Concetti Chiave
- Nel 1911, l'Italia, guidata da Giolitti, sfrutta la crisi interna dell'Impero ottomano per attaccare e conquistare la Libia.
- L'impresa è appoggiata da vari gruppi italiani, tra cui finanzieri, nazionalisti e parte della stampa, che vedono nella guerra opportunità economiche e di prestigio.
- La guerra contro l'Impero ottomano è difficile, con resistenza sia dall'esercito ottomano che dalle formazioni locali libiche.
- Nell'aprile 1912, l'Italia occupa le isole del Dodecaneso, spingendo l'Impero ottomano a firmare il trattato di pace a Losanna, riconoscendo la sovranità italiana sulla Libia.
- Nonostante il trattato, il controllo completo della Libia richiede anni di conflitto e l'uso di strategie militari dure contro i combattenti e i civili locali.
L'attacco alla Libia
Nel 1911, sfruttando una grave crisi scoppiata all'interno dell'Impero ottomano il governo Giolitti decide di attaccarlo militarmente per impossessarsi della Libia, territorio ancora sotto sovranità ottomana.
Sostenitori della guerra
L'impresa è sostenuta da un'ampia gamma di sostenitori: da gruppi finanziari italiani, i quali sperano che una conquista territoriale possa offrire nuove occasioni di investimento; da piccoli gruppi nazionalisti radicali, tra i quali spicca in particolare l'Associazione Nazionalistica Italiana fondata nel 1910 e guidata da Enrico Corradini e Luigi Federzoni, che considera la guerra di Libia una grande occasione per provare la grandezza militare della nazione italiana; da una parte della stampa e delle organizzazioni cattoliche, che vedono nella guerra una possibile nuova crociata contro l'Islam; tutta la grande stampa italiana di orientamento liberale, la quale ritiene che l'iniziativa possa far comparire definitivamente e autorevolmente l'Italia fra le grandi potenze.
La resistenza in Libia
Giolitti cogliendo l'occasione delle debolezze interne che tormentano l'Impero ottomano e della crisi internazionale tra Francia e Germania per il controllo del Marocco, senza consultare il Parlamento manda un "ultimatum" all'impero e ai primi di ottobre del 1911, autorizza l'attacco militare.
La guerra è durissima. L'esercito italiano trova in Libia una notevole resistenza sia da parte dell'esercito ufficiale ottomano sia da parte delle formazioni di regolari costituite da popolazioni locali. Nell'aprile del 1912 la flotta italiana attacca e occupa le isole del Dodecaneso, nell'Egeo, davanti alle coste turche e arriva a minacciare anche lo Stretto dei Dardanelli. L'Impero ottomano decide allora di cedere: il trattato di pace firmato a Losanna il 18 ottobre 1912 riconosce la sovranità italiana sulla Libia: ma la Libia è tutt'altro che sotto controllo e ci vorranno ancora diversi anni (e l'impiego di tecniche militari durissime sia contro i combattenti sia contro i civili) per domare la resistenza delle popolazioni delle zone interne.Domande da interrogazione
- Quali furono le motivazioni dietro l'attacco italiano alla Libia nel 1911?
- Chi sostenne l'impresa militare italiana in Libia?
- Come si concluse la resistenza in Libia e quali furono le conseguenze?
L'attacco fu motivato dalla crisi interna dell'Impero ottomano e dalla speranza di nuove opportunità di investimento e prestigio internazionale per l'Italia.
L'impresa fu sostenuta da gruppi finanziari italiani, nazionalisti radicali, parte della stampa e organizzazioni cattoliche, che vedevano nella guerra un'opportunità per l'Italia.
La resistenza fu dura e prolungata, con l'Impero ottomano che cedette nel 1912, ma la Libia rimase instabile e richiese anni di conflitto per essere controllata completamente.