Concetti Chiave
- I Vicerè è un capolavoro narrativo che descrive la storia di tre generazioni della famiglia siciliana Uzeda di Francalanza a Catania.
- Il principe Gaspare, egoista e manipolatore, diffonde voci su debiti inesistenti per giustificare sacrifici familiari dopo la morte della principessa Teresa.
- Le dinamiche familiari sono caratterizzate da lotte interne e matrimoni senza amore, con personaggi come Raimondo e Consalvo che seguono percorsi disordinati.
- Don Blasco e il duca Raimondo rappresentano due diverse strategie di sopravvivenza politica e sociale dopo la rivoluzione siciliana del 1860.
- Consalvo, ambizioso e corrotto, eredita il modus operandi degli Uzeda, dominando attraverso tradimento e finzione, senza rinnovare il destino familiare.
Indice
La famiglia Uzeda e le sue origini
Considerato il suo capolavoro, è una vasta narrazione storica di tre generazioni della famiglia siciliana Uzeda di Francalanza, dai primi moti rivoluzionari siciliani agli ultimi decenni del secolo. Le vicende si svolgono a Catania dove la famiglia Uzeda si è trapiantata da alcuni secoli.
Il principe Gaspare e le sue azioni
Alla morte della principessa Teresa, più temuta che amata anche dai figli, il principe Gaspare, divenuto padrone della cospicua sostanza, egoista e chiuso a ogni impulso generoso, mette in giro la voce che i beni lasciati dalla madre sono gravati da forti debiti per cui occorrono sacrifici da parte di tutti.
Da qui lotte, liti, miserie, che si intrecciano alla quotidiana vicenda dei vari rami dei Francalanza.
Raimondo e la sua vita instabile
Di fronte al principe Gaspare che sposa prima Isabella Grazzeri per volontà della madre, e poi la cugina Graziella, e viene educando i due figliuoli Consalco e Teresa senza affetto e senza idealità, sta il fratello Raimondo che, anch'egli infedele alla prima moglie, sposa un'avvenente palermitana. Ma la nuova unione, pur saldata dalla nascita di altri figli, non fa cambiare tenore di vita a Raimondo il quale, instabile nei suoi sentimenti, non abbandona la sua vita di libertino.
Gli zii e le loro influenze
I fratelli Uzeda vivono nella cornice che a essi fanno gli zii, primo fra tutti don Blasco, pettegolo, sensuale e corrotto, fiero avversario delle idee liberali, ma pronto a sfruttarle dopo la rivoluzione del 1860, acquistando terre e feudi degli ordini religiosi. Vicina spiritualmente a lui, e pur tanto odiata, è donna Ferdinanda, avara, ignorante, tutta chiusa nel suo feroce odio per le idee nuove.
Consalvo e il suo destino
Ma il più abile e più autorevole degli zii è il duca Raimondo il quale, per avere timidamente amoreggiato coi liberali, dopo la rivoluzione siciliana, riesce ad acquistare sempre più vasta popolarità e finalmente a farsi eleggere primo deputato di Catania al Parlamento di Torino. Alla sua scuola si viene educando l'ultimo rampollo degli Uzeda, Consalvo, il quale, dopo avere rotto col padre, sempre più violento contro il figlio per la sua vita disordinata, va a vivere lontano dal resto della famiglia, tutto preso dal sogno ambizioso di ereditare il posto del vecchio zio Raimondo. Accanto a lui sta la mite sorella Teresa che cerca invano di conciliare il padre e il fratello e finisce col fare un matrimonio senza amore.
La vita familiare degli Uzeda si chiude in un destino di sciagure e di lutti. Consalvo, rotto a ogni arte di dominio, riuscito con raggiri e corruzioni a essere eletto deputato, non è soddisfatto né della vittoria né della nuova posizione. Egli stesso definisce il suo destino, che è quello degli Uzeda: di comandare, prima col denaro, la violenza e l'ignoranza, ora col tradimento e la finzione. Nulla è innovato nella secolare famiglia.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema centrale del romanzo "I vicerè"?
- Come viene descritto il principe Gaspare nel romanzo?
- Qual è il ruolo di don Blasco nella storia?
- Come si conclude la storia della famiglia Uzeda?
Il tema centrale del romanzo è la decadenza e la corruzione della famiglia aristocratica siciliana Uzeda di Francalanza, attraverso le vicende di tre generazioni.
Il principe Gaspare è descritto come egoista e chiuso a ogni impulso generoso, che diffonde la voce di debiti per giustificare sacrifici familiari.
Don Blasco è un personaggio pettegolo, sensuale e corrotto, avversario delle idee liberali ma pronto a sfruttarle per il proprio vantaggio dopo la rivoluzione del 1860.
La storia si conclude con un destino di sciagure e lutti, con Consalvo che, nonostante i suoi raggiri e corruzioni per diventare deputato, non trova soddisfazione nella sua vittoria né nella sua nuova posizione.