Rosabianca 88
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Concetti Chiave

  • Dopo i moti napoletani e piemontesi, la sorveglianza poliziesca si intensificò nel Lombardo-Veneto, portando alla scoperta di membri della Carboneria legati al giornale liberale "il Conciliatore".
  • Personaggi come Silvio Pellico e Federico Confalonieri furono incarcerati nella fortezza dello Spielberg, con Pellico che documentò la dura vita carceraria nel suo libro "Le mie prigioni".
  • I moti del 1820 e 1821 evidenziarono la mancanza di coordinamento tra i patrioti e l'improvvisazione delle loro azioni, con il popolo che rimase in gran parte indifferente.
  • Nonostante le divisioni regionali e la mancanza di un'organizzazione centrale, gli scritti dei patrioti cominciarono a ottenere simpatia per la causa italiana.
  • I Carbonari delle varie regioni avevano obiettivi diversi: in Sicilia, l'autonomia; a Napoli, la costituzione spagnola; in Piemonte e Lombardo-Veneto, l'indipendenza dall'Austria.

Indice

  1. Vigilanza poliziesca e scoperta della Carboneria
  2. Prigionia e testimonianza di Silvio Pellico
  3. Mancanza di coordinamento e fallimento dei moti

Vigilanza poliziesca e scoperta della Carboneria

In seguito ai moti napoletani e piemontesi aumentò ancora la vigilanza poliziesca negli altri stati italiani e soprattutto nel Lombardo Veneto, ove questa vigilanza condusse alla scoperta dell’appartenenza alla Carboneria di alcune persone note per aver dato vita ad un giornale di ispirazione liberale, già soppresso dall’Austria: “il Conciliatore”.

Tra costoro erano il letterato Silvio Pellico, il conte Federico Confalonieri, il conte Luigi Porro ed altri.

Prigionia e testimonianza di Silvio Pellico

Essi passarono lunghi anni di “carcere duro” nella terribile fortezza dello Spielberg, in Moravia; Silvio Pellico ne “Le mie prigioni” fece conoscere al mondo la triste vita dei prigionieri ed i sistemi oppressivi dell’Austria.

Mancanza di coordinamento e fallimento dei moti

I moti del 1820 e del 1821 di mostrano chiaramente la mancanza di coordinamento fra i patrioti delle varie regioni e l’improvvisazione delle loro azioni rivoltose. Il popolo rimase dunque indifferente, ma gli scritti dei patrioti e l’opera degli esuli cominciarono a guadagnare qualche simpatia alla causa italiana. Purtroppo i carbonari mancarono di un’organizzazione centrale e di un programma politico preciso, ciò determinò il fallimento dei loro moti nel’ 21 e nel’ 31. I Carbonari della Sicilia volevano il ristabilimento della costituzione siciliana del 1812 e l’autonomia dell’isola dal Napoletano; Quelli di Napoli volevano la costituzione di Spagna del 1820 e l’assoggettamento della Sicilia; Quelli del Piemonte e del Lombardo-Veneto la costituzione Francese del 1814 e l’indipendenza d’Italia mediante la guerra all’Austria.

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