Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Le origini della Russia risalgono al IX secolo, quando i Normanni vareghi, dalla Scandinavia, stabilirono il loro dominio sugli Slavi nel bacino del fiume Dnepr.
  • I Vareghi svilupparono un'economia di scambio, favorita dalla posizione geografica tra l'Impero Bizantino e il califfato di Bagdad, commerciando in miele, pellicce e schiavi.
  • La società russa iniziale era dominata da un'aristocrazia commerciale, con un'economia di scambio piuttosto che agricola, differenziandosi così dall'aristocrazia fondiaria dell'Impero Carolingio.
  • Nell'XI secolo, l'invasione dei Peceneghi interruppe i contatti commerciali della Russia con i mercati esterni, portando al declino delle città e alla predominanza dell'economia agricola.
  • Il centro dello stato russo si spostò da Kiev a Mosca, parallelo al trasferimento del centro dell'Impero Carolingio verso il bacino del Reno, con un'evoluzione verso un'aristocrazia fondiaria.

Indice

  1. L'origine dei Normanni vareghi
  2. Economia e commercio dei Vareghi
  3. Declino e invasione dei Peceneghi

L'origine dei Normanni vareghi

Nel corso del IX secolo, alcune bande di Normanni vareghi, originari della Scandinavia, stabilirono il loro dominio sugli Slavi, del bacino del fiume Dnepr. Le popolazioni vinte chiamarono i dominatori “russi”. L’origine del termine è piuttosto controversa. Forse gli Slavi indicavano con la parola “Rus” i Vareghi scandinavi; questa ipotesi è giustificata dal fatto che i Finlandesi chiamavano gli Scandinavi “Ruotsi”. Questi ultimi, per sopravvivere in mezzo ai popoli sottomessi, costruirono delle opere murarie fortificate, chiamate gorods e in esse si istallarono intorno ai loro principi e alle immagini delle loro divinità. Nella lingua russa “gorod” (= город) significa “città”. In pratica si trattava di campi trincerati e le più antiche città russe derivano il proprio nome proprio da questo tipo di aggregazione urbana. La più importante si trovava a Kiev, il cui principe aveva la preminenza su tutti gli altri. La loro sussistenza era garantita dai tributi versati dalle popolazioni indigene.

Economia e commercio dei Vareghi

Ben presto, però, cominciarono a praticare un’economia di scambio, favorita dalla collocazione geografica del territorio occupato. Infatti, la Russia meridionale confinava con due civiltà nettamente superiori: l’Impero Bizantino e il califfato di Bagdad. Mercanti arabi e bizantini frequentavano già le regioni slave quando i Vareghi ne presero possesso e questi ultimi, molto energici e intraprendenti, furono ben felici di seguire la strada dei commercianti già presenti in zona. D’altra parte, il paese che essi occupavano metteva a loro disposizione dei prodotti particolarmente adatti al traffico commerciale con degli Imperi, così ricchi e raffinati. Le grandi foreste fornivano abbondante miele, un alimento molto prezioso dato che lo zucchero era ancora sconosciuto. Esse fornivano anche pregiate pellicce, molto richieste anche nelle regioni meridionali per l’arredamento e per rendere più lussuosi i vestiti.

Era anche molto facile procurarsi degli schiavi. In questo modo, mentre l’Impero Carolingio si trovava isolato dopo la chiusura del Mediterraneo, la Russia meridionale dei Vareghi era sollecitata ad indirizzare i suoi prodotti verso due mercati molto importanti. Occorre anche aggiungere che, per la loro religione pagana, i Vareghi non avevano alcun ostacolo nel commerciare con i musulmani, problema che, invece, esisteva presso i Cristiani d’Occidente. Non appartenendo né alla fede di Cristo, né a quella di Maometto, i Vareghi chiedevano soltanto di arricchirsi, commerciando sia con gli uni che con gli altri. L’archeologia ci ha fatto scoprire un ingente quantità di monete arabe e bizantine disseminate in tutta la Russia; infatti, le vie commerciali vareghe partivano da Kiev, seguivano verso Sud il corso del fiume Dneper, verso l’est quello del Volga e verso nord la Duna per arrivare fino al golfo di Botnia. Come documentazione del traffico commerciale, oltre ai dati forniti dagli scavi archeologici abbiamo gli scritti dell’imperatore bizantino Costantino Porfirogeneto del X secolo, che ci fanno capire i rapporti culturali e commerciali privilegiati delle popolazioni russe con Bisanzio. Come si vede, all’origine della società russa c’è stato il commercio e non l’agricoltura, come spesso avviene e questo è successo perché, fin dall’inizio, i Russi anziché trovarsi come gli abitanti dell’Europa occidentale, isolati dal mondo esteriore, sono stati spinti ad aprirsi verso l’esterno e obbligati ad avere contatti con i vicini. Da questa considerazione si possono far derivare le differenze dello stato sociale dei Russi con quello dell’Impero Carolingio, in cui prevaleva l’aristocrazia fondiaria, i servi legati alla gleba, una popolazione campagnola ed una semplice economia di consumo. Fra i Russi, invece, prevaleva un’aristocrazia commerciale, la presenza di schiavi intesi come strumenti di lavoro, una popolazione concentrata nelle città ed un’economia di scambio ed un’attività commerciale regolare e permanente.

Declino e invasione dei Peceneghi

Una così felice situazione non durò, però, a lungo. Nell’XI secolo, le rive del Mar Caspio e del Mar Nero furono invase dai Peceneghi. Tale invasione produsse sui Russi le stesse conseguenze che ebbe l’invasione degli Arabi per l’Europa occidentale. Come gli Arabi tagliarono ogni forma di comunicazione della Gallia con l’Oriente e gli Arabi così Peceneghi impedirono alla Russia ogni contatto con i suoi mercati esterni. Con la scomparsa del transito le città si spopolarono e la popolazione si trovò nella necessità di trovare in loco i mezzi per sopravvivere, il che comportò che l’economia agricola sostituisse quella commerciale. Le regioni del sud, rovinate dai barbari, decaddero a favore di quelle del nord per Kiev decadde come era caduta Marsiglia; inoltre, il centro dello stato russo si sposto a nord, a Mosca, così come il centro dello Stato carolingio si spostò verso il bacino del Reno ad Aquisgrana. Il parallelismo si può concludere con la formazione, in entrambi i paesi, di un’aristocrazia fondiaria e di un’economia curtense che, impossibilita a vendere e a esportare, riduceva la produzione ai bisogni del proprietario e a quelli dei contadini. Tuttavia, bisogna precisare che questo parallelismo non è avvenuto nello stesso momento. Infatti, la Russia viveva di commercio quando nell’Impero carolingio si aveva l’economia curtense mentre quest’ultima subentrò in Russia quando ormai l’Europa occidentale aveva trovato altri sbocchi.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine del termine "Rus"?
  2. L'origine del termine "Rus" è controversa, ma si ipotizza che gli Slavi chiamassero i Vareghi scandinavi "Rus", simile al termine "Ruotsi" usato dai Finlandesi per indicare gli Scandinavi.

  3. Qual era il ruolo delle città fortificate chiamate "gorods" nella società russa?
  4. I "gorods" erano opere murarie fortificate costruite dai Vareghi per sopravvivere tra le popolazioni sottomesse, e rappresentavano i primi insediamenti urbani russi, con Kiev come città principale.

  5. Come si sviluppò l'economia dei Vareghi in Russia?
  6. L'economia dei Vareghi si sviluppò attraverso il commercio, favorito dalla posizione geografica e dai contatti con l'Impero Bizantino e il califfato di Bagdad, piuttosto che dall'agricoltura.

  7. Quali furono le conseguenze dell'invasione dei Peceneghi per la Russia?
  8. L'invasione dei Peceneghi interruppe i contatti commerciali della Russia con l'esterno, portando al declino delle città e alla transizione verso un'economia agricola.

  9. In che modo la società russa differiva da quella dell'Impero Carolingio?
  10. La società russa era caratterizzata da un'aristocrazia commerciale e un'economia di scambio, mentre l'Impero Carolingio aveva un'aristocrazia fondiaria e un'economia curtense.

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