Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • L'Esarcato nasce nel VI secolo come risultato della necessità di riorganizzare le province sotto l'imperatore Flavio Maurizio Tiberio, centralizzando potere militare e amministrativo.
  • La figura dell'esarca unisce competenze militari e civili, con il titolo di "patrizio", governando territori come Ravenna, capitale dell'Esarcato d'Italia.
  • L'Esarcato d'Italia comprende vari ducati, ma subisce riduzioni territoriali a causa delle pressioni longobarde e delle riorganizzazioni imperiali.
  • Nel 751, l'Esarcato d'Italia cade sotto il controllo longobardo, mentre la Pentapoli e altri territori vengono ceduti alla Chiesa, formando le basi dello Stato della Chiesa.
  • L'Esarcato d'Africa resiste fino alla conquista araba del 709, mentre il termine "Esarcato" continua ad avere rilevanza nel contesto delle Chiese orientali.

Nel biennio 553 - 554 d.C., l’imperatore Giustiniano riconquistò l’Africa e l’Italia e questo indusse la necessità di riorganizzare l’amministrazione delle province.

Indice

  1. Rimodellamento territoriale
  2. Nascita dell'esarca
  3. Esarcato d'Italia e Longobardi
  4. Sicilia e territori bizantini
  5. Ducati e autonomia
  6. Pentapoli e Decapoli
  7. Fine dell'Esarcato e Stato della Chiesa
  8. Esarcato d'Africa e uso moderno

Rimodellamento territoriale

Con l’imperatore Flavio Maurizio Tiberio, salito al trono di Costantinopoli nel 582, ebbe luogo un processo di rimodellamento territoriale delle istituzioni, reso improcrastinabile dal fatto che ormai larga parte dell’Italia era passata nelle mani dei Longobardi.

Nascita dell'esarca

Questa ristrutturazione fu fatta in direzione “militare” per cui ai due magistri militum che guidavano l’esercito in Africa e in Italia furono affidate anche le competenze del “praefectus praetorio”. In tal modo il potere centrale e quello militare venivano accentrati nelle mani di una stessa persona con l’obiettivo di porre fine ai conflitti fra le due autorità che avevano caratterizzato l’Impero fino ad allora. La figura istituzionale che risultò dalla fusione dei due ruoli, prese il nome di esarca con il diritto, piuttosto aulico, di “patrizio”. Il titolo deriva dal greco ἐξ-, particella intensiva, e ἀρχός, capo, e indicava un amministratore di grado superiore. Il termine non era nuovo perché nell’antica Sparta esso indicava il capo degli efori cioè dell’antica magistratura collegiale. Il territorio affidato all’amministrazione di un esarca prese il nome di “esarcato”. In una lettera del 584 di Papa Pelagio, si fa riferimento per la prima volta ad un esarca a Ravenna che potrebbe identificarsi con un certo patrizio romano, di nome Decio. Invece, nel 591, in una lettera di Papa Gregorio I viene citato un esarca a Cartagine, anche se alcuni critici storici hanno sollevato dei dubbi sul fatto che in Africa esistesse un esarcato.

Esarcato d'Italia e Longobardi

L’esarcato d’Italia aveva come capitale Ravenna perché si trovata al centro della Ròmania, cioè della terra dei Romani, in contrapposizione alla Longobardia, intesa come terra dei Longobardi. Esso comprendeva tutta una serie di ducati fra cui Napoli, Nepi, Roma, Perugia, Rimini, Ferrara e Ancona.

Sicilia e territori bizantini

Verso il 700, con l’imperatore Eraclio I, la Sicilia costituì una circoscrizione a sé, cioè un “thema” indipendente dall’Esarcato. Dopo circa 50 anni, furono annessi alla Sicilia ciò che restava dei possedimenti bizantini nell’Italia meridionale, cioè Gaeta, Napoli, la Calabria e la Terra d’Otranto. Questa aggregazione fu causata dalla pressione militare esercitata dai ducati longobardi di Spoleto e di Benevento e dalla costituzione del patrimonio di S. Pietro, cioè delle proprietà fondiarie del Papa con annesso il potere temporale. Più tardi la Calabria venne eretta a ducato indipendente poiché il territorio calabro, in coincidenza con le conquiste del longobardo di Romualdo I di Benevento si trovò accerchiato e isolato.

Ducati e autonomia

Nel corso del VII secolo le isole della laguna veneziana costituirono un ducato con capitale Eracliana, dopo la distruzione totale della città di Oderzo ad opera dei Longobardi. Nel periodo 710 – 730, durante la questione dell’iconoclastia, una gran parte dell’Italia bizantina si orientò verso forme di autonomia dall’Impero e procedettero alla nomina di duchi locali. Da ricordare nel 740, nel momento della prima occupazione longobarda di Ravenna, l’Esarca si rifugiò nella laguna di Venezia e da lì riorganizzò la conquista della città. Nel 751, l’Esarcato era ormai praticamente ridotto al solo territorio di Ravenna e con facilità cadde sotto il dominio Longobardo.

Pentapoli e Decapoli

Accanto all’Esarcato esisteva anche la Pentapoli, costituita da cinque città marittime, cioè Rimini, Pesaro, Senigallia, Fano e Ancona a cui dobbiamo aggiungere la Pentapoli annonaria o montana, situata lungo il corridoio bizantino che collegava Ravenna a Roma. A volte gli studiosi parlano di doppia Pentapoli o di Decapoli. Comunque anche questi territori furono conquistati dai Longobardi. La presenza bizantina in Italia era così ormai ridotta al ducato veneto e al tema di Sicilia.

Fine dell'Esarcato e Stato della Chiesa

Il re longobardo Liutbrando stipulò un accordo con il Papa con cui egli accettava di cedergli una buona parte dei territori conquistarti, ma il suo successore, Astolfo, riprese la tradizionale politica espansionistica. Il Papa Stefano II chiamo allora in soccorso i Franchi di Pipino il Breve. Giunto in Italia, egli sconfisse Astolfo e nel 756 tutti i territori dell’Esarcato, della Pentapoli e del Ducato romano, invece di essere restituiti a Bisanzio, furono dati alla Chiesa, venendo così a costituire le basi del futuro Stato della Chiesa.

Esarcato d'Africa e uso moderno

L’Esarcato d’Africa continuò ad esistere fino alla conquista araba del 709. Il termine Esarcato è ancora oggi utilizzato in ambito religioso, all’interno delle Chiese orientali. Esso indica determinate circoscrizioni come la giurisdizione ecclesiastica di Alessandria, Antiochia, Efeso e Neocesarea come stabilito dal concilio ecumenico del 381. Il termine indica anche dei raggruppamenti di monasteri bizantini, retti dallo stesso esarca.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine e il significato del termine "esarca"?
  2. Il termine "esarca" deriva dal greco ἐξ- (particella intensiva) e ἀρχός (capo), indicando un amministratore di grado superiore. Era usato nell'antica Sparta per il capo degli efori.

  3. Quali furono le principali città e territori inclusi nell'Esarcato d'Italia?
  4. L'Esarcato d'Italia comprendeva ducati come Napoli, Nepi, Roma, Perugia, Rimini, Ferrara e Ancona, con capitale Ravenna.

  5. Come si è evoluto l'Esarcato d'Italia nel tempo?
  6. L'Esarcato d'Italia si ridusse progressivamente, con la Sicilia diventata un "thema" indipendente e la Calabria un ducato. Alla fine, fu conquistato dai Longobardi nel 751.

  7. Qual è stato il destino dell'Esarcato d'Africa?
  8. L'Esarcato d'Africa continuò ad esistere fino alla conquista araba del 709.

  9. In che modo il termine "Esarcato" è utilizzato oggi?
  10. Oggi, il termine "Esarcato" è usato in ambito religioso nelle Chiese orientali per indicare circoscrizioni ecclesiastiche e raggruppamenti di monasteri bizantini.

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