Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • La Libia ottenne l'indipendenza nel 1951, con l'emiro Idris come re, dopo essere stata una colonia italiana e sotto occupazione alleata.
  • Nel 1969, un colpo di Stato abolì la monarchia e instaurò la Repubblica araba, guidata dal colonnello Muammar Gheddafi.
  • Sotto Gheddafi, la Libia adottò una politica nazionalistica e panaraba, con elementi socialisti e una visione autoritaria.
  • La politica estera di Gheddafi, spesso intransigente e anti-occidentale, portò a sanzioni e tensioni internazionali, specialmente con gli USA.
  • Dopo la caduta di Gheddafi nel 2011, la Libia è rimasta in uno stato di caos e conflitto tra fazioni tribali e un governo centrale debole.

Indice

  1. La strada verso l'indipendenza
  2. La caduta della monarchia
  3. L'ascesa di Gheddafi
  4. Politica internazionale e tensioni
  5. La fine del regime di Gheddafi

La strada verso l'indipendenza

La Libia era stata una colonia italiana dal 1910. Nel 1943, fu liberata dalle forze alleate e nel 1949, ottenne dall’ONU il riconoscimento della propria indipendenza. L’anno successivo l’assemblea nazionale libica, formata da pari numero di delegati della Cirenaica, della Tripolitania e del Fezzan, designò l’emiro Idris quale futuro sovrano di un regno federale. Nel 1951, fu proclamata la prima costituzione e il 24 dicembre dello stesso anno, il re Idris I proclamò l’indipendenza del regno unito di Libia.

La caduta della monarchia

Inizialmente, il potere rimase nelle mani di alcuni clan feudali, molto vicini alla monarchia per cui il potere costituito aveva solo un carattere formale. L’opposizione iniziò una moderata azione agli inizi degli anni ’60, soprattutto negli ambienti intellettuali e fra gli studenti. Lo scopo era di contrastare gli orientamenti governativi e i condizionamenti occidentali. Tale ondata nazionalista fu particolarmente vivace durante la guerra arabo-israeliana del 1967 ed essa accelerò la crisi della monarchia. Nel 1969, un colpo di Stato abbatté la monarchia e fu proclamata la Repubblica araba.

L'ascesa di Gheddafi

Il governò passo nelle mani di Mahmud Soliman el-Maghrabui, con la supervisione di un Consiglio del comando della rivoluzione, presieduto dal colonnello Muammar Gheddafi. Il nuovo governo intraprese una politica fortemente nazionalistica ed iniziò le trattative con gli USA e la Gran Bretagna per lo sgombero dal territorio libico delle loro basi militari. Nel 1970, il colonnello Gheddafi rimosse dall’incarico Mahmud Soliman el-Maghrabui e assunse la presidenza del Consiglio. La sua politica riprese il concetto di panarabismo, ispirandosi a Nasser, ma inserendovi alcuni elementi socialisti ed uno spirito militare e rivoluzionario. In quest’ottica, egli elaborò la “terza teoria internazionale” (da lui stesso così definita) che si presentava come alternativa al capitalismo e al comunismo, all’interno del socialismo arabo.

Tuttavia, per questo, Gheddafi fu largamente accusato di usare il concetto di "comitato popolare" come alibi per una politica di fatto autoritaria e repressiva. Nel 1972, dopo essersi liberato di tutte le forme politiche tradizionali, egli si auto dichiarò guida della rivoluzione libica. Cinque anni dopo, entrò in vigore la nuova Costituzione, denominata “potere delle masse”, in base alla quale i vecchi istituti governativi venivano sostituiti da un Consiglio generale del popolo, con funzione di Consiglio dei ministeri e da una Segreteria, guidata personalmente da Gheddafi. Il Corano fu assunto come legge fondamentale dello Stato.

Politica internazionale e tensioni

Sotto la dittatura di Gheddafi, la Libia consolidò il proprio ruolo in politica internazionale. Fra l’atro, egli si oppose alle trattative di pace con Israele, promosse dall’allora presidente egiziano e si avvicinò alla Siria con lo scopo di costituire un fronte antisraeliano. Appoggiò attivamente la rivoluzione islamica in Iran nonché le frange più oltranziste della resistenza palestinese. Questa forma di atteggiamento intransigente spinto alle estreme conseguenze nell'ambito politico, ideologico e militare gli valsero le ostilità dei governi occidentali e in particolare degli Stati Uniti che presero contro la Libia misure sul piano economico, politico e militare; in questo ultimo campo, va ricordato il bombardamento di Tripoli nel 1986. In occasione della Prima Guerra del Golfo, nei primi anni Novanta, i rapporti con l’Occidente si deteriorarono ulteriormente, poiché il dittatore si dichiarò contrario all’invio di una forza militare multinazionale in Medio Oriente. La reazione più dura dell’Occidente nei suoi confronti si ebbe a seguito del suo rifiuto di concedere l’estradizione a due cittadini libici sospettati dell’attentato terroristico aereo sopra la città inglese di Lockerbie in cui morirono 270 persone. A seguito di tale episodio le Nazioni Unite applicarono un embargo economico contro la Libia e vi fu anche la richiesta di Papa Giovanni Paolo II affinché tale misura fosse rimossa. L’anno successivo fu raggiunto un accordo Libia/Usa in base al quale furono sospese le sanzioni contro le aziende europee che avevano l’intenzione di commerciare con la Libia. Nel 1998, i presunti autori dell’attentato furono consegnati e le sanzioni sospese; pertanto, immediatamente i rapporti diplomatici USA/Libia ripresero dopo quasi 20 anni.

La fine del regime di Gheddafi

Il periodo seguente vide numerose sommosse popolari e l’opposizione armata fra le forze che appoggiavano Gheddafi e quelle degli insorti facenti parti del Consiglio Nazionale Libico. L’intervento militare internazionale previsto per tutelare la popolazione civica, in realtà, si concretizzò nel bombardamento delle truppe governative, di infrastrutture civili e militari e nell'appoggio alle truppe antigovernative. Nel 2011, molti Stati occidentali, con in testa la Francia, riconobbero il Consiglio nazionale di transizione come unico rappresentante del popolo libico. Nell’ottobre dello stesso anno, ormai le forze del regime erano ridotte agli stremi: Gheddafi fu catturato ed ucciso. La sua morte portò alla caduta del regime dittatoriale e alla fine della guerra. Dopo la caduta di Gheddafi, la Libia è diventata ostaggio di numerosi scontri fra eserciti appartenenti a tribù diverse, a cui il governo centrale, troppo debole e diviso, non è stato mai in grado di porre rimedio e tale situazione di caos dura tutt’oggi, nonostante i vari tentativi di pace.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato il percorso della Libia verso l'indipendenza?
  2. La Libia è stata una colonia italiana fino al 1943, liberata dalle forze alleate, e ha ottenuto il riconoscimento dell'indipendenza dall'ONU nel 1949. Nel 1951, il re Idris I ha proclamato l'indipendenza del regno unito di Libia.

  3. Come è avvenuto il passaggio dalla monarchia alla Repubblica araba in Libia?
  4. Nel 1969, un colpo di Stato ha abbattuto la monarchia, proclamando la Repubblica araba sotto la guida del colonnello Muammar Gheddafi, che ha intrapreso una politica nazionalistica e ha rimosso le basi militari straniere.

  5. Quali furono le principali politiche di Gheddafi durante il suo regime?
  6. Gheddafi ha promosso il panarabismo, la "terza teoria internazionale" come alternativa al capitalismo e comunismo, e ha sostenuto movimenti anti-israeliani e la rivoluzione islamica in Iran, portando a tensioni con l'Occidente.

  7. Quali furono le conseguenze internazionali delle azioni di Gheddafi?
  8. Le azioni di Gheddafi portarono a ostilità con i governi occidentali, sanzioni economiche e politiche, e il bombardamento di Tripoli nel 1986. I rapporti si deteriorarono ulteriormente dopo il rifiuto di estradare i sospettati dell'attentato di Lockerbie.

  9. Cosa è successo in Libia dopo la caduta di Gheddafi nel 2011?
  10. Dopo la morte di Gheddafi, la Libia è stata segnata da scontri tra tribù diverse e un governo centrale debole, portando a una situazione di caos che persiste nonostante i tentativi di pace.

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