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Concetti Chiave

  • I beduini, abitanti dei deserti arabi, sono noti per il loro stile di vita nomade, basato sull'allevamento e il commercio, con un forte senso di appartenenza al clan e un codice d'onore che include il coraggio e l'ospitalità.
  • Maometto, nato a La Mecca, iniziò la sua predicazione nel 610, fondando l'Islam, una religione monoteista incentrata su Allah, che prometteva ricompense nell'aldilà ai suoi seguaci, soprattutto ai più poveri.
  • L'espansione dell'Islam, avvenuta sotto i primi califfi, portò alla conquista di vaste regioni, inclusi Siria, Persia ed Egitto, grazie alla strategia del jihād, la guerra santa.
  • Il periodo degli Omayyadi e degli Abbasidi vide la diffusione della cultura araba, con Baghdad come centro culturale e politico, mentre i dissidi tra sciiti e sunniti portarono a divisioni politiche e religiose.
  • Gli arabi svolsero un ruolo cruciale nella mediazione culturale tra Occidente e Oriente, introducendo innovazioni come il sistema numerico posizionale e influenzando la cultura europea attraverso il "rinascimento arabo".

Indice

  1. I beduini e la loro vita
  2. Il Corano e l'Islam
  3. La divisione tra sciiti e sunniti
  4. L'Arabia e la sua geografia
  5. I regni dell'Arabia meridionale
  6. La vita delle tribù nomadi
  7. La religione e i santuari arabi
  8. La nascita di Maometto e la sua predicazione
  9. La sfida del monoteismo di Maometto
  10. L'espansione dell'Islam e i califfi
  11. La guerra santa e l'espansione araba
  12. La resistenza bizantina e il fuoco greco
  13. La crisi religiosa e l'iconoclastia
  14. L'età d'oro dell'impero bizantino
  15. Il califfato omayyade e la sua caduta
  16. La frammentazione del califfato abbaside
  17. Il rinascimento arabo e la cultura
  18. L'influenza araba in Sicilia e Spagna

I beduini e la loro vita

Beduini: abitanti dei deserti dell'Arabia e del Medio Oriente.

Sono allevatori di pecore e di dromedari, dediti al commercio e alle razzie.

Il Corano e l'Islam

Corano: libro sacro dell'Islam ispirato da Allah a Maometto, è stato trascritto in arabo dai suoi seguaci.

Ègira (622 d.C.): fuga di Maometto a Medina per l'ostilità degli abitanti de La Mecca legati ai culti politeisti.

Islam: "abbandono" o "sottomissione" ad Allah.

Califfo: "successore" del profeta con un'autorità non religiosa.

Musulmano: colui che si abbandona completamente a Dio.

Gihàd: significa "sforzo sul cammino di Dio". L'espansione dell'Islam e l'influenza culturale araba nel Mediterraneo articoloEsso include anche la guerra santa contro gli infedeli.

La divisione tra sciiti e sunniti

Sciiti: gruppo risultante da un divisione dei musulmani. Sono coloro che sostenevano che il legittimo sovrano dei musulmani doveva appartenere alla stirpe di Ali e Maometto.

Sunniti: sono in maggioranza e riconoscono il valore della tradizione successiva a Maometto.

Tutte le religioni monoteiste sono basate su degli dèi rivelati e hanno in comune i libri sacri.

Erodono è stato il primo storiografo greco che viaggiava e scriveva tutto ciò che vedeva e perciò è grazie a lui che sappiamo tutto ciò.

L'Arabia e la sua geografia

L'Arabia è costituita da un vasto altipiano arido e desertico, con ampie zone steppose dove è possibile praticare la pastorizia; le oasi e le fasce costiere sono le poche terre fertili presenti.

I regni dell'Arabia meridionale

Nell'Arabia meridionale le favorevoli condizioni climatiche assicurate dai monsoni (venti che portano piogge abbondanti e regolari) favorirono il formarsi di alcuni regni. Questa venne chiamata Arabia felix (felice, fortunata). Venne chiamata così per la presenza di pietre preziose, oro, mirra e incenso, che poteva essere estratto solo da piante coltivabili in quella regione. Per questo la penisola araba si trovò al centro di una fitta rete di commerci che coinvolgeva l'Asia Minore, l'Africa e l'India.

Un regno molto importante fu quello di Saba. A ridosso della "mezzaluna fertile" si formarono alcuni piccoli regni:

1. il regno dei nabatei, con capitale Petra, che fu assorbito dall'impero romano per opera di Traiano

2. il regno di Palmira, che fu sottomesso dall'imperatore romano Aureliano.

La vita delle tribù nomadi

Nelle zone desertiche vivevano tribù nomadi di beduini. Dove le condizioni ambientali erano migliori si erano stanziati invece agricoltori, artigiani e commercianti.

La presenza del deserto ha segnato alcuni tratti del comportamento della popolazione nomade. Essi hanno:

1. un forte senso di appartenenza al loro clan

2. un grande coraggio

3. un forte attaccamento alla libertà

4. l'abitudine alla razzia

5. il senso dell'ospitalità, perché per chi vive nel deserto il trovare rifugio ed ospitalità significa spesso la salvezza

La donna partecipava alla vita comunitaria in una posizione molto simile all'uomo perché le condizioni di vita erano dure.

Vi era perciò una tribù, a capo della quale veniva eletto uno sceicco (sayyid), che aveva poteri limitati (non poteva emanare leggi). In tempo di guerra esso veniva sostituito da un comandante militare (rais).

Se un membro della tribù commetteva un crimine, la responsabilità veniva condivisa dall'intera tribù.

La religione e i santuari arabi

Ogni tribù aveva i propri dèi ed erano venerati sotto forma di pietre, alberi o corpi celesti. I santuari delle varie divinità erano custoditi in recinti sacri posti all'interno dei piccoli centri che sorgevano nel deserto. Il più importante di questi santuari sorgeva al centro della città sacra de La Mecca.

Annualmente gli arabi si recavano in pellegrinaggio nella città sacra, sospendendo ogni conflitto; nello stesso recinto sacro si trovava anche la Kaàba, ossia un edificio di forma cubica che custodiva la "pietra nera" (probabilmente un meteorite) e si diceva fosse caduta sulla terra per volontà divina e che, originariamente bianca, fosse diventata nera a causa dei peccati degli uomini.

Gli arabi si recavano a La Mecca anche per motivi commerciali ed economici, perché ogni primavera si organizzavano fiere e mercati.

Qui Maometto iniziò a predicare una nuova religione.

La nascita di Maometto e la sua predicazione

Maometto nacque a La Mecca nel 570. Suo padre Abdallàh era un mercante in condizioni economiche modeste, che morì prima della nascita del figlio. La madre Amina morì poco dopo il marito e Maometto si trovò orfano a 6 anni. A 25 anni sposò Cadigia, ricca vedova amministratrice de La Mecca.

In Arabia, in quanto crocevia di popoli e di commerci, convivevano varie forme di paganesimo, cristianesimo e giudaismo, che vennero accolti nella religione di Maometto.

La carriera profetica di Maometto iniziò nel 610 quando, a 40 anni, decise di ritirarsi sul monte Hirà, dove ebbe delle visioni e sentì delle voci. Fu qui che maturò la sua religione monoteista, incentrata sul culto di Allah di cui egli si proclamò il profeta. Le sue visioni vennero poi raccolte in un libro, che divenne il libro sacro degli arabi: il Corano.

Iniziò così la predicazione di Maometto, che inizialmente incontrò molte ostilità.

Questa nuova religione trovò seguaci tra i più poveri perché prometteva nell'aldilà tutto ciò che nella vita terrena gli era stato privato.

La sfida del monoteismo di Maometto

La religione di Maometto costituiva una sfida alla società araba: il monoteismo condanna il culto degli idoli contenuti dei santuari e minacciava l'economia che c'era intorno ad essi. Così, nel 622, Maometto fu costretto a stabilirsi a Medina (ègira).

A Medina la predicazione di Maometto ottenne buoni risultati; venne riconosciuto come capo religioso e militare e iniziò una vera e propria guerra di imboscate e razzie ai suoi nemici de La Mecca.

Nel 630 Maometto tornò a La Mecca che era ormai convertita all'Islam e gli idoli furono abbattuti.

I suoi seguaci raggiunsero l'Arabia centrale, lo Yemen e l'impero bizantino, ma la morte era ormai vicinissima e Maometto morì l'8 Giugno 632 tra le braccia di Aisha, la prediletta tra le sue mogli.

Il nucleo dell'Islamismo è la concezione rigidamente monoteista della divinità: esiste un solo Dio, creatore e padrone dell'universo, onnisciente, al quale l'uomo deve sottomettersi.

Il vero credente è tenuto ad alcuni obblighi:

1. la preghiera 5 volte al giorno

2. il pellegrinaggio a La Mecca

3. la difesa dell'Islam

4. la solidarietà verso i confratelli

5. il mese di digiuno e di penitenza (ramadàn)

Sono invece vietati:

1. l'usura

2. l'adulterio

3. l'idolatria

4. deve astenersi da alcuni cibi considerati impuri (carne di maiale)

5. deve astenersi dal vino

Per i credenti alla fine vi sarà un paradiso di beatitudini, mentre agli infedeli è destinato l'inferno eterno.

L'espansione dell'Islam e i califfi

Quando Maometto morì, la penisola arabica era unificata in una sola confederazione di tribù: bisognava rafforzare l'unità dei popoli impedendo che la rivalità fra le tribù avesse nuovamente il sopravvento.

Il problema che subito si pose fu la successione; ogni componente principale della società aveva una strategia e dei candidati propri. Da un lato vi era l'aristocrazia de La Mecca che voleva fare prevalere il principio della trasmissione per via ereditaria e il successore sarebbe stato suo genero Ali; dall'altro lato vi erano i compagni di Maometto, che proponevano per l'elezione del successore. Prevalse quest'ultima soluzione e per circa 30 anni si succedettero 4 califfi: Bakr, Omar, Othman e Ali.

I califfi attuarono una politica espansionistica che portò gli arabi a conquistare Siria, Persia ed Egitto. Riuscirono inoltre ad abbattere l'impero sasanidi e a sottrarre a quello bizantino gran parte dei territori.

La guerra santa e l'espansione araba

Alla base dell'ideologia politica Islamica c'era il concetto di guerra santa, gihàd, per la quale la comunità doveva impegnarsi a trasformare in territorio Islamico tutte le zone occupate dagli infedeli. La religione Islamica inoltre assicurava a tutti i combattenti caduti per la fede il paradiso.

La resistenza all'Islam non fu particolarmente tenace per la debolezza degli imperi in quel periodo.

La repressione era riservata a coloro che avevo posto una vera resistenza e non si erano piegati alla conquista; chi invece accettava di convertirsi acquistava tutti i diritti civili; mentre chi voleva conservare la propria fede era sottoposto ad un maggior carico fiscale.

Vennero fondate molte nuove città e all'interno di esse gli ulema dovevano controllare che le norme del Corano venissero rispettate, i cadì esercitavano la giustizia e si occupavano dei rapporti sociali e delle regole del commercio e della successione e gli emiri che governavano le città in presenza dei califfi.

La condizione femminile regredì: l'autorità del marito era totale.

Dopo aver battuto l'impero persiano, gli arabi s'impadronirono di buona parte del territorio bizantino: Siria, Palestina, Egitto, Cipro, Rodi, Cartagine, Africa bizantina.

Successivamente un luogotenente berbero, Tariq, sbarcò presso una rocca che da allora prese il suo nome: Gibilterra, da Giabal Tariq.

Nell'VIII secolo gli arabi arrivano anche in Europa e furono espulsi 8 secoli dopo.

La resistenza bizantina e il fuoco greco

Il sistema difensivo bizantino, fondato sulla mobilitazione militare dei contadini, resse a questa dura prova: la popolazione bizantina cercava di contrattaccare quando poteva e rimediava ai danni subiti riadattando le fortificazioni e ricostruendo le case. Furono scavate città sotterranee dove gli abitanti si rifugiavano riuscendo a sfuggire alla cattura.

Gli arabi volevano però impadronirsi di Costantinopoli: caduta la capitale, il resto dell'impero avrebbe dovuto sottomettersi. La città resistette.

50 anni dopo la morte di Maometto, una grande squadra navale araba si presentò davanti alle mura di Costantinopoli, che fu assediata dalla terra e dal mare. L'assedio durò 4 anni e la città continuò a resistere. la flotta araba venne distrutta davanti alla città grazie all'uso di una nuova arma, il fuoco greco, una specie di esplosivo che veniva scagliato da grande distanza sulle navi nemiche, incendiandole.

L'impero bizantino era ormai ridotto all'Asia Minore, a una parte dei Balcani e ad alcune regioni della penisola italiana: Bisanzio aveva anche perso il controllo delle rotte che attraversavano il Mediterraneo.

La crisi religiosa e l'iconoclastia

Vi fu inoltre una grave crisi religiosa: quando l'imperatore Leone III proibì il culto delle immagini sacre e ne ordinò la distruzione, diede vita ad una loto iconoclastica. Il suo atteggiamento era dovuto a motivi politici: i monaci che custodivano le icone avevano grande influenza sulle masse e potevano costituire una minaccia per il potere centrale.

I sostenitori dell'iconoclastia vennero poi definitivamente sconfitti.

L'età d'oro dell'impero bizantino

Poco dopo salì al trono Basilio I e con lui ebbe inizio la dinastia macedone, che assicurò un lungo periodo di stabilità politica. Si aprì così "l'età d'oro" dell'impero bizantino, durante il quale si aprì una grande fase di espansione territoriale.

Niceforo Foca riuscì a strappare agli arabi Creta e venne proclamato imperatore. Conduce una campagna militare riconquistando Antiochia.

Dopo la sua morte, rimasto vittima di una congiura da parte della moglie, l'impero bizantino visse il momento del suo massimo splendore con Basilio II, detto Bulgaroctono ("sterminatore dei bulgari") il quale abbattè il regno bulgaro che si era formato nei Balcani e riportò i confini dell'impero sul Danubio.

Il califfato omayyade e la sua caduta

Il periodo dei primi califfi fu caratterizzato dall'espansione dell'Islam.

Il califfato passò alla famiglia degli Omayyadi, che governò l'Islam per poco meno di un secolo. Il califfato cessò così di essere elettivo e divenne dinastico. Durante il califfato omayyade si conquistò Tunisia, Marocco, Spagna, Kabul e Samarcanda. Essi mantennero comunque uno stato organizzato e la capitale fu trasferita a Damasco, in Siria.

Il califfato omayyade non fu riconosciuto da tutto i musulmani: i seguaci dell'antico califfo Ali (sciiti) sostenevano che il legittimo sovrano dei musulmani doveva appartenere alla stirpe di Maometto e di Ali.

I fedeli al califfato omayyade venivano definiti sunniti.

La frammentazione del califfato abbaside

Nel 750 ci fu una rivolta capeggiata dalla famiglia degli Abbasidi che abbatterono il potere degli Omayyadi. Sotto gli Abbasidi la nuova capitale divenne Baghdad e qui iniziò la frammentazione del mondo Islamico: si resero infatti indipendenti Marocco, Tunisia, Egitto e numerose province asiatiche.

Questo favorì l'infiltrazione dei turchi. Nel X secolo il califfato abbaside entrò in crisi a causa dei conflitti religiosi tra sciiti e sunniti.

La rivolta abbaside ebbe delle conseguenze per l'occidente europeo. Un esponente della dinastia degli Omayyadi si insediò a Cordova con il titolo di amir ("emiro", comandante) e trasformò l'emirato in uno stato indipendente. Il califfato di Cordova si impose saldamente ed era formato da un esercito composto di elementi berberi e di un'amministrazione capace di esercitare un controllo su tutto il territorio.

Il rinascimento arabo e la cultura

Gli arabi svolsero un importante ruolo di mediazione culturale tra l'Europa occidentale e le civiltà orientali; si impegnarono in un'opera di approfondimento di ciò che avevano appreso dai popoli con cui erano venuti a contatto nel corso della loro espansione.

Questo movimento culturale prende il nome di "rinascimento arabo".

Vennero compiute numerose traduzioni in lingua araba e nel campo della filosofia emerse Averroè. In Europa venne introdotto il sistema numerico posizionale e l'uso dello zero: in questo campo gli arabi furono debitori agli indiani.

I geografi arabi approfondirono carte nautiche e furono impiegati numerosi strumenti di precisione come ad esempio l'astrolabio, per determinare l'altezza del sole, e la sfera armillare, formato da anelli che rappresentano i circoli della volta celeste.

La miniatura si diffuse presso le corti principesche, la calligrafia si rivelò lo strumento privilegiato per la diffusione della volontà di Allah, attraverso la copiatura del Corano.

L'influenza araba in Sicilia e Spagna

Arancio, albicocco, carciofo, limone e spezie vennero diffusi in Europa dagli arabi e introdussero anche la lavorazione della carta.

In Sicilia e Spagna i valori arabi si fusero con quelli dei popoli conquistati dando vita ad una nuova cultura. La Sicilia risorse dalla decadenza e si rinnovò nella cultura e nell'economia; vennero frazionati i latifondi, migliorati i sistemi di irrigazione e introdotte nuove colture. Palermo divenne il centro del Mediterraneo.

A Cordova, in Spagna, venne costruita una grande moschea e presenta esternamente l'aspetto di una roccaforte, mentre internamente offre decorazioni, cortili, piscine e giardini.

Con l'Islam un nuovo mondo entra nel bacino del Mediterraneo; l'unità mediterranea è rotta.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del termine "Islam" e quali sono i suoi principi fondamentali?
  2. Islam significa "abbandono" o "sottomissione" ad Allah. I principi fondamentali includono la preghiera cinque volte al giorno, il pellegrinaggio a La Mecca, la difesa dell'Islam, la solidarietà verso i confratelli e il digiuno durante il mese di Ramadan.

  3. Chi erano i Beduini e quale ruolo avevano nella società araba?
  4. I Beduini erano abitanti nomadi dei deserti dell'Arabia e del Medio Oriente, noti per essere allevatori di pecore e dromedari, dediti al commercio e alle razzie. Avevano un forte senso di appartenenza al clan, coraggio, attaccamento alla libertà e ospitalità.

  5. Quali furono le conseguenze della morte di Maometto per la comunità islamica?
  6. Dopo la morte di Maometto, la penisola arabica era unificata, ma si pose il problema della successione. Si formarono divisioni tra chi sosteneva la trasmissione ereditaria del potere e chi preferiva l'elezione del successore, portando alla successione di quattro califfi e all'espansione dell'Islam.

  7. Come si sviluppò il califfato sotto la dinastia degli Omayyadi e quali furono le sue conquiste principali?
  8. Sotto gli Omayyadi, il califfato divenne dinastico e si espanse conquistando Tunisia, Marocco, Spagna, Kabul e Samarcanda. La capitale fu trasferita a Damasco, ma il califfato non fu riconosciuto da tutti i musulmani, portando a divisioni tra sunniti e sciiti.

  9. Quale fu il contributo degli arabi alla cultura e alla scienza durante il "rinascimento arabo"?
  10. Gli arabi svolsero un ruolo di mediazione culturale tra l'Europa occidentale e le civiltà orientali, traducendo numerose opere in arabo. Introdussero il sistema numerico posizionale e l'uso dello zero, approfondirono le carte nautiche e svilupparono strumenti come l'astrolabio.

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