Concetti Chiave
- L'espansione del settore produttivo incrementò i traffici e le relazioni internazionali, consolidando la Gran Bretagna come leader economico fino al 1914.
- Tra il 1900 e il 1914, le esportazioni europee di prodotti industriali superarono le importazioni, sostenute da una forte migrazione globale.
- L'emigrazione europea, soprattutto verso le Americhe, creò nuove comunità, come le "piccole Italie" formate dagli italiani emigrati.
- La spartizione coloniale dell'Africa coinvolse principalmente Gran Bretagna, Francia, Italia, Germania e Belgio, con l'espansione in Asia e Africa.
- Il colonialismo europeo si scontrò con l'espansionismo statunitense e giapponese nel Pacifico, rafforzando la loro influenza in aree come Hawaii e Filippine.
Indice
Espansione economica e relazioni internazionali
L’espansione del settore produttivo ebbe come conseguenza l’aumento dei traffici, dei rapporti finanziari e dunque delle relazioni internazionali.
Fin dall’inizio le principali potenze, Stati Uniti e Giappone, mantennero un ruolo marginale nell’interscambio mondiale; la Gran Bretagna rimase fino al 1914 la potenza a capo dell’economia mondiale (con i suoi investimenti all’estero possedeva quanto Stati Uniti, Francia e Germania insieme).
Dunque un mercato allargato con una concorrenza e una competizione agguerrite.
Tra il 1900 e il 1914 il commercio internazionale dei prodotti industriali aumentò tanto che le esportazioni europee superarono le importazioni.
Migrazioni e colonie europee
In questo periodo le migrazioni costituirono un ruolo fondamentale: circa 50 milioni di persone, provenienti soprattutto dall’Europa si riversarono in tutto il mondo.
I primi a muoversi furono i britannici che si recarono nelle colonie natali, poi gli spagnoli e i portoghesi che si recarono verso le ex colonie latino-americane, per le affinità linguiste e culturali; i francesi negli Stati Uniti e soprattutto in Canada, dove si formò una comunità francofona.
La quasi totalità degli emigranti italiani si riversò nell’America del Nord e del Sud, popolandole di operose “piccole Italie”, dove la massa di contadini poveri si riciclò in commercianti, muratori e venditori ambulanti.
Pochi italiani, invece, si recarono nelle modeste colonie italiane in Africa.
Colonialismo e spartizione dell'Africa
Tra il 1880 e il 1910 la maggior parte dei territori africani e asiatici, Giappone escluso, furono ridotti a colonie; la spartizione dell’Africa fu un affare che riguardò pochi stati europei: prima la Gran Bretagna che possedeva numerose colonie nel Golfo di Guinea, nella parte sud dell’Africa e in alcuni territori nella parte est dello Stato.
La Francia dalla metà dell’800 aveva colonizzato l’Algeria, il Senegal e la Costa d’Avorio; successivamente stabilì in Tunisia il proprio protettorato, e da qui estese il suo impero sul Sudan occidentale, sul Congo occidentale e infine sul Madagascar.
L’Italia realizzò una faticosa conquista dell’Eritrea e di parte della Somalia e la Germania stabilì il suo dominio in territori dislocati in vari punti dell’Africa, costituendo il terzo grande imperio coloniale dopo Francia e Gran Bretagna.
A questi nuovi colonizzatori si aggiunse il Belgio che si istituì un nuovo stato: lo Stato del Congo, uno stato di proprietà del sovrano finalizzato allo sfruttamento delle foreste, per l’estrazione del caucciù e della fauna, per la raccolta dell’avorio.
Conflitti tra potenze coloniali
La Gran Bretagna dominava l’India, la Malesia e la Nuova Guinea, per arrivare all’Australia e alla Nuova Zelanda.
La Francia colonizzò quasi tutta l’Indocina (attuali Vietnam, Laos e Cambogia).
Ma il colonialismo europeo si dovette scontrare con l’espansionismo statunitense e giapponese che si impossessarono dell’arcipelago delle Hawaii e delle Filippine.
Nel Pacifico predominavano ormai due potenze: Stati Uniti e Giappone.
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze dell'espansione del settore produttivo all'inizio del XX secolo?
- Quali furono le principali destinazioni delle migrazioni europee tra il 1900 e il 1914?
- Come si sviluppò la spartizione coloniale dell'Africa tra il 1880 e il 1910?
- Quali furono le potenze predominanti nel Pacifico all'inizio del XX secolo?
L'espansione del settore produttivo portò a un aumento dei traffici, dei rapporti finanziari e delle relazioni internazionali, con un mercato allargato caratterizzato da concorrenza e competizione agguerrite.
Circa 50 milioni di europei migrarono in tutto il mondo, con britannici nelle colonie, spagnoli e portoghesi in America Latina, francesi negli Stati Uniti e Canada, e italiani in America del Nord e del Sud.
La spartizione dell'Africa coinvolse principalmente Gran Bretagna, Francia, Italia, Germania e Belgio, con la Gran Bretagna e la Francia che possedevano numerose colonie, mentre l'Italia e la Germania stabilirono domini in vari territori africani.
Nel Pacifico, le potenze predominanti furono gli Stati Uniti e il Giappone, che si impossessarono dell'arcipelago delle Hawaii e delle Filippine, contrastando il colonialismo europeo.