Concetti Chiave
- L'economia del dopoguerra è caratterizzata da un'inflazione elevata dovuta all'uscita dal gold standard, causando un impoverimento generale con prezzi in aumento.
- Lo Stato deve riconvertire l'economia di guerra in economia civile, dapprima sostenendo l'industria con dazi e facilitazioni, per poi gradualmente sospendere tali interventi.
- Il commercio interno ed esterno necessita di una ripresa attraverso il riallacciamento dei rapporti con altre nazioni, in un contesto di debiti elevati verso gli Stati Uniti.
- Il difficile reinserimento dei reduci di guerra nel mondo del lavoro genera risentimento e la nascita di associazioni di ex combattenti per difendere i propri diritti.
- Il "Biennio rosso" vede un'intensa attività di scioperi e crescita del movimento operaio, con richieste di salari adeguati e riduzione degli orari di lavoro, spaventando le classi dirigenti.
Indice
Problematiche economiche e sociali
Si devono affrontare problematiche economiche sociali e civili come in tutte le altre nazioni europee:
ci sono circa 500mila invalidi di guerra che chiedono una pensione o un indennizzo, ci sono state numerose morti per la guerra e l’influenza spagnola e ingenti danni materiali.
Effetti di lunga durata:
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Inflazione altissima che ha portato all’innalzamento del prezzo di tutti i beni anche quelli di prima necessità come cibo e vestiti.
La causa è stata l’uscita dal gold standard, il sistema aureo che ancorava il valore della moneta a un valore considerato stabile ovvero il suo corrispettivo in oro e il denaro quindi dipendeva dalla quantità di oro nelle banche così da permettere prezzi tendenzialmente stabili.
Durante la guerra servono soldi ma non si riesce a comprare il corrispettivo in oro quindi la moneta si svincola da esso e viene stampata al bisogno. Il suo valore dipende dal denaro che circola e visto che ne circola molto la moneta perde di valore e i prezzi aumentano. Ciò è segno di un impoverimento generale. - Bisogna riconvertire l’economia di guerra in economia civile.All’inizio del dopoguerra lo Stato sostiene le industrie con dazi protettivi, facilitazioni creditizie, commesse per la ricostruzione civile e per le forze armate riuscendo a mantenere i livelli produttivi degli anni di guerra. Ma, allo stesso tempo, gradualmente deve iniziare a sospendere i suoi ordini e far reggere l’economia con le normali norme di domanda e offerta. Le industrie, però, si ritrovano improvvisamente senza clienti (era lo Stato).
- Far ripartire il commercio interno ed esterno con il riallacciamento dei rapporti con le altre nazioni.
Durante le trattative per la pace di Versailles il funzionario del ministero del tesoro inglese John Maynard Keynes mette in guardia le potenze vincitrici riguardo il trattamento della Germania sul piano economico dal momento che era stata offesa ed era in crisi e ciò avrebbe danneggiato tutta l’Europa. La Germania infatti produceva per tutto il territorio europeo, era la grande locomotiva economica e quindi non ci si dovrà stupire della nascita di un nuovo movimento nazionalista: se si sopprime un popolo, prima o poi si ribellerà.
- Tutti gli stati sono indebitati con gli Stati Uniti perché era l’unica nazione che durante la guerra è stata in grado di fare prestiti alle nazioni europee.
- Coloro che avevano fatto la guerra, i mutilati ma anche le vedove e gli orfani volevano sussidi e pensioni da parte dello Stato ma poiché non c’erano soldi non si riusciva a soddisfare questa esigenza nonostante le grandi promesse fatte. Inoltre i reduci di guerra temevano di vedere occupati quei posti di lavoro che credevano di avere di diritto mentre coloro che avevano un ruolo di comando erano reticenti a ritornare ad un lavoro subordinato. Da questa situazione nasce un sentimento di risentimento che fa nascere associazioni di ex combattenti che si mobilitavano a difesa dei propri valori e interessi.
- Gli operai durante la guerra videro sospeso il loro diritto allo sciopero ma nel dopoguerra gli scioperi furono continui soprattutto con il fine di adeguare gli stipendi al canone di vita (gli stipendi erano bassi e i prezzi delle merci alti) e la riduzione degli orari di lavoro a otto ore. Inizia quindi dalla fine del 1918 all’estate del 1920 il “Biennio rosso” che spaventa le classi dirigenti perché c’è una possibilità di una rivoluzione simile a quella bolscevica. Infatti gli scioperi si manifestarono in maniera più radicale e colpì direttamente il problema del potere nelle fabbriche e nello Stato e spontaneamente si formarono consigli di operai che scavalcavano le organizzazioni tradizionali dei lavoratori. In questi anni poi gli iscritti ai partiti socialisti e ai sindacati aumentò notevolmente.
- I contadini che più di tutti hanno combattuto nelle trincee sono i primi a pagare le conseguenze della guerra. Non viene mantenuta la promessa dello Stato di concessione di terre. I contadini del sud erano dispersi e disorganizzati mentre quelli del centro nord si erano riuniti in sindacati.
- I ceti medi erano stati i più desiderosi della guerra e i più patriottici e fino alla fine avevano sperato nella vittoria ma sono scontenti di come essa è stata gestita. Infatti vogliono subito tornare ad un ordine sociale ed economico.
Inflazione e gold standard
Riconversione economica post-bellica
Commercio e pace di Versailles
Debiti con gli Stati Uniti
Sussidi e risentimento post-guerra
Scioperi e Biennio rosso
Condizioni dei contadini
Scontento dei ceti medi
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali problematiche economiche e sociali affrontate nel dopoguerra?
- Qual è stata la causa principale dell'inflazione altissima nel dopoguerra?
- Come ha reagito lo Stato per sostenere l'economia nel dopoguerra?
- Quali erano le preoccupazioni di John Maynard Keynes riguardo al trattamento della Germania?
- Quali tensioni sociali sono emerse nel dopoguerra?
Le problematiche includono l'inflazione altissima, la necessità di riconvertire l'economia di guerra in economia civile, e la gestione delle richieste di pensioni e sussidi da parte di invalidi di guerra e famiglie colpite.
L'uscita dal gold standard ha portato a un aumento della quantità di denaro in circolazione, causando una perdita di valore della moneta e un aumento dei prezzi.
Lo Stato ha sostenuto le industrie con dazi protettivi, facilitazioni creditizie e commesse per la ricostruzione, ma ha dovuto gradualmente sospendere questi aiuti per far reggere l'economia con le normali norme di domanda e offerta.
Keynes ha avvertito che un trattamento economico punitivo della Germania avrebbe danneggiato tutta l'Europa, poiché la Germania era una grande locomotiva economica per il continente.
Sono emerse tensioni tra i reduci di guerra e lo Stato per la mancanza di sussidi promessi, scioperi operai per adeguamenti salariali e riduzione degli orari di lavoro, e un sentimento di risentimento che ha portato alla formazione di associazioni di ex combattenti.