Concetti Chiave
- I successori di Maometto trasformarono l'Arabia in un immenso impero, centralizzando il potere e marginalizzando l'Arabia stessa, pur mantenendo la Mecca e Medina come centri sacri dell'Islam.
- Sotto i primi califfi, vennero sottomesse tutte le tribù arabe, anche quelle più resistenti, che furono costrette ad abbandonare il politeismo e a pagare tributi.
- Gli Arabi sfruttarono la loro abilità nel deserto e l'entusiasmo religioso per lanciare attacchi contro le potenze vicine, quali l'impero bizantino e quello persiano sasanide.
- Le battaglie contro i bizantini portarono a conquiste rapide, con la caduta di Siria, Palestina, Egitto e Cipro, grazie anche alla collaborazione delle popolazioni locali oppresse dal dominio bizantino.
- Il crollo dell'impero sasanide fu completo, con l'occupazione dell'Iraq e dell'Iran, incorporando le loro tradizioni culturali nell'impero arabo-islamico, pur mantenendo l'indipendenza culturale persiana.
Indice
L'espansione dell'impero arabo
I successori di Maometto non erano più soltanto i capi di un turbolento insieme di clan arabi convertiti alla nuova religione. Il califfo governava un immenso impero, nato da grandi conquiste. Al suo interno l’Arabia vera e propria divenne marginale, anche se le città sante della Mecca e di Medina – dove si trova la tomba di Maometto – rimasero i centri più sacri dell’islam.
Sotto i primi califfi fu completata la sottomissione di tutte le tribù dell’Arabia, fino ai lontani Yemen e Oman, costringendo anche le più recalcitranti ad abbandonare il politeismo e pagare il tributo al califfo. A questo punto gli Arabi del deserto, riuniti in un unico popolo, ricchi per i floridi commerci di cui avevano il controllo, bellicosi per tradizione e ora anche infiammati di entusiasmo religioso, cominciarono ad attaccare le grandi potenze confinanti. Erano due, da secoli rivali fra loro: a nord-ovest l’impero bizantino, erede dell’impero romano d’Oriente; a nord-est l’impero persiano dei Sasanidi, che dominava gli attuali Iraq, Iran e Afghanistan. Fra i due una terza potenza, il regno cristiano d’Armenia, controllava vasti territori fra l’Anatolia e il Caucaso, ma era quasi sempre assoggettata all’influenza bizantina o sasanide.Conflitti con l'impero bizantino
All’inizio del VII secolo l’imperatore sasanide Cosroe aveva assestato un colpo terribile all’impero bizantino, conquistando la Siria, la Palestina e l’Egitto; ma la controffensiva bizantina, organizzata dal grande imperatore Eraclio (610-641), aveva riconquistato tutti quei territori, riportando la frontiera fino alla Mesopotamia e indebolendo in modo decisivo le forze dei Sasanidi. Le truppe bizantine conquistarono addirittura la capitale sasanide, Ctesifonte. Pareva dunque che gli eredi dell’impero romano d’Oriente fossero sul punto di trionfare sull’antico nemico persiano, quando la situazione cambiò drammaticamente. Nei vent’anni di comando dei primi tre califfi, dal 632 al 656, entrambi gli imperi vennero aggrediti dagli Arabi e subirono devastanti sconfitte.
La caduta dell'impero sasanide
Sul fronte bizantino, il primo obiettivo fu l’invasione della Siria, cui si accompagnò la liquidazione dei piccoli regni arabi cristiani che sorgevano fra questa provincia e la penisola arabica. Grazie anche alla loro superiore mobilità nel deserto, e alla capacità di sopravvivere a lungo con poca acqua e cibo, le forze arabe, benché spesso inferiori di numero, sorpresero e sconfissero una dopo l’altra le guarnigioni bizantine. L’imperatore Eraclio radunò un grande esercito e tentò la riconquista dei territori siriani, ma gli Arabi gli inflissero una sconfitta decisiva nel 636 alla battaglia del fiume Yarmuk. Dopo questo disastro, paragonabile a quello di Adrianopoli del 378, l’impero non riuscì più a reagire e gli eserciti arabi dilagarono verso occidente, conquistando non solo la Siria e la Palestina, ma entro il 646 anche l’Egitto e poco dopo l’isola di Cipro. L’impero bizantino perse così in pochi anni province che per sette secoli erano state fra le più ricche dell’impero romano; tre fra le più importanti sedi patriarcali cristiane, Antiochia, Gerusalemme e Alessandria, caddero sotto il dominio arabo. La rapidità della conquista si spiega anche con l’atteggiamento delle popolazioni e delle Chiese locali, che odiavano il dominio bizantino per la sua opprimente fiscalità, e che in maggioranza seguivano una variante del cristianesimo, il monofisismo, disapprovata e perseguitata dal governo imperiale: perciò si adattarono senza resistenza alla nuova dominazione. Molte città negoziarono con gli invasori e aprirono loro le porte, dopo aver ottenuto garanzie di un trattamento di favore; in Egitto la Chiesa copta collaborò attivamente con i conquistatori e pregò per il loro successo. L’amministrazione bizantina di quei vastissimi territori, col suo personale greco, continuò a lavorare per conto dei nuovi dominatori. La disfatta dell’impero sasanide, già messo in ginocchio dalle vittorie di Eraclio, fu ancora più completa. Già nel 637 gli Arabi sconfissero disastrosamente gli eserciti persiani e occuparono l’attuale Iraq, abitato da popolazioni in parte arabe, di religione cristiano-nestoriana o ebraica, che non si opposero all’invasione; i nestoriani, anzi, spesso perseguitati dai Sasanidi, l’accolsero con entusiasmo. L’offensiva proseguì poi in direzione del Mar Caspio e dell’Iran, cuore dello Stato persiano, finché nel 651 l’ultimo imperatore sasanide fu assassinato in Asia Centrale, mettendo fine alla dinastia e all’impero. L’intera Mesopotamia e il mondo persiano, con la sua ricchissima tradizione culturale, vennero assorbiti nell’impero arabo-islamico, anche se l’Iran mantenne, e ha mantenuto fino a oggi, la sua lingua del tutto diversa dall’arabo, e una propria cultura nazionale.
Domande da interrogazione
- Qual era il ruolo dei successori di Maometto dopo la sua morte?
- Quali furono le prime conquiste degli Arabi sotto i califfi?
- Come reagirono le popolazioni locali alle conquiste arabe?
- Quali furono le conseguenze della sconfitta bizantina?
- Come si concluse l'impero sasanide?
I successori di Maometto, i califfi, non erano solo capi religiosi, ma governavano un vasto impero nato da grandi conquiste, rendendo l'Arabia marginale all'interno di esso.
Sotto i primi califfi, gli Arabi completarono la sottomissione delle tribù dell'Arabia e iniziarono ad attaccare le grandi potenze confinanti, come l'impero bizantino e l'impero persiano dei Sasanidi.
Molte popolazioni locali, oppresse dal dominio bizantino e sasanide, accolsero gli Arabi senza resistenza, spesso collaborando con loro, come nel caso della Chiesa copta in Egitto.
L'impero bizantino perse rapidamente province ricche e importanti sedi patriarcali cristiane, come Antiochia, Gerusalemme e Alessandria, che caddero sotto il dominio arabo.
L'impero sasanide fu completamente sconfitto dagli Arabi, con l'ultimo imperatore assassinato nel 651, portando alla fine della dinastia e all'assorbimento del mondo persiano nell'impero arabo-islamico.