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Concetti Chiave

  • All'inizio del 900, gli operai italiani affrontavano condizioni di lavoro difficili con salari bassi, lunghe ore di lavoro e scarsa assistenza previdenziale, causando tensioni sociali e repressioni da parte delle autorità.
  • Giolitti, diventato capo del governo fino al 1914, fu uno statista liberale che comprese l'inevitabilità del risveglio sociale dei lavoratori e adottò riforme che garantivano diritti come contratti di lavoro chiari e limiti all'orario di lavoro femminile e minorile.
  • Tra le riforme significative di Giolitti, la nazionalizzazione delle ferrovie e la riforma del sistema scolastico furono cruciali per migliorare i servizi pubblici e combattere l'analfabetismo.
  • L'espansione industriale e il divario economico tra nord e sud furono accentuati dalla politica di Giolitti, che non intervenne sui latifondi del sud, consolidando il potere tramite favori politici.
  • La politica estera di Giolitti, influenzata da alleanze europee, portò l'Italia verso un approccio imperialistico in Libia, sostenuto da industrie in cerca di materie prime e da una strategia per distogliere l'attenzione dalla crisi interna.

Indice

  1. Condizioni lavorative nel 900
  2. Riforme di Giolitti
  3. Nazionalizzazione e riforme scolastiche
  4. Espansione industriale e divario nord-sud
  5. Politica estera e imperialismo

Condizioni lavorative nel 900

Nel 900 gli operai italiani avevano le paghe più basse di tutta Europa, orari di lavoro molto lunghi e l' assistenza previdenziale era molto carente quindi i datori di lavoro e le autorità civili incominciarono a contestare

qualunque tipo di tentativo da parte dei lavoratori di organizzarsi in sindacati e repressero ogni tipo di sciopero.

Sempre in questo periodo in meridione abbiamo grandi povertà e fame che scatenano lotte tra braccianti e proprietari quindi tutta questa situazione si inserisce in un quadro che ha a che fare con l'assassinio di Umberto 1°, gli succede poi il figlio Emanuele 3° che chiama al governo Zanardelli (in precedenza era stato un ministro della giustizia ed aveva riformato il codice penale nel 1889 con l'abolizione della pena di morte ed una

limitata possibilità di sciopero) che affida il ministero dell'interno a Giolitti. Il ministero è importante perché permette a Giolitti di gestire tutti i conflitti sociali.

Viene ricordato dalla storia come uno statista liberale perché aveva compreso che il risveglio sociale dei contadini e degli operai era un dato inevitabile.

Il compito dello stato è quello di garantire l'ordine evitando che le proteste degenerassero in tumulti armati. Si mandava l'esercito a fermare i vari scioperanti.

Riforme di Giolitti

Giolitti stabilisce che i contratti di lavoro siano ben delineati, vara delle norme che limitano il lavoro.

Il lavoro femminile viene ridotto a 12 ore e sulla carta viene equiparato a quello maschile.

Inoltre viene fissata l'età minima per il lavoro minorile (12 anni)

Viene garantito il riposo festivo dei lavoratori;

C'è un assicurazione obbligatoria sugli infortuni ed un aumento dei salari.

Nazionalizzazione e riforme scolastiche

Nel 1905 viene riformato il sistema scolastico.

La scuola passa al controllo dei comuni a quello dello stato, che può combattere l'analfabetismo.

Tutti questi provvedimenti sociali vanno a garantire i diritti dei lavoratori, i quali sono accompagnati anche ad altre riforme tra cui la nazionalizzazione delle ferrovie per facilitare i trasporti ed il monopolio statale sulle

assicurazioni del lavoro.

Giolitti vara una serie di riforme dello stato che portano la nazionalizzazione delle ferrovie (erano affidate e gestite da società private con servizi molto costosi e scadenti, quindi ci fu dal 1905 la nazionalizzazione delle ferrovie che permise di eliminare le locomotive a carbone).

Nel 1916 nel governo abbiamo anche la conversione della vendita, riguarda in

particolare la riduzione del tasso d'interesse che permette di abbassare il debito pubblico.

Espansione industriale e divario nord-sud

Abbiamo una grande espansione industriale (nasce la Fiat) e si accresce il divario tra nord e sud. Il sud era dominato da un agricoltura latifondista (proprietari terrieri che gestivano completamente i territori), Investivano

capitali per aumentare la produttività dei loro latifondi perché erano interessati a godere della protezione dei dazzi doganali. La scelta di Giolitti di non intervenire rispetto a questi ultimi non è dettata da un analisi

economica ma da un fattore politico. Giolitti riesce a conquistare il sostegno degli elettori garantendo la maggioranza per rimanere al potere.

Questa metodologia non è nuova perché dal 1876 le coalizioni e le maggioranze del parlamento venivano gestite dal presidente del consiglio che concedeva ai deputati dei favori personali.

Tutte queste questioni affrontate da Giolitti in realtà

provocano anche l'emigrazione di massa.

Giolitti fa una riforma dell'agricoltura, vara le leggi speciali che portano alla creazione di un polo siderurgico e fa costruire anche l'acquedotto pugliese. Questi piccoli interventi in realtà sono insufficienti per risolvere la questione meridionale perché i rapporti "cliente-dai" (dare/fare favori in cambio di voti) rimangono invariati quindi poi ci sono delle richieste da parte di quella corrente meridionalista che chiede:

-riforme strutturali con retribuzione di terrieri contadini

-Investimenti sui terreni

Queste aspettative avevano l'obbiettivo di rendere il sud più competitivo.

Dall'altra parte abbiamo le azioni di governo (leggi speciali) e atteggiamenti legati alla corruzione hanno l'aumento del divario tra nord e sud.

Politica estera e imperialismo

Sempre in questo periodo la politica giolittiana non è solo interessata alle

questioni interne ma si occupa anche di politica esterna condizionata da accordi tra Germania ed Austria, come quello della triplice alleanza.

Tutte le nazioni come regno Unito e Francia dove le relazioni diplomatiche

dell'Italia erano latitanti ora si attenuano perché cercano di migliorare la situazione nel Mediterraneo ed in particolare in Africa, quindi a fronte di tutte queste cose in questo periodo anche lo stato italiano comincia a

buttarsi in una politica imperialistica in Libia.

Questa iniziativa era stata promossa in modo particolare per compiacere le grandi industrie che avevamo interesse a cercare materie prime e dall'altro lato era un modo per distogliere l'opinione pubblica sulla crisi in

atto. Stava frenando il decollo industriale.

L'opinione pubblica italiana ed europea pensava che la potenza di uno stato si poteva misurare solo attraverso

la sottomissione di popoli e la conquista di nazioni.

Domande da interrogazione

  1. Quali erano le condizioni lavorative degli operai italiani all'inizio del 1900?
  2. Gli operai italiani avevano le paghe più basse d'Europa, orari di lavoro lunghi e scarsa assistenza previdenziale, con repressione dei tentativi di organizzazione sindacale e scioperi.

  3. Come ha gestito Giolitti i conflitti sociali durante il suo governo?
  4. Giolitti ha cercato di garantire l'ordine evitando tumulti armati, stabilendo contratti di lavoro chiari, limitando il lavoro femminile e minorile, garantendo il riposo festivo e introducendo un'assicurazione obbligatoria sugli infortuni.

  5. Quali riforme ha introdotto Giolitti nel sistema scolastico?
  6. Nel 1905, Giolitti ha riformato il sistema scolastico trasferendo il controllo delle scuole dai comuni allo stato per combattere l'analfabetismo.

  7. Quali furono le conseguenze della nazionalizzazione delle ferrovie?
  8. La nazionalizzazione delle ferrovie nel 1905 ha eliminato le locomotive a carbone e migliorato i servizi, precedentemente gestiti da società private con costi elevati e qualità scadente.

  9. Quali erano le sfide economiche e politiche affrontate da Giolitti nel sud Italia?
  10. Giolitti ha affrontato il divario tra nord e sud, dominato da un'agricoltura latifondista, e ha cercato di mantenere il sostegno politico attraverso favori personali, ma le riforme erano insufficienti per risolvere la questione meridionale.

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