Concetti Chiave
- I Papi della famiglia Medici, Leone X e Clemente VII, contribuirono a dividere i cristiani e a svuotare le casse della Chiesa, influenzando significativamente la storia del papato.
- Leone X, acclamato come papa a soli 37 anni, utilizzò il suo potere per scomunicare Martin Lutero, segnando l'inizio della Riforma e la divisione tra cattolici e protestanti.
- La famiglia Medici sfruttò la propria influenza economica e abilità negli intrighi per ascendere al potere papale, concludendo con successo due conclavi nel Rinascimento.
- Clemente VII, nonostante avesse mantenuto buone relazioni politiche, non comprese la gravità della Riforma e il suo regno fu segnato da lussi e spese eccessive, danneggiando ulteriormente la reputazione della Chiesa.
- I Papi Medici furono grandi mecenati delle arti, sostenendo artisti come Raffaello e Michelangelo, lasciando un'impronta culturale duratura nonostante le loro controverse azioni politiche.
Indice
L'ascesa dei Medici al papato
Con tutta una serie di intrighi, i Medici riuscirono due volte a salire sul trono pontificio, con Leone X e Clemente VII. Ma questi due Papi svuoteranno le casse della Chiesa e divideranno i cristiani.
Leone X , al secolo Giovanni de’ Medici era il secondogenito di Lorenzo il Magnifico. Clementi VII, al secolo Giulio de’ Medici, era il figlio naturale, poi riconosciuto di Giuliano, il fratello di Lorenzo il Magnifico che aveva perso la vita nella congiura dei Pazzi.Leone X e la sua elezione
Acclamato dalla folla, Leone X entrò a Roma l’11 aprile 1513, contando di approfittare al massimo della sua elezione. E pensare che un anno prima, proprio quel giorno, era stato fatto prigioniero dai Francesi nella battaglia di Ravenna. Si presentò al popolo romano da conquistatore, in sella allo stesso cavallo che montava allora: un simbolo forte perché la gente capisca che ha scongiurato definitivamente la sua sconfitta. A soli 37 anni si era imposto, con intrighi, a capo della Chiesa, e desiderava che la sua incoronazione passi alla storia per il grande splendore: per l'occasione furono sborsate 100.000 corone d'oro in cibi e spettacoli. Durante la festa, ordinò che fosse ricoperto completamente con vernice dorata un ragazzino, per simboleggiare l'avvento di una nuova età dell'oro. L'adolescente morirà poco dopo, ma ciò non impedirà che i festeggiamenti continuino per diversi giorni.
L'influenza economica dei Medici
Fin dalle origini, la famiglia Medici aveva l’importanza del controllo sulla Santa Sede. Giovanni de’ Medici, detto Giovanni de’ Bicci (1360-1429), fondatore nel 1397 della banca di famiglia, alle fine del Trecento, concedeva già ingenti prestiti ai papi. Suo figlio Cosimo il Vecchio creò poi un depositario sussidiario dei fondi della Camera apostolica. I profitti ricavati permisero, tra l'altro, di coprire le spese del pontefice. Ma tenere per i cordoni della borsa il capo della Chiesa era solo il primo passo: come ogni grande famiglia italiana del Rinascimento, i Medici speravano di conquistare direttamente il potere papale. Scomunicando il teologo Lutero, Leone X divise per sempre cattolici e protestanti. L'influenza del papa era allora immensa. Come sovrano dello Stato Pontificio, il papa governava sette province che si estendevano dal sud di Roma fino a Bologna, a capo delle quali potevano essere insediati amici o parenti. Può collocare lì la sua gente, i suoi amici o i suoi parenti. Questi territori rappresentano anche una manna significativa. Sono ricoperti di campi la cui coltivazione è ben gestita dai delegati del pontefice e costellati di giacimenti redditizi, come le miniere di allume di Civitavecchia, un solfato di alluminio utilizzato nella tintura dei tessuti, all'epoca molto pregiati. La Santa Sede era innanzitutto denaro, e una famiglia di banchieri come i Medici lo sapeva perfettamente. Ma al di là di ciò, il prestigio morale e spirituale era enorme.
Il papato possedeva anche un'arma, temuta dai più grandi sovrani: la scomunica. Nei confronti di un sovrano scomunicato, per il sudditi e per i feudatari non esisteva più l’obbligo di obbedienza.
Leone X ne fece uso nel 1521 Leone X contro il teologo Martin Lutero che aveva osato denunciare il commercio delle indulgenze che alla Chiesa offriva la possibilità di finanziare la costruzione la cupola della chiesa di San Pietro. Questo atto segnò l'inizio della Riforma in Europa e la divisione duratura del mondo cristiano tra cattolici e protestanti. Se il Vaticano aveva un enorme potere, doveva essere conquistato. I Medici ci riuscirono due volte.
Intrighi nei conclavi
Di fronte a tentativi di manipolazione di vario tipo, dalla vera e propria corruzione all'intimidazione, i conclavi furono rigorosamente regolamentati a partire dal XIII secolo. Per evitare pressioni esterne, i cardinali si riunivano nel palazzo dove morì il papa precedente, in una stanza ermeticamente chiusa. Nel XVI secolo, però, restava il timore che un agente straniero influenzasse i voti: durante l'elezione di Leone X, diversi cardinali chiesero di ispezionare tutte le celle, per verificare che non vi si nascondesse alcun intruso. Alla stessa reclusione fu condannato il personale che accompagnava le eminenze. Così un medico, chiamato a palazzo per curare il cardinale de’ Medici, affetto da un ascesso, fu costretto, nonostante le sue forti proteste, ad attendere la conclusione del conclave otto giorni dopo prima di partire. Le deliberazioni potevano essere interminabili e talvolta durare diversi mesi. Per accelerare i dibattiti, ai prelati venivano serviti pasti sempre più frugali. Così, al termine di conclavi particolarmente lunghi, i cardinali erano ridotti a pane e acqua.
L'elezione di Giovanni de Medici
L’elezione del 1513 inizierà il 3 marzo e conoscerà una svolta inattesa. Si incontrano venticinque cardinali. Tra loro ci sono due candidati: da un lato, Raffaele Riario, nemico giurato dei fiorentini e coinvolto nella congiura dei Pazzi, nel 1478, contro i Medici, è sostenuto dai più anziani. Dall'altro Giovanni de Medici, la cui eleganza principesca e le sue buone maniere seducono i più giovani, e i cardinali di origine nobile
Nonostante una settimana di incontri e di colloqui, i cardinali non riuscirono ad accordarsi su di un candidato. Per temporeggiare, ma senza consultarsi, votano in massa a favore di quello che tra loro ha meno possibilità di vincere le elezioni. È così che, al primo scrutinio, un certo Jaime Serra y Cau, spagnolo, ottenne tredici voti. Con poche votazioni, essendo richiesta la maggioranza dei due terzi, questo cardinale “insignificante” rischiava di diventare papa. L'annuncio provocò uno choc.
La sera stessa del colpo di scena, dopo un pasto frugale, Giovanni de Medici si intrattenne con Raffaele Riario. I cardinali, nonostante tutti i loro sforzi, non riuscirono a sentire una sola parola della conversazione. Ma il fiorentino sembrò così sicuro di sé e manovrò così bene dietro, che tutti pensarono che stesse già negoziando con il rivale le condizioni della vittoria, tanto che in tarda serata, e prima della sua elezione, tutti i cardinali si recarono nella sua cella per prostrarsi davanti a lui. Il giorno successivo, 11 marzo, Giovanni de Medici fu scelto all'unanimità.
Il conclave del 1523
Il conclave del 1523 fu il secondo che vide trionfare i fiorentini, uno di quelli dove gli intrighi conobbero un grado di sofisticazione mai raggiunto prima e anche uno dei più lunghi del Rinascimento (durò dal 1° ottobre al 10 novembre). Il candidato Medici, Giulio, si opponeva a tre grandi famiglie italiane, rappresentate da Pompeo Colonna, Alessandro Farnese e Francesco Orsini. Il fiorentino era il favorito, ma al primo scrutinio a Colonna mancarono solo due voti per essere eletto. Giulio sfruttò quindi l'odio tenace che i candidati nutrivano l'uno per l'altro. Per diverse settimane lasciò credere che fosse pronto a votare Orsini, incontrandolo nella sua cella, con i cardinali che lo sostenevano, o presentandosi con lui nell'aula magna del Vaticano. Pompeo Colonna non amava i Medici, ma accettava di vedere Orsini, il suo peggior nemico, seduto sul trono di San Pietro, al posto di un Medici. Si impegnò, così, a far eleggere il fiorentino contro la promessa di essere promosso cancelliere della Santa Sede.
Clemente VII e la politica estera
Alla fine, il 19 novembre 1523, Giulio de’ Medici fu eletto papa, con il nome di Clemente VII. In politica estera, riuscì a mantenere buone relazioni con Enrico VIII e gli Asburgo. Tuttavia, la scomunica lanciata contro Lutero dette prova che non aveva capito la crisi che stava attraversando il Cristianesimo. Sottovalutando la Riforma, lasciò così un'eredità velenosa ai suoi successori.
Complotto contro Leone X
Soprattutto, la sua sete di lusso e di potere finì per rovinare la sua reputazione. Sperperò 800.000 ducati in una guerra volta a strappare il Ducato di Urbino ai Della Rovere, per darlo al nipote Lorenzo (= Lorenzo di Piero). Ci riuscì nell'agosto del 1516, ma l'azione fu considerata brutale perché le terre di molti contadini furono devastate dalle milizie. Dietro le quinte del Vaticano si ordì presto un complotto per assassinare il papa. Un chirurgo, Battista da Vercelli, doveva operare il pontefice, che soffre di sifilide e di fistola anale. Il medico suggerì di inzuppare le bende del Papa con un veleno abbastanza forte da ucciderlo in poche ore. Ma Leone X era diffidente e l'intercettazione delle lettere in codice lo convinse che qualcuno stava tramando per ucciderlo. Tutti i mandanti furono arrestati. Il cardinale Petrucci, all'origine del complotto, fu strangolato nella sua prigione; un pugno di altri cardinali coinvolti sfuggirono alla punizione in cambio di riscatti esorbitanti; quanto a Vercelli e al suo segretario, vennero portati su un carro per le strade di Roma, prima di essere torturati e squartati. Ancor prima dell'esecuzione dei congiurati, Leone X, evento unico nella storia del Vaticano, concesse la porpora a trentuno cardinali . Queste nomine riservarono un posto d'onore ai Medici (tre dei suoi nipoti divennero cardinali) e alle loro famiglie amiche, cosa che indignò ulteriormente la popolazione.
Il sacco di Roma e lo scisma inglese
Il regno di Clemente VII fu il papato più oscuro di quest'epoca. Durante la guerre fra la Francia da un lato e gli Asburgo e la Spagna dall’altro, Roma subì il sacco dei Lanzichenecchi (1527).Ma anche dalla scomunica di Enrico VIII in seguito al suo nuovo matrimonio con Anna Bolena, subì la scomunica, un atto che dette inizio allo scisma preludio allo scisma della Chiesa d'Inghilterra. Indifferente alle questioni teologiche, il papa si comportava come principe più che come guida spirituale e spendeva somme ingenti, svuotando, così, le casse vaticane. Leone X organizzava concerti e spettacoli teatrali, faceva rappresentare i testi dei suoi amici poeti e ordinava di punire gli attori che non ritiene validi. In tutto, lo circondavano 683 servitori, dall'arcivescovo al cappellano, compresi giullari e perfino il guardiano degli elefanti. Questa vera e propria corte costava alla Santa Sede 90.000 ducati all'anno.
Leone X morì nel dicembre 1521, affetto da quella che allora veniva chiamata “malattia francese”: la sifilide.
Mecenatismo dei Medici
I papi della famiglia Medici non badarono a spese quando si trattava di aiutare gli artisti, e almeno si affermarono come saggi mecenati. Leone X chiamò a Roma Raffaello Sanzio, incaricandolo di decorare le Stanze e le Logge dei palazzi pontifici. Gli commissionò anche un suo ritratto, che i critici considerano un capolavoro della ritrattistica rinascimentale. A Michelangelo affidò l’incarico di affrescare la volta della Capella Sistina con scene del Giudizio Universale e continuò l’edificazione della Basilica di San Pietro. È del resto come protettori delle arti che i Medici passeranno ai posteri. A Leone X, ricoperto di omaggi da poeti durante la sua vita, fu riservata una modesta tomba, senza la minima iscrizione, nella basilica di Santa Maria Sopra Minerva. Dopo Clemente VII, di lui nessun altro Medici salirà al trono di Saint-Pierre. Ma l'influenza dei fiorentini continuerà grazie al genio politico di Clemente VII. Infatti usò le sue ultime forze per far sposare la nipote, Caterina, a Enrico II, figlio del re di Francia, Francesco I. L'accompagnò, nell'ottobre del 1533, a Marsiglia, le promise una dote di 100.000 corone d'argento e 28.000 corone di gioielleria, parlò con Francesco I e, come ultimo dono, nominò, prima di morire, un nuovo gruppo di cardinali tutti francesi.
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze dell'elezione di Leone X e Clemente VII per la Chiesa?
- Come i Medici riuscirono a ottenere il potere papale?
- Qual era l'importanza del potere temporale dei papi durante il Rinascimento?
- In che modo i conclavi erano regolamentati per evitare manipolazioni?
- Quale fu il contributo dei papi Medici al mecenatismo artistico?
L'elezione di Leone X e Clemente VII portò a un significativo svuotamento delle casse della Chiesa e alla divisione dei cristiani, con Leone X che scomunicò Martin Lutero, segnando l'inizio della Riforma e la divisione tra cattolici e protestanti.
I Medici riuscirono a ottenere il potere papale attraverso intrighi e manipolazioni, sfruttando la loro influenza finanziaria e politica, come dimostrato dall'elezione di Leone X e Clemente VII.
Il potere temporale dei papi era immenso, governando sette province e controllando risorse significative come le miniere di allume, il che permetteva ai papi di esercitare un'influenza politica e finanziaria considerevole.
I conclavi erano rigorosamente regolamentati per evitare manipolazioni, con i cardinali riuniti in una stanza ermeticamente chiusa e il personale accompagnante recluso, per prevenire pressioni esterne e influenze straniere.
I papi Medici, come Leone X, furono grandi mecenati delle arti, commissionando opere a artisti come Raffaello e Michelangelo, e contribuendo significativamente allo sviluppo dell'arte rinascimentale.