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Concetti Chiave

  • La "questione meridionale" evidenzia il divario economico e sociale tra il Nord e Sud Italia, accentuato dopo l'Unità d'Italia, con il Sud che cresce a ritmi più lenti e affronta ostacoli ambientali significativi.
  • Camillo Benso conte di Cavour fu il primo politico a interessarsi al Mezzogiorno, elaborando un piano per il suo sviluppo economico, ma la sua morte lasciò il Sud a politiche inadeguate, aumentando il divario con il Nord.
  • Il "grande brigantaggio" fu una risposta del Sud alla disparità economica e sociale post-unitaria, con bande di briganti che sfidarono il nuovo Stato italiano attraverso furti e razzie, specialmente tra il 1861 e il 1865.
  • Il Regno d'Italia affrontò il brigantaggio con dure politiche repressive, che seppur efficaci nel debellare il fenomeno, non risolsero il divario Nord-Sud e la questione meridionale persistette.
  • Nonostante alcune aree industriali e agricole prosperassero nel Sud, la mancanza di infrastrutture e competenze tecniche limitò lo sviluppo rispetto al Nord, contribuendo al perdurare delle disuguaglianze.
In questo appunto di storia moderna per le scuole superiori si affronta il tema della “questione meridionale” che riguarda il divario economico, storico e geografico tra l’Italia meridionale e l’Italia settentrionale, che produsse, in particolare a partire dall’Unità d’Italia, una serie di disuguaglianze e sbilanciamenti che si ripercuotono ancora oggi su tutto il territorio nazionale. In particolare, nell’immediato, le politiche di disparità, favorirono alcuni fenomeni illegali, come il brigantaggio.
La Questione Meridionale: Divari Economici e Sociali nell'Italia Unita articolo

Indice

  1. La questione meridionale: cos’è
  2. Cavour e l’attenzione al Mezzogiorno
  3. La risposta del Sud: il “grande brigantaggio”

La questione meridionale: cos’è

Un aspetto della politica economica e sociale messa in atto dei governi di inizio Novecento ha una connotazione territoriale specifica e intende far fronte a quella che ormai da molti viene chiamata "la questione meridionale": l'espressione vuole indicare il ritardo relativo nello sviluppo socio-economico delle regioni che prima dell'Unità hanno fatto parte del Regno delle Due Sicilie.

Sin dai primi anni dopo l'unificazione il divario economico tra l'Italia meridionale e l'Italia settentrionale, già evidenti in precedenza, si è decisamente accentuato. Non che l'economia meridionale non abbia settori dinamici o floridi. Alcuni importanti distretti industriali intorno a Napoli e nel Salernitano continuano ancora a prosperare. Nel settore agricolo alcuni ambiti produttivi attraversano egualmente una fase positiva: si tratta soprattutto delle aree nelle quali si producono beni destinati all'esportazione, dal Marsala alle mandorle, agli agrumi all'olio, alla frutta da tavola. Tuttavia le produzioni industriali non decollano mentre l'attività agricola principale, la produzione del grano, coltivata nelle aziende latifondistiche delle aree interne del Mezzogiorno, ha un andamento alterno e solo verso la fine del primo decennio del XX secolo si comincia a registrare qualche significativo incremento di produttività. È chiaro comunque che la crescita complessiva dell'economia meridionale ha ritmi decisamente più lenti di quelli delle altre aree del Paese e soprattutto del Nord. Ad accentuare inoltre il divario tra Nord e Sud contribuiscono diversi ostacoli ambientali che rendono difficile una rete stradale più efficiente e la presenza di acquedotti che possano portare l'acqua alle zone più aride, e favoriscono una minore concentrazione di competenze tecniche, specie nel settore industriale. Queste componenti spiegano le differenze di velocità nei processi di crescita tra il Nord e il Sud.
Per ulteriori approfondimenti sulla questione meridionale vedi qui

Cavour e l’attenzione al Mezzogiorno

In passato, la prima vera personalità politica che si interessò alla questione meridionale fu Camillo Benso conte di Cavour. Dopo l’unità d’Italia infatti, il divario tra Nord e Sud si fece più evidente. Inizialmente i popoli del sud avevano intrapreso con entusiasmo, partecipando e appoggiandola, la missione garibaldina. E si aspettavano, dall’unificazione d’Italia, un ribilanciamento della situazione economica e politica e una risoluzione di gran parte dei loro secolari problemi. All’indomani dell’unificazione, Cavour pose subito l’attenzione al Mezzogiorno italiano, e inviò a Napoli un funzionario, Costantino Nigra, per un dettagliato resoconto della condizione economica in cui versava la zona. Con la situazione ben chiara, il politico delineò le basi per un piano economico di rinascita e progresso del Sud. Tuttavia, egli si spense nel giugno del 1861 lasciando il nascente Regno d’Italia e il Mezzogiorno all’incuria dei suoi successori. Le azioni politiche degli anni successivi non fecero altro che accentuare il già evidente sbilanciamento economico, facendo, di fatto, del Sud una “colonia” del Nord, che oltretutto ne finanziava, con manodopera e risorse, le grandi imprese pubbliche.
Per ulteriori approfondimenti su Cavour vedi qui
i problemi dell'Italia unita

La risposta del Sud: il “grande brigantaggio”

Un fenomeno molto interessante e strettamente legato alla questione meridionale e al nascente e problematico Regno d’Italia, è quello del brigantaggio. Il movimento, già presente nelle province meridionali, durante i primi anni dell’unità d’Italia si accentua, proprio per colpa della progressiva disparità di condizioni economiche e sociali. Il nuovo Stato italiano infatti, come abbiamo visto, con le sue politiche poco attente e adeguate, non riesce a sostituirsi al vecchio dominio borbonico e anzi, evidenzia quelle problematiche legate alle masse contadine. I contadini infatti, vessati ancora di più dalle nuove imposte sul macinato e la leva obbligatoria, iniziano ad unirsi alle bande di briganti che sfuggono alle logiche politiche e dominano a modo loro le montagne. Così il Regno d’Italia si spacca ancora di più, mentre il Nord si muove all’insegna del progresso e dell’innovazione economica e industriale, il Sud sembra regredire: le sue produzioni e industrie infatti non sono più tutelate nè appoggiate da finanziatori esteri e perdono nel confronto con il settentrione. Tutti i territori del Sud quindi, in particolare Calabria, Abruzzo, Molise, Campania e Basilicata, diventano lo sfondo di una guerriglia portata avanti da briganti e bande clandestine, contro l’esercito del nascente Stato Italiano a suon di furti e razzie. È così che questo fenomeno post-unitario fomentato da disparità economiche e nostalgie borboniche, che esplode in particolare negli anni 1861-1865, viene definito “grande brigantaggio”. La politica di repressione da parte del Regno d’Italia fu dura, e tra arresti, fucilazioni e uccisioni, lo Stato riuscì a debellare il fenomeno. Questo però accentuò, anche negli anni a venire, ancora di più il divario tra Nord e Sud e non risolse la problematica “questione meridionale”.
Per ulteriori approfondimenti sul brigantaggio vedi qui

Domande da interrogazione

  1. Cos'è la "questione meridionale"?
  2. La "questione meridionale" si riferisce al ritardo nello sviluppo socio-economico delle regioni del Sud Italia rispetto al Nord, accentuato dopo l'Unità d'Italia, con disuguaglianze che persistono ancora oggi.

  3. Qual era l'approccio di Cavour verso il Mezzogiorno?
  4. Cavour si interessò alla questione meridionale inviando Costantino Nigra a Napoli per valutare la situazione economica e pianificare un rilancio del Sud, ma la sua morte nel 1861 lasciò il Sud trascurato dai successori.

  5. Come ha reagito il Sud alle politiche post-unitarie?
  6. Il Sud ha reagito con il "grande brigantaggio", un movimento di resistenza armata contro le politiche del nuovo Stato italiano, accentuato dalle disparità economiche e sociali.

  7. Quali furono le conseguenze del "grande brigantaggio"?
  8. Il "grande brigantaggio" portò a una dura repressione da parte del Regno d'Italia, che accentuò ulteriormente il divario tra Nord e Sud senza risolvere la questione meridionale.

  9. Quali settori economici del Sud mostravano segni di prosperità?
  10. Alcuni distretti industriali intorno a Napoli e nel Salernitano prosperavano, così come alcune produzioni agricole destinate all'esportazione, come Marsala, mandorle, agrumi e olio.

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