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Concetti Chiave

  • Luigi XIV salì al potere da giovane, sostenuto dal cardinale Mazzarino, che guidò la Francia verso la supremazia europea durante la guerra dei Trent'anni.
  • La Fronda fu una serie di rivolte contro l'aumento delle tasse e la centralizzazione del potere, culminando con l'insurrezione di Parigi e le tensioni con l'aristocrazia.
  • Luigi XIV centralizzò il potere eliminando il ruolo del primo ministro, affidando incarichi a funzionari direttamente dipendenti da lui, e costruendo la reggia di Versailles come simbolo del suo potere assoluto.
  • Il ministro Colbert promosse il mercantilismo, proteggendo i prodotti francesi e sostenendo le esportazioni, mentre Louvois riorganizzò l'esercito sotto un sistema di gradi controllato direttamente dal re.
  • Il re impose il cattolicesimo come religione di stato, reprimendo gli ugonotti e sfidando l'autorità papale, culminando nella Dichiarazione dei quattro articoli e nella guerra di successione spagnola.

Indice

  1. L'ascesa di Luigi XIV
  2. La fronda parlamentare
  3. Il potere assoluto di Luigi XIV
  4. La reggia di Versailles
  5. Riorganizzazione dell'esercito
  6. Politica economica di Colbert
  7. Religione e potere assoluto
  8. Indipendenza della chiesa gallicana
  9. Politica matrimoniale e ambizioni territoriali
  10. Guerra di devoluzione e trattati di Nimega
  11. Lega d'Augusta e tensioni europee
  12. Guerra di successione spagnola

L'ascesa di Luigi XIV

Alla morte di Richelieu (1642) cardinale e primo ministro del re, e di Luigi XIII, dovette salire al potere un fanciullo, Luigi XIV.

Egli era affiancato dalla madre, Anna d’Austria e soprattutto da Giulio Mazzarino, cardinale primo ministro. Mazzarino fu esperto politico e giudò le sorti della Francia nella fase conclusiva della guerra dei Trent’anni, riuscendo ad affermare sull’Europa la supremazia francese. Tuttavia vi erano dei malcontenti, suscitati soprattutto dal costante aumento della pressione fiscale, che portò ad un’ondata di proteste nelle campagne, a cui si aggiunse il malcontento dell’aristocrazia nei confronti della politica di accentramento del potere.

La fronda parlamentare

Un ruolo fondamentale in tale rivolta lo ebbe il parlamento che, a differenza di quello inglese, non costituiva un organismo che rappresentava tutte le classi sociali, ma un’istituzione giudiziaria, che aveva anche il compito di esaminare le ordinanze emanate dal re, provvedendo alla loro approvazione. E’ proprio dal parlamento che partirà l’iniziativa di attribuire a tale rivolta l’appellativo di “Fronda”, poiché esso non si oppose apertamente alla volontà della monarchia, ma si limito ad aspettare che le guardie si allontanassero per poi tirare i sassi. Il parlamento si rifiutò perciò di approvare l’atto con cui Mazzarino intendeva imporre di rinunciare a ben quattro anni di stipendio. Scoppiò così la rivolta, che fu detta Fronda parlamentare. Di fronte alla richiesta del parlamento di poter esercitare pieno controllo su tutti gli atti finanziari della corona, il governo reagì con l’arresto di alcuni esponenti dell’opposizione parlamentare, provocando così l’insurrezione di Parigi. A questo punto però si fecero avanti gli aristocratici, e fu la volta della Fronda dei principi, guidati dal principe di Condé. Mazzarino in un primo momento si vide costretto a fuggire da Parigi, e vi tornò solo quando le armate realiste riuscirono a sopprimere tutte le rivolte.

Il potere assoluto di Luigi XIV

Alla morte di Mazzarino, nel 1661, Luigi XIV decise di assumere il potere, con l’intento di governare, non limitandosi a regnare, con l’obiettivo di completare la trasformazione della Francia in uno stato unitario, soggetto a un’unica autorità, centralizzando tutto nella sua persona. La prima decisione che Luigi prese fu quella di non nominare alcun primo ministro, poiché voleva evidenziare come l’autorità di questi ministri si basasse esclusivamente sul favore del sovrano. Il personale amministrativo era costituito perciò da uomini privi di un potere proprio, ma chiamati dal re a svolgere una determinata funzione (funzionari), con un incarico temporaneo e revocabile a piacere del sovrano. Tale politica portò però ad uno scontro con l’aristocrazia, perché fino ad allora il governo effettivo del paese era stato nelle mani della nobiltà. Egli si avvalse inoltre della figura dell’intendente, che divenne uno degli strumenti più efficaci per far sentire la presenza del potere centrale nelle province del paese, poiché ritiravano le tasse e riferivano al re. In questo modo riuscì ad affermare il potere della monarchia, anche se non fu facile, poiché dovette far fronte ai ceti privilegiati che non si lasciarono privare tanto facilmente del potere di cui godevano.

La reggia di Versailles

Per affermare il suo modello di politica assolutista, dovette necessariamente spezzare il legame fra il popolo e l’aristocrazia, e lo fece tramite la realizzazione della reggia di Versailles, un’unica e grande corte, un universo cortigiano ruotante intorno all’astro centrale: il re sole, ovvero il re stesso, ponendosi così al centro del potere. Per attirare i nobili in tale reggia, essa fu presentata come l’unico luogo dove valesse la pena vivere, tratti con l’inganno i nobili si sentivano privilegiati di essere soggetti a tale invito.

Riorganizzazione dell'esercito

Per quanto riguarda l’organizzazione dell’esercito, se ne occupò il marchese Louvois, la cui politica consistette nel riorganizzare le forze armate tramite l’introduzione di un ordine gerarchico che dipendeva direttamente dal re: al posto di una serie di cariche venne perciò istituito un sistema di gradi, nominati dal re, con meccanismi di avanzamento posti sotto il controllo di ispettori generali.

Politica economica di Colbert

La questione economica venne presa in carico da Colbert, un ministro, il quale era convinto che la situazione finanziaria dello stato potesse migliorare, solo se migliorava la situazione economica generale del Paese, perciò se le casse dello stato scarseggiavano era inutile sopprimere il popolo con ingenti tasse. Colbert attuò perciò una politica di protezione dei prodotti interni del mercato, a scapito di quelli esterni, applicando un sistema fiscale e doganale fondato sulle barriere protettive, agevolando perciò le esportazioni e sfavorendo le importazioni. Le tasse da pagare per esportare prodotti dalla Francia erano perciò minori delle tasse da pagare per importare prodotti in Francia, tale sistema prese il nome di mercantilismo, oppure in nome del suo sostenitore colbertismo.

Religione e potere assoluto

La volontà di imporre il potere assoluto del sovrano portò anche a problematiche religiose, poiché egli impose la religione cattolica come religione di stato, ma con grande autonomia dal papa. Luigi volle colpire e reprimere tutte le forme di dissenso, sociali o religiose che fossero, “un solo re, un solo dio, una sola religione” tornava ad essere il motto della monarchia francese. L’ondata persecutiva si incentrò soprattutto sugli ugonotti, ovvero la minoranza calvinista, che ormai non erano più in grado di opporre alcuna resistenza militare. Per prima cosa ritirò l’editto di Nantes, che proferiva la professione religiosa calvinista, nel 1685 emanò l’editto di Fontainebleau, secondo il quale tutti i calvinisti dovevano convertirsi al cattolicesimo, altrimenti avrebbero dovuto lasciare il paese. La maggior parte del calvinisti preferì andarsene, e insieme a loro emigrò parte delle ricchezze del paese, provocando un danno economico non trascurabile. La Francia tornò ad essere ufficialmente e uniformemente cattolica. Se però da una parte vi era chi si era convertito, e dall’altra chi aveva preferito andarsene, vi era anche chi non si rassegnò e decise di protestare, dando vita nel 1702 alla guerra contro i camisards.

Indipendenza della chiesa gallicana

Tale potere assolutistico portò quindi ad un distacco dalla chiesa di Roma, e quindi dal papa, il quale decise di richiamare il clero di Francia al dovere di obbedienza che lo legava a Roma. Luigi rifiutò apertamente, e nel 1682 promulgò la Dichiarazione dei quattro articoli, grazie all’approvazione del clero francese, tale documento affermava con vigore la propria indipendenza della chiesa gallicana dal papato. Perciò il potere del papa sulla chiesa gallicana era da intendersi in senso spirituale. Nel giro di pochi anni però, riuscì a raggiungere un compromesso con Roma, anche perché si era appoggiato nella sua battaglia contro una nuova corrente riformatrice, il giansenismo. Il re risolse la faccenda dando fuoco al convento in cui si riunivano i giansenisti.

Politica matrimoniale e ambizioni territoriali

Uno dei mezzi più efficaci e al tempo stesso più pacifici per soddisfare le proprie ambizioni territoriali, era quello della politica matrimoniale. Luigi XIV decise quindi di sposare Maria Teresa, figlia maggiore di Filippo IV di Spagna, e questo lo autorizzava a sperare in una successione sul trono di Spagna. Alla morte di Filippo IV, Luigi avanzò quindi la candidatura della moglie alla successione, contro quella di Carlo II, appellandosi alla norma giuridica (valida nel Brabante) secondo la quale i beni del padre dovevano essere devoluti ai primo genito. Egli chiese quindi che alla moglie, e quindi ad egli stesso, fossero assegnati i Paesi Bassi spagnoli.

Guerra di devoluzione e trattati di Nimega

Luigi aprì quindi nel 1667 la Guerra di devoluzione contro la Spagna, e in tre mesi occupò le Fiandre e la Franca Contea. L’Olanda difronte a tale potenza, strinse con l’Inghilterra un’alleanza, a cui si unì anche la Svezia. Tale capovolgimento portò il re francese a stringere la pace di Aquisgrana, con la Spagna. Contrariamente alle sue ambizioni, ne guadagnò alcune città e la promessa di alcuni territori, nel caso in cui il Carlo II fosse morto senza eredi. Ma ciò non bastava a placare la politica espansionistica di Luigi XIV che, appoggiato dall’Inghilterra, nel 1672 attaccò improvvisamente l’Olanda, che presa alla sprovvista venne battuta sul campo di battaglia provocando migliaia di morti. Quest’ultima si affidò a Guglielmo d’Orange, che pur di rallentare il nemico ruppe le dighe allagando il territorio. Di fronte al potere divampante della Francia la Spagna, la Danimarca e Brandeburgo si schierarono con l’Olanda. La guerra finì con la stipulazione dei trattati di Nimega. L’Olanda riuscì a salvare la propria autonomia, e la Francia guadagnò la Franca Contea e altre città.

Lega d'Augusta e tensioni europee

A contrastare l’avanzata francese fu la Lega d’Augusta, composta da Spagna, Austria, principi di Sassonia, Palatinato, Brandeburgo e Olanda. Inoltre nel 1688 lo stesso Guglielmo d’Orange che aveva guidato le difese nel precedente attacco, salì sul trono inglese. Nel 1688 la Francia si ritrovò perciò accerchiata, e usò tutte le proprie risorse le difendersi. Circa un anno dopo venne stipulata una pace, ma vi era ancora un clima di tensione a cui bisognava porre rimedio.

Guerra di successione spagnola

La situazione si complicò ulteriormente quando il regno di Carlo II si accingeva verso la fine e non vedeva alcun erede diretto. Perciò il potere era conteso tra gli Asburgo e il re di Francia, il quale strinsero un accordo segreto per la spartizione della Spagna. Però durò poco, perché Carlo II lo venne a sapere, e nominò come suo erede un principe di Baviera, che però morì improvvisamente. E venne scelto Filippo d’Angiò, nipote di Luigi, a condizione che rifiutasse ogni possibile pretesa al regno di Francia. Alla morte di Carlo II era chiaro che il re di Francia non intendesse spingere il nipote a rispettare l’accordo, perciò la Spagna, l’Inghilterra e l’Olanda si coalizzarono contro la Francia, dando inizio alla guerra di successione spagnola che durò fino al 1714. Si concluse con la firma di alcuni trattati che riconobbero a Filippo il possesso della Spagna, con l’obbligo che nessuno mai tentasse di riunire nella stessa persona il regno di Spagna e di Francia.

Domande da interrogazione

  1. Chi furono le figure chiave durante la reggenza di Luigi XIV?
  2. Durante la reggenza di Luigi XIV, le figure chiave furono sua madre, Anna d’Austria, e il cardinale Giulio Mazzarino, che guidò la Francia nella fase finale della guerra dei Trent'anni e affermò la supremazia francese in Europa.

  3. Quali furono le cause principali della Fronda parlamentare?
  4. La Fronda parlamentare fu causata dal malcontento per l'aumento della pressione fiscale e dalla richiesta del parlamento di esercitare controllo sugli atti finanziari della corona, che portò all'arresto di alcuni esponenti dell'opposizione e all'insurrezione di Parigi.

  5. Come Luigi XIV centralizzò il potere in Francia?
  6. Luigi XIV centralizzò il potere eliminando la figura del primo ministro, affidando incarichi temporanei e revocabili a funzionari, e utilizzando intendenti per far sentire la presenza del potere centrale nelle province, riducendo l'influenza dell'aristocrazia.

  7. Quali furono le conseguenze della politica religiosa di Luigi XIV?
  8. La politica religiosa di Luigi XIV portò alla persecuzione degli ugonotti, al ritiro dell'editto di Nantes, e alla promulgazione dell'editto di Fontainebleau, che costrinse molti calvinisti a convertirsi o emigrare, causando un danno economico al paese.

  9. Quali furono gli esiti della guerra di successione spagnola?
  10. La guerra di successione spagnola si concluse con la firma di trattati che riconobbero a Filippo d’Angiò il possesso della Spagna, con l'obbligo che i regni di Spagna e Francia non fossero mai uniti sotto un unico sovrano.

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