna non ha bisogno di nuove legittimazioni e ancor meno dell’Europa. Può benissimo fare da sola così come ha fatto con il Commonwealth, con la sua abilità finanziaria, con le sue capacità militari.
La critica degli euroscettici riguarda principalmente l’immigrazione. Pete Reeve, consigliere regionale dell’Ukip, afferma che «gli inglesi sono tolleranti e hanno accolto gli immigrati però ci deve essere una proporzione corretta, persone giuste al posto giusto. Il modo in cui si sta comportando l’Unione Europea è del tutto sbagliato perché crea problemi di occupazione».
Al contrario, per i Paesi dell’UE rimanenti, la Brexit avrebbe un impatto nettamente meno significativo ma comunque incisivo. Per compensare la mancanza dei contributi al budget europeo da parte del Regno Unito, la sola Germania dovrebbe versare 2,5 miliardi di euro in più rispetto a quanto già versa, quindi tutti il resto degli altri stati sarà portato ad aumentare il proprio contributo a Bruxelles.
Per approfondire meglio l'economia del Regno Unito vedi anche qui
Analisi dei pro e dei contro della Brexit: la conclusione
Ci si sta avviando in maniera sempre più decisiva a un lento processo di “sgretolamento” di quello che i Padri Fondatori avevano tanto sperato?
Oggigiorno Adenauer, Churchill, De Gasperi, Monnet e Schuman vedrebbero correre il rischio di una distruzione del loro progetto di unificazione di stati europei, che avrebbe portato come primo obiettivo, la pace e la collaborazione tra di essi. In caso la campagna “Leave” avrà la maggioranza, un nuovo accordo potrebbe essere negoziato con l’Ue, per far sì che gli effetti economici sarebbero molto meno intensi di quel che si prevede. Se la Gran Bretagna aderisse allo “Spazio Economico Europeo” (See), si avrà la libera circolazione di merci, servizi, capitali e lavoratori, che non ha significativi capitoli di spesa, né una politica commerciale comune.
Qualsiasi sia l’esito del referendum Brexit, esso richiederà iniziative innovatrici ed immediate, augurandosi che siano pragmatiche ed efficaci, per non andare in contro a un’eventuale distruzione del progetto europeo.
Domande da interrogazione
- Qual è la data del referendum sulla Brexit e chi sono i principali sostenitori delle campagne "Leave" e "Remain"?
- Quali sono i principali effetti economici previsti in caso di Brexit?
- Quali sono le preoccupazioni degli euroscettici riguardo all'immigrazione?
- Quali potrebbero essere le conseguenze per gli altri paesi dell'UE in caso di Brexit?
- Quali soluzioni sono proposte per mitigare gli effetti negativi della Brexit?
Il referendum sulla Brexit si è tenuto il 23 giugno 2016. La campagna "Leave" è stata sostenuta dall'UKIP e dal partito conservatore, mentre la campagna "Remain" è stata sostenuta dal Primo Ministro Cameron e dalla maggioranza del partito laburista.
Gli effetti economici previsti includono un possibile calo del PIL britannico, una diminuzione delle esportazioni, un aumento dei prezzi dei beni importati, inflazione e svalutazione della sterlina. Inoltre, la Gran Bretagna dovrebbe rinegoziare tutti gli accordi commerciali.
Gli euroscettici, come Pete Reeve dell'Ukip, criticano l'immigrazione sostenendo che deve esserci una proporzione corretta e che l'Unione Europea sta creando problemi di occupazione con il suo approccio.
Gli altri paesi dell'UE potrebbero dover aumentare i loro contributi al budget europeo per compensare la mancanza dei contributi del Regno Unito. Ad esempio, la Germania dovrebbe versare 2,5 miliardi di euro in più.
Una soluzione proposta è che la Gran Bretagna aderisca allo "Spazio Economico Europeo" (SEE), che permetterebbe la libera circolazione di merci, servizi, capitali e lavoratori, riducendo gli effetti economici negativi previsti.