Concetti Chiave
- Nel Seicento, Napoli era la città più popolosa d'Italia e la seconda in Europa dopo Parigi e Londra, con circa 40.000 abitanti.
- La città era fondamentale per il Regno di Napoli e per la Spagna, contribuendo significativamente con imposte e dazi.
- La dominazione spagnola impose una elevata pressione fiscale, causando malcontento e tensioni sociali nel regno.
- La rivolta del 1647, guidata da Masaniello, fu scatenata da una nuova tassa sulla frutta e portò a un tentativo di proclamare una repubblica.
- Nonostante la rivolta, il potere dei baroni fu consolidato, con il Regno di Napoli che tornò a una struttura feudale, ostacolando lo sviluppo della borghesia.
Indice
- La popolazione e la struttura sociale
- La dominazione spagnola e le tensioni sociali
- La rivolta di Masaniello
- La rifeudalizzazione del Regno di Napoli
La popolazione e la struttura sociale
In questo appunto di storia viene descritto in modo abbastanza approfondito come fosse il Regno di Napoli nel corso del Seicento. Napoli in quel periodo era la città più popolosa dell'intera penisola italiana. Inoltre era seconda nel Vecchio Continente europeo dietro a capitali europee come per esempio Parigi e Londra. I suoi abitanti erano circa 40.000 e le classi sociali comprendevano la classe dei nobili, dei popolani e dei plebei. Era la capitale più importante inoltre per il regno perché è grazie a Napoli che giungevano alla capitale spagnola di Madrid sia le imposte sia i dazi. Le principali ricchezze erano nelle mani di pochi, ovvero soprattutto le famiglie dei nobili.
All'inizio del Seicento, Napoli era la città più popolosa d'Italia, seconda in Europa solo a capitali come Parigi e Londra. Contava circa 40.0000 abitanti, articolati in nobili, popolani e plebei. Era la capitale del regno ritenuta più importante della corte di Madrid, soprattutto perché forniva alle casse dell'erario spagnolo un consistente contributo rappresentato da imposte e dazi. La ricchezza era ovviamente in mano ad un ristretto numero di famiglie; indigenza, miseria e ristrettezze erano diffuse in tutti gli altri strati. I plebei, i cosiddetti "lazzari" (da lacéria, in spagnolo "miseria") campavano di espedienti.
La dominazione spagnola e le tensioni sociali
Nel Regno di Napoli la dominazione spagnola ebbe effetti particolarmente pesanti. Poiché la Spagna attraversava gravi difficoltà economiche, puntava a ricavare dai domini italiani quante più tasse poteva. La pressione fiscale insopportabile alimentò in tutto il regno il malcontento popolare e violente tensioni sociali.
La rivolta di Masaniello
La rivolta più grave esplose a Napoli il 7 luglio 1647. La protesta fu scatenata dall'introduzione di una nuova tassa sulla frutta. A capo della rivolta si pose un giovane pescivendolo, Tommaso Aniello, detto Masaniello. Per placare la protesta il rappresentante del governo spagnolo a Napoli, il viceré, nominò Masaniello capitano generale del fedelissimo popolo.
Pochi giorni dopo Masaniello venne assassinato (16 luglio 1647), ma la rivolta non finì con lui, anzi si estese in molte zone del regno e assunse un obiettivo estremamente ambizioso, ovvero la fine del dominio spagnolo. In ottobre, infatti, i rivoltosi proclamarono la repubblica e chiesero aiuto alla Francia, ma quest'ultima non voleva impegnarsi in un'altra guerra e la Spagna poté sconfiggere facilmente i rivoltosi (1648).

La rifeudalizzazione del Regno di Napoli
Alla fine furono i baroni, ovvero l'antica feudalità del regno, a uscire rafforzati. Il loro potere sui contadini, i privilegi relativi alla riscossione delle tasse e all'amministrazione della giustizia vennero confermati dagli Spagnoli. Così, mentre in molti Stati europei si affermava la monarchia assoluta, il Regno di Napoli ritornò ad una situazione "feudale": con una nobiltà ricca e potente che privava lo Stato della sua autorità e ostacolava lo sviluppo della borghesia. Per questo lo storico francese Fernand Braudel considera il Regno di Napoli "il caso più netto di rifeudalizzazione", intendendo il concetto di rifeudalizzazione nel suo significato estremo di "ritorno approssimativamente, alla situazione sociale che andava delineandosi all'alba del secolo XV, più di duecento anni prima".
Domande da interrogazione
- Qual era la situazione demografica e sociale di Napoli nel Seicento?
- Quali furono le cause principali delle rivolte a Napoli nel Seicento?
- Chi fu Masaniello e quale ruolo ebbe nella rivolta del 1647?
- Quali furono le conseguenze della rivolta del 1647 per il Regno di Napoli?
- Come descrive Fernand Braudel la situazione del Regno di Napoli nel Seicento?
Napoli era la città più popolosa d'Italia e seconda in Europa dopo Parigi e Londra, con circa 40.000 abitanti divisi in nobili, popolani e plebei. La ricchezza era concentrata nelle mani di poche famiglie nobili, mentre la maggior parte della popolazione viveva in condizioni di indigenza.
Le rivolte furono causate dall'insopportabile pressione fiscale imposta dalla dominazione spagnola, che cercava di ricavare quante più tasse possibili dai domini italiani a causa delle difficoltà economiche della Spagna.
Masaniello, un giovane pescivendolo, guidò la rivolta del 1647 contro una nuova tassa sulla frutta. Fu nominato capitano generale del popolo dal viceré spagnolo, ma venne assassinato pochi giorni dopo.
La rivolta portò alla proclamazione di una repubblica e alla richiesta di aiuto alla Francia, ma fu facilmente sconfitta dalla Spagna. Alla fine, i baroni uscirono rafforzati, confermando il loro potere e privilegi, portando a una rifeudalizzazione del regno.
Fernand Braudel descrive il Regno di Napoli come "il caso più netto di rifeudalizzazione", indicando un ritorno alla situazione sociale del XV secolo, con una nobiltà potente che ostacolava lo sviluppo della borghesia e privava lo Stato della sua autorità.