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Concetti Chiave

  • La Rivoluzione Russa è stata innescata dall'arretratezza economica e dalle difficoltà militari durante la prima guerra mondiale, culminando in manifestazioni e il collasso del regime zarista.
  • Lenin, rientrato in Russia nel 1917, ha guidato la fazione bolscevica, proponendo un programma radicale di nazionalizzazione e potere ai soviet, opponendosi a una rivoluzione borghese.
  • La pace di Brest-Litovsk del 1918 ha sancito l'uscita della Russia dalla prima guerra mondiale, accettando condizioni pesanti che hanno suscitato timori internazionali di contagio rivoluzionario.
  • Il comunismo di guerra, implementato dai bolscevichi durante la guerra civile, ha comportato requisizioni forzate e sostituzione della moneta con il baratto, sostenendo l'esercito ma fallendo economicamente.
  • Lenin ha fondato la Terza Internazionale per coordinare i movimenti comunisti globali, con la Russia come modello dominante, influenzando profondamente la politica internazionale comunista.

Indice

  1. La Russia all'inizio del novecento
  2. Le manifestazioni del febbraio 1917
  3. Il ritorno di Lenin
  4. La pace di Brest-Litovsk
  5. La guerra civile e il comunismo di guerra
  6. Le riforme di Lenin

La Russia all'inizio del novecento

All’inizio del novecento la Russia si presentava come un paese arretrato, il coinvolgimento nella prima guerra mondiale mise in luce la debolezza del paese e sul piano economico – politico si innescò il processo della rivoluzione. Fu mobilitato un esercito di 12 milioni di uomini che impose un grande sforzo economico all’impero zarista, l’industria pesante era concentrata nell’area delle grandi città di Mosca e Pietrogrado. Gli effetti furono subito evidenti nelle sconfitte militari a cui l’esercito zarista andò incontro dovute anche all’impreparazione dei soldati. Sul fronte interno si assistette ad un peggioramento delle condizioni di vita della popolazione a causa dell’aumento del costo della vita, inoltre l’allontanamento dei contadini dalle terre comportò la diminuzione della produzione agricola. Le masse erano sempre più esasperate dall’immenso tributo di vite umane. Nel caso della Russia, alla condizione di arretratezza economica si affiancò l’impossibilità di formare un governo di unione nazionale. Lo zar Nicola II non intendeva dare segnali di apertura alle forze liberali, la guerra doveva essere in realtà una netta riaffermazione dell’autoritarismo zarista. La chiusura dello zar di fronte ad ogni ipotesi di riforma creò una frattura all’interno degli stessi ambienti aristocratici tra i sostenitori dei Romanov e coloro che propendevano per una svolta liberale del paese.

Le manifestazioni del febbraio 1917

L’abbandono in massa di reparti dell’esercito, una carestia che si abbatté sul paese aggravò la situazione e aumentò il malcontento popolare e tra il 23/27 febbraio 1917 scoppiarono manifestazioni in piazza a Pietrogrado. Operai,ì e contadini si raggrupparono nei soviet. In seguito la Duma creò un governo provvisorio suddiviso tra i cadetti, rappresentanti dell’ala moderata e le due fazioni di sinistra ovvero i menscevichi e i bolscevichi, i socialismi rivoluzionari. I primi miravano alla formazione di una monarchia costituzionale, al contrario i soviet aspiravano alla creazione di una repubblica orientata in senso democratico che si ponesse come compito prioritario una riforma agraria. Successivamente la vita politica fu caratterizzata da un dualismo tra governo provvisorio e soviet che entrarono in contrapposizione nell’ambito della politica estera. Il governo provvisorio era propenso a proseguire le operazioni militari a fianco dell’intesa, i soviet reclamavano la cessazione immediata del conflitto.

Il ritorno di Lenin

Nel 1917 riapparve sulla scena politica russa Lenin, il leader della fazione bolscevica che era stato esiliato ma dopo la caduta del regime zarista ritornò in patria. Egli era convinto che la rivoluzione non dovesse partire da un’azione spontanea della maggioranza bensì dall’avanguardia rivoluzionaria. Lenin pubblicò le Tesi di Aprile; in questo testo affermava che per trasformare veramente la società era necessario conferire tutto il potere ai soviet. Lenin si opponeva all’idea che si dovesse attendere il compimento di una rivoluzione borghese affidata alle forze liberali e all’istituzione parlamentare. Il programma bolscevico era incentrato sulla nazionalizzazione delle terre, delle banche, delle grandi imprese industriali e l’abolizione della proprietà privata. Lenin auspicava inoltre che si giungesse subito ad una pace con la Germania anche a condizioni svantaggiose.

La pace di Brest-Litovsk

In seguito, nel 1918, fu firmata la pace di Brest-Litovsk che la Russia rivoluzionaria concluse separatamente con la Germania accettando condizioni durissime e punitive pur di uscire dal conflitto mondiale. Le potenze dell’intesa reagirono con preoccupazione sia perché le privava di un alleato sia poiché temettero i propagarsi della rivoluzione comunista al di là dei confini russi.

La guerra civile e il comunismo di guerra

La Russia dovette affrontare anche una guerra civile che vide contrapporsi il governo bolscevico ds un lato e le armate bianche, capeggiate da alcuni generali dell’ex impero zarista, dall’altro. Si decise per la fucilazione dello zar Nicola II e dei suoi famigliari. I generali bianchi occuparono interamente la Siberia e altri territori, si costituì l’Armata Rossa guidata dal generale Trockij.

Il regime bolscevico dovette affrontare l’emergenza bellica della guerra civile e dello scontro con la Polonia in una condizione economica difficilissima. Per fronteggiare questa situazione il governo rivoluzionario decise di instaurare il cosiddetto comunismo di guerra: si procedette alla requisizione forzata nelle campagne dei generi alimentari necessari alle città, la moneta fu sostituita con il baratto di beni in natura, fu imposto il controllo armato delle produzioni industriali e agricole, i contadini dovettero subire i controlli armati e piegarsi alla consegna forzata dei raccolti. Grazie al comunismo di guerra, i bolscevichi riuscirono ad armare e nutrire l’esercito ma per il resto, l’esperienza si rivelò un totale fallimento.

Le riforme di Lenin

Lenin e i suoi collaboratori intrapresero una vasta azione riformatrice in vari settori, ad esempio fu stabilito un rigoroso controllo pubblico sulle scuole per esercitare una profonda influenza politica ed ideologica.

Lenin decise di fondare a Mosca la Terza Internazionale il cui compito era di riunire e coordinare tutti i movimenti comunisti e assunse come proprio modello quello bolscevico. All’internazionale partecipavano i rappresentanti dei partiti comunisti in numero proporzionale al numero di iscritti ad ogni partiti. La componente russa ebbe sempre la maggioranza.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le cause principali che portarono alla Rivoluzione Russa all'inizio del novecento?
  2. Le cause principali furono l'arretratezza economica della Russia, l'impegno nella prima guerra mondiale che evidenziò la debolezza del paese, le sconfitte militari, il peggioramento delle condizioni di vita della popolazione, e la chiusura dello zar Nicola II ad ogni ipotesi di riforma.

  3. Quali furono le conseguenze immediate delle manifestazioni scoppiate a Pietrogrado tra il 23 e il 27 febbraio 1917?
  4. Le conseguenze immediate furono la formazione di soviet da parte di operai e contadini e la creazione di un governo provvisorio dalla Duma, che vedeva la divisione tra cadetti, menscevichi, bolscevichi e socialisti rivoluzionari, segnando l'inizio di un dualismo politico.

  5. In che modo Lenin influenzò la direzione della Rivoluzione Russa al suo ritorno nel 1917?
  6. Lenin, leader della fazione bolscevica, pubblicò le Tesi di Aprile, sostenendo la necessità di conferire tutto il potere ai soviet e opponendosi all'idea di una rivoluzione borghese, proponendo un programma incentrato sulla nazionalizzazione e l'abolizione della proprietà privata.

  7. Quali furono le conseguenze della firma della pace di Brest-Litovsk nel 1918 per la Russia?
  8. La Russia accettò condizioni durissime e punitive per uscire dal conflitto mondiale, causando preoccupazione tra le potenze dell'intesa per la perdita di un alleato e il timore della diffusione della rivoluzione comunista oltre i confini russi.

  9. Come affrontò il regime bolscevico l'emergenza bellica e economica durante la guerra civile?
  10. Il regime instaurò il comunismo di guerra, procedendo alla requisizione forzata di generi alimentari, sostituendo la moneta con il baratto e imponendo il controllo armato delle produzioni, riuscendo a sostenere l'esercito ma fallendo nel resto delle politiche economiche.

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