Concetti Chiave
- Nel Settecento, i sovrani europei adottano riforme illuministiche per rafforzare il potere monarchico e migliorare lo stato, riducendo i privilegi del clero e riformando la pubblica amministrazione.
- Le riforme fiscali basate sul catasto consentono una distribuzione più equa delle tasse, riducendo il malcontento tra i cittadini e limitando il potere della Chiesa.
- L'istruzione diventa obbligatoria e laica, con una maggiore enfasi su materie tecniche e professionali, mentre Cesare Beccaria riforma il sistema giudiziario abolendo la tortura e la pena di morte.
- In Prussia e nei territori asburgici, sovrani come Federico II e Maria Teresa adottano riforme per migliorare l'istruzione e il sistema fiscale, mentre Giuseppe II promuove l'assolutismo illuminato garantendo alcuni diritti ai sudditi.
- In Russia, Caterina II cerca di modernizzare il paese e rafforzare il potere centrale, mentre in Svezia e nella penisola iberica, le riforme illuministe hanno un impatto variabile a causa di diversi contesti sociali e politici.
- I prìncipi illuminati
- La conversione a una politica riformatrice
Indice
I sovrani del settecento
I sovrani del settecento vogliono attuare delle riforme per migliorare il proprio stato. Vi è un incontro tra potere e cultura e questo sgretola la società dell'Antico Regime.
Volevano trovare il denaro per alimentare l'esercito, e le tasse ricadevano sui cittadini. In più il sovrano deve vedersela con gli Stati generali (parlamento) e con l'aristocrazia. I sovrani volevano quindi rafforzare il proprio potere e per farlo attuarono riforme. Con l'aiuto degli intellettuali illuministi si crea un dispotismo illuminato. Questo incontro andava bene anche ai filosofi, che vedevano la possibilità di riuscire nel loro intento riformistico. Dunque i filosofi dovevano riuscire a rendere la monarchia più potente dell'aristocrazia, tramite una riforma della pubblica amministrazione.
Riforme fiscali e giurisdizionalismo
I sovrani fecero riforme fiscali e tramite il catasto capivano le ricchezze dei singoli sudditi. Ma prima di questo si ricorreva a imposte indirette, che causavano il malcontento, perché colpivano di più deboli. Dunque con il catasto tutto questo si risolve. Si riducono i privilegi del clero e si ridimensiona il ruolo della Chiesa come istituzione, che paralizzava l'economia. Allora i regnanti riducono le proprietà della Chiesa che erano la "manomorta". Si potenziano gli ospedali e le istituzioni di assistenza. Con il giurisdizionalismo si passa da uno stato ecclesiastico a uno stato laico. Il tribunale dell'inquisizione viene abolito. Viene cancellato il diritto d'asilo nei luoghi di culto. L'ordine della Compagnia di Gesù (gesuiti) viene soppresso. I gesuiti gestivano anche il sistema scolastico e questo crea una laicità anche nell'istruzione.
Istruzione e unificazione dei poteri
L'istruzione di base diventa obbligatoria. Le bambine ricevevano una diversa istruzione elementare con una diversa pedagogia a loro più utile. A livello secondario vengono non introdotte nuove materie, anche tecniche. A livello superiore si punta su indirizzi professionali più vicini al lavoro che si svolgerà. Si vengono a creare strutture moderne e specializzate (orti botanici, laboratori, musei, teatri, biblioteche e osservatori astronomici). I sovrani puntano sull'unificazione dei poteri e si modifica molto l'apparato giuridico anche grazie Cesare Beccaria, che abolisce la tortura e la pena di morte. E per il tipo di reato si ha una pena coerente.
- Il riformismo prussiano e asburgico
Riformismo prussiano e asburgico
Si formano moltissimi funzionari statali, principi e regnanti, con le opere di filosofiche, come Federico II di Russia. Era convinto che sovrani fossero i primi servitori dello Stato ed è ricordato come un sovrano tollerante, permissivo con la stampa e attento all'istruzione. Ma il suo fine è il rafforzamento del regno e ha una politica militare aggressiva, essendo suo padre il re sergente (Federico Guglielmo I), rinforza esercito e migliora la burocrazia e il fisco aumentando le entrate.
Nei territori asburgici, con Maria Teresa al trono, si fanno molte riforme per migliorare lo stato e le finanze. Anche il clero e la nobiltà dovevano pagare le tasse e i possedimenti vengono controllati grazie al censimento catastale delle proprietà. L'istruzione elementare è ora obbligatoria. Le istruzioni superiore e universitaria vengono liberate dal controllo della Chiesa. Le riforme di Maria Teresa vengono continuate anche dal figlio Giuseppe II. Il "giuseppinismo" è un assolutismo illuminato, riconoscendo tutti i diritti ai sudditi, ma questi diritti sono però scelti solo dal potere monarchico. Incamera i beni ecclesiastici, garantisce la libertà di culto e rende possibile il matrimonio civile e il divorzio, abolendo la servitù della gleba e garantisce la cittadinanza a tutti i sudditi.
- Due esperienze diverse: la Russia e la Svezia
Due esperienze diverse
La Russia è ancora un paese arretrato nonostante gli sforzi di modernizzazione di Pietro il Grande. Caterina II a differenza dei re precedenti, deboli e condizionati, si impadronisce del potere facendo assassinare il marito Pietro III. Caterina vuole smantellare l'immenso patrimonio della Chiesa ortodossa e confisca le terre della Chiesa. Reprime la ribellione dei contadini, ma è generosa con i nobili: sono esenti dalle tasse si riconoscono terre e uomini di loro proprietà. Vuole espansione territoriale e vuole restaurare l'antico impero romano d'oriente e Mosca sarebbe stata la terza Roma.
In Svezia si ha una società più avanzata poiché nasce una forte borghesia imprenditoriale e mercantile aperta agli influssi illuministi. Sale al trono per un colpo di stato il re Gustavo III che restaura l'assolutismo, che dura poco, poiché è stato assassinato.
- La penisola iberica e la Francia fra riformismo e assolutismo
La penisola iberica e la Francia
Il 1700 è il secolo del declino della Spagna, con una breve ripresa per opera delle riforme di Carlo III di Borbone: limita il potere ecclesiastico poiché la forte presenza della Chiesa è un ostacolo per la ripresa economica. Si rilancia l'agricoltura con la riforma dei contratti agricoli.
Di brevi durata le riforme in Portogallo durante il regno di Giuseppe I. Il Primo Ministro ricostruisce Lisbona distrutta da un terremoto nel 1755: La città è il modello di città illuminista, costruita razionalmente per essere funzionale ed efficiente.
In Francia Luigi XV era in netto contrasto con i nobili, il clero e i parlamenti, i quali volevano solo difendere i propri privilegi. Sale al trono Luigi XVI che tenta deboli riforme, ostacolate dei privilegiati. La crisi della monarchia francese è ormai irreversibile.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali riforme attuate dai sovrani del Settecento?
- Come si manifestò il riformismo in Prussia e nei territori asburgici?
- Quali furono le differenze tra le esperienze riformatrici in Russia e Svezia?
- Quali furono le riforme attuate nella penisola iberica durante il Settecento?
- Quali furono le difficoltà incontrate dalla monarchia francese nel Settecento?
I sovrani del Settecento attuarono riforme fiscali, ridussero i privilegi del clero, abolirono il tribunale dell'inquisizione e il diritto d'asilo nei luoghi di culto, e soppressero l'ordine dei gesuiti. Inoltre, resero obbligatoria l'istruzione di base e modernizzarono il sistema educativo.
In Prussia, Federico II rafforzò l'esercito e migliorò la burocrazia e il fisco. Nei territori asburgici, Maria Teresa e Giuseppe II attuarono riforme fiscali, obbligarono il clero e la nobiltà a pagare le tasse, e liberarono l'istruzione dal controllo ecclesiastico.
In Russia, Caterina II confiscò le terre della Chiesa e represse le ribellioni contadine, mentre in Svezia, Gustavo III restaurò brevemente l'assolutismo, ma fu assassinato. La Svezia aveva una società più avanzata con una forte borghesia aperta agli influssi illuministi.
In Spagna, Carlo III di Borbone limitò il potere ecclesiastico e rilanciò l'agricoltura. In Portogallo, durante il regno di Giuseppe I, il Primo Ministro ricostruì Lisbona, distrutta da un terremoto, come modello di città illuminista.
In Francia, Luigi XV e Luigi XVI affrontarono l'opposizione dei nobili, del clero e dei parlamenti, che difendevano i propri privilegi, rendendo le riforme deboli e ostacolate, portando a una crisi irreversibile della monarchia.