saraverde96
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Concetti Chiave

  • L'Europa pre-guerra era caratterizzata da tensioni economiche e politiche, con nazionalismo e imperialismo che alimentavano la corsa agli armamenti.
  • Le alleanze rigide, come la Triplice Alleanza e la Triplice Intesa, aumentarono il rischio di un conflitto su larga scala.
  • L'attentato di Sarajevo nel 1914 fu la scintilla che accese il conflitto, trasformando una crisi locale in una guerra mondiale.
  • La guerra di trincea fu segnata da un conflitto statico e prolungato, con battaglie terribili come Verdun e la Somme, causando enormi perdite umane.
  • La Prima guerra mondiale si concluse con l'armistizio del 1918 e trattati di pace che ridisegnarono le mappe politiche, lasciando l'Italia insoddisfatta per la "vittoria mutilata".

Indice

  1. Prima guerra mondiale - Cause economiche e spinta del nazionalismo
  2. Il gioco delle alleanze
  3. La difficile situazione dei Balcani
  4. L'attentato di Sarajevo
  5. Il fallimento della guerra di movimento
  6. La guerra di trincea
  7. Il fronte orientale
  8. Neutralisti e interventisti in Italia
  9. L'entrata in guerra dell'Italia
  10. Il fronte interno e l’economia di guerra
  11. La rivoluzione russa e la rotta di Caporetto
  12. L'entrata in guerra degli Stati Uniti
  13. La fine della guerra
  14. Un massacro senza precedenti
  15. Trattati di pace
  16. La "vittoria mutilata" dell'Italia

Prima guerra mondiale - Cause economiche e spinta del nazionalismo

Alla vigilia della prima guerra mondiale, l’Europa vive un periodo di pace, ma le potenze hanno rapporti molto tesi e sono divise in blocchi di alleanze, che obbligano i Paesi membri all'aiuto reciproco in caso di guerra. I motivi delle tensioni non sono solo politici, ma anche economici. Le potenze europee ormai sono tutte industrializzate e questo favorisce l’imperialismo: gli Stati europei vogliono creare nuovi mercati e avere nuove colonie da cui prendere materie prime a basso costo. Anche la corsa agli armamenti, sostenuta sia dagli industriali sia dai militari, contribuiva ad accrescere le tensioni internazionali. Gli Stati che riescono a creare le colonie più grandi sono Francia e Inghilterra. Inoltre, dal punto di vista politico, in tutta Europa sono diffusi sentimenti nazionalisti e molti popoli vogliono la guerra per ottenere l'indipendenza o la supremazia su altri popoli.

Il gioco delle alleanze

Prima del 1914, l'Europa era organizzata in alleanze:
• gli imperi centrali, cioè Germania e Austria, erano uniti all'Italia nella Triplice alleanza, sancita nel 1882;
• del 1907 era invece la Triplice intesa tra Regno Unito, Francia e Russia;
• altre alleanze di fatto erano quella della Russia con la Serbia, della Germania con l'Impero ottomano e dell'Austria con la Bulgaria.
I sistemi di alleanze contrapposte accresceva il rischio di guerra: infatti, se uno degli Stati legati da questi patti fosse stato attaccato, avrebbe provocato come effetto a catena l'entrata in guerra di tutte le altre potenze.

La difficile situazione dei Balcani

Un'area problematica era quella dei Balcani una zona politicamente molto instabile a causa del lento declino dell'Impero ottomano. Alcuni Stati avevano proclamato la propria indipendenza, in particolare la Serbia. Nel 1912 Serbia, Montenegro, Grecia e Bulgaria sconfissero l'Impero ottomano spartendosi i suoi territori europei. Nel 1913 la Serbia sconfisse la Bulgaria e diventò la potenza egemone nell'area. Dietro a questi scontri c'erano le grandi potenze europee. La Russia sosteneva il progetto di espansione della Serbia con l'intento di estendere la sua influenza sull'area e di ottenere uno sbocco sul Mediterraneo. L'Austria, per parte sua, appoggiava la Bulgaria per evitare l'estensione dell'influenza russa e per compensare la perdita dei suoi territori in Italia. In questa prospettiva, era annessa la regione della Bosnia Erzegovina, aggravando cosi la tensione con la Serbia.

L'attentato di Sarajevo

Il 28 giugno 1914 scoccò la scintilla che fece esplodere il conflitto. A Sarajevo, capoluogo della Bosnia-Erzegovina, un giovane nazionalista serbo, Gavrilo Princip, uccise l'erede al trono austriaco, l'arciduca Francesco Ferdinando, e sua moglie Sofia. L'impero austro-ungarico colse l'occasione per dichiarare guerra alla Serbia, il 28 luglio 1914. Nel volgere di pochi giorni, le maggiori potenze entrarono nel conflitto. La Germania e l'Impero ottomano affiancarono l'Austria-Ungheria, mentre sul fronte opposto si schierarono Francia, Regno Unito, Russia e, subito dopo, Giappone. La guerra che gli austriaci pensavano di risolvere rapidamente e senza l'intervento delle grandi potenze era diventata la Prima guerra mondiale. Infatti , anche se il principale teatro delle operazioni belliche di questo conflitto fu l'Europa, la guerra si combatté anche in Medio Oriente, in Africa e in Asia, dove gli Stati europei avevavo le loro colonie. Nella guerra furono coinvolti ben trentasei Paesi tra cui la Cina e il Brasile. Lo scoppio della guerra fu accolto con grande entusiasmo popolare. Tutta l'Europa fu pervasa da un'ondata di nazionalismo e molti giovani corsero ad arruolarsi volontari, spinti dal desiderio di un'esperienza avventurosa e da sogna di eroismo.

Il fallimento della guerra di movimento

Da subito, però, la guerra è più difficile e lunga del previsto. Il piano d'attacco tedesco contro la Francia prevedeva una guerra di movimento, cioè bastata su una serie di azioni militari veloci. Nell'agosto 1914 i tedeschi invasero il Belgio, che si era dichiarato neutrale, per aggirare da nord le linee fortificate francesi. L’imprevista resistenza belga permise però ai francesi di schierarsi al confine con il Beigio, mentre il Regno Unito sbarcava le sue truppe in aiuto della Francia. Ciò nonostante, i tedeschi continuarono l'avanzata giungendo fino a soli 40 chilometri da Parigi. A quel punto, però, la Russia era entrata in guerra e i tedeschi furono costretti a spostare parte delle truppe sul fronte russo (o "orientale"), indebolendo così il fronte che fu chiamato "occidentale". Il 12 settembre, francesi e britannici riuscirono a fermare l'esercito tedesco in una sanguinosa battaglia sul fiume Marna e poi a respingerlo verso est.

La guerra di trincea

Da allora in poi, la guerra di movimento si trasforma in una guerra di posizione, cioè una guerra lunga, senza azioni rilevanti, e combattuta in fossati, detti trincee, in cui i soldati vivono e combattono, senza riuscire a conquistare nuove terre. Si formarono così due linee di trincee contrapposte e parallele, lunghe 800 chilometri, dal Mare del Nord alla Svizzera. Questa situazione durò quasi immutata per quattro anni, fino alla fine della guerra.
Lungo il fronte occidentale, nel 1916 si scatenarono due terribili battaglie:
• la battaglia di Verdun, località francese non lontano dal confine belga, fu causata da un'offensiva tedesca e durò quasi undici mesi, causando la morte di più di mezzo milione di soldati; tuttavia, da un punto di vista strategico non determinò alcun cambiamento significativo: non ci furono né vincitori né vinti;
• quasi contemporaneamente, più a nord, le truppe britanniche e francesi attaccarono quelle tedesche nella battaglia della Somme, che durò quasi cinque mesi. Fu un altro terribile massacro: morirono circa un milione di soldati. Vinsero gli alleati franco-britannici, ma la conquista fu insignificante: pochi chilometri quadrati di territorio. Altrettanto inconcludente fu la battaglia navale dello Jutland tra la marina britannica e quella tedesca.

Il fronte orientale

Sin dall'estate 1914 i russi minacciarono il territorio della Germania, che impegnò quindi molti uomini sul fronte orientale. I tedeschi sconfissero i russi nelle due battaglie di Tannenberg e dei Laghi Masuri, ma i russi, a loro volta, sconfissero gli austriaci a Leopoli, occupando la grande e popolosa regione della Galizia. In seguito a questa sconfitta, l'esercito austro-ungarico risultò pesantemente indebolito.
Nel novembre 1914, però, l'Impero ottomano entrò in guerra a fianco della Germania, rendendo molto difficile la situazione della Russia. Gli ottomani, infatti, controllavano gli stretti dei Dardanelli e del Bosforo, che mettono in comunicazione il mar Nero con il mar Mediterraneo: essi bloccarono le navi che portavano rifornimenti di armi e viveri alla Russia. Francia e Regno Unito tentarono invano di soccorrere i russi con l'invio della flotta; una serie di tentativi di sbarco a Gallipoli, località turca sullo stretto dei Dardanelli, si risolse in un disastroso fallimento. La Russia ottenne ancora qualche successo militare contro l'Austria, nel 1916, ma non decisivo. L'esercito dello zar contava beni 12 milioni di uomini, ma a causa dell'arretratezza dell'economia russa non si riusciva a rifornirlo adeguatamente di armi e viveri.

Neutralisti e interventisti in Italia

L’Italia era legata all'Austria e alla Germania dalla Triplice alleanza, un trattato difensivo che obbligava i suoi membri a entrare in guerra solo qualora uno dei tre fosse stato attaccato. Poiché però era stata l'Austria a dichiarare guerra alla Serbia, Italia non era tenuta a sostenere l'alleato e, pertanto, inizialmente rimase neutrale. Nel Paese, tuttavia, si apri un acceso dibattito tra i neutralisti, che non volevano che l'Italia entrasse in guerra, e gli interventisti, che invece premevano per parteciparvi. Tra i neutralisti c’erano: i socialisti, che pensavano che la guerra avrebbe portato inutile dolore miseria alla popolazione; i cattolici, per motivi religiosi e morali; i liberali di Giolitti. Tra gli interventisti c’erano invece: i socialisti rivoluzionari, poiché speravano che la guerra avrebbe portato alla rivoluzione; gli irredentisti, ossia coloro che pensavano che la guerra sarebbe servita per riconquistare il Trentino e la Venezia Giulia (le terre dette irredente) e completare l’unità nazionale; i nazionalisti, che credevano che con la vittoria della guerra l’Italia sarebbe diventata una grande potenza.

L'entrata in guerra dell'Italia

Nonostante la maggioranza neutralista, il 26 aprile 1915, per ordine del re Vittorio Emanuele IlI, viene firmato a Londra un patto segreto (Patto di Londra) che impegnava l'Italia a entrare in guerra a fianco della Triplice intesa (che promette all’Italia il Trentino, la Venezia Giulia, ma anche l’Istria e la Dalmazia). Così il 24 maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra all’Austria-Ungheria. Ai fronti principali, quello occidentale e quello orientale, si aggiunse allora il fronte meridionale, situato sul confine tra Italia e Austria. Le due potenze si affrontarono in una guerra di logoramento che si protrasse fino all'ottobre 1917. L'esercito italiano era più numeroso di quello austriaco, ma era male equipaggiato e guidato da un generale incapace, Luigi Cadorna.

Il fronte interno e l’economia di guerra

Rispetto alle guerre precedenti quella del 1914 18 è la prima grande guerra di massa perché coinvolge non sono i soldati ma anche le intere popolazioni civili. I civili rappresentano quello che viene definito fronte interno. Molti sono costretti ad abbandonare le proprie case per trasferirsi in luoghi più sicuri, soffrono per la mancanza di risorse, per i prezzi che aumentano e per la difficoltà a procurarsi prodotti alimentari. Durante la guerra l’economia degli Stati diventa un’economia di guerra poiché tutte le produzioni sono destinate al fronte. Inoltre, moltissimi uomini partono per la guerra e lasciano il loro posto di lavoro. Per poter continuare la produzione industriale vengono impiegate le donne che per la prima volta si trovano a compiere lavori tipicamente maschili; alcune di esse partono per la guerra come crocerossine.

La rivoluzione russa e la rotta di Caporetto

Nello stesso 1917 si verificarono alcuni eventi decisivi per le sorti della guerra. Prima di tutto, in Russia scoppiò la rivoluzione. I soldati russi cominciarono a disertare il fronte, e a novembre la Russia si ritirò dal conflitto firmando una pace separata all'inizio del 1918. Il ritiro della Russia permette agli imperi centrali di concentrare le forze sul fronte italiano. Il 24 ottobre austriaci e tedeschi sconfiggono gli italiani a caporetto. La rotta di Caporetto fu un momento molto drammatico: diversi reparti dell'esercito si ritirarono in modo disordinato; altri, stanchi delle scelte inumane del generale Luigi Cadorna, rifiutarono di combattere e disertarono.

L'entrata in guerra degli Stati Uniti

Nello stesso anno, accadde un evento determinante per l'esito della guerra: l'entrata nel conflitto degli Stati Uniti. Con il passare degli anni, il problema degli approvvigionamenti di materie prime e beni di prima necessità, compreso il cibo, diventava sempre più grave. Già da tempo gli Usa aiutavano economicamente, Francia e Regno Unito. Nel contempo, la formidabile flotta britannica esercitava il blocco navale nel Mare del Nord, impedendo ai tedeschi qualsiasi rifornimento. La Germania, che rischiava di esaurire le proprie risorse e quindi di soccombere, lanciò allora una guerra sottomarina indiscriminata con moderni sommergibili, che colpivano qualsiasi nave diretta in Francia o nel Regno Unito, comprese quelle statunitensi. Gli Stati Uniti, non potendo tollerare tale attacco al loro diritto di commerciare liberamente con l'Europa, nell'aprile 1917 dichiararono guerra alla Germania.

La fine della guerra

Dal febbraio 1918, le truppe statunitensi combatterono a fianco dei francesi e dei britannici. Austria e Germania non hanno più forze per continuare la guerra, i soldati sono stanchi e senza rifornimenti. Circondati da potenze nemiche e dal blocco navale britannico, i tedeschi cominciarono ad arretrare e, l’11 novembre 1918, firmarono con la Triplice Intesa l’armistizio che poneva fine alla guerra. L’esercito italiano, riorganizzato dal generale Armando Diaz, sconfigge gli Austriaci a Vittorio Veneto (ottobre 1918) e il 3 novembre viene firmato l’armistizio con l’Austria.

Un massacro senza precedenti

Nella Prima guerra mondiale combatterono 90 milioni di uomini. Di questi, ben 10 milioni persero la vita sui campi di battaglia; inoltre, moltissimi soldati rimasero mutilati o invalidi a causa delle ferite di guerra. Le enormi e mal viste prima proporzioni di questo conflitto furono sin dall'inizio chiare ai contemporanei, che lo chiamarono intatti la Grande guerra. Fu una guerra totale. La novità di questa guerra, tuttavia, non risiede solo nelle dimensioni inedite, ma anche nel modo in cui fu condotta. Il grande balzo tecnologico aveva investito anche le armi, che avevano enormemente accresciuto la loro letalità: la mitragliatrice, l'artiglieria a lunga gittata e i gas tossici.

Trattati di pace

All’inizio del 1919, Gli Stati che hanno vinto la guerra partecipano alla conferenza per la pace, che si tiene a Parigi. Il presidente statunitense Wilson, il presidente del consiglio francese, il premier britannico e il presidente del consiglio italiano Orlando, si trovarono a riordinare il quadro post bellico . Wilson con i suoi “Quattordici punti” promuoveva un modello democratico e liberale di società fondato sull’autodeterminazione dei popoli. La Germania venne vista come principale responsabile della guerra e le furono imposte condizioni di pace durissime. Tra il 1919 e il 1920 ci fu il crollo degli imperi continentali: russo, austro-ungarico, tedesco e ottomano. L’impero austro ungarico viene diviso in quattro nuovi stati: Austria, Ungheria, Cecoslovacchia, Jugoslavia.
Nel 1919 nasce la società delle Nazioni, un organismo sovranazionale che ha lo scopo di evitare le guerre e mantenere la pace e la sicurezza.

La "vittoria mutilata" dell'Italia

L'Italia ottenne il Trentino-Alto Adige, Gorizia, Trieste e l'Istria, ma uscì dalla guerra con quella che fu definita una "vittoria mutilata" poiché, nonostante fosse uno degli Stati vincitori, ricevette un trattamento che fu considerato umiliante. Il governo italiano chiedeva infatti che fosse applicato il patto di Londra, in base al quale avrebbe dovuto ottenere anche parte della Dalmazia con le sue isole, che furono invece annesse alla lugoslavia. In seguito a questo evento, si diffuse in Italia un forte astio contro le potenze straniere e, soprattutto, contro il governo, giudicato incapace di farsi rispettare a livello internazionale.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le cause principali della Prima guerra mondiale?
  2. Le cause principali furono le tensioni economiche e politiche tra le potenze europee, l'imperialismo, la corsa agli armamenti e il nazionalismo diffuso in Europa.

  3. Come influì il sistema di alleanze sull'inizio della guerra?
  4. Il sistema di alleanze, come la Triplice Alleanza e la Triplice Intesa, aumentò il rischio di guerra, poiché un attacco a uno Stato poteva coinvolgere tutte le potenze legate da patti.

  5. Quale evento scatenò l'inizio del conflitto?
  6. L'attentato di Sarajevo, in cui Gavrilo Princip uccise l'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austriaco, fu l'evento che scatenò il conflitto.

  7. Quali furono le conseguenze della guerra di trincea?
  8. La guerra di trincea portò a un conflitto lungo e statico, con enormi perdite umane e senza significativi cambiamenti territoriali.

  9. Come si concluse la Prima guerra mondiale e quali furono le sue conseguenze?
  10. La guerra si concluse con l'armistizio dell'11 novembre 1918. I trattati di pace portarono al crollo di diversi imperi e alla nascita di nuovi Stati, mentre l'Italia si sentì tradita dalla "vittoria mutilata".

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