Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Gerolamo Savonarola, inizialmente destinato alla carriera medica, si unì ai domenicani nel 1774, abbandonando inaspettatamente la sua casa a Ferrara.
  • Savonarola iniziò a predicare a Firenze nel 1483, ma incontrò resistenza a causa del suo stile severo, in contrasto con l'atmosfera festosa dei Medici.
  • Nonostante l'invito di Lorenzo il Magnifico, Savonarola mantenne le distanze dai potenti, predicando una rigida moralità e avvertendo di calamità future.
  • Affrontò forti opposizioni, tra cui il Papa Alessandro VI, rifiutando persino il cardinalato e criticando apertamente il clero e il Pontefice.
  • Nel 1498, dopo essere stato scomunicato, Savonarola fu processato, condannato e giustiziato a Firenze, lasciando un'eredità controversa e divisiva.

Indice

  1. La scelta di Savonarola
  2. Il ritorno a Firenze
  3. Conflitti con il papato
  4. La caduta di Savonarola

La scelta di Savonarola

Gerolamo Savonarola era destinato a diventare medico come il nonno che seguiva la salute degli Estensi, i signori di Ferrara. Invece, nel 1774, a ventidue anni, inspiegabilmente, egli scompare improvvisamente da casa per spostarsi a Bologna e diventare frate domenicano. A ventotto anni, ricompare a Ferrara, sua città natale, per espletare l’incarico di maestro dei novizi domenicani della città. Successivamente, lo ritroviamo a Firenze con lo stesso compito e nel 1483 comincia a predicare nella chiesa di San Lorenzo. Fu un totale fallimento perché i Fiorentini preferivano riempire la chiesa di Santo Spirito dove predicava fra Mariano da Gennazzano che sapeva incantare il pubblico con la sua bella voce e con le sue finezze da letterato e soprattutto era allineato alla politica di Lorenzo il Magnifico. Invece il Savonarola, con i suoi sermoni, aggrediva gli spettatori annunciando disgrazie causate dal peccato, scontrandosi così col mondo fatto invece di allegria, ricchezza e festosità voluto dai Medici.

Il ritorno a Firenze

Nel 1486, Savonarola lascia Firenze per andare a predicare in varie città italiane in cui l’accoglienza è migliore. Quattro anni più tardi, ritorna a Firenze per desiderio di Lorenzo il Magnifico al quale era stato raccomandato da Pico della Mirandola. Tuttavia il monaco mantiene le distanze e si presentò al signore di Firenze solo quando lo seppe in punto di morte e soltanto per invitarlo a ripristinare le libertà fiorentine. In questo modo, egli rendeva evidenti quali fossero le sue idee politiche: una severa moralità nella gestione della cosa pubblica e delle faccende private; in caso contrario, il monaco annunciava che sarebbero successe cose orribili. Le sventure non mancarono ad arrivare, come la discesa in Italia del re di Francia, Carlo VIII che contribuì a far cadere la signoria dei Medici. Liberatasi dalla dominazione francese e tornata ai governi elettivi, Firenze si divise in due fazioni: i Palleschi, ricchi nostalgici dei Medici e ostili a Savonarola e i Piagnoni, fedeli sostenitori del frate. Esistevano anche gli Arrabbiati o Compagnacci che parteggiavano per la vecchia oligarchia.

Conflitti con il papato

I nemici del Savonarola trovarono appoggio anche a Roma, soprattutto nel papa Alessandro VI e nei Borgia. Gli Arrabbiati e gli anti Savonarola avevano gli stessi interessi di potere e fecero in modo che il Papa invitasse il monaco a Roma per ascoltare le sue prediche, ma in realtà lo volevano allontanare da Firenze. Invece, Savonarola non lasciò Firenze, temendo che si trattasse di una trappola per ucciderlo. L’anno successivo, mentre Piero de’ Medici si preparava a marciare su Firenze per riprendere il potere, dal Papa arrivo l’ordine a Savonarola di trasferirsi a Bologna. L’ordine si seppe poi che era falso. Comunque il frate rispose respingendo le accuse di insegnare cose contrarie alla Chiesa. Il Papa rispose, annullando il trasferimento, ma proibendogli di continuare a predicare. Tuttavia, il governo fiorentino riuscì a strappare ad Alessandro VI un permesso orale di riprendere le predicazioni, ma questo non impedì a Savonarola di lanciare i suoi attacchi contro il clero e contro il Pontefice stesso. Quest’ultimo arrivò a offrirgli il cardinalato, ma il monaco rifiutò sdegnosamente. Da allora in poi, le prove di forza si susseguirono. Innanzitutto, fuse la congregazione di San Marco con quella dei Domenicani senza che nessuno avesse il coraggio di rimuoverlo dal suo posto. Riprese a predicare l’Avvento e la Quaresima e nello stesso tempo promosse il rogo delle vanità. Si trattava di roghi di oggetti di lusso e che ricordavano in qualche modo le opere d’arte d’ispirazione pagana; addirittura, alcuni giovani passavano di casa in casa per requisire tali beni e distruggerli. Questa mossa dette un primo colpo alla popolarità di Savonarola.

La caduta di Savonarola

Nel 1497, durante una predica in occasione dell’Ascensione, gli Arrabbiati lo interruppero con l’intento di catturarlo e ucciderlo. Si salvò, ma poco tempo dopo fu colpito dalla scomunica. Il frate scrisse al Papa chiedendogli l’assoluzione, che però gli fu negata. Tenne l’ultima vera predica il 18 marzo del 1498; in essa sosteneva la necessità di un Concilio che provvedesse a una riforma urgente della Chiesa. Per Alessandro VI un Concilio voleva dire destituzione e Savonarola scrisse anche delle lettere in merito a tutti i sovrani d’Europa che però preferì non spedire e le bruciò. Molti erano coloro da cui era mal visto: per il Papa, il Savonarola rimaneva uno scomunicato, per gli Arrabbiati e i Palleschi era un disturbatore da liquidare e per molti aristocratici un rimprovero continuo. Tutte queste forze insieme costruirono i mezzi per ucciderlo; fu processato, torturato e condannato a morte. Fu impiccato e il suo corpo dato alle fiamme, in Piazza della Signoria, a Firenze, insieme ad altri due monaci seguaci.

Domande da interrogazione

  1. Qual era il destino iniziale di Gerolamo Savonarola prima di diventare frate domenicano?
  2. Gerolamo Savonarola era destinato a diventare medico come il nonno, che si occupava della salute degli Estensi, i signori di Ferrara.

  3. Perché le prime prediche di Savonarola a Firenze furono un fallimento?
  4. Le prime prediche di Savonarola a Firenze furono un fallimento perché i Fiorentini preferivano fra Mariano da Gennazzano, che incantava il pubblico con la sua bella voce e le sue finezze da letterato, ed era allineato alla politica di Lorenzo il Magnifico.

  5. Quali furono le conseguenze della discesa in Italia del re di Francia, Carlo VIII, per Firenze?
  6. La discesa in Italia del re di Francia, Carlo VIII, contribuì a far cadere la signoria dei Medici e portò Firenze a dividersi in due fazioni: i Palleschi, nostalgici dei Medici, e i Piagnoni, sostenitori di Savonarola.

  7. Come reagì Savonarola all'offerta del cardinalato da parte di Papa Alessandro VI?
  8. Savonarola rifiutò sdegnosamente l'offerta del cardinalato da parte di Papa Alessandro VI.

  9. Quali furono le circostanze che portarono alla morte di Savonarola?
  10. Savonarola fu processato, torturato e condannato a morte a causa delle pressioni congiunte del Papa, degli Arrabbiati, dei Palleschi e di molti aristocratici che lo consideravano un disturbatore. Fu impiccato e il suo corpo dato alle fiamme in Piazza della Signoria a Firenze.

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