Concetti Chiave
- Nel Trecento, Firenze è segnata da un conflitto tra il Popolo Grasso, ricca borghesia al potere, e il Popolo Minuto, artigiani e lavoratori oppressi.
- Il Popolo Grasso utilizza l'ammonizione per escludere il Popolo Minuto dal governo, mentre la crisi economica e la peste accentuano le difficoltà del proletariato.
- Il fallimento di istituti bancari e la concorrenza estera aggravano la situazione economica, portando a tensioni sociali e scioperi, come quello dei tintori del 1345.
- Nel 1378, il Tumulto dei Ciompi vede i proletari della lana ribellarsi, ottenendo temporaneamente il potere con Michele di Lando come gonfaloniere.
- Nonostante iniziali successi, le richieste crescenti dei Ciompi portano al loro isolamento e sconfitta nel 1382, con Michele di Lando in esilio.
Indice
Conflitto sociale a Firenze
Nel Trecento, Firenze attraversa un momento difficile. Perché si assiste ad uno scontro violento fra i ceti inferiori ed il Popolo Grasso, che ormai detengono il governo della città attraverso l’organizzazione delle Arti Maggiori.
Popolo Grasso e Parte Guelfa
Il Popolo Grasso è costituito dalla ricca borghesia che si occupa della vendita dei tessuti e dai banchieri.
Appartengono al Popolo Grasso il Gonfaloniere e i Priori, incarichi istituzionali molto importanti. Inoltre esso può contare sull’appoggio della Parte Guelfa che ha diritto di comminare l’ammonizione, cioè l’interdizione dai pubblici uffici di coloro il cui comportamento è nocivo agli interessi di partito. In questo modo, per mezzo dell’ammonizione, poco a poco il Popolo Grasso riesce ad eliminare i propri nemici fino ad escludere dal governo il Popolo Minuto, cioè la piccola borghesia degli artigiani delle Arti Minori e i lavoratori a giornata che corrispondono ai moderni proletari.Proletariato e crisi economica
Il proletariato operario vive in condizioni veramente miserevoli; privato del diritto di sciopero e falciato dalla peste del 1348, più di ogni altro ceto, il proletario risente delle conseguenze della politica estera fiorentina e della crisi economica. Infatti i salariati sono i primi a scontare la disoccupazione o pagare le conseguenze in caso di guerra e della diminuzione della produzione. Esso è privato di ogni diritto sia a livello politico che religioso.
Insurrezioni e fallimenti bancari
Il conflitto di classe fra Popolo Grasso e Popolo Minuti non tarda a farsi sentire soprattutto a seguito degli insuccessi militari della guerra contro Pisa e Lucca. Il Popolo Grasso cerca di rimediare alla situazione ricorrendo ad una dinastia franco-angioina nella persona di Gualtiero di Brienne, duca di Atene, ma l’espediente si rivela disastroso e il duca di Atene viene cacciato da una rivolta popolare. Nel frattempo falliscono i due grandi istituti bancari di proprietà dei Peruzzi e dei Bardi e che trascinano il crollo di tante altre imprese. Esasperato ed affamato il proletariato insorge nel 1345 con lo sciopero dei tintori, sotto la guida di Ciuto Brandini. Lo sciopero viene stroncato violentemente e Ciuto Brandini impiccato. La reazione borghese ha il sopravvento su queste agitazioni ma le difficoltà economiche non diminuiscono soprattutto a causa della concorrenza fiamminga sue mercati francesi e del protezionismo che si sta facendo strada all’interno di alcune monarchie nazionali con conseguente sviluppo di interessi dei ceti borghesi francesi ed inglesi.
Guerra e resistenza a Firenze
Nel 1375, Firenze si trova a combattere una nuova guerra contro i mercenari del cardinale Roberto da Ginevra che diventerà antipapa papa con il nome di Clemente VII. Pertanto si rendono necessarie nuove tasse a cui si aggiunge un interdetto lanciato dal papa contro Firenze per cui i debitori sono autorizzati a sospendere i pagamenti nei confronti dei loro creditori fiorentini e i sovrani sequestrare le merci dei commercianti di Firenze che si trovano sul loro territorio. La resistenza al papa, Gregorio IX, è affidata alla magistratura degli Otto della guerra; si arriverà ad una mediazione grazie all’intervento di Santa Caterina da Siena.
Tumulto dei Ciompi
Nel 1378, la massa insorge con il Tumulto dei Ciompi, cioè dei proletari addetti alla cardatura della lana, su cui pesano ancor più le conseguenze della guerra contro il papa, I rivoltosi, guidati da Michele di Lando impongono la soppressione della Parte Guelfa, la creazione di nuove Arti e l’abolizione delle misure repressive nei confronti delle classi lavoratrici. Il proletario arriva quindi al potere perché Michele di Lando viene nominato gonfaloniere e insieme a lui gli otto Priori sono scelti all’interno delle vecchie e nuove Arti. Tuttavia questo governo del popolo non ha lunga durata in quanto i ciompi continuano a chiedere sempre nuove concessioni, fra cui l’annullamento dei debiti dei salariati contratti con i propri datori di lavoro, mentre, da parte sua, Michele di Lando si lascia trascinare dalle parte degli avversari dei Ciompi. Rimasti soli, i Ciompi vengono sconfitti e Michele di Lando costretto ad andare in esilio. La rivolta termina definitivamente nel 1382.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali del conflitto tra il Popolo Grasso e il Popolo Minuto a Firenze nel Trecento?
- Chi era Gualtiero di Brienne e quale fu il suo ruolo a Firenze?
- Quali furono le conseguenze economiche della guerra contro Pisa e Lucca per Firenze?
- Cosa fu il Tumulto dei Ciompi e quali furono le sue richieste principali?
- Quale fu l'esito finale del governo dei Ciompi e di Michele di Lando?
Il conflitto fu causato dalla disparità economica e politica, con il Popolo Grasso che deteneva il potere e il Popolo Minuto che viveva in condizioni miserevoli, esacerbate da crisi economiche e insuccessi militari.
Gualtiero di Brienne, duca di Atene, fu chiamato dal Popolo Grasso per risolvere la crisi, ma il suo governo si rivelò disastroso e fu cacciato da una rivolta popolare.
La guerra portò a difficoltà economiche, fallimenti bancari e aumento delle tasse, aggravando la situazione del proletariato e contribuendo al malcontento sociale.
Il Tumulto dei Ciompi fu una rivolta dei lavoratori della lana nel 1378, che chiedevano la soppressione della Parte Guelfa, la creazione di nuove Arti e l'abolizione delle misure repressive.
Il governo dei Ciompi durò poco, poiché le continue richieste di concessioni portarono alla loro sconfitta e all'esilio di Michele di Lando nel 1382.