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Concetti Chiave

  • Nel 1878, con la morte di Pio IX e Vittorio Emanuele II, inizia l'età umbertina con Umberto I al trono e Leone XIII come nuovo Pontefice.
  • La Sinistra Storica al governo dal 1876 al 1896 si impegna a modernizzare e democratizzare l'Italia, ma eredita problemi come tasse elevate e questioni irrisolte nel Sud.
  • Depretis introduce riforme democratiche, come l'istruzione obbligatoria e gratuita, ma le misure protezionistiche aggravano le disuguaglianze economiche tra Nord e Sud.
  • Francesco Crispi, successore di Depretis, abolisce la pena di morte e riconosce il diritto di sciopero ma reprime duramente le rivolte e avvia fallimentari avventure coloniali.
  • Tra il 1876 e il 1914, 14 milioni di italiani emigrano principalmente verso l'America e l'Australia, in cerca di migliori opportunità lavorative.

Indice

  1. Transizione di potere e riforme
  2. Sfide economiche e sociali
  3. Riforme di Depretis e tensioni sociali
  4. Crispi e le rivolte della fame
  5. Emigrazione e tensioni internazionali

Transizione di potere e riforme

Nel 1878 muoiono Pio IX e Vittorio Emanuele II. Il nuovo Pontefice, Leone XIII, pubblica nel 1891 l'enciclica Rerum novarum in cui invita i cattolici un intenso impegno sociale. Il trono passa a Umberto I, che regna dal 1878 al 1900, la cosiddetta età umbertina. Intanto nel 1876 va al governo la Sinistra Storica che si pone l'obiettivo di modernizzare il paese e democratizzare l'Italia riconciliando il paese legale con il paese reale e che governa ininterrottamente fino al 1896.

Sfide economiche e sociali

La sinistra ha eredito una nazione che grazie alla destra non ha solo i realizzato l'unità ed estinto i debiti, ma ha costruito le infrastrutture necessarie ad avviare lo sviluppo economico. Alcune scelte del precedente governo hanno causato conseguenze negative: l'eccesso di tasse ha impedito l'ampliamento del mercato dei consumatori; il liberismo ha penalizzato lo sviluppo dell'industria; la legge censitaria a limitato il voto a una ristretta classe. Infine, sono rimasti irrisolti la condizione contadina e la questione meridionale.

Riforme di Depretis e tensioni sociali

Il Presidente del Consiglio Agostino Depretis realizza rapidamente alcune riforme di impronta democratica: vara una riforma della scuola elementare, nota come legge Coppino, che rende obbligatoria e gratuita l'istruzione elementare dai 6 ai 9 anni, e una riforma del sistema elettorale che fa salire i votanti al 6,9% della popolazione; tutta protezionistica che permette lo sviluppo dei settori tessile e zuccheriero e l’avvio delle industrie siderurgica, elettrica e meccanica, penalizzando però ai consumatori, danneggiando le popolazioni del sud e aggravando Lo squilibrio economico tra nord e sud. Inoltre promuove un'inchiesta sulla mafia e una sullo stato sull'agricoltura, ed entrambe fanno emergere le cause dei problemi del Mezzogiorno, ma Depretis non prende provvedimenti concreti. Infine, Mentre sale il costo della vita, i salari dei lavoratori restano bloccati e la rabbia degli operai esplode nel 1887 in una serie di scioperi che gettano nel panico alla borghesia e i proprietari terrieri. In quello stesso anno Depretis muore e viene sostituito da Francesco Crispi.

Crispi e le rivolte della fame

Crispi vara la riforma del codice penale che abolisce la pena di morte, ammette il diritto di sciopero e istituisce enti assistenziali comunali, ma tra il 1891 e il 1894 viene contestato da due rivolte della fame: di conseguenza fa approvare dal Parlamento le leggi antianarchiche con le quali restringe la libertà di stampa e di associazione, mettere fuorilegge il Partito Socialista italiano e infine reprime nel sangue entrambi i movimenti di protesta. Si è aperta intanto l'avventura coloniale. Dopo l'acquisto della Baia di Assab, avvenuto nel 1882, una guarnigione italiana si è allargata nel Eritrea e a una parte della Somalia, dove ha imposto un protettorato. Crispi decide quindi di lanciarsi nella conquista dell’Etiopia, ma le sue truppe vengono sterminate nella battaglia di Adua del 1896 e il presidente del consiglio è costretto a dimettersi. La linea dura non finisce con la sua caduta. Nel 1898, gli Stati Uniti e bloccano le esportazioni di grano provocando in Italia un'impennata del prezzo del pane che scatena tumulti in tutto il paese. Il governo pone le città in stato d'assedio e a Milano gli operai rispondono scendendo in piazza armati di sassi, ma il generale Bava Beccaris li prende a cannonate provocando 120 morti.

Emigrazione e tensioni internazionali

Tra il 1876 e il 1914, 14 milioni di Italiani partono per cercare lavoro all'estero; saranno 26 milioni nel 1970. L'emigrazione non coinvolge solo il nostro paese: russi, austriaci e italiani del Nord si recano prevalentemente in Svizzera, Francia, Belgio e Olanda, mentre irlandesi, tedeschi e italiani del sud vanno negli Stati Uniti, nell'America meridionale e in Australia.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali riforme attuate da Agostino Depretis durante il suo governo?
  2. Agostino Depretis realizzò riforme democratiche come la legge Coppino per l'istruzione obbligatoria e gratuita dai 6 ai 9 anni e una riforma elettorale che aumentò i votanti al 6,9% della popolazione. Promosse anche politiche protezionistiche per lo sviluppo industriale.

  3. Quali furono le conseguenze delle politiche economiche della Sinistra Storica?
  4. Le politiche economiche della Sinistra Storica, come il protezionismo, favorirono lo sviluppo di alcuni settori industriali ma penalizzarono i consumatori e aggravarono lo squilibrio economico tra nord e sud.

  5. Come reagì Francesco Crispi alle rivolte della fame tra il 1891 e il 1894?
  6. Francesco Crispi rispose alle rivolte della fame con leggi antianarchiche che limitarono la libertà di stampa e associazione, mettendo fuorilegge il Partito Socialista italiano e reprimendo violentemente i movimenti di protesta.

  7. Quali furono le conseguenze della battaglia di Adua del 1896 per l'Italia?
  8. La sconfitta nella battaglia di Adua del 1896 costrinse Francesco Crispi a dimettersi e segnò un fallimento nella politica coloniale italiana in Etiopia.

  9. Quali furono le cause e le conseguenze dell'emigrazione italiana tra il 1876 e il 1914?
  10. L'emigrazione italiana fu causata da difficoltà economiche e sociali, portando 14 milioni di italiani a cercare lavoro all'estero, principalmente in Svizzera, Francia, Belgio, Olanda, Stati Uniti, America meridionale e Australia.

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