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Concetti Chiave

  • Don Milani, nato a Firenze nel 1923, è ricordato come sacerdote, romanziere e professore cattolico, noto per il suo impegno verso i ragazzi disagiati attraverso la Scuola di Barbiana.
  • Proveniente da una famiglia borghese, Don Milani si convertì al cattolicesimo nel 1943 e fu ordinato sacerdote nel 1947, dedicandosi all'educazione inclusiva e senza discriminazioni.
  • Le opere di Don Milani, come "Esperienze Pastorali" e "Lettera a una professoressa", suscitarono controversie per le loro critiche sociali e il loro approccio educativo innovativo.
  • La Scuola di Barbiana, fondata da Don Milani, era un'istituzione educativa inclusiva e democratica per i ragazzi emarginati, con un programma adattato alle esigenze agricole locali.
  • Don Milani promosse un'educazione senza punizioni corporali e bocciature, basata sulla conoscenza e il mutuo aiuto, affrontando critiche sia da ambienti cattolici che laici.
All’interno di questo appunto viene descritta la vita vissuta da Don Milani, un sacerdote nato a Firenze, noto anche per le sue tante opere. Di seguito, sono riportate tutta una sequenza di informazioni riguardanti il suo percorso giovanile, la carriera religiosa, la sua forma di solidarietà verso il più debole, le opere da lui scritte, il dissenso della chiesa, fino ad arrivare all’ultimo periodo della vita terminato con la morte.

Indice

  1. Biografia di Don Milani
  2. Primi anni della vita di Don Milani ed attività religiosa
  3. Opere scritte
  4. Ultimo periodo e post mortem
  5. Don Milani: la pedagogia e la scuola di Barbiana

Biografia di Don Milani

Informazioni salienti sulla vita di Don Milani:
Il nome completo era Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti ma era conosciuto con il nome di Don Lorenzo Milani o Don Milani.
Egli Nacque a Firenze il 27 maggio del 1923.
Viene ricordato per essere stato un sacerdote ma anche romanziere e professore cattolico italiani.
Don Lorenzo Milani esercitò la sua figura da prete presso la Scuola di Barbian nella chiesa di Sant’Andra, per aiutare ed istruire i ragazzi più disagiati e poveri.
Egli scrisse diversi testi che però suscitarono diverse controversie all’interno della chiesa. La vita e l'eredità educativa di Don Lorenzo Milani articoloInfatti venne coinvolta anche la Chiesa cattolica, nello specifico persone di spicco come uomini politi ed intellettuali.
Don Milani si fece promotore dell’opposizione di coscienza riguardo il servizio militare, in quanto in quel tempo ogni ragazzo di sesso maschile era costretto ad arruolarsi nell’esercito.
A causa di questa scelta da lui sostenuta in modo ferreo, Don Milani fu sottoposto a processo con l’accusa di “critica al reato” per poi essere stato ottemperato.
Egli scritte un libro dal titolo Esperienze Pastorali, in cui emerge la sua formazione da religioso ma tale libro fu sottoposto ad un decreto del Sant’Uffizio del 1958. In seguito nel 2014, l’opera è stata ristampata senza nessuna opposizione da parte della Chiesa.
Infine, Don Lorenzo Milani morì a Firenze il 26 giugno del 1967 a causa di una leucemia diagnosticatagli.

Primi anni della vita di Don Milani ed attività religiosa

Don Lorenzo Milani o Don Milani nacque da una famiglia di ricchi borghesi.
Il padre si chiamava Albano Milani mentre la madre Alice Weiss ed erano entrambi laici.
La madre era di religione ebraica e suo cugino di nome Edoardo Weiss, era stato uno de primi discepoli del filosofo Freud e fu anche il fondatore dell’Associazione Psicoanalitica Italiana.
Il nonno era un filologo del 1800. Infatti lo stesso Don Milani ereditò da lui la maestria nell’utilizzo delle parole in modo adeguato.
Nel 1943, egli studiò per un determinato periodo presso l’Accademia di Brera. Lì decise di convertirsi dallo scetticismo al cattolicesimo romano, si pensi in seguito ad un dialogo con don Raffaele Bensi, il quale poi diventò la sua guida spirituale.
Cercava di aiutare spesso le persone in difficoltà, dando tutta la sua solidarietà.
Nel 1947, egli fu nominato sacerdote e fu mandato a Calenzano, presso la chiesa di San Donato per affiancare don Daniele Pugi.
Proprio in questo posto, Don Milani gettò le fondamenta per la sua prima scuola aperta al popolo, per accogliere tutti quei bambini appartenenti a famiglie povere.
Questa scuola non faceva distinzione tra persone credenti o non credenti ma accoglieva tutti. Questa caratteristica, infatti, fece scandalizzare gli ambienti cattolici tradizionali.
Nel 1954, Don Daniele Pugi morì, così Don Milani fu trasferito a Barbiana, in un paese del Mugello.
Li, cercò di portare a compimento la sua opera educativa malgrado la continua contestazione da parte del mondo religioso e del mondo laico.

Opere scritte

Don Lorenzo Milani nel 1958 scritte un libro, il suo primo libro, dal titolo Esperienze pastorali.
A causa dell’impostazione religiosa abbastanza evidente, il Sant’Uffizio decise di ritirare il libro, perché veniva considerato “sconveniente”, malgrado era stato scritto in modo eccellente, senza andare contro ai canoni ecclesiastici. Don Milani non si oppose alla decisione.
In seguito egli scrisse una “Lettera ai Cappellani Militari”, in cui marcava il suo dissenso nei confronti dell’obbligo militare per i giovani ragazzi maschi. Loro dovevano avere il diritto di dire no, di opporsi a quella scelta che gli veniva imposta.
Ma questi scritti vennero visti come dei contenuti anti-militari. A causa di ciò, Don Milani venne messo sotto processo.
Successivamente, egli scrisse una “Lettera a una professoressa”, in cui segnalava le differenze tra un sistema educativo che andava a favorire i bambini che appartenevano a famiglie ricche, rispetto ai bambini che provenivano da famiglie povere.
Il gruppo con cui lavorò Don Lorenzo Milani, era formato da otto ragazzi che appartenevano alla scuola di Barbiana, basato sul metodo di scrittura cooperativa sostenuta da Mario Lodi.
E’ stato tradotto in moltissime lingue e contiene molte tematiche che poi furono affrontate nello sviluppo della Sociologia dell’educazione.

Ultimo periodo e post mortem

Nel 1967 Don Milani morì a causa della leucemia, nella sua casa famigliare a Firenze, in seguito alla pubblicazione della Lettera a un maestro.
La sua vita fu descritta in un documentario che venne trasmetto dalla RAI, in cui viene descritto il percorso educativo di Milani e ciò che ha suscitato nella società.

Don Milani: la pedagogia e la scuola di Barbiana

Nel 1954 la diocesi di Firenze inviò Don Milani a Barbiana, una piccola frazione del comune di Vicchio, in Toscana. Qui Don Milani diede vita ad un’esperienza scolastica ed educativa senza precedenti, in un ambiente in cui predominavano la povertà e l’emarginazione. In questo contesto Don Milani diede vita alla Scuola di Barbiana, una scuola a tempo pieno, rivolta a tutti, soprattutto a coloro che a causa della povertà erano emarginati. La scuola di Barbiana si trovava in alcune stanze della Canonica comunicante con la Chiesa alla quale il sacerdote era stato assegnato, e l’ideale della scuola era quello di fondare un’istituzione scolastica inclusiva e democratica, garantendo a tutti gli alunni lo stesso livello minimo di istruzione, cercando di rimuovere le differenze che derivano dalle diverse possibilità di accedere alla cultura. Il motto della scuola di Barbiana era “I care” - mi importa. Oltre agli ideali democratici a cui era ispirata la scuola, altra innovazione fu l’orario scolastico, poiché essendo rivolta ai ragazzi che aiutavano le famiglie nei campi, la scuola si “adattava” alle esigenze dettate dall’agricoltura; infatti, i ragazzi lavoravano dapprima nei campi, e poi si recavano a scuola, dove restavano l’intera giornata, tutti i giorni. Il programma della scuola era condiviso sia da don Milani sia dagli allievi, e compito di ciascuno era insegnare anche ai più piccoli. Il fine pedagogico della scuola di Don Milani era quello di creare un luogo collettivo, fondato sul mutuo aiuto reciproco. Fra i caratteri principali dell’idea pedagogica di Don Milani vi furono l’abolizione delle punizioni corporali, che allora erano in uso e legittimate nelle scuole, sostituendo alla punizione fisica una punizione intesa come “perdita di benevolenza da parte dell’insegnante” e l’abolizione della bocciatura, infatti, mentre nella scuola tradizionale l’obiettivo della fine dell’anno era risultare preparati nelle varie materie, Don Milani perseguiva un’ideale di scuola fondata sulla conoscenza sia teorica sia pratica, ma non direttamente connessa ad un giudizio inteso come “prova” del sapere dell’alunno. Ovviamente questo suo modo di intendere la scuola e l’educazione destò non poche critiche, in ambito sia cattolico sia laico, in quanto l’esempio di Barbiana era visto con sospetto e come esperienza sovvertiva rispetto all’ordine sociale dell’epoca.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Don Lorenzo Milani e quale fu il suo contributo principale?
  2. Don Lorenzo Milani era un sacerdote, romanziere e professore cattolico italiano, noto per il suo impegno nell'istruzione dei ragazzi disagiati e poveri presso la Scuola di Barbiana, e per le sue opere che suscitarono controversie nella Chiesa.

  3. Quali furono le origini familiari di Don Milani e come influenzarono la sua vita?
  4. Don Milani nacque in una famiglia di ricchi borghesi, con un padre laico e una madre di religione ebraica. La sua famiglia influenzò la sua maestria nell'uso delle parole e la sua conversione al cattolicesimo.

  5. Quali furono le opere principali di Don Milani e quali controversie generarono?
  6. Tra le opere principali di Don Milani ci sono "Esperienze Pastorali" e "Lettera a una professoressa". Queste opere generarono controversie per le loro critiche al sistema educativo e all'obbligo militare, portando a processi e censure.

  7. Come si caratterizzava la pedagogia della Scuola di Barbiana fondata da Don Milani?
  8. La Scuola di Barbiana era inclusiva e democratica, adattandosi alle esigenze dei ragazzi che lavoravano nei campi. Promuoveva il mutuo aiuto, aboliva le punizioni corporali e la bocciatura, e si basava su un'educazione teorica e pratica.

  9. Quali furono le reazioni della società e della Chiesa alle idee educative di Don Milani?
  10. Le idee educative di Don Milani suscitarono critiche sia in ambito cattolico sia laico, poiché la Scuola di Barbiana era vista come un'esperienza sovversiva rispetto all'ordine sociale dell'epoca.

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