Concetti Chiave
- Girolamo Savonarola, frate domenicano nato a Ferrara nel 1452, si distinse per la sua critica alla corruzione della Chiesa e la promozione di una riforma morale.
- A Firenze, Savonarola si fece molti seguaci, i Piagnoni, ma anche oppositori, tra cui i Palleschi, sostenitori dei Medici, e gli Arrabbiati, favorevoli al papa.
- Dopo la cacciata dei Medici nel 1492, Savonarola guidò la Repubblica di Firenze dal 1494 al 1498, cercando di implementare riforme politiche e religiose.
- Le riforme di Savonarola, come la tassa proporzionale ai possedimenti e le severe restrizioni sociali, lo resero impopolare tra i ricchi e i potenti.
- Savonarola fu condannato a morte nel 1498 per le sue dottrine e fu impiccato e arso sul rogo a Firenze, con le sue ceneri disperse nell'Arno.

Chi era Girolamo Savonarola
Nato a Ferrara nel 1452, Girolamo Savonarola era un frate domenicano di nobili origini, che inizialmente aveva intrapreso gli studi medici per poi dedicarsi alla vita monastica.
Giunto a Firenze per la prima volta nel 1482 senza ottenere grande seguito, venne poi chiamato di nuovo in città per esporre le Sacre Scritture ai fedeli. Il suo ritorno avvenne su suggerimento di Giovanni Pico della Mirandola, che lo fece chiamare nel 1489 da Lorenzo de’ Medici e nominare priore del convento di San Marco. Egli divenne molto critico verso la corruzione dei costumi della Chiesa e ne promuoveva una riforma morale. La Chiesa del tempo infatti si era fatta portavoce di grande decadenza. In particolare, con Alessandro VI Borgia, il cui pontificato durò dal 1492 al 1503, si erano raggiunti livelli estremi di corruzione dei costumi. Savonarola era molto critico nei confronti del pontefice e non mancava occasione per ribadire il suo disgusto nei confronti delle nuove tendenze della Chiesa: "Nella lussuria ti sei fatta meretrice sfacciata, tu sei peggio che bestia, tu sei mostro abominevole". Tuttavia, sebbene si fosse inimicato il papa, Savonarola riscosse molto successo tra i fiorentini. Tuttavia la città si spacca in tre fazioni: i suoi seguaci, chiamati Piagnoni perchè si dice piangessero ad ogni suo sermone, sostenevano con lui l’idea di penitenza come unica via di salvezza e il suo esser contrario ad ogni forma di lusso e sfarzo di costumi; i Palleschi, che invece vogliono i Medici al potere; gli Arrabbiati, contro i Medici e contro Savonarola, sostenitori del papa e del potere antifrancese. Savonarola è un profeta e in più occasioni si fa portavoce di visioni future, come quando preannuncia ai fiorentini la morte di Lorenzo de’ Medici e, senza saperlo, anche la propria fine, con queste parole: “Andranno gli empi al santuario, con le scure e col fuoco le porte spezzeranno e abbruceranno, e piglieranno gli uomini giusti e nel luogo principale della città li abbruceranno; e quello che non consumerà il fuoco e non porterà via il vento, gitteranno nell’acqua”. Quando nel 1492 morì Lorenzo il Magnifico, a Firenze scoppiò una rivolta e i Medici vennero cacciati dalla città.
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La Repubblica di Firenze
Abbattuto il potere dei Medici si instaurò una vera Repubblica controllata e guidata dal frate domenicano (già a capo della rivolta). Egli governò dal 1494 al 1498 e, come abbiamo accennato, era sostenuto da un vasto schieramento di persone. Tentò così di portare avanti delle riforme coraggiose, poichè egli vuole che Firenze sia una città guida sul fronte politico e religioso: “E tu, popolo di Firenze incomincerai in questo modo la riforma di tutta Italia, espanderai le tue ali nel mondo, per portarvi la riforma di tutti i popoli. Rammenterai che il Signore ha dato segni evidenti che esso vuol rinnovare ogni cosa e che tu sei il popolo eletto a cominciare questa grande impresa, purché tu segua i comandi di Lui che ti chiama”. Delle sue riforme, la prima perseguiva l’idea di Savonarola di dare a Firenze delle leggi simili a quelle di Venezia, ma più democratiche, creando un consiglio maggiore a cui potessero partecipare tutte le famiglie fiorentine; la seconda era quella di assegnare ai cittadini una tassa proporzionale ai possedimenti (questa fu un’idea rivoluzionaria, ma contribuì a screditare Savonarola tra i ricchi, anche tra quelli che l’avevano inizialmente sostenuto). Un altro elemento che ricadde contro Savonarola stesso fu il suo fanatismo religioso: nelle sue prediche infatti, come visto, egli si scagliava spesso contro il papa perché non si occupava di problemi spirituali, ma di questioni politiche, economiche e militari. In questo modo però si tirò addosso la scomunica. Il fanatismo di Savonarola sfociò in proibizioni cittadine veramente assurde come il divieto di ridere per strada, di portare gioielli, di vestire elegantemente, di girare da sole o di mostrare scollature per le donne. Sul lungo periodo, il regime di Savonarola iniziò a traballare e nel 1498 Savonarola fu condannato a morte e venne restaurata la repubblica con le istituzioni dei Medici.
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La condanna a morte sul rogo
Definite "perniciosa dottrina, con scandalo e iattura delle anime semplici", le dottrine di Savonarola gli costarono una scomunica da parte di Alessandro VI. Il pontefice affidò al popolo di Firenze il compito di catturarlo. Preso insieme ai confratelli Domenico e Silvestro, egli venne processato, giudicato colpevole e condannato a morte. Impiccato e poi arso sul rogo in Piazza della Signoria a Firenze il 23 maggio, le sue ceneri furono poi disperse nell’Arno da Ponte Vecchio per evitare che di lui i suoi seguaci raccogliessero reliquie. Ancora oggi, nella piazza più importante della città, una targa ricorda l’evento. Queste le parole: “Qui dove con i suoi confratelli fra Domenico Buonvicini e fra Silvestro Maruffi, il XXIII maggio del MCCCCXCVIII per iniqua sentenza fu impiccato ed arso fra Girolamo Savonarola, dopo quattro secoli fu collocata questa memoria”.
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Domande da interrogazione
- Chi era Girolamo Savonarola e quale ruolo ha avuto a Firenze?
- Quali furono le principali riforme proposte da Savonarola durante il suo governo a Firenze?
- Come reagì la Chiesa alle dottrine di Savonarola?
- Quali furono le conseguenze della condanna di Savonarola?
- Qual è l'eredità di Savonarola a Firenze oggi?
Girolamo Savonarola era un frate domenicano nato a Ferrara nel 1452, noto per la sua critica alla corruzione della Chiesa e per aver guidato la Repubblica di Firenze dal 1494 al 1498, promuovendo riforme politiche e religiose.
Savonarola propose la creazione di un consiglio maggiore democratico e una tassa proporzionale ai possedimenti, ma il suo fanatismo religioso e le proibizioni assurde contribuirono a screditarlo.
La Chiesa, sotto il pontificato di Alessandro VI, scomunicò Savonarola definendo le sue dottrine "perniciosa dottrina" e affidò al popolo di Firenze il compito di catturarlo.
Savonarola fu impiccato e arso sul rogo in Piazza della Signoria a Firenze il 23 maggio 1498, e le sue ceneri furono disperse nell'Arno per evitare la raccolta di reliquie da parte dei suoi seguaci.
Ancora oggi, una targa in Piazza della Signoria ricorda l'esecuzione di Savonarola, commemorando l'evento e il suo impatto storico sulla città.