Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • La calata di Carlo VIII in Italia porta al crollo della signoria medicea a Firenze e all'inizio di un'esperienza repubblicana con sfumature religiose e riformatrici.
  • Piero de' Medici fallisce nel mantenere il sistema instaurato dai suoi predecessori, causando divisioni interne e opposizione da parte delle potenti famiglie fiorentine.
  • Gerolamo Savonarola emerge come figura influente, predicando una radicale riforma della Chiesa e della società, guadagnando il supporto di diverse classi sociali.
  • La proposta di Savonarola di un "Consiglio maggiore" democratico si scontra con difficoltà tecniche ed elettorali, complicando ulteriormente la situazione politica fiorentina.
  • La credibilità di Savonarola viene infine minata da profezie non avverate e dalla sua scomunica, portando al suo arresto e esecuzione, mentre Firenze rimane politicamente instabile fino al ritorno dei Medici.

Indice

  1. La caduta dei Medici
  2. Savonarola e la riforma
  3. La complessità politica fiorentina
  4. La fine di Savonarola

La caduta dei Medici

La conseguenza immediata e più eclatante della calata in Italia di Carlo VIII in Italia è il crollo della signoria medicea a Firenze e l’ inizio di un’esperienza repubblicana, con delle sfaccettature religiose e riformatrici.

Dopo la morte di Lorenzo il Magnifico, Piero de’ Medici non vuole e forse nemmeno è capace di mantenere un sistema che era stato abilmente instaurato e mantenuto dai suoi predecessori. Egli dichiara apertamente di voler concentrare su se stesso la conduzione di tutti gli affari dello Stato. In questo modo, provoca una grave frattura all’interno del gruppo dirigente per cui vedendosi emarginante, le tre più potenti famiglie fiorentine, Soderini, Capponi e Rucellai, passano all’opposizione che si fa ancora più decisa quando Firenze comincia ad abbandonare la tradizionale politica filofrancese.

Il fallimento della politica estera di Piero de’ Medici offre l’occasione della ribellione, che non ha un carattere popolare, bensì di carattere aristocratico.

Savonarola e la riforma

In quegli anni, a Firenze stanno prendendo campo le predicazioni di Gerolamo Savonarola che, nello sviluppo delle vicende avranno una certa importanza, se non proprio determinante. Il Savonarola, di formazione domenicana, predicava la necessità di una riforma radicale della Chiesa e di una società nuova, dato che quella contemporanea gli appariva dissacrata e corrotta. A partire dal 1490, le sue prediche, acquisendo un tono profetico, diventano più incisive, a tal punto da far breccia non solo nelle classi sociali inferiori, ma anche nell’élite e nella classe politica.

Quando sale sul trono pontificio Alessandro VI Borgia, a seguito di modalità elettiva scandalosa, Savonarola gode già di un notevole prestigio e ha già attaccato più volte il regime mediceo; Lorenzo Magnifico l’aveva ignorato e tollerato, ma ora negli anni 1493/1494 il contesto storico non è lo stesso e i sermoni del Savonarola hanno una maggiore rilevanza, dato che le varie profezie sul castigo divino sembrano acquisire un carattere più concreto. In quegli anni, la situazione è la seguente: il re di Francia Luigi XII appare come il braccio della Provvidenza divina, pronta a colpire la Chiesa, moralmente degenerata; la curia papale è corrotta, il papa Alessandro VI è un simoniaco. Inoltre Piero de’Medici si sta avviando verso l’istaurazione di una tirannia, con un colpo di stato.

Tuttavia, senza l’intervento dell’aristocrazia, la cacciata dei Medici non avrebbe potuto aver luogo: essa contava di riportare Firenze alla situazione precedente. All’inizio, questa operazione sembra andare in porto con una certa facilità nella direzione di una restaurazione oligarchica (scioglimento dei consigli dei Medici il 2 dicembre), ma è a questo punto che interviene Savonarola. In una predica, egli sostiene la necessità di una riforma più radicale che prenda ad esempio la costituzione veneziana. Si tratta di creare un “Consiglio maggiore” su base largamente democratica (non ereditaria) e formato da cittadini di almeno 30 anni, i cui antenati, nel passato, abbiano già ricoperto importanti incarichi nella repubblica. Accanto a questo consigli ne sarebbe stato creato un altro: il Consiglio degli Ottanta (chi non era in regola con le tasse non avrebbe potuto partecipare alle sedute). La proposta sembrò trovare anche l’appoggio della classe conservatrice formata dalle famiglie fiorentine più in vista, anche di quelle che avevano tentato la restaurazione oligarchica del 2 dicembre.

La complessità politica fiorentina

L’esperimento di Savonarola, però, si rivela troppo complesso nel funzionamento e a questi inconvenienti tecnici si aggiungono le difficoltà derivate dal sistema elettorale. Inoltre la situazione si viene a complicare per la presenza di tre fazioni:

1) gli arrabbiati o fautori del regime oligarchico,

2) i bigi che sostenevano il ritorno di Piero de’ Medici

3) i frateschi, fautori del regime popolare il cui ideale ispiratore era Savonarola.

La congiuntura politica si complica ancora di più a causa della persistenza dei seguaci di Savonarola a mantenere l’alleanza con la Francia, a causa degli oneri finanziari che comporta la guerra contro Pisa, la necessità di imporre nuove tasse, la cui approvazione è impossibile a causa dell’opposizione in seno al Consiglio maggiore. Da parte sua, Savonarola continua con i suoi violenti attacchi contro il potere ecclesiastico, invocando la convocazione di un concilio moralizzatore dei costumi. Alessandro VI lo convoca a Roma affinché il frate renda conto delle profezie che pronuncia. Egli declina l’invito e come risposta il papa gli proibisce di predicare. Qualche tempo dopo, su intervento della Signoria, al frate viene tolto il divieto di predicare ed è allora che i suoi discorsi diventano di una virulenza apocalittica. Fra l’altro, prevede che Carlo VIII sarà calato di nuovo in Italia per riformare la Chiesa. Tuttavia ciò non avverrà, anzi, Carlo VIII conclude una tregua con la Spagna. Pertanto la posizione di Savonarola comincia a vacillare: Carlo VIII non aveva intenzione di intervenire e Firenze non avrebbe avuto nessun aiuto, rimando così politicamente isolata. All’interno di Firenze, la situazione stava diventando pericolosa: Piero de’ Medici pensava ad un colpo di stato con il consenso del papa di Venezia e di Ludovico il Moro. Gli stessi ambienti popolari dimostrarono risentimento quando i frateschi, senza rispettare le procedure, ordinarono l’esecuzione dei complici del tentativo di colpo di stato.

La fine di Savonarola

Nel 1497, Savonarola fu scomunicato e questa volta il prestigio del frate fu minato alla base: le profezie non si avveravano e c’era il rischio che Firenze fosse colpita da un interdetto papale. Savonarola decise di farsi sottoporre alla prova del fuoco; preso in parola, all’ultimo momento decise di farsi sostituire da un confratello, il quale avrebbe voluto attraversare il fuoco con il Santissimo Sacramento: questo decisione minò ancora una volta la sua credibilità. Arrestato, processato e sottoposto alla tortura, fu riconosciuto eretico e scismatico. Fi impiccato e il suo corpo bruciato nel 1498. Poiché la situazione politica di Firenze non era ancora tale da permettere il ritorno dei Medici, fu deciso di affidare il governo della città a Pier Soderini , una persona abbastanza moderata che avrebbe potuto conciliare le parti e far sopravvivere la Repubblica. Quest’ultima repubblica durerà fino al 1512, quando, con l’aiuto di papa Giulio II, i Medici potettero rientrare a Firenze, nella persona di Giovanni ,[poi papa col nome di Leone X], non dopo aver sconfitto i Francesi. Essa durerà, almeno de jure, fino al 1532, anche se di fatto governata dalle famiglie economicamente più influenti.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stata la conseguenza immediata della calata di Carlo VIII in Italia per Firenze?
  2. La conseguenza immediata è stata il crollo della signoria medicea a Firenze e l'inizio di un'esperienza repubblicana con sfaccettature religiose e riformatrici.

  3. Quali furono le cause del fallimento della politica estera di Piero de’ Medici?
  4. Il fallimento fu dovuto alla sua incapacità di mantenere il sistema politico dei suoi predecessori e alla sua decisione di concentrare il potere su se stesso, provocando una frattura nel gruppo dirigente e l'opposizione delle famiglie Soderini, Capponi e Rucellai.

  5. Quale ruolo ha avuto Gerolamo Savonarola nella politica fiorentina di quel periodo?
  6. Savonarola, con le sue predicazioni, ha influenzato la politica fiorentina promuovendo una riforma radicale della Chiesa e della società, guadagnando il supporto sia delle classi inferiori che dell'élite.

  7. Come si è evoluta la situazione politica a Firenze dopo la cacciata dei Medici?
  8. Dopo la cacciata dei Medici, si tentò una restaurazione oligarchica, ma Savonarola intervenne proponendo una riforma più democratica con la creazione di un "Consiglio maggiore" e un "Consiglio degli Ottanta", sebbene l'esperimento si rivelò complesso e divisivo.

  9. Quali furono le conseguenze della scomunica di Savonarola?
  10. La scomunica minò il prestigio di Savonarola, le sue profezie non si avverarono, e Firenze rischiava un interdetto papale. Dopo il fallimento della prova del fuoco, fu arrestato, processato, e giustiziato, portando alla nomina di Pier Soderini come governatore moderato della città.

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