Concetti Chiave
- Napoleone fu costretto all'esilio sull'isola d'Elba dopo l'abdicazione dal trono di Francia, scelta per la sua vicinanza e le risorse economiche.
- L'isola d'Elba, ricca di miniere di ferro e saline, permise a Napoleone di mantenere una corte e un piccolo esercito.
- Gli abitanti dell'isola accolsero Napoleone con entusiasmo, nonostante la precedente insoddisfazione e sentimenti antifrancesi.
- Napoleone migliorò le infrastrutture dell'isola, implementando nuove coltivazioni, sistemi sanitari, difese e strade.
- L'esilio all'Elba terminò con la fuga di Napoleone nel febbraio 1815, dando inizio al periodo dei Cento Giorni.
Indice
L'abdicazione di Napoleone
Il 6 aprile 1814, Napoleone era stato costretto ad abdicare al trono di Francia dalla colazione composta da Russia, Prussia, Austria e Inghilterra, le cui truppe erano entrate a Parigi qualche giorno prima. Con il Trattato di Fontainebleau dell’11 aprile Napoleone fu costretto all’esilio e gli venne assegnata l’isola d’Elba come principato oltre ad una pensione annua di tre milioni di franchi.
L'esilio all'isola d'Elba
Veramente gli fu offerta la possibilità di scegliere: isola d’Elba, isola di Corfù o la Corsica.
Egli si orientò verso l’isola d’Elba per esclusione; infatti, Corfù era troppo distante dalla Francia e in Corsica vivevano ancora i suoi vecchi nemici. D’altra parte, l’isola d’Elba era ricca di miniere di ferro e di saline i cui proventi economici fino ad allora avevano sempre arricchito le casse della Legione d’onore fondata da Napoleone stesso. Le risorse dell’isola avrebbero pertanto permesso a Napoleone di incassare molto denaro, di mantenere una corte e il piccolo esercito che aveva condotto al suo seguito. Quando la fregata inglese Undauted, il 3 maggio 1814, sbarcò sulle coste elbane, le potenze europee si auguravano che la stella napoleonica si sarebbe ormai spenta. Prima di tale data, gli abitanti di Portoferraio avevano già consegnato tutte le armi, secondo gli ordini impartiti dal governatore Dalesme che temeva una rivolta antifrancese. Da qualche tempo l’insoddisfazione serpeggiava fra la popolazione dell’isola; la miniera di Rio era inattiva da mesi perché era impossibile esportare il ferro. Inoltre, la sconfitta di Lipsia e la disfatta della campagna di Russia avevano creato un clima di incertezza e conseguenti sentimenti antifrancesi.L'accoglienza a Portoferraio
Nonostante questo, gli abitanti dell’isola accolsero con entusiasmo l’imperatore. Gli furono consegnate le chiavi della città di Portoferraio, dopodiché egli fece issare una bandiera bianca con una striscia rossa decorata con tre api, simbolo dell’Impero, che ancora oggi costituisce il vessillo dell’isola.
Le riforme di Napoleone
Fin dall’inizio, Napoleone dimostrò come conoscesse bene i problemi economici, politici ed amministrativi dell’isola. Egli si occupò di tutte le questioni: introduzione di nuove coltivazioni, interventi in ambito sanitario, miglioramento della linea difensiva, costruzione di nuove strade e risistemazione delle esistenti fino a trasformare in teatro un’antica chiesa. Per la sua corte, furono ristrutturati alcuni edifici come la Villa dei Mulini nel centro di Portoferraio e la Villa San Martino, dalla maestosa architettura classica, come residenza di campagna.
La vita sociale dell'isola
È in quest’ultima che furono ospitate Maria Letizia Ramorino, la madre, Maria Walewska, l’amante polacca nonché la sorella Paolina. In particolare, quest’ultima si preoccupò di animare la vita sociale dell’isola, organizzando feste e creando quell’ambiente di frivolezza tipico delle corti europee dell’epoca. Oggi entrambe le ville ospitano un museo napoleonico.
Nella Villa dei Mulini, furono demoliti alcuni edifici di natura militare per ricavare un bel giardino all’italiana; i lavori consistettero anche nell’edificazione di un salone delle feste, nella ristrutturazione dell’attiguo teatro e nella trasformazione in scuderia dell’ex carcere.
La fuga e i Cento Giorni
Ma Napoleone non si arrese, né all’esilio dorato dell’Elba, né all’abdicazione sancita dal Trattato di Fontainebleau. Infatti, nella notte del 26 febbraio 1815, mettendo in atto un progetto su cui meditava da tempo, fuggì dall’isola e rientrato in Francia dette inizio al periodo dei Cento Giorni con lo scopo di ritornare a minacciare l’Europa.
Domande da interrogazione
- Quali furono le circostanze che portarono Napoleone all'esilio sull'isola d'Elba?
- Perché Napoleone scelse l'isola d'Elba come luogo di esilio?
- Come fu accolto Napoleone dagli abitanti dell'isola d'Elba?
- Quali miglioramenti apportò Napoleone all'isola d'Elba durante il suo esilio?
- Cosa accadde nella notte del 26 febbraio 1815?
Napoleone fu costretto ad abdicare al trono di Francia il 6 aprile 1814 a causa della pressione delle potenze europee, e con il Trattato di Fontainebleau dell'11 aprile fu esiliato sull'isola d'Elba.
Napoleone scelse l'isola d'Elba perché Corfù era troppo distante dalla Francia e in Corsica vivevano i suoi vecchi nemici. Inoltre, l'isola d'Elba era ricca di risorse economiche come miniere di ferro e saline.
Nonostante l'insoddisfazione e i sentimenti antifrancesi, gli abitanti dell'isola accolsero Napoleone con entusiasmo, consegnandogli le chiavi della città di Portoferraio.
Napoleone si occupò di questioni economiche, politiche e amministrative, introducendo nuove coltivazioni, migliorando la linea difensiva, costruendo nuove strade e trasformando edifici per la sua corte.
Nella notte del 26 febbraio 1815, Napoleone fuggì dall'isola d'Elba, dando inizio al periodo dei Cento Giorni con l'intento di ritornare a minacciare l'Europa.