Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • L'Italia post-Mille vide un cambiamento dal sistema feudale verso organizzazioni comunali, con città come Genova, Pisa, Amalfi e Venezia in prima linea grazie al commercio e innovazioni tecnologiche.
  • L'incremento demografico e il superamento dell'autoconsumo portarono all'emergere del mercante e alla crescita delle città come centri economici e artigianali.
  • Le città italiane del periodo, come Firenze e Milano, ampliarono i loro confini costruendo nuove cinte murarie per rispondere al boom demografico e territoriale.
  • L'evoluzione dei Comuni attraversò tre fasi chiave: consolare, del podestà, e del "Popolo", ciascuna con proprie strutture di governo e dinamiche sociali.
  • La locuzione "fare masserizia" rifletteva la mentalità del tempo, implicando una gestione oculata e parsimoniosa dei beni, tipica della classe sociale dominante.

Indice

  1. Introduzione
  2. Fattori che contribuirono alla nascita dei Comuni - Incremento demografico, espansione territoriale e commerciale
  3. Nuove cinte murarie
  4. I nuovi ordinamenti
  5. Prima fase: fase consolare
  6. Seconda fase: fase del podestà
  7. Terza fase: fase del “Popolo”
  8. La locuzione “fare masserizia”
  9. Conclusione

Introduzione

Dopo il Mille, l’aspetto feudale della società subisce delle profonde trasformazioni che sfoceranno nell’organizzazione di tipo comunale.
Per quanto riguarda l’Italia, essa troverà il massimo sviluppo nel XII e XIII secolo. Bisogna però ricordare che già prima in Italia, alcune città, favorite dalla loro particolare ubicazione geografica, si erano dedicate al commercio e alle attività marinare; esse avevano avviato un processo di qualificazione artigianale e un forte sviluppo tecnologico, elaborando anche politicamente degli ordinamenti del tutto nuovi rispetto al tradizionale sistema feudale. Si tratta soprattutto di quattro città marinare: Genova, Pisa, Amalfi e Venezia.

Fattori che contribuirono alla nascita dei Comuni - Incremento demografico, espansione territoriale e commerciale

Dopo il Mille si ebbe un rilevante incremento demografico che portò alla ricerca di nuove zone da coltivare e quindi ad un’imponente opera di dissodamento e di colonizzazione, come la creazione di canali e di interventi di bonifica, che cambiò il paesaggio agrario, soprattutto nella valle del Po.
Il progressivo superamento delle forme economiche chiuse legate all’autoconsumo, e l’affermarsi di esigenze e bisogni nuovi favorì la comparso di una figura nuova: il mercante.
Questi aspetti amplificarono il ruolo della città, che diventò sempre più sede di scambi, di attività artigianali e di nuove iniziative economiche.

Nuove cinte murarie

Inoltre, il processo di urbanizzazione comportò necessità di allargare i confini fisici della città. Per questo, si cominciarono a costruire delle nuove cinte murarie con una circonferenza sempre più ampia, come fu il caso di Firenze, Milano o Genova. Verso la metà del XIII secolo questo nuovo spazio si rivelò di nuovo insufficiente e molti centri abitati dovettero di nuovo provvedere alla costruzione di una seconda cerchia murata.

I nuovi ordinamenti

Il Comune porto anche dei nuovi ordinamenti che rispondevano alla nuova realtà sociale. Da un lato, avevamo il processo di urbanizzazione che vedeva affluire in città non solo i servi della gleba, che così si affrancavano dai pesanti obblighi feudali, ma anche i proprietari terrieri, attirati dalle attività commerciali e manufatturiere e che costruivano le loro dimore in città. Dall’altro avevamo la conquista della campagna o contado da parte della città; gli abitanti della città acquistavano sempre più terreni su cui edificavano delle residenze di campagna lussuose. Questa, di fatto si trasformava in una vera e propria conquista di territori da parte del Comune che, in questo modo, espandeva la propria giurisdizione e quindi anche il suo potere.
Per quanto riguarda le strutture del governo, dobbiamo distinguere alcune fasi.

Prima fase: fase consolare

La prima fase è quella consolare, in cui la carica più importante è quella dei Consoli, il cui numero varia da città in città. Essi vengono eletti dall’arengo, cioè da un gruppo dominante di cittadini, di estrazione feudale-aristocratica.

Seconda fase: fase del podestà

La seconda fase è quella del podestà: i mercanti e gli artigiani con tendenze imprenditoriali (a quel tempo si chiamavano “popolo”, ma oggi si parlerebbe di “borghesia”) imponevano un magistrato esterno al Comune per impedire che si venissero a creare degli accordi sotto banco fra consoli e gruppo locale predominante. Alla fine del XII, questa classe sociale, detta “popolo”, crea le Arti o corporazioni; esse riuniscono coloro che esercitano una determinata professione o attività commerciale (come oggi esistono l’ordine degli avvocati, l’ordine degli ingegneri, ecc..). All’inizio, le Arti nascono come associazioni private con lo scopo di difendere una certa professionalità. Ma col tempo diventano un organismo che ha lo scopo di assicurare il predominio politico della classe media.

Terza fase: fase del “Popolo”

Nasce quindi la terza fase: fase del Comune del Popolo che a Firenze si instaura verso la metà del XIII secolo. In base ai nuovi regolamenti, solo chi era iscritto ad una corporazione o Arte poteva partecipare attivamente alla vita politica e quindi ricoprire cariche all’interno del governo del Comune. Di conseguenza, si viene ad avere un governo gestito dai ceti più attivi dal punto di vista produttivo, con grandi disponibilità finanziarie e che, poco alla volta, riesce ad emarginare i certi inferiori e il vecchio ceto (o magnati), spesso di origine aristocratico-feudale.
In sintesi, si può dire che la tradizionale società trinitaria (sacerdoti, guerrieri e lavoratori) sparisce e viene sostituita da una, sempre più mutevole e dinamica. All’interno dello stesso Comune si possono avere delle alleanze e un forte policentrismo per cui si potrebbe parlare di città-stato, almeno dal punto di vista politico.

La locuzione “fare masserizia”

Un’espressione molto in uso durante il periodo comunale è “far masserizia”; per “masserizia”, oggi indichiamo tutti gli oggetti che ci servono nella vita quotidiana; sostanzialmente, dal Trecento in poi, il significato era lo stesso. Tuttavia, gli scrittori del Trecento e del Quattrocento utilizzano la locuzione con significato di “risparmiare, spendere, con parsimonia, amministrare i propri bene in modo parsimonioso e a volte sta ad indicare anche una cupidigia eccessiva. In ogni caso, l’espressione sta ad indicare la mentalità della classe sociale predominante del tempo.

Conclusione

Di fronte a quella grande e articolata trasformazione, esistono coloro che, come Dante, guardando con nostalgia al passato e lancia le proprie invettiva contri chi proviene dal contado ed è riuscito a realizzare guadagni in poco tempo. Tuttavia, la maggioranza del cittadini vive con orgoglio questa trasformazione e si impegnano ad abbellire le città, costruendo cattedrali e palazzi comunali. Di questo atteggiamento molto diffuso nel Comune, si danno una testimonianza molto dettagliata i cronisti del tempo.

Domande da interrogazione

  1. Quali fattori hanno contribuito alla nascita dei Comuni in Italia?
  2. L'incremento demografico, l'espansione territoriale e commerciale, e il superamento delle forme economiche chiuse hanno favorito la nascita dei Comuni, con un ruolo crescente delle città come centri di scambio e attività artigianali.

  3. Quali sono le fasi principali dell'evoluzione dei Comuni?
  4. Le fasi principali sono la fase consolare, la fase del podestà e la fase del "Popolo", ognuna caratterizzata da diversi ordinamenti e strutture di governo.

  5. Come si è evoluto il concetto di "masserizia" nel periodo comunale?
  6. "Masserizia" indicava la gestione parsimoniosa dei beni, con un'accezione di risparmio e amministrazione oculata, riflettendo la mentalità della classe sociale predominante.

  7. Quali cambiamenti urbanistici hanno accompagnato l'espansione dei Comuni?
  8. L'urbanizzazione ha portato alla costruzione di nuove cinte murarie per ampliare i confini delle città, come avvenuto a Firenze, Milano e Genova, per rispondere alla crescita demografica e territoriale.

  9. Come reagiva la società del tempo alle trasformazioni comunali?
  10. Mentre alcuni, come Dante, guardavano con nostalgia al passato, la maggioranza dei cittadini viveva con orgoglio le trasformazioni, impegnandosi nell'abbellimento delle città con cattedrali e palazzi comunali.

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