Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • I flagellanti rappresentano un movimento di penitenza diffuso tra il Trecento e il Quattrocento in Toscana, coinvolgendo diversi ceti sociali in un'esortazione al rinnovamento spirituale.
  • Il convento di Santo Spirito, guidato dagli agostiniani, divenne un centro attivo di spiritualità e cultura a Firenze, influenzando personalità come Boccaccio e l'umanista Coluccio Salutati.
  • Fra Luigi Marsili, teologo e umanista agostiniano, trasformò la sua cella in un ritrovo culturale, sostenendo la partecipazione attiva nella vita politica e spirituale fiorentina.
  • I domenicani di Santa Maria Novella, con figure come Giovanni Domenici, si opposero all'eccessivo interesse per gli studi classici, promuovendo un'arte utile alla fede e alla morale.
  • Giovanni Domenici, sebbene amante della solitudine monastica, fu attivamente impegnato in battaglie contro gli eretici e influenzò artisti come Beato Angelico a usare l'arte come strumento di bene.

Indice

  1. Il fervore religioso fiorentino
  2. L'influenza dei conventi
  3. L'opera dei domenicani

Il fervore religioso fiorentino

Tra il Trecento e il Quattrocento lo spirito religioso dei Fiorentini è scosso dai pellegrinaggi dei flagellanti che ogni giorni si tiene per le strade della Toscana. Lunghe file di uomini e di donne, di chierici e di laici, con in dosso degli abito che richiamano il saio dei monaci, camminano recitando il Salmo della penitenza e flagellandosi. Ogni ceto sociale era presente nelle file dei “Bianchi”, cioè i flagellanti vestiti di bianco, dai nobili, ai mercanti e agli artigiani, uniti nell’aspirazione verso una vita umile e pura. Il loro è un monito contro le contraddizioni interne della Chiesa, centro della spiritualità, ma anche degli interessi mondani; in sintesi, una trasformazione dell’animo. L’invocazione ricorrente del coro dei flagellanti era una “nuova veste e abito”, cioè un’esortazione al rinnovamento interiore.

L'influenza dei conventi

Oltre che dall’esempio dei santi, la vita religiosa del popolo fiorentino era ispirata da quello dei frati; i conventi diventavano sempre più dei centri molto attivi di spiritualità. Già nel secolo XIII, il convento di Santa Croce era centro della vita religiosa; nella seconda metà del Trecento la funzione di guida era invece esercitata dagli agostiniani di Santo Spirito. Il Boccaccio frequentava questo convento per parlare dei suoi studi e per aprire la sua anima al frate Martino da Signa. Alla sua morte, lo scrittore lascerà eredi di tutti i suoi libri questa comunità monastica. La generazione successiva avrà come guida fra’ Luigi Marsili, morto nel 1394. Luigi Marsili era un teologo e un umanista: viveva intensamente i problemi politici di Firenze e quelli della Chiesa e della sua cella nel convento di Santo Spirito, fece un ritrovo culturale per gli appassionati di studi classici. Fra coloro che si raccoglievano intorno al frate c’era anche l’umanista Coluccio Salutati, anch’egli attivo partecipa alla vita cittadina.

L'opera dei domenicani

Fra il Trecento e il Quattrocento, all’opera formativa dei francescani e degli agostiniani si affiancano i domenicani con la loro più antica fondazione monastica: il convento di Santa Maria Novella. Fra i monaci domenicani, dobbiamo ricordare Giovanni Domini, impegnato nella controversa contro gli eretici e prese posizione contro l’eccessivo se non esagerato interesse per gli studi classici ci che considerava pericolosi per la fede e per la morale. Per lui, lo studio degli scrittori classici era utile soltanto per scoprire i loro errori e carcare di evitarli. Egli fu anche padre spirituale di Beato Angelico. Che fu spinto dal frate a fare dell’arte uno forte strumento per fare il bene. Il Domenici, con le sue prediche che un contemporaneo definì “furibonde”, è un esempio di religioso che pur amando do la solitudine del chiostro, non ritrasse mai dall’impegno di una battaglia terrena. Questo è l’ambiente religioso che accoglierà il Concilio di Firenze (1438-1439), indetto da papa Martino V e che vide l’unione fra la Chiesa Romana e quella d’Oriente.

Domande da interrogazione

  1. Chi erano i flagellanti e qual era il loro scopo?
  2. I flagellanti erano gruppi di uomini e donne, sia chierici che laici, che percorrevano le strade della Toscana tra il Trecento e il Quattrocento, recitando il Salmo della penitenza e flagellandosi. Il loro scopo era esortare al rinnovamento interiore e criticare le contraddizioni della Chiesa.

  3. Qual era il ruolo del convento di Santo Spirito nel Trecento?
  4. Nel Trecento, il convento di Santo Spirito, guidato dagli agostiniani, divenne un centro attivo di spiritualità e cultura a Firenze. Era frequentato da intellettuali come Boccaccio e Coluccio Salutati, e fu un luogo di ritrovo per gli appassionati di studi classici.

  5. Qual era la posizione di Giovanni Domenici riguardo agli studi classici?
  6. Giovanni Domenici, un monaco domenicano, era critico verso l'eccessivo interesse per gli studi classici, considerandoli pericolosi per la fede e la morale. Credeva che lo studio dei classici fosse utile solo per scoprire i loro errori e cercare di evitarli.

  7. Quale evento importante accolse l'ambiente religioso fiorentino nel Quattrocento?
  8. L'ambiente religioso fiorentino nel Quattrocento accolse il Concilio di Firenze (1438-1439), indetto da papa Martino V, che vide l'unione tra la Chiesa Romana e quella d'Oriente.

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