Concetti Chiave
- Il Trattato di Versailles ha imposto severe penalizzazioni alla Germania, influenzando negativamente la sua economia e umiliando il popolo tedesco, creando un terreno fertile per l'ascesa del nazismo.
- La Repubblica di Weimar, nata dopo la Prima Guerra Mondiale, ha affrontato instabilità politica ed economica, aggravata dalla "pace infame" di Versailles e dalla crescente tensione sociale.
- La crisi economica del 1929 ha favorito il partito nazista, con Hitler che ha capitalizzato sulla disoccupazione e l'inflazione per guadagnare consensi e, infine, il potere come cancelliere nel 1933.
- Hitler ha instaurato un regime totalitario, eliminando le istituzioni democratiche, introducendo leggi razziali e organizzando una polizia segreta per consolidare il controllo e prepararsi alla guerra.
- Le politiche economiche del nazismo hanno mirato alla piena occupazione e al riarmo della Germania, ottenendo inizialmente successo e guadagnando il supporto di molti cittadini tedeschi.
Indice
- Il nazismo - Le condizioni del Trattato di Versailles
- Il trattato può essere diviso in tre sezioni differenti
- Il peso della “pace infame” ricade sul nuovo governo socialdemocratico
- La Repubblica di Weimar
- La Germania precipita nella miseria
- Le radici culturali di Hitler
- Il programma politico di Hitler
- Hitler vince le elezioni
- Il capo dello stato nomina Hitler cancelliere
- Le leggi eccezionali e la “nazificazione” della Germania
- Nasce il Terzo Reich, la “comunità di popolo” della razza ariana
- La politica economica del nazismo
- L’atteggiamento delle Chiese
- Hitler vara le leggi di Norimberga
- La notte dei cristalli, inizia la seconda fase delle persecuzioni
- Hitler instaura il terrore in Germania
Il nazismo - Le condizioni del Trattato di Versailles
Come avvenne con le altre dittature europee, anche il nazismo nacque alla fine della prima guerra mondiale e specialmente dal trattato di pace che lo susseguì. Infatti questo conteneva alcuni punti nei confronti della Germania, che rendevano la pace vendicativa:- impedire la ripresa economica della Germania;
- umiliare il popolo tedesco, già provato dalla sconfitta.
Il trattato può essere diviso in tre sezioni differenti
Normali penalizzazioni di una nazione vinta: la Germania deve restituire l’Alsazia e la Lorena alla Francia, vinte nel 1871. Perse tutte le colonie che aveva conquistato in Asia e Africa. Dovette distruggere qualsiasi tipo di armamento, e ridurre drasticamente l’esercito. L’unione tra Germania e Austria venne vietata perché questo sarebbe stato la realizzazione del sogno del Kaiser Guglielmo II, che aspirava alla Grande Germania.Penalizzazioni territoriali, particolarmente due: la Germania dovette accettare l’occupazione della riva sinistra dell’Arno da parte della Società delle Nazioni, e la smilitarizzazione della riva destra , in modo tale che non ci fosse nessun modo di invadere la Francia e il Belgio. Fu anche costretta a restituire lo Schleswig-Holstein alla Danimarca.
Penalizzazioni inutilmente punitive: la Germania dovette cedere alla Polonia tutta la zona attorno alla città di Danzica, ossia la Prussia Occidentale, creando così un corridoio che isolò la Prussia Orientale dal resto della nazione tedesca. Fu condannata al pagamento delle riparazioni di guerra, questa punizione è sempre prevista per i perdenti di guerra, ma stavolta la Francia impose alla Germania 132 miliardi di marchi-oro da versare ai vincitori in 42 annualità. Come garanzia che avrebbe pagato il debito, si trovò costretta a cedere alla Francia per 15 anni lo sfruttamento delle miniere di carbone della Saar. Le venne richiesto di consegnare alti ufficiali dichiarati criminali di guerra, compreso il Kaiser che ormai era in esilio. Infine le venne richiesto di firmare una dichiarazione di colpevolezza per essere stata la responsabile per l’inizio della guerra.
Il peso della “pace infame” ricade sul nuovo governo socialdemocratico
A trattare le condizioni di pace con i paesi vincitori non furono i generali di guerra, ma bensì coloro che presero il posto del kaiser, che guidavano un governo provvisorio socialdemocratico. Come partito politico appartenevano all'ideologia marxista, che però non aveva continuato a lottare per una rivoluzione ma aveva optato per creare delle riforme, e lo fecero per assicurare i vincitori che non avrebbero ceduto al comunismo. La ribellione più grave che avvenne fu nel 1919, tentata da un piccolo gruppo di spartachisti, che furono poi però assassinati dai Freikorps, una formazione paramilitare nazionalista. Per rassicurare il popolo dopo questo episodio, il governo tedesco promise una pace onorevole, che ripudiava il partito guerraiolo del Kaiser; tuttavia a Versailles non ebbero nemmeno diritto di parola, ma furono costretti a firmare la dichiarazione di colpevolezza, quella che poi i tedeschi chiameranno “pace infame”.
La Repubblica di Weimar
Il governo socialdemocratico dichiarò la Repubblica, indigendo delle elezioni estese anche alle donne, per creare un’Assemblea Costituente. Vinsero proprio i socialdemocratici. L’Assemblea creò una costituzione molto avanzata, che portò la Germania ad essere una democrazia parlamentare; inoltre si riunirono nella città di Weimar, da qui prese il nome la repubblica. Decisero di creare una repubblica federale basata sulla Reichstag (camera elettiva) e sulla Reichsrat (camera federale). Il cancelliere era responsabile di fronte al parlamento, a differenza di come accadeva nel secondo Reich, quello del Kaiser Guglielmo II.Arrivarono dei periodi di forte instabilità e tensione politica, dovuta alla difficile ripresa economica del post guerra, e dalla umiliante pace che la Germania aveva dovuto subire.
La Germania precipita nella miseria
Contro il governo di sinistra, c’erano le destre nazionalista, che iniziarono a usare slogan come “pace infame”, in quanto secondo loro questa umiliazione si sarebbe potuta evitare. E più la popolazione toccava con mano la miseria, più queste manifestazioni aumentavano. Ci fu una grossa crisi lavorativa causata dalla perdita delle miniere di Saar, inoltre le casse dello stato furono prosciugate pagando la prima tassa del debito di guerra. L’inflazione salì così tanto, che una sterlina inglese valeva 18 miliardi di marchi (il marco era la moneta tedesca). A causa di questa inflazione, collassò anche la classe sociale della medio borghesia, e il proletariato stava morendo di fame. Il massimo che poteva comprare una persona con un lavoro erano delle patate, tutti gli altri si trovavano costretti a fare l’elemosina per strada.Anche in Germania, come avvenne in Italia, scoppiò un Biennio Rosso, dal 1919 al 1920, a Monaco e Berlino gli operai comunisti iniziarono ad occupare le fabbriche, sperando di causare rivoluzioni ispirate ai sovietici come facevano gli italiani, gli austriaci e gli ungheresi. Il governo, oltre che l’esercito, inviò anche i Freikorps, lasciando che fossero loro a far cessare queste rivoluzioni con il sangue.
Negli stessi anni nacquero le SA (reparti d’assalto) dette anche le Camicie Brune, simili alle camicie nere italiane, il cui capo era Ernst Röhm, grande amico di Adolf Hitler. Quest’ultimo fu caporale durante la Prima Guerra Mondiale, era un ammiratore di Mussolini, e come lui trovava appoggio nel ceto medio. Nel 1923 Hitler organizzò un colpo di Stato a Monaco con l’aiuto delle SA, con l’intento di radunare tutti i suoi sostenitori e marciare fino a Berlino, imitando la Marcia su Roma di Mussolini. Il governo però bloccò in tempo l’impresa e Hitler venne arrestato insieme al suo amico Rudolf Hess. La loro pena venne ridotta solo a pochi mesi di reclusione, però nel frattempo Hitler stilò un programma da seguire una volta libero.
Le radici culturali di Hitler
Hitler aveva una cultura da autodidatta, leggeva molti libri senza un vero metodo critico. Purtroppo in quell’epoca era molto diffusa la falsa cultura è bensì anche il razzismo, infatti Hitler si basava moltissimo sulle teorie del Darwinismo sociale, dove gli ebrei erano riconoscibili anche solo dai tratti somatici, e questi gli rendevano una razza inferiore. Inoltre erano accusati di progettare cospirazioni internazionali in modo da impadronirsi del mondo. Inoltre in quegli anni nacque la moda per l’India e per il Tibet, seconda la quale la razza ariana nacque in questi luoghi (nonostante appartenessero a ceppi completamente diversi), e si appropriarono anche di alcuni simboli della loro cultura, come avvenne con la svastica. Il giovane Hitler era circondato di false nozioni, ma lui le ammirava profondamente. Dalle teorie del Darwinismo sociale aveva dedotto che l’esistenza è una continua lotta tra forti e deboli, e la vita era riservata esclusivamente ai forti.A Vienna rimase colpito da quanti fossero gli ebrei a scappare dal pogrom dell’est, ed iniziò a provare odio nei loro confronti. Ma quest’odio non era dato da un concetto di superiorità, ma bensì di inferiorità, perché infatti secondo lui nella società gli ebrei erano i forti, mentre lui era il debole. Seguendo le sue teorie di superiorità, alla fine della prima guerra entrò a far parte della Thule, una setta segreta antisemita. Sfortunatamente Hitler ebbe la fortuna di realizzare ogni suo punto nella scaletta, diventando il dittatore che conosciamo oggi.
Il programma politico di Hitler
Hitler in carcere scrisse quello che poi divenne il suo programma politico, chiamato “Mein Kampf” (la mia battaglia), e venne successivamente pubblicato nel 1925. Il tema di fondo del suo programma era il razzismo, dove sminuiva tutte le altre razze che non fossero quella ariana, che comprendeva tutte le popolazioni europee, ma la Germania era superiore a tutte loro: gli ariani per eccellenza. Queste teorie fecero sentire importanti tutti coloro che parlavano tedesco, quindi specialmente in Austria e Cecoslovacchia, questi si avvicinarono sempre di più alla Germania, creando quella che sognava già da prima il Kaiser, la Grande Germania.Gli ultimi nella lista di Hitler erano gli ebrei, considerati pericolosi perché privi di una patria. Infatti secondo lui questi stavano tramando un complotto internazionale, che univa gli ebrei comunisti russi ai banchieri capitalisti americani, con lo scopo di distruggere le nazioni. Il piano di Hitler, quindi, era quello di separare gli ebrei dai tedeschi per evitare che li contaminassero, e deportarli in zone desolate della terra.
Mentre aveva il terrore degli ebrei, Hitler provava puro disprezzo per gli Slavi, e secondo lui già come ricordava il loro nome questi erano destinati ad essere schiavi per sempre, così li rese tali.
Oltre al razzismo, Hitler nel suo programma trattava anche altri argomenti, ossia:
- l'esaltazione delle bellezza purificatrice della guerra;
- il disprezzo per la società di massa;
- l’anticomunismo;
- il disprezzo verso il sistema parlamentare (lui era per il principio del capo, per una società gerarchica).
Il suo obiettivo era quello di creare una nuova società attraverso rivoluzioni di destra, sostituendo la vecchia classe politica liberale e democratica con nuovi leader. Appena uscito di prigione Hitler riorganizzò il Partito Nazista (da nazionalsocialista), di cui era leader già dal 1921, affiancando alle SA un nuovo corpo armato, le SS (squadre di difesa). Il partito si ingrandì in maniera nazionale 1924, crollando quasi definitivamente nel 1928.
Hitler vince le elezioni
Dopo la perdita di voti del 1928, dovuta alla ripresa economica della Germania, infatti i partiti estremisti vincono sempre quando il popolo è in ginocchio, ma perdono nel momento in cui l’economia recupera. La Germania venne aiutata economicamente dagli Stati Uniti. Hitler era convinto che il suo progetto fosse fallito, quando per sua fortuna si verificò la crisi economica mondiale del 1929: il crollo della borsa di Wall Street. Questa crisi colpì particolarmente la Germania, perché gli Stati Uniti non erano più in grado di inviare aiuti, ma anzi pretesero il pagamento immediato con interessi dei soldi che gli avevamo prestato. Nel 1932 la metà dei tedeschi era disoccupata e l’inflazione era altissimi, così il partito nazista quell’anno ricevette il 37,4% dei voti. Contemporaneamente crescevano anche i voti per il partito comunista, anch’esso estremista.
Il capo dello stato nomina Hitler cancelliere
Gli iscritti al partito nazista erano sempre di più, e tutti nelle strade ammiravano le marce dei SA e delle SS. Questi, di mattina aiutavano gli anziani e suonavano vecchie canzoni popolari nei caffè, e di notte andavano ad uccidere ebrei e comunisti, intonando “il sangue ebraico zampilla sul coltello” con spedizioni punitive (idea che Hitler prese da Mussolini). Esattamente come avvenne in Italia, anche in Germania le camicie brune erano sostenute da industriali, polizia e magistratura, che vedevano queste squadre come simbolo dell’ordine sociale. Nel 1932 il partito nazista diventa il primo partito in Germania, di conseguenza il presidente della Repubblica Hindenburg decise di nominare Hitler cancelliere, cioè presidente del consiglio. Così anche in Germania, come avvenne in Italia, l’uomo che aveva costruito la sua fama con l’illegalità, riceveva il potere legalmente.
Le leggi eccezionali e la “nazificazione” della Germania
Nel 1933 si incendiò il Reichstag, ossia la sede del parlamento tedesco, il fuoco probabilmente fu appiccato dai nazisti stessi, però la polizia diede la colpa ai comunisti. Il popolo era furioso a causa di questo affronto, e questo giovò a Hitler. Infatti riuscì a mettere l’intera nazione contro i comunisti, che vennero successivamente rinchiusi nei lager, e dichiarò la fine dell’attività parlamentare in quanto questo non aveva più una sede.Contemporaneamente Hitler varò delle leggi che nazificarono la Germania, eliminando tutte le istituzioni democratiche e trasformandola in stato totalitario:
- i sindacati furono sostituiti da un Fronte del Lavoro;
il partito nazista divenne partito unico;
- fu imposta la censura, e la sfera delle comunicazione era organizzata in modo da fare propaganda.
furono creati due corpi di polizia: quello militare erano le SS, composto da 60.000 di ariani purissimi, e quella segreta, la Gestapo. Entrambe queste forze di polizia avevano grande potere decisionale sulla vita delle persone, ed in poco tempo uccisero e mandarono nei lager chiunque non rientrasse nei canoni nazisti, compresi i socialdemocratici.
Hitler adottò un appellativo riconoscitivo simile a quello del duce, ovvero Führer, che significa “guida”. A Hitler bastarono pochi mesi per realizzare quello che Mussolini ottenne in anni. Agli occhi del popolo, il nazismo prese una posizione ancora più importante, quando nel 1934 alcuni capi delle SA vennero assassinati, in quanto non avevano più ritegno nell’essere brutale e violento. Le SS, durante la “notte dei lunghi coltelli” del 30 giugno, uccisero un centinaio di persone dell’SA; dopo questo episodio le SA furono sciolte definitivamente.
Nasce il Terzo Reich, la “comunità di popolo” della razza ariana
Mentre Hitler varava le leggi eccezionali, dichiarò la fine della Repubblica di Weimar e proclamò la nascita del Terzo Reich (il primo era il sacro rimano impero, il secondo era quello del Kaiser Guglielmo I), Reich significa impero. Per Hitler, il Terzo Reich era una comunità di popolo, basata sulla comune appartenenza alla razza ariana. Erano esclusi gli ebrei, gli zingari, gli slavi e altre minoranze presenti nel paese. Il suo era uno stato dinamico, sempre pronto a combattere, ma al contrario era anche uno stato borghese, che si basava sulle tradizioni, sul lavoro e sulla famiglia. La maggior parte dei tedeschi stava dalla sua parte, e a nessuno spaventava l’antisemitismo, perché la maggior parte della popolazione la pensava allo stesso modo ma anche perché nessuno sapeva che un giorno ci sarebbe state delle conseguenze pratiche. Purtroppo anche alcuni ebrei non danno il giusto peso alle parole di Hitler, che sembrava parlasse solo per fare propaganda.
La politica economica del nazismo
Il programma di Hitler comprendeva una ristrutturazione dell'economia, essenziale per soddisfare il più possibile la popolazione e procedere al riarmo della Germania, vietato dal trattato di Versailles. Quando Hitler salì al potere, la Germania stava in ginocchio economicamente parlando, aveva moltissimi debiti da pagare e una forte inflazione. Per risolvere questa situazione difficile, Hitler si affidò ad un genio della finanza, che divenne Ministro dell’Economia, del Tesoro e Plenipotenziario per l'economia bellica, chiamato Schacht. Quest’ultimo inventò un sistema bancario segreto, che in poco tempo consentì la totale ricostruzione industriale della nazione, la ripresa del mercato interno e la spesa esponenziale per il riarmo.Successivamente Hitler abolì il diritto di sciopero, la produzione di beni era destinata solo al mercato interno, minacciò gli industriali di nazionalizzare le loro attività se questi non si fossero attenuti alle regole e obbligò tutti i giovani in età scolastica a due mesi di lavoro non retribuito al termine dell’anno scolastico.
Con queste iniziative Hitler abbatté la disoccupazione, non aumentò lo stipendio minimo però costrinse gli imprenditori a rendere più gradevole l’ambiente di lavoro, ed estese anche ai pensionati l’assistenza ospedaliera gratuita, prima riservata solo agli operai. Ormai in tutte le famiglie era presente almeno un lavoratore. Così Hitler si guadagnò anche il voto del proletariato, convertendo in nazisti anche i socialisti.
L’atteggiamento delle Chiese
La maggior parte dei tedeschi apparteneva alla chiesa protestante, infatti questa non mise paletti al realizzamento del progetto di Hitler, tuttavia nella regione della Baviera erano presenti moltissimi cattolici. Così nel 1933 venne firmato un accordo tra la Germania e la chiesa cattolica di Roma, dove veniva garantita la libertà di culto e organizzazione, in cambio questi non dovevano opporsi o criticare il governo.
Hitler vara le leggi di Norimberga
Nello stesso anno, 1933, Hitler pubblicò le leggi che avevano come obiettivo quello di salvaguardare la purezza della razza. Il 7 aprile venne pubblicata la legge “antiebraica”, divisa in paragrafi. Il terzo stabiliva che tutti gli impiegati non-ariani non avevano diritto alla pensione. Un altro paragrafo prevedeva l’espulsione di tutti gli ebrei dagli impieghi pubblici, e limitò al massimo l’accesso alla scuola per i bambini ebrei.Nello stesso anno decise di far sterilizzare tutti gli portatori di malattie ereditarie, mentre a tutti coloro che soffrivano di qualche handicap venne negato l’accesso alla sanità in modo che morissero più velocemente. Lo fece per ripulire la popolazione, in modo da avere un regime di soli ariani sani e forti.
Nel 1935 la situazione peggiorò sempre di più, quando vennero pubblicati una serie di divieti per gli ebrei, tra qui non potersi sposare con gli ariani, e tutti questi divieti in breve negavano loro diritti civili e politici in quanto toglievano la cittadinanza al Reich. Nessuno nel resto del mondo si stava veramente preoccupando della situazione in Germania, anzi venne sottovalutata da tutti. Il razzismo non si limitava ad essere politico, ma anche i cittadini ariani si sentirono in diritto di discriminare gli ebrei, per esempio negando loro l’ingresso all’interno dei propri negozi, e nessuno entrava più nei negozi ebrei.
La notte dei cristalli, inizia la seconda fase delle persecuzioni
Nel 1938 Hitler decise di mostrare le sue vere intenzioni, così il 9 novembre ordinò alle SS di organizzare una rappresaglia in tutta la Germania contro gli ebrei. Il nome di questo evento deriva dalle centinaia di vetrine frantumate dalla foga dei soldati, però le conseguenze di questo attacco non sono furono negozi rovinati, ma bensì un centinaio di morti e circa 30.000 di deportati verso i campi dì concentramento. Molti ariani si resero conto della gravità della situazione, ma nessuno provò a ribellarsi contro il Führer. Da questo momento in poi gli ebrei non ebbero più possibilità di scappare dal paese, perché la Germania emanò un divieto generale di espatrio. Alla lista di categorie escluse dall’ideologia di società perfetta, oltre gli ebrei c’erano i comunisti, i socialisti, gli zingari, gli omosessuali, le prostitute, gli alcolisti, i barboni, i malati di mente ed i disabili. Le ultime due categorie non vennero mandate nei lager ma bensì tolte alle loro famiglie e uccise in degli ospedali appositi dove venivano sottoposti ad un’iniezione per evitare che infettassero la razza.
Hitler instaura il terrore in Germania
Ormai le polizie, SS e Gestapo, non si limitavano più a ricercare gli oppositori del regime, ma iniziarono ad entrare nelle case anche dei “buoni cittadini” tedeschi, per controllare che non fossero in possesso di materiale sospetto. I bambini, che erano indottrinati a seguire il Führer attraverso organizzazioni paramilitari, venivano spesso interrogati per sapere se i loro genitori erano davvero fedeli al Reich, e spesso venivano arrestati. Le leggi razziali e il terrore tedesco potevano essere interpretati solo in un modo: Hitler stava ripulendo la Germania dai suoi nemici perché si stava preparando ad una guerra.Domande da interrogazione
- Quali furono le principali condizioni imposte alla Germania dal Trattato di Versailles?
- Come reagì il governo socialdemocratico tedesco alle condizioni del Trattato di Versailles?
- Quali furono le conseguenze economiche e sociali in Germania dopo la Prima Guerra Mondiale?
- Quali erano le idee principali del programma politico di Hitler?
- Come si sviluppò la "nazificazione" della Germania sotto il regime di Hitler?
Il Trattato di Versailles impose alla Germania la restituzione di territori come l'Alsazia e la Lorena alla Francia, la perdita delle colonie, la riduzione dell'esercito, e il pagamento di riparazioni di guerra, tra altre penalizzazioni territoriali e punitive.
Il governo socialdemocratico, che sostituì il Kaiser, fu costretto a firmare la dichiarazione di colpevolezza per la guerra, nonostante avesse promesso una pace onorevole, e affrontò ribellioni interne come quella degli spartachisti.
La Germania affrontò una grave crisi economica con inflazione elevata, disoccupazione, e miseria diffusa, che portarono a tensioni politiche e sociali, e favorirono l'ascesa di movimenti estremisti come il nazismo.
Il programma politico di Hitler, esposto nel "Mein Kampf", si basava su razzismo, antisemitismo, esaltazione della guerra, anticomunismo, e disprezzo per la democrazia parlamentare, con l'obiettivo di creare una società gerarchica e una "Grande Germania".
La "nazificazione" della Germania comportò l'eliminazione delle istituzioni democratiche, la creazione di uno stato totalitario, la censura, la creazione di corpi di polizia come le SS e la Gestapo, e l'adozione di leggi razziali che perseguitavano ebrei e altre minoranze.