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Concetti Chiave

  • La questione meridionale è caratterizzata dalla mancanza di piccoli proprietari terrieri e infrastrutture adeguate come ferrovie e porti.
  • Le leggi speciali di Giolitti, emanate tra il 1904 e il 1909, furono interventi statali mirati al progresso del Meridione.
  • Nonostante le leggi speciali, solo poche aree come Bagnoli e la Puglia videro benefici significativi.
  • Le disuguaglianze sociali nel sud si aggravarono, favorendo clientelismo e corruzione per ottenere finanziamenti statali.
  • Gaetano Salvemini criticò il governo di Giolitti definendolo "governo della malavita" per la gestione delle leggi speciali.

Indice

  1. Problemi strutturali del sud
  2. Interventi legislativi di Giolitti
  3. Conseguenze delle leggi speciali

Problemi strutturali del sud

Il problema del sud è costituito dalla mancanza di piccoli proprietari terrieri e di infrastrutture adeguate, mancavano le ferrovie, i porti, e la rete telefonica, oltre che essere caratterizzato da una borghesia esigua, come messo in luce dall'inchiesta parlamentare di Stefano Jacini nel 1877 e nel 1886.

Interventi legislativi di Giolitti

Nonostante le proteste dei meridionalisti come Gaetano Salvemini, che esigevano delle riforme agricole che permettessero al Mezzogiorno di diventare competitiva sia sul mercato interno che all'estero, dove era stato sfavorito dal protezionismo, Giolitti emanò le cosiddette “leggi speciali” che implicavano l'intervento diretto dello stato per far progredire il Meridione; queste leggi non sono riforme strutturali, bensì interventi mirati, specifici e localizzati.

1904: leggi speciali per la Basilicata e Napoli

1906: legge speciale per la calabria

1909: legge speciale per la Sardegna

Conseguenze delle leggi speciali

queste leggi non ebbero alcun esito, se non in alcune località, come Bagnoli, dove nacque la grande azienda ILVA e in puglia con la costruzione dell'acquedotto.

Ciò aggravò la situazione al sud, dove permasero le disuguaglianze sociali, anzi furono favoriti clientelismo e corruzione, dato che chi riceveva i finanziamenti dello stato era tenuto a dare consenso a Giolitti. Ciò portò Gaetano Salvemini a definire questo governo come il “governo della malavita”.

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