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Concetti Chiave

  • Il fascismo in Italia si consolidò prima del nazismo in Germania, con Mussolini che controllava il governo e il partito, utilizzando prefetti per gestire le periferie e organizzazioni giovanili per plasmare le masse.
  • Mussolini negoziò i Patti Lateranensi con la Chiesa nel 1929, risolvendo la questione romana e ottenendo il riconoscimento del regime, ma il re rimase un potenziale ostacolo al suo potere.
  • Il fascismo obbligò i cittadini a partecipare ad adunanze e impose la fede al regime a insegnanti e stampa, mentre promuoveva una società basata su famiglie numerose e un ruolo tradizionale per la donna.
  • Il regime adottò il corporativismo, iniziando con una politica liberista, ma cambiando rotta con l'intervento statale nell'economia, promuovendo lavori pubblici e creando istituti come IMI e IRI per sostenere le imprese.
  • Mussolini si alleò con la Germania tramite il Patto d'Acciaio, introdusse leggi razziali nel 1938 e affrontò opposizione interna con movimenti antifascisti che sfociarono nella resistenza armata nel 1943.

Indice

  1. Il consolidamento del fascismo
  2. Ostacoli e trattative del fascismo
  3. Fascistizzazione e riorganizzazione sociale
  4. Politica economica fascista
  5. Interventi economici e crisi
  6. Espansione militare e alleanze
  7. Cambiamenti interni e leggi razziali
  8. Resistenza antifascista

Il consolidamento del fascismo

Quando in Germania il nazismo era ancora un partito marginale, in Italia il fascismo era una realtà consolidata. Il regime era fondato su due gerarchie: lo stato (ancora monarchico) e il partito. Il potere era esercitato da Mussolini in quanto capo del governo e Duce del fascismo. Per controllare le periferie, Mussolini preferì usare i prefetti, l'ordine pubblico era gestito dalla polizia di stato. C'erano inoltre organi collaterali col fascismo quali: i fasci giovanili, l'opera nazionale balilla, i gruppi universitari fascisti. Tali associazioni servivano a plasmare la massa partendo addirittura dai 6 anni d'età.

Ostacoli e trattative del fascismo

Il fascismo aveva due ostacoli: la chiesa e il re. Mussolini allora cercò di trovare una soluzione. Con la chiesa avviò delle trattative che si conclusero con i patti lateranensi del 11/02/1929. I punti principali erano un trattato che poneva fine alla questione romana, con cui si vedeva riconosciuta la validità dello stato italiano, della sua capitale e la sovranità dello stato della città del Vaticano; si ribadisce una convenzione finanziaria pagata al papa; si stabilisce che i sacerdoti erano esclusi dalla leva, il matrimonio aveva valenza religiosa oltre che civile, l'ora di religione diventava ufficiale nella scuola. Confronto con Gentiloni.

Nel 1929 le elezioni registrarono il 99% dei voti favorevoli al fascismo. Un altro ostacolo comunque rimaneva il re: il re poteva ritirare la carica di capo del governo a Mussolini se il regime fosse entrato in crisi. Il sovrano era il capo delle forze armate, nominava i senatori e sceglieva il capo del governo.

Fascistizzazione e riorganizzazione sociale

Il popolo viene fascistizzato, ad esempio la partecipazione alle adunanze fasciste era obbligatoria. Inoltre il fascismo riorganizza anche l'assetto sociale, sostenendo ad esempio l'immagine della famiglia con molti figli, che era sostenuta da assegni familiari. La donna era considerata l'angelo del focolare.

Politica economica fascista

Nell'ambito politico-economico nel 1927 il neo governo fascista introduce la carta del lavoro, documento che parlava genericamente dell'uguaglianza degli imprenditori e lavoratori, ma che non riusciva a sanare il vuoto dei sindacati eliminati dal Duce.

Anche la scuola fu assoggettata dal regime con la riforma gentile. I docenti dovevano giurare fedeltà al regime altrimenti perdevano il lavoro. Troviamo tra i fascisti, nella prima fase i seguenti nomi: Luigi Pirandello, Marconi (difendere il proprio lavoro). Anche la stampa era direttamente e scrupolosamente controllata da Mussolini.

Il regime abbracciò l'idea del corporativismo, che voleva significare soprattutto gestione diretta principalmente del settore economico. Le istituzioni corporative erano una via di mezzo tra capitalismo e socialismo.

Inizialmente adottò una dottrina liberista, privata, successivamente a causa di una crisi economica le cose cambiarono. Aumentarono i dazi sui cereali, iniziò la battaglia del grano. Il regime voleva raggiungere una piena autonomia nella produzione dei cereali da conseguire tramite nuove tecniche quali più superfici da coltivare, utilizzo di concimi, nuovi mezzo agricoli. Tutto questo danneggiò molti settori come l'allevamento e le esportazioni.

Interventi economici e crisi

Il secondo intervento fu quello di rivalutare la lira con quota 90, si stabilì che 90 lire=1 sterlina. Ciò serviva a mostrare una stabilità monetaria. Anche se i prezzi diminuirono, la crisi mise in difficoltà le medie aziende che videro diminuire anche i prezzi dei loro prodotti. Calarono i salari e furono danneggiate le imprese che lavoravano con l'estero. La riduzione del commercio con l'estero quindi provocò crisi e disoccupazione.

Il regime cercò di rimediare intervenendo direttamente sull'economia con la promozione dei lavori pubblici (bonifica dell'agro pontino, costruzioni di città nuove come Sabaudia e littoria, cioè l'odierna Latina).

Per evitare il crollo delle banche, legate alle imprese, il regime creò due istituti: IMI (sostituisce le banche in difficoltà per sostenere le imprese -istituto mobiliare italiano), IRI (istituto per la ricostruzione industriale - con tale ente lo stato controllava direttamente le imprese).

Lo stato quindi diventa: stato-imprenditore, stato-banca.

Espansione militare e alleanze

La situazione economica precipita anche a causa della dispendiosa impresa militare in Etiopia. Il Duce continuava il suo progetto di autarchia, cioè autosufficienza economica soprattutto nella produzione delle materie prime. Il Duce per distrarre il paese da tali problemi e per cercare nuove risorse invase l'Etiopia; tale impresa fu condannata dalla società delle nazioni e l'Italia fu sanzionata. L'impresa continuò e nel 1936, dopo non poche difficoltà, l'Italia conquistò l'Etiopia e il re Vittorio Emanuele III divenne imperatore di tale paese.

In questo periodo il Duce si avvicinò alla Germania attraverso un patto d'amicizia chiamato Asse Roma Berlino che inizialmente non era un'alleanza militare. Ma il carattere aggressivo della Germania spinse il Duce a servirsi di questa. Nel 1939 si firmò un formale patto di alleanza con i tedeschi: "patto d'acciaio".

Il successo etiope durò poco e l'alleanza con i tedeschi preoccupò le altre potenze. La politica estera fu affidata al genere del duce Galeazzo Ciano. Per Mussolini l'Italia doveva trasformarsi in una terra di guerrieri e conquistatori. Questo portò il regime contro la borghesia, poco incline ai sacrifici e amante di una vita comoda.

Cambiamenti interni e leggi razziali

Furono messi in atto molti cambiamenti: la camera dei deputati fu sostituita da una camera dei fasci e delle corporazioni nella quale si entrava in base alle cariche assunte nel regime. Furono sostenute altre iniziative quali: l'uso del voi e non del lei, il divieto di usare termini stranieri.

Nel 1938 inoltre furono introdotti le leggi discriminatorie contro gli ebrei. Tale legislazione non fu vista di buon occhio perché in Italia gli ebrei erano pochi e ben integrati. L'opinione pubblica reagì con indifferenza contro questa campagna raziale e queste leggi minarono anche il rapporto con la chiesa. Solamente i più giovani consideravano il regime come un punto di riferimento.

Resistenza antifascista

Gli antifascisti furono imprigionati, uccisi o costretti a fuggire. I comunisti continuarono la loro lotta clandestina anche se molti operavano dall'estero. Nacquero comunque movimenti antifascisti: giustizia di libertà, concentrazione antifascista, eccetera. I movimenti antifascisti operarono tra il 1926 e il 1943, fino ad organizzare proprio nel '43 la resistenza armata al nazifascismo.

Domande da interrogazione

  1. Quali erano le due gerarchie su cui si fondava il regime fascista in Italia?
  2. Il regime fascista in Italia si fondava su due gerarchie: lo stato, che era ancora monarchico, e il partito fascista, con Mussolini che esercitava il potere come capo del governo e Duce del fascismo.

  3. Come si risolse la questione romana tra il fascismo e la chiesa?
  4. La questione romana si risolse con i Patti Lateranensi del 1929, che riconoscevano la validità dello stato italiano e la sovranità della Città del Vaticano, stabilendo anche una convenzione finanziaria e l'insegnamento della religione nelle scuole.

  5. Quali furono le principali riforme economiche adottate dal regime fascista?
  6. Il regime fascista adottò il corporativismo, rivalutò la lira con quota 90, promosse la battaglia del grano per l'autosufficienza cerealicola e intervenne direttamente nell'economia con la creazione di istituti come IMI e IRI per sostenere le imprese.

  7. In che modo il regime fascista cercò di fascistizzare il popolo italiano?
  8. Il regime fascista cercò di fascistizzare il popolo attraverso l'obbligo di partecipazione alle adunanze fasciste, la promozione della famiglia numerosa, la riforma della scuola e il controllo della stampa, imponendo la fedeltà al regime.

  9. Quali furono le conseguenze dell'alleanza tra Italia e Germania?
  10. L'alleanza con la Germania, formalizzata con il "patto d'acciaio" nel 1939, preoccupò le altre potenze e portò l'Italia a una politica estera aggressiva, culminando con l'introduzione di leggi discriminatorie contro gli ebrei e l'opposizione della borghesia.

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