Concetti Chiave
- Il regime fascista affrontò la crisi economica con lavori pubblici e sostegno alle industrie, creando l'Istituto Mobiliare Italiano (Imi) e l'Istituto per la Ricostruzione Industriale (Iri).
- L'Iri, originariamente temporaneo, divenne permanente, portando lo Stato a diventare azionista di maggioranza in molte imprese, con costi a carico dei contribuenti.
- La politica economica si basò sull'autarchia e sui principi corporativi, trasformando nel 1939 la Camera dei Deputati in Camera dei Fasci e delle Corporazioni.
- Mussolini espanse il progetto coloniale attaccando l'Etiopia nel 1935, creando un Impero Italiano e ricevendo proteste dalla Società delle Nazioni.
- Il regime instaurò una legislazione razziale nel 1938, pubblicando il 'Manifesto della Razza' e introducendo l'Ovra per reprimere il dissenso.
-Il Fascismo Italiano negli anni Trenta-
Indice
La crisi economica e le soluzioni fasciste
Anche l’Italia venne colpita dalla crisi economica.
Il regime di Mussolini affronta la crisi adottando la stessa soluzione impiegata negli Stati Uniti o nella Germania nazista, affidandosi dunque ai lavori pubblici.
L'intervento dello Stato nell'economia
Una novità invece è rappresentata dall’intervento a sostegno delle banche e delle imprese industriali: il regime crea l’Istituto Mobiliare Italiano (Imi), che finanzia a breve e a lungo termine le imprese industriali.
Nel 1933 l’Imi viene sostituito parzialmente dall’Istituto per la Ricostruzione Industriale (Iri).
Quindi l’Imi e l’Iri hanno il compito di acquistare le azioni di grandi imprese industriali in difficoltà che sono possedute dalle banche o da privati.
Questa operazione alleggerisce le banche italiane dalle partecipazioni azionarie.
L’Iri dovrebbe poi rivendere le azioni delle aziende a privati, una volta che sia stata operata una riorganizzazione produttiva delle imprese; ma l’operazione si rivela impossibile, poiché non ci sono acquirenti privati, o perché i costi delle azioni sono troppo alti.
Allora l’Iri, che doveva essere un ente temporaneo, diventa permanente, e quindi lo Stato fascista diventa azionista di maggioranza o proprietario di imprese.
Alla fine i costi per il recupero e il risanamento delle imprese in difficoltà si sono accollati all’intera popolazione, poiché i soldi impiegati dallo Stato (e dall’Iri) per acquistare e gestire le imprese sono soldi dei contribuenti.
L'autarchia e la politica corporativa
La ripresa dell’economia italiana si basa anche su un processo di autarchia: il regime vuole incoraggiare consumatori e produttori di avvalersi di risorse, materie prime e prodotti italiani.
Vengono poi ripresi anche i principi corporativi della Carta del Lavoro: nel 1939 la Camera dei Deputati viene trasformata nella Camera dei Fasci e delle Corporazioni.
Come in Germania, anche in Italia viene attuata anca politica natalista, per raggiungere l’obiettivo di un’espansione militare dell’Italia.
L'espansione coloniale in Etiopia
Così nell’ottobre del 1935 Mussolini decide di attaccare l’Etiopia, riaprendo il progetto coloniale in precedenza fallito (XIX secolo).
Le truppe etiopi del sovrano Haile Selassie vengono sconfitte, vengono bombardati villaggi e vengono usati spesso gas asfissianti.
Nel maggio del 1936 l’Etiopia è una nuova colonia italiana; Mussolini proclama così la nascita di un Impero Italiano, il cui imperatore è il re Vittorio Emanuele III.
Le alleanze internazionali e la legislazione razziale
La Società delle Nazioni protesta contro l’azione italiana, bloccando i rifornimenti di materiali per l’industria bellica italiana.
L’Italia riceve il sostegno diplomatico della Germania, firmando anche un patto di alleanza, l’Asse Roma-Berlino (anti francese ed anti inglese).
Poi viene firmato anche un patto antisovietico da Italia, Germania e Giappone.
Nel 1937 l’Italia esce dalla Società delle Nazioni.
Anche in Italia viene realizzata una legislazione razziale; vengono scoraggiate le relazioni tra gli italiani e gli etiopi, eritrei e somali.
Venne pubblicato il ‘Manifesto della Razza’ nel 1938, dove viene affermato il carattere ariano della popolazione italiana, mentre dichiara esplicitamente che gli ebrei non appartengono alla razza italiana; così gli ebrei vengono espulsi dalle scuole.
Viene introdotta anche l’Ovra, la polizia segreta fascista, per vigilare e reprimere ogni tipo di dissenso verso le politiche del regime.
Domande da interrogazione
- Quali misure economiche ha adottato il regime fascista italiano per affrontare la crisi economica degli anni Trenta?
- Qual era l'obiettivo dell'Istituto per la Ricostruzione Industriale (Iri) e perché non è stato raggiunto?
- Come ha cercato il regime fascista di promuovere l'autarchia economica in Italia?
- Quali furono le conseguenze internazionali dell'invasione italiana dell'Etiopia nel 1935?
Il regime di Mussolini ha adottato lavori pubblici e ha creato l'Istituto Mobiliare Italiano (Imi) e l'Istituto per la Ricostruzione Industriale (Iri) per sostenere banche e imprese industriali in difficoltà.
L'Iri doveva rivendere le azioni delle aziende riorganizzate a privati, ma non è stato possibile a causa della mancanza di acquirenti o dei costi elevati delle azioni.
Il regime ha incoraggiato l'uso di risorse, materie prime e prodotti italiani e ha ripreso i principi corporativi della Carta del Lavoro, trasformando la Camera dei Deputati nella Camera dei Fasci e delle Corporazioni.
La Società delle Nazioni ha protestato bloccando i rifornimenti per l'industria bellica italiana, mentre l'Italia ha ricevuto il sostegno diplomatico della Germania, firmando l'Asse Roma-Berlino e un patto antisovietico con Germania e Giappone.