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Concetti Chiave

  • La Riforma protestante ha segnato una frattura significativa nella Chiesa, separando molti cristiani dall'autorità di Roma a causa di pratiche come il nepotismo e gli abusi del clero.
  • Martin Lutero ha promosso la dottrina della "giustificazione per la sola fede", opponendosi alla Chiesa che insegnava la necessità delle opere per la salvezza, portando alla nascita di nuove comunità ecclesiastiche.
  • Lutero ha sfidato la pratica delle indulgenze, culminando nella sua scomunica e nella diffusione del luteranesimo, che ha trovato supporto tra i principi tedeschi.
  • Il calvinismo, sviluppato da Calvino, ha enfatizzato la predestinazione e un rigido stile di vita morale, con Ginevra come centro della nuova fede.
  • La Controriforma cattolica ha cercato di contrastare la diffusione del protestantesimo attraverso riforme interne e l'istituzione di ordini religiosi come i Gesuiti, per rinforzare l'autorità papale e l'evangelizzazione.

Indice

  1. Eresie e riforma protestante
  2. Lutero e la giustificazione per fede
  3. Indulgenze e rottura con Roma
  4. Rivolte e conseguenze sociali
  5. Zwingli e la riforma a Zurigo
  6. Calvino e la predestinazione
  7. Riforma anglicana e Enrico VIII
  8. Controriforma e Concilio di Trento
  9. Inquisizione e censura dei libri
  10. Gesuiti e missioni evangeliche

Eresie e riforma protestante

La storia della Chiesa è disseminata di eresie e scismi. Eresia significa la scelta di una dottrina diversa da quella professata dalla Chiesa. Scisma significa “separazione”. Tra tutte le lacerazioni della Chiesa, la più grave è la Riforma protestante, che ha separato da Roma gran parte dei cristiani dell’Europa centro-settentrionale e ha dato vita a Chiese “protestanti”.

Varie ragioni portavano all’esigenza di una religiosità più interiore: ad esempio la modernizzazione del clero ed i papi nepotisti.

L’unico strumento per rimuovere scandali e abusi sarebbe stato un concilio ecumenico, ma molti erano impauriti dalla possibilità di mettere in pericolo la disciplina ecclesiastica.

La Chiesa aveva accumulato vastissime proprietà, le cui rendite, anziché tornare a vantaggio dei poveri, confluivano a Roma per alimentare il fasto della corte papale.

Alcuni uomini di cultura, detti umanisti (tra cui Desiderio Erasmo), proponevano il ritorno ad un cristianesimo più genuino, basato su una più intima ricerca di Dio.

Tutte queste ragioni contribuirono all'esplodere di quella riforma che finì per costituire la definitiva frattura dell’ Occidente cristiano.

Lutero e la giustificazione per fede

Martin Lutero, frate tedesco dell’ordine degli Agostiniani, diede origine alla Riforma. Era un uomo angosciato dal pensiero del peccato e sentiva l’irrimediabile indegnità dell’uomo, impotente di fronte all’altezza di Dio.

Meditò sulle Sacre Scritture e pervenne alla certezza che l’uomo non si salva per i propri meriti, ma solo grazie a Cristo, morto per lui sulla croce. La Chiesa, invece, insegnava che il credente deve contribuire alla propria salvazione con opere di bene come penitenze, digiuni, pellegrinaggi e offerte di denaro, che il rapporto tra l’uomo e Dio va ricercato nella Chiesa.

La dottrina della “giustificazione per la sola fede” recava una concezione diversa di Dio, un Dio d’amore che aveva col credente un rapporto paterno. Attraverso il concetto della predestinazione quindi si sconvolgeva l’intero apparato ecclesiastico.

Lutero affermava che pochi sarebbero stati gli eletti, coloro che Dio aveva scelto dall’inizio dei tempi, destinandoli alla salvezza; tuttavia ognuno avrebbe dovuto credere di essere in quel numero ristretto, perché solo in quel modo nasceva la speranza di sfuggire alla dannazione.

Lutero conservò il carattere di celebrazione liturgica solo al battesimo e all’eucarestia. Secondo questa dottrina ogni uomo diveniva sacerdote di sé stesso e veniva distrutta la forma di organizzazione ecclesiastica. Con il manifestarsi di tendenze estremistiche e radicali ( e col divampare di guerre tra cavalieri e contadini), il riformatore ebbe paura delle conseguenze sociali e politiche e favorì la nascita di nuove comunità ecclesiastiche territoriali, ponendole sotto il controllo dei principi. Sorse così una nuova Chiesa con una propria gerarchia e organizzazione.

Indulgenze e rottura con Roma

La Curia romana si mostrò a lungo tollerante nei confronti della dottrina della “giustificazione per la sola fede@, sperando che si trattasse di una delle solide diatribe fratesche destinate a placarsi. Infine papa Leone X convocò Lutero perché si discolpasse, ma quest’ultimo non si presentò. La rottura avvenne in occasione della concessione di un’indulgenza disposta dallo stesso papa. L’indulgenza, la remissione della pena che aspetta il peccatore dopo la morte, l’ assoluzione salva il credente dalla dannazione, ma non lo libera dalla pena che lo attende in Purgatorio.

L’indulgenza aveva lo scopo di raccogliere fondi da tutta la Cristianità e sollecitava i credenti a elargire offerte in denaro in cambio di indulgenze.

La pratica delle indulgenze si risolse in un ignobile mercato che accrebbe il discredito della Chiesa e il risentimento delle popolazioni contro Roma.

Lutero affisse sulla porta della cattedrale di Wittenberg un libello contenente 95 Tesi che confutavano la validità delle indulgenze, ma soprattutto la facoltà della Chiesa di cederle.

Alla base di questa presa di posizione, papa Leone X inviò una bolla di scomunica a Lutero, che bruciò a Wittenberg tra le acclamazioni dei suoi studenti.

Molti tedeschi videro in lui il campione della loro Nazione contro l’oppressione di Roma e si schierarono al suo fianco.

Alla dieta di Worms, cui era stato convocato da Carlo V, Lutero non ritrattò le sue tesi e fu bandito dall’Impero, ma Federico Guglielmo il Saggio lo accolse nel suo castello, dove Lutero poté tradurre la Bibbia in tedesco, in modo che i credenti potessero intendere i libri sacri senza essere influenzati dalla Chiesa.

Contestando la validità del sacerdozio, Lutero offriva ai principi tedeschi un’occasione di far proprie le terre del clero romano e anche per questo motivo si diffusero le sue dottrine. La dottrina di Lutero rappresentava anche una giustifica per la loro lotta secolare contro il potere centrale.

Rivolte e conseguenze sociali

La predicazione di Lutero scatenò anche dei fermenti di rivolta. I cavalieri, cadetti della nobiltà, mossero all’assalto delle terre del principe Elettore di Treviri. Lutero non li appoggiò e predicò l’ obbedienza e la ribellione fallì.

Più grave fu la rivolta dei contadini guidati da Thomas Muntzer, seguace degli anabattisti, che negavano la validità al battesimo ricevuto da bambini e sostenevano la necessità di un nuovo cosciente battesimo. I contadini, in nome dell’uguaglianza di tutti i cristiani professata da Lutero, iniziarono un moto di riscossa. Lutero però non esitò a schierarsi con i principi, soprattutto perché non poteva mettersi contro di loro, ma la sua scelta bloccò gli sviluppi della Riforma. Sul piano politico la scelta era coerente coi principi enunciati dallo stesso Lutero che pensava che i popoli dovessero essere soggetti alle autorità, che sono emanazione di Dio.

Le bande contadine furono sterminate e la Riforma finì per risolversi a vantaggio dei principi. Un momento di svolta si ebbe nella dieta che si tenne ad Augusta, quando i rappresentanti dei gruppi religiosi accettarono la Confessione augustana. La Riforma si distaccò quindi dalle tendenze radicali che erano elementi costituenti del luteranesimo e dei movimenti anabattista e zwingliano, ma si irrigidiva il rifiuto dell’imperatore che ordinò ai principi tedeschi di restituire le terre sottratte alla Chiesa. I principi formarono una lega difensiva e si arrivò alla Pace di Augusta in cui fu concesso di adottare l’una o l’altra delle due confessioni religiose; i sudditi però dovettero seguire la confessione del loro governante o andare in un’altra terra dell’Impero.

Zwingli e la riforma a Zurigo

Zwingli era un sacerdote e diede una libera interpretazione delle dottrine di Lutero. Predicò a Zurigo contro le indulgenze e attaccò le Istituzioni ecclesiastiche, riscuotendo tanto successo che il consiglio della città ordinò ai sacerdoti di predicare solo le dottrine che avessero il loro fondamento nella Bibbia e di lasciare da parte tutte le altre interpretazioni. Zwingli considerò il battesimo come la scelta di condurre l’esistenza secondo la religione cristiana e l’ eucarestia era un semplice momento commemorativo. Alcuni Cantoni svizzeri si schierarono contro i riformatori e, nella battaglia di Kappel, Zwingli morì, fermando irrimediabilmente lo zwinglianesimo.

Calvino e la predestinazione

Calvino, per aver aderito alla Riforma, dovette rifugiarsi in Svizzera. Partendo dalle premesse di Lutero, aveva sviluppato una dottrina propria. L’elemento fondamentale era la dottrina della predestinazione: il peccato originale condanna l’uomo alla pena eterna; tuttavia Dio ha scelto da prima dei tempi i propri eletti, i pochi destinati a salvarsi. L’uomo doveva acquisire il convincimento di far parte della schiera degli eletti. Il calvinismo esaltava la laboriosità. Qualsiasi lavoro deve essere sentito come un atto religioso e compiuto a glorificazione di Dio. Il guadagno non deve essere dissipato, in seguito ai doveri di assistenza per i più poveri, il denaro in abbondanza dovrà essere investito in attività produttive.

Ginevra divenne la culla della nuova confessione. Ai cittadini fu imposto un severo stile di vita: chiusi i bagni pubblici e le taverne, proibite le rappresentazione teatrali, bandita ogni forma di lusso e proibiti i giochi d’azzardo. Sui costumi e sulla moralità vigilava il Concistoro, formato non solo da sacerdoti. Contro i trasgressori si prevedevano l’ammonizione e la scomunica. In tal modo la Chiesa calvinista si poneva al di sopra dello Stato e tendeva a limitarne l’ autorità. Ginevra divenne il rifugio di tutti coloro che, per avere aderito alla Riforma, erano costretti ad abbandonare i loro Paesi.

Calvino non esitò a perseguitare a bandire i dissidenti. Sul piano dottrinale Calvino rifiutò la funzione salvifica dei sacramenti. Il Calvinismo ebbe in Europa più larga diffusione del Luteranesimo.

Riforma anglicana e Enrico VIII

In Inghilterra la critica alle Istituzioni ecclesiastiche si ricollegava anche alla predicazione di Wycliffe. Enrico VIII aveva dapprima preso posizione in difesa del Cattolicesimo tanto da meritare da Leone X il titolo di Difensor fidei. La rottura avvenne, però, sul piano politico: per l’aspirazione della monarchia di esercitare un controllo più stretto sul clero nazionale e sui beni della Chiesa. La frattura con Roma avvenne quando papa Clemente VII oppose il suo rifiuto alla richiesta di sciogliere il matrimonio del re con Caterina d’ Aragona per consentirgli di passare a nuove nozze con Anna Bolena. Enrico si rivolse ai suoi vescovi, attirando su di sé la scomunica. Enrico, allora, rispose con l’Atto di supremazia, che lo dichiarò capo supremo della Chiesa d’Inghilterra. I beni ecclesiastici finirono nelle mani di piccola nobiltà e borghesia mercantile, così non ci furono opposizioni alla Riforma anglicana. Enrico non si limitò a colpire i papisti (coloro che erano rimasti fedeli alla Chiesa di Roma), ma perseguitò anche i luterani e i puritani (calvinisti).

Dopo la breve parentesi della restaurazione cattolica sotto il breve regno di Maria Tudor, la chiesa nazionale inglese si consolidò con la regina Elisabetta.

La presenza della Sede apostolica e l’ attenta vigilanza della Spagna resero difficoltosa in Italia la diffusione della Riforma, poiché tutti i dissidenti finirono sul rogo. Uno fra i primi e più vivaci circoli di intellettuali che aderirono alla riforma sorse a Napoli, attorno a Juan de Valdés. I senesi non concepirono un Cristianesimo in funzione etica, senza chiese né dogmi.

Controriforma e Concilio di Trento

Ancor prima che avanzasse la riforma luterana, stava avanzando un processo di risanamento della Chiesa che, a causa della Riforma, non diede i suoi frutti.

Col termine Controriforma si intende propriamente la controffensiva lanciata dalla Chiesa cattolica allo scopo di impedire al Luteranesimo e al Calvinismo ulteriori progressi e di recuperare a Roma le regioni dell’Europa passate alla Riforma protestante.

Per lungo tempo si sperò, da entrambe le parti, di poter ricomporre attraverso un concilio ecumenico l’unità dei cristiani.

La riconciliazioni era sollecitata da Carlo V che, sempre più preoccupato della situazione che si era creata in Germania, favorì una serie di incontri tra esponenti cattolici e cristiani che, però, non andarono a buon fine. Quando si aprì il Concilio di Trento, la riconciliazione era ormai impossibile: i luterani si opponevano a un concilio in cui il papa comparisse in una posizione preminente e fecero solo una breve apparizione per le insistenze di Carlo V. I padri conciliari affrontarono prima i problemi più gravi, riguardanti le verità di fede contestate dai protestanti. Il concilio confermò la validità delle dottrine elaborate dai papi nel corso del tempo e riaffermò come legittima solo l’ interpretazione della Bibbia fata dalla Chiesa. Col concilio vennero dichiarati validi tutti i sacramenti.

Fu però attuata una riforma morale: fu vietato il cumulo di cariche ecclesiastiche e, per porre fine ai titoli ereditari, furono istituiti i seminari, dove veniva curata la formazione del clero. Le decisioni furono racchiuse nel Professio fidei Tridentina, che resta ancora oggi il fondamento della dottrina cattolica. La chiesa divenne una monarchia assoluta nella quale tutto il potere si assommava nelle mani del papa.

Inquisizione e censura dei libri

Per sradicare il Protestantesimo si riesumò la Santa Inquisizione e i tribunali furono posti alle dipendenze della Congregazione del Santo Uffizio, che aveva sede a Roma. Gli eretici, se riconosciuti colpevoli, erano forzati a ritrattare; in caso di rifiuto erano consegnati alle autorità civili e mandati alla sentenza capitale o al rogo.

Fu istituita la Congregazione dell’Indice, che aveva il compito di formulare un indice dei libri pericolosi per la fede in modo che questi venissero distrutti. Inoltre, da quel momento in poi, tutti i libri, prima di essere pubblicati, avrebbero dovuto ricevere il consenso della Chiesa.

Gesuiti e missioni evangeliche

L’esigenza di rinnovamento si manifestò anche nel mondo cattolico. I frati Cappuccini intesero richiamarsi alla regola di san Francesco; i Fatebene fratelli sorsero col proposito di aiutare gli infermi e il clero si dimostro fervore di carità.

Grazie all’opera di carità la Chiesa riacquisì credenti e si indirizzò verso nuove frontiere grazie all’ordine dei Gesuiti, ovvero la Compagnia di Gesù, che costituì una milizia dedita alla conversione degli infedeli e alla difesa della chiesa e i cui membri dovevano dare un voto di sottomissione al papa.

I Gesuiti svolsero un’importante funzione nelle corti dei principi, al fine di assicurarne la fedeltà, e formarono delle scuole per educare i bambini.

L’evangelizzazione procedette non con la violenza, ma con la parola e la persuasione. Nel Paraguay furono fondate dei reducciones, dove venivano concentrati gli Indios che vivevano ancora in stato primitivo. Da ciò scaturì l’odio degli spagnoli che, data la mancanza di schiavi, combatterono contro le reducciones.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le cause principali che portarono alla Riforma protestante?
  2. La Riforma protestante fu causata da vari fattori, tra cui la necessità di una religiosità più interiore, la modernizzazione del clero, i papi nepotisti, e l'accumulo di ricchezze da parte della Chiesa che non beneficiavano i poveri. Umanisti come Desiderio Erasmo proponevano un ritorno a un cristianesimo più genuino.

  3. Qual era la dottrina principale di Martin Lutero e come si differenziava dall'insegnamento della Chiesa?
  4. La dottrina principale di Martin Lutero era la "giustificazione per la sola fede", che sosteneva che l'uomo si salva solo grazie a Cristo e non per i propri meriti. Questo contrastava con l'insegnamento della Chiesa, che richiedeva opere di bene per la salvezza.

  5. Come reagì la Chiesa cattolica alla diffusione delle idee di Lutero?
  6. La Chiesa cattolica inizialmente tollerò le idee di Lutero, ma alla fine papa Leone X convocò Lutero per discolparsi. Dopo il rifiuto di Lutero di ritrattare le sue tesi, fu scomunicato e bandito dall'Impero, ma le sue idee continuarono a diffondersi.

  7. Quali furono le conseguenze politiche e sociali della Riforma in Germania?
  8. La Riforma in Germania portò a conflitti sociali e politici, come la rivolta dei cavalieri e dei contadini. Lutero si schierò con i principi, che alla fine trassero vantaggio dalla Riforma, consolidando il loro potere e acquisendo terre del clero.

  9. In che modo la Controriforma cercò di contrastare la diffusione del Protestantesimo?
  10. La Controriforma cercò di contrastare il Protestantesimo attraverso il Concilio di Trento, che riaffermò le dottrine cattoliche, e attraverso la Santa Inquisizione, che perseguitava gli eretici. Furono istituiti nuovi ordini religiosi, come la Compagnia di Gesù, per difendere la fede cattolica.

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